CAPITOLO 48
Solas si
infilò un dito nel colletto dorato cercando di allargarlo e
sospirò fissandosi
allo specchio
-Questo
amore mio è stato inaspettato. Quando hai iniziato a
preparare il tutto?- domandai
curiosa. Mi ero ritrovata una scatola sul letto, al suo interno un
abito familiare,
era identico a quello che avevo indossato nella dissolvenza con
Banal’ras. Un
vestito blu notte che cadeva perfettamente, lasciando intravedere con
uno
spacco un rivestimento in delicate decorazioni in argento che si
estendevano
fino alla caviglia destra, una sorta di leggera armatura in quel
metallo
prezioso. Stessa cosa era stata estesa anche al braccio destro che
dalla
spalla, dove si ricongiungeva al vestito, continuava fino alla mano. Il
braccio
sinistro veniva coperto dalla stoffa morbida nascondendo le cicatrici.
Unica
differenza portavo una pelle di lupo non troppo spessa che si avvolgeva
in vita
come cintura, questo nascondeva il leggero rigonfiamento che un occhio
attento
avrebbe comunque potuto notare. La struttura snella della nostra razza
era una
caratteristica apprezzabile e che saltava subito in risalto, purtroppo
in caso
di una gravidanza era una lama a doppio taglio, le differenze si
notavano.
-Quando ne
abbiamo parlato le prime volte e hai apprezzato il mio abbigliamento
nei
ricordi causati da Geldauran. È un’ottima
occasione di dimostrare le differenze
culturali partendo dallo stile-
Bracciali
dorati ai polsi e al collo, maniche bianche e un raffinato corpetto
elaborato
nero come i pantaloni. Prese una piccola scatola che era rimasta in
disparte e
la aprì. Si mosse alle mie spalle, del metallo freddo mi
scivolò sulla pelle e
abbassai lo sguardo. Una collana in filigrana d’argento, il
pendente una testa
di lupo con incastonati sei piccolissimi rubini. Lo presi tra le dita
osservandolo, era rifinito in modo sorprendente. Mi girai verso di lui,
un
sorriso dolce gli solcava il viso che ricambiai -Ma ghilana
Fen’harel- sussurrai
dandogli un leggero bacio sulle labbra, notai in quel momento la
replica in
argento della sua mascella di lupo, ovviamente molto più
piccola dell’originale.
-Molto
elegante, vhenan- e lo fissai divertita in viso. Lui alzò un
sopracciglio non
capendo il motivo della mia espressione -Niente cappello questa volta?-
domandai
Ridacchiò
-Al
momento opportuno lo indosserò, è molto
particolare- spiegò con quel sorriso da
lupo
Alzai un
sopracciglio, particolare? -Qualcosa mi dice che ti divertirai, ma fen?-
Continuò
a
sorridere e si chinò infilandosi gli stivali -Ci
divertiremo, la teatralità è
un’arma potente-
-Non mi
annoierò mai con te, vero?- e mi sedetti di fronte allo
specchio, prendendo il
pettine. La mano di Solas fu sulla mia, lo guardai interrogativa nel
riflesso dello
specchio
-Mai. Permetti?-
Sorrisi e
lasciai
la presa, concentrato passava il pettine lentamente tra i miei capelli
-Dopo anni
che ti conosco scopro che sei bravo con i capelli?-
Ridacchiò
con uno sguardo orgoglioso -Se ti dicessi che c’è
stato un periodo che li
tenevo lunghi fino al sedere?-
Sorrisi
-Risponderei
che avevi un bel da fare, e che avrei voluto vederti ma fen-
Intanto le
sue dita abili crearono una piccola treccia che diventò
parte di uno chignon,
infilando infine un ferro argentato che fermò il tutto. Le
ciocche più corte
cadevano delicate in avanti adornando i lati del viso.
Mi scrutai
sbalordita
da tanta bravura -Dovessi stancarti di fare il Dio della ribellione,
hai già
pronto un nuovo hobby- scherzai
-Difficile,
sono interessato solo ai tuoi di capelli ma fen’asha-
Infilai un
dito nel suo colletto dorato tirandolo alla mia altezza e presi
possesso delle
sue labbra.
Uscii
dall’Eluvian, nella stanza in penombra la luce generata da
quest’ultimo si
riflesse sul metallo che adornava i nostri abiti e sulle solite
decorazioni in
oro presenti quasi ovunque sui muri, i pochi mobili presenti coperti da
dei teli.
Da un angolo emerse un individuo che fece un lieve inchino
-Inquisitore,
Fen'Harel-
Sorrisi -Charter
è un piacere rivederti, ma ti prego, niente titoli quando
siamo soli- mi
guardai velocemente intorno -Lo specchio è stato spostato-
constatai
-Usignolo anni
fa dopo la fallita invasione dei qunari, l’ha
fatto… custodire in un luogo più
discreto- in breve lo aveva nascosto
-Suppongo
sia un’ala in disuso- disse Solas
-Era una
vecchia stanza della servitù, inesistente ai più.
Seguitemi- era vestita come
un servo di palazzo, indossò una maschera che la
indentificava come tale e che
ne evidenziava le orecchie, sospirai per non fare una smorfia
Solas mi
guardò interrogativo
-Ricordami
che non devo far ingoiare quelle stupide maschere a qualcuno. Almeno
non fino
alla fine di questa farsa-
Ridacchiò
e
si rivolse a Charter -Leliana?-
-È ai
cancelli insieme agli altri, ognuno di loro è arrivato una
settimana prima, in giorni
differenti per non attirare ancora più
l’attenzione del necessario-
-Attenzione?-
chiesi
-C’è
fermento tra i servi per il vostro arrivo, ma anche
nell’alienazione. La voce
che il Temibile Lupo sbranerà i nobili orlesiani li sta
rendendo più audaci e
sfrontati. E poi che la compagna del Dio elfico è
l’ex Inquisitore Dalish si
sta espandendo con un notevole effetto-
-E in tutto
questo entusiasmo ha messo la mano Leliana?- domandai
-Non solo-
rispose invece il mio mago
Accennai un
sorriso -Ci hai messo le zampe Fen’Harel?- scherzai
-Forse-
Poco prima
di prendere parte attivamente al ballo, ancora all’oscuro in
un corridoio, Charter
dette al mio mago un sacco.
-Yennefer
Ellena Lavellan ex Inquisitore- trattenni un lamento al mio nome
completo. Il mio
primo nome era inusuale tra gli elfi, non so dove lo avesse sentito mia
madre.
Il secondo tradotto “colei che può fare qualunque
cosa” me lo aveva dato mio
padre e non mi dispiaceva anche se non lo usavo mai
-Ad
accompagnarla
il consorte, Fen’Harel il Temibile Lupo-
Mi si
accostò porgendomi il braccio che accettai. Un lieve brusio
dalla nobiltà si levò,
tutti gli occhi erano fissi su di lui. Solas aveva indossato la sua
maschera da
lupo e percepii l’energia di un incantesimo. Con la coda
dell’occhio notai che
i sei occhi incastonati brillavano rossi come tizzoni ardenti. Ecco
cosa
intendeva con teatralità. La sala era più
silenziosa del previsto,
impressionati, ma non solo, timorosi. Trattenni un sorriso orgoglioso
che
invece il mio mago esibì arrogante.
Alle mie
spalle iniziarono a essere presentati tutti gli altri, con un grugnito
di
Cassandra a fermare la sua sfilza di nomi.
L’imperatrice
Celene ci osservava dal punto rialzato.
-Benvenuta
di nuovo ad Halamshiral, Inquisitore- disse e nella breve pausa
ricevetti una
lunga occhiata, infine girò il viso -Anche al vostro
accompagnatore, che è
riuscito dove la vostra ambasciatrice ha tentato invano per anni-
Solas fece
un impercettibile inchino -Alcuni sacrifici si è disposti a
farli solo per
qualcuno di caro. La mia presenza, è una di questi.
È un onore essere il
benvenuto-
Il sorriso
della donna non si scompose.
Per le tette
di Andraste! Non avrebbe potuto essere più sincero! Le mie
dita si strinsero
brevemente sul suo braccio nervosa. Sarebbe stata una lunga serata,
molto
lunga.
L’imperatrice
era stranamente da sola, non avevo ancora visto Briala. Le sue tre dame
di
corte vicino a parlarle e a riferirle le notizie più
importanti come di
consueto. Era invece una piacevole novità la presenza dei
sovrani Fereldiani,
c’era stato un evidente fermento per tutta la serata. Era la
prima volta che i
principali regnanti delle due nazioni si incontravano direttamente
senza
mandare intermediari. La nostra presenza che invece rappresentava gli
elfi si
era fatta chiara ora dopo ora. Le voci giravano, e la
nobiltà orlesiana era
alquanto nervosa da quando aveva intuito che non era tutto uno scherzo.
Al contempo
io e Solas non avevamo mai ricevuto tanti sorrisi dalla
servitù, o per quel che
mi riguardava vino a volontà. Avevo visto gli effetti invece
sul mio lupo
l’ultima volta anni prima. Potere, pericolo, intrighi e
sesso… anche se non avevamo
beneficiato dell’ultima parte…
-Vhenan,
vedi di non esagerare…- sussurrai tenendomi stampato un
sorriso sulle labbra
per le apparenze. Quando possibile ci scambiavano i bicchieri,
così che nessuno
notasse che non stavo toccando la bevanda alcolica
-Quanta
fiducia, ma fen’asha- mormorò e
sorseggiò ancora un sorso dal calice con
eleganza dando l’impressione che stessimo parlando di
qualcosa di molto interessante.
Il copricapo era stato inseguito tolto e riconsegnato a una pronta
Charter.
-Lo sto solo
dicendo nel tuo interesse, non abbiamo tempo di appartarci purtroppo.
Sai
diventi alquanto… affettuoso…-
Ridacchiò
sommesso
-Affettuoso? Da ubriaco mi hanno sempre descritto in molti modi, ma mai
così… deve
essere la tua influenza, vhenan-
-Mmm…
ora
dovrò chiedere a Banal'ras-
-Niente di
particolarmente entusiasmante, a parte finire a vomitarsi sulle scarpe,
giovane
Mythal- ci arrivò la voce della spia elfica alle spalle.
Quasi sobbalzai…
-Fellassan
non…- si bloccò il mio lupo -…sarebbe
stato d’accordo- sussurrò con una nota
triste nella voce
-Il tuo
amico pronto a causarmi anche lui problemi? Che fine ha fatto?-
domandò
Solas non
rispose guardando fisso davanti a sé per un minuto buono
-Morto-
-Sicuro?
Perché mi è sembrato di notare un elfo simile
accompagnare l’elfa che chiamate
Briala-
Il mio lupo
girò del tutto la testa verso la spia elfica nascondendo a
stento un’espressione
sbalordita -È uno dei tuoi soliti scherzi
Banal’ras? Ho reciso io stesso il suo
collegamento con l’oblio. Da solo, in stato Tranquillo non
avrebbe potuto
sopravvivere-
-A quanto
pare non l’hai fatto così bene, mi sembrava del
tutto normale e in salute- replicò
-Dove?-
chiese Solas
L’elfo
fece
un cenno con la testa -Sala da ballo, balcone-
-Accompagnala.
Perdonami vhenan- disse serio
-Non fare
niente di avventato e se lo vuoi fare, vorrei essere presente- lo
avvertii e lo
guardai andarsene appoggiando il bicchiere pieno a metà sul
piedistallo di una
statua, trattenendosi dallo sfoggiare un passo più affrettato
-Sei sicuro?-
domandai fissando quegli occhi dorati
-È
stato
anch’esso mio allievo, difficile confondersi-
Osservai la
nobiltà che per fortuna sembrava non aver notato il tono
della nostra
conversazione
Ero nervosa
-Seguilo-
-Lo farei,
ma lasciarvi da sola mi preoccuperebbe di più che evitargli
una figuraccia. Ne
andrebbe della mia vita, un futuro papae ansioso è
pericoloso, soprattutto se
si chiama Fen’Harel con istinti da lupo tutt’altro
che repressi-
Sospirai
mantenendo la pazienza, anche se quelle accortezze di Solas mi facevano
piacere, in alcuni casi diventavano fastidiose -Allora andiamo, tanto
dobbiamo
anche confrontarci con Briala-
Non feci in
tempo a muovermi che mi si piazzarono davanti le tre dame di corte
dell’imperatrice, se la memoria non mi ingannava
-Dama Fleur,
Couteau e Colombe- salutai tutt’altro che entusiasta
-È un
onore
rivederla Inquisitore-
Fenedhis!
Non ora!
Dopo troppo
tempo per i miei gusti, riuscii a liberarmene, non avrebbero potuto
beccare
tempismo peggiore.
Insieme a
Banal’ras mi destreggiai tra i nobili, mantenendo un passo
normale. Cercando
soprattutto di non rimanere bloccata di nuovo in qualche discussione
inutile.
Uscii sul
balcone indicato dalla spia elfica, trovando i due uomini che si
fissavano in cagnesco.
L’elfo
alla
mia destra aveva in viso i miei marchi e le iridi viola non lasciavano
Solas.
Fellassan
abbozzò un sorriso -A quanto pare, sono riuscito a
costringerti a vivere in
questo mondo abbastanza a lungo- e mi guardò -Peccato non
averlo visto con i
miei occhi- mi si avvicinò e il mio lupo mi si mise di
fronte bloccando la sua
avanzata. Lo scostai posandogli una mano sul braccio.
L’interesse di Fellassan
si accentuò ancora di più a quel gesto
-Se non
ricordo male, i lupi fanno la tana solo quando aspettano dei cuccioli.
Le hai
già mostrato quella villa in mezzo al nulla da asociale che
ti sei fatto fare?
L’avrai usata due volte e non mi hai mai invitato…-
-Non hai mai
voluto vederla- replicò Solas
Sospirai
-Piacere
mio Fellassan, non pensavo avrei mai avuto l’onore-
-Altrettanto.
Quando ho rivisto in scena quel teatrino, ma con accanto una donna, mi
è venuta
la pelle d’oca- e si girò verso Solas che lo
guardava scettico -Sul serio, mai
avrei sperato di vederti accoppiato, figurati in questo mondo-
Sbuffò
-Non
sono il solo…-
-Fermi,
fermi tutti. Chi altri?-
-A parte te?
Abelas e me stesso- rispose Banal’ras, parlando per la prima
volta
-Tu hahren!?
E…- si schiarì la voce -… per le palle
di Elgar’nan- mormorò -Potrebbero essere
gli effetti dell’astinen…- un colpo gli
arrivò sulla nuca interrompendolo e
comparve Briala al suo fianco
-Forse non
è
il luogo adatto per mettersi a parlare fittamente in elfico- disse
fissando il
suo compagno che le elargiva un sorriso furbo e si rivolse verso di me
-Inquisitore-
e chinò il capo in segno di riconoscimento -Gli orlesiani
staranno pensando che
complottiamo- disse divertita
-Mi sta
dicendo marchesa che si stanno spaventando sempre di più?-
replicai nello
stesso tono ironico
-L’entrata
del Temibile Lupo ha smosso molte coscienze. Gli Dei elfici stanno
tornando!- ridacchiò
-E non sanno quanto possa essere crudele con i propri alleati,
chissà con i
nemici…- concluse dura e velenosa trafiggendo Solas con gli
occhi.
Il mio lupo
rimase impassibile, accusando il colpo.
La campana
di richiamo dalla sala da ballo risuonò con il primo
rintocco -Vogliamo tornare
al problema principale?-
Solas si
staccò il colletto dorato lanciandolo nervoso su una
poltrona. Notte fonda, ci
eravamo finalmente ritirati nella stanza assegnata. Guardai il mio lupo
lasciarsi cadere sul letto seduto, mettendosi l’indice e il
pollice agli angoli
degli occhi -Ci stanno sfidando. Non è inaspettato-
Iniziai a
togliere il vestito e sfilai il ferro dai capelli che si sciolsero
sulle spalle
-Orlais ci sta sfidando. Hai sentito Re Alistar e la Regina Anora, non
hanno
nessun interesse su Skyhold-
Sospirò
e il
suo sguardo scivolò dal mio viso lentamente verso il basso
-Al Ferelden farebbe
comodo una nazione elfica che faccia da cuscinetto- si
slacciò il corpetto
svestendosi. Recuperai da un baule gli abiti per la notte appoggiandoli
sul
letto. Intanto immersi le mani nella bacinella di fronte allo specchio,
bagnandomi
il viso -Io e Celene dobbiamo avere un incontro da sole. Questa sera
è stata
solo un chiarimento nelle intenzioni di tutti-
-Naturalmente,
se l’imperatrice cederà qualcosa non
sarà davanti ai regnanti fereldiani-
Sì
spostò
sul letto avvicinandosi con indosso ormai solo i pantaloni. Le sue mani
grandi
e calde su i fianchi, venendo tirata indietro ritrovandomi seduta su di
lui, la
sua pelle rovente contro la mia -Le Sentinelle sono fuori dalla porta,
vhenan…-
gli ricordai
Le sue
labbra si posarono sulla mia schiena. Mosse una mano noncurante verso
l’entrata
e il balcone lanciando un incantesimo -Un ottimo punto…
domani arriverà la
Divina…-
-Ho sempre
trovato
assurda la sua elezione. Avrei accolto a braccia aperte Cassandra o
Leliana, ma
Vivienne? È ridicolo-
Rimanemmo in
silenzio, Solas iniziò ad accarezzarmi il ventre, posai la
mia mano sulla sua -Ci
creerà dei problemi?- domandai conoscendo già la
risposta
-Come divina
dovrebbe fare da pacificatore tra le parti coinvolte, ma…-
Finii io -Dubito
che Vivienne si limiti a ciò- sospirai e farsela nemica non
avrebbe giovato a un
ulteriore sviluppo dei nostri piani sul salvare il Thedas da un
imminente
crollo del Velo.
-Ricordo che
andavi d’accordo con l’Incantatrice…-
Sbuffai e quasi
risi -Pensi davvero che se andassi d’amore e
d’accordo con il suo modo di
pensare, mi sarei innamorata di te e ti avrei sposato?-
Alzò
un
sopracciglio -Ne deduco…- disse cauto
-Che il tuo
spirito e bellezza mi abbiano abbagliato? Certamente vhenan.
Semplicemente mi
sono morsa la lingua sul novanta per cento delle nostre conversazioni,
dicendole
quello che voleva sentire-
Mi
mostrò
un’espressione perplessa, era senza parole. Ridacchiai
davanti a quella faccia -Ma
fen non avevo tempo di discutere come facevi tu con lei, parlare con
Vivienne
cercando di spiegarle il mio punto di vista era uno spreco di energie.
Facevo
prima a insegnare a un nug a leggere-
La mano
risalì il ventre stringendomi un seno -Vhenan…-
mormorai, in risposta ricevetti
un altro bacio sulla pelle e ulteriori carezze che con il mio richiamo
avevo
cercato di fermare ottenendo l’effetto opposto
-Quindi
quando ti avevo sentito dirle a Haven di tenere sotto controllo i maghi
con
discrezione…-
-Cosa? Stavi
per rivalutarmi?-
-Non sapevo
se avevo udito correttamente. Le tue azioni sono sempre stato
l’opposto di
quelle parole-
-E di tante
altre
con Vivienne. E lei lo sa, è evidente, ma le piace il Gioco-
Qualche
altro minuto di silenzio -Non sono molto preoccupato per le Sentinelle
alla
porta, ma fen’asha-
Mi passai la
lingua sulle labbra inumidendole -Non sono l’unica a essere
rumorosa, ma fen… e
anche se hai messo un incantesimo sul balcone, vorrei stare lucida e
non dare
un eventuale spettacolo a chi avrà tanto coraggio di
entrare…-
Sospirò
rassegnato -Non dovresti svelarmi i tuoi segreti in queste occasioni-
Presi la
camicia da notte infilandomela -Pensieri?- chiesi apposta
-Molti, come
il piegarti su questo letto- rispose con voce profonda
-Mmm…-
mi
staccai da lui scivolando dalla parte opposta del materasso,
sdraiandomi e
guardando il soffitto. Si alzò andando verso il balcone.
Il ghiaccio
della trappola scattò investendo il mio mago nella nube di
umidità che si creò.
Immediatamente mi misi in piedi. Una presenza mi si parò
davanti. Per istinto
schiantai lontano da me chiunque fosse. Un mobile si sfondò.
Le due Sentinelle
entrarono nello stesso istante in cui quel disordine si
placò e la foschia
venne dispersa.
Una figura
ammantata ormai pietrificata era al centro della stanza. Gli abiti
erano ancora
integri, Solas aveva fatto in modo di non distruggere eventuali prove e
mi
avvicinai frugando nelle tasche dell’assassino.
Niente. -Come
può non avere nulla…-
-Non proprio
nulla- disse Solas
Alzai lo
sguardo verso di lui e mi si raggelò il sangue. Un pugnale.
La lama trapassava
la mano del mio lupo -Fenedhis! Hai bloccato il colpo?-
-Meglio la
mano che la mia gola- e lo sfilò deciso con un movimento
diretto e un grugnito
di dolore, cadde a terra con un rumore metallico. Il sangue scese a
fiotti e
gli occhi gli si illuminarono guarendo la ferita. Si rivolse alle
Sentinelle -Uno
rimanga alla porta, l’altro avvisi Banal’ras e
Leliana. Si sono mossi subito-
Rassicurata
che fosse incolume, mi calmai un po’ e recuperai il pugnale.
La fattura
sembrava del tutto orlesiana, anche l’assassino negli abiti
non poteva essere
confuso con nessun altro a parte un bardo. L’Imperatrice si
era già mossa? No,
non è possibile, troppo presto anche per lei.
-Capo!- mi
chiamò
Bull ed entrò stando attento a non incastrarsi con le corna
nella porta -Tutti
interi?- domandò fissando con il suo unico occhio vigile il
sangue ora rappreso
sulla mano di Solas.
-Niente di
grave Iron Bull- rispose il mio mago e il qunari con un cenno di
assenso scrutò
la figura pietrificata. La osservò attento, abbassando il
cappuccio, un uomo,
orecchie a punta.
-Ben-Hassrath-
disse Bull
-Come fai a
saperlo?- domandai sorpresa della sua conclusione
-È
più
facile fartelo vedere che spiegartelo, capo- e indicò la
base del collo, ormai
pietra
Notai tre
semplici puntini che formavano un triangolo -Che cosa dovrebbero dirmi?
Sembrano…-
-Nei?-
domandò il mio mago sbirciando da dietro di me
-Fenedhis…-
-Ben detto
mago. Simboleggia il Triumvirato- spiegò Bull
Ma ghilana
Fen’harel: guidami
Temibile Lupo
Triumvirato: lo stemma
utilizzato per
rappresentare il popolo dei Qunari è un triangolo che
simboleggia il
Triumvirato del Qun: Corpo, Mente e Anima.
Il
“Corpo” è
legato con la figura dell’Arishok (che rappresenta le forze
militare), la
“Mente” con l’Arigena (che rappresenta la
parte artigianale) e l’ Anima con
l’Ariqun (che rappresenta la parte sacerdotale). È
questo Triumvirato che
governa tutta la società Qunari, per mezzo dei tre leader ad
esso associati.
Ben-Hassrath: è un
ordine qunari che recupera
informazioni e fa indagini, in breve spie