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Autore: ladypink88    12/06/2021    3 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Il loro week-end di relax era purtroppo giunto al termine. Erano ormai sulla strada del ritorno e le allegre distese verdi del Veneto da lì a poco avrebbero lasciato la scena alla più seriosa ed industrializzata pianura padana.
Roberta era alla guida, e il sottofondo musicale di una canzone Dido, esattamente “ Life for rent”, contribuiva a creare un ‘atmosfera rilassante e tranquilla .
La donna era sovrappensiero, e le parole di quella canzone non facevano altro che stimolare le sue riflessioni.
“If my life is for rent and I don’t want to buy”
“Se la mia vita è in affitto e non ho intenzione di acquistare”
“ Well I deserve nothing more than I get, cause nothing I have is truly mine”
“ Ebbene non merito nulla di più di ciò che ho, perché nulla di ciò che ho mi appartiene veramente”

Quelle parole le si erano impresse nella mente quasi in modo indelebile e suo malgrado , volevano comunicarle qualcosa.
C’erano ambiti della sua vita di cui si sentiva profondamente soddisfatta, per esempio quello lavorativo, ma ve ne erano altri, che aveva deliberatamente ignorato, nei quali aveva una profonda paura di entrare.
Chissà come mai, ogni volta che nella sua mente si affacciava la necessità di affrontare quel qualcosa che la intimoriva da morire sempre il pensiero andava a sua figlia Laura.
Provava nei suoi confronti un profondo senso di colpa. Sapeva che era suo dovere fare qualcosa , ma non sapeva esattamente cosa e il dubbio, l’incertezza, la paura e il conseguente senso di colpa erano diventati un circolo vizioso negativo che continuava ad autoalimentarsi inesorabilmente.

Sapeva perfettamente che sua figlia aveva un problema, lo sapeva da tempo. Non aveva avuto il coraggio di affrontare apertamente la situazione con la figlia perché non aveva ancora compreso qual’era la portata della situazione.

Aveva deliberatamente deciso di coinvolgere Manuel, o forse era il biondino stesso che si era infilato in picchiata in quella situazione così delicata , e lei non era riuscito a tenerlo in disparte.
Si fidava di Manuel, lo considerava un ragazzo in gamba, ma non sapeva se avesse fatto la cosa giusta a parlarne con lui.
Aveva la spiacevole sensazione di camminare in un terreno minato, con la consapevolezza che presto o tardi la situazione sarebbe degenerata, ma senza avere un’idea del quando e senza sapere cosa fosse auspicabile fare per evitare che succedesse o per limitare i danni quanto meno.

Si sentiva totalmente impotente. Era questa la dura realtà. E questa sensazione la frustrava oltremodo.

“ Robii… penso che in un paio d’ore dovremmo essere a casa tu che dici?” chiese Anna.
La mora non rispose. Era palesemente assorta nei suoi pensieri.
“ Pianeta Anna chiama Roberta. Sei fra noi?” chiese l’amica con tono giocoso.
A quel punto Roberta rispose:
“ Scusami , ero sovrappensiero. Puoi ripetere?”
“ Me n’ero accorta sai che eri sovrappensiero. Comunque, stavo dicendo che al massimo tra un paio d’ore dovremmo essere a casa, abbiamo da poco superato Verona.”

La mora assentii in silenzio.

Anna cambiò discorso :
“ Tu hai sentito Laura in questi giorni? Devo dire che quel ragazzaccio si è fatto sentire giusto domenica per cara grazia!”
Roberta cercò di fare la flessibile:
“ Dai Anna, non fare l’apprensiva, sono stati solo pochi giorni ed inoltre hanno dato prova di essere due ragazzi responsabili!”
Anna annui.
“ Oh sì! Manuel è veramente prezioso! Quando l’ho salutato sabato ho avuto l’impressione che mi stesse nascondendo qualcosa, o che quanto meno non fosse sereno. Ma forse è solo una mia impressione…”
A Roberta venne in mente lo scambio avuto con il ragazzo giusto il giorno prima di partire.
Ancora una volta sentì il senso di colpa e di impotenza invaderla. Ma non gli diede troppa retta.
Dissimulò il suo disagio. Come sempre faceva da tanto,troppo tempo.
“ Vedrai che staranno benissimo e se la saranno spassata senza di noi.” Sussurrò con un tono fintamente allegro.
Anna le rispose con un sorriso : “ Non ho dubbi Robi”.
Mancava poco più di un’ora . Molto presto sarebbero rientrate.
***

Laura si sentiva molto sottotono, ma l’abbraccio di Manuel le dava sempre quella sensazione di calore e di benessere, sembrava avere il “potere” di calmare le sue ansie per un momento.
Al di là di tutto però, la ragazza stava prendendo sempre di più coscienza che quella situazione andava presa per le corna, e di sicuro la prima persona con cui avrebbe dovuto parlare era sua madre.
“ Manuel, in realtà c’è un antefatto che non ti ho detto, e sicuramente penso sia il momento di rivelartelo.” affermò la ragazza con tono cauto, ma deciso.

Manuel la osservò sorpreso:
“Sono tutto orecchie!” sussurrò dolcemente.

La mora cercò le parole per iniziare a tirare fuori tutto quel disagio interiore che stava sedimentando dentro di lei da tanto, troppo tempo.
Era tremendamente difficile.
“ Ecco… vedi… non so esattamente da dove cominciare perché la verità è che è tutto tremendamente complicato da spiegare, e dirlo così sembra così banale”
“ Inizia da dove ti pare puffa, se qualcosa non mi è chiaro semmai ti farò delle domande, ma sentiti libera di dire quello che vuoi…” la rassicurò il biondino accarezzandole la guancia.
Laura non se lo fece ripetere due volte :
“ Ecco non so neanche dirti, o meglio non so perché e non mi pare neanche che tutto questo abbia in sé una logica… ma tutto è iniziato quando durante il primo anno di Università ho iniziato a lavorare come baby-sitter per pagarmi gli studi.. ti ricordi vero?” chiese dubbiosa.
“ E chi se lo dimentica? Curavi quella peste bubbonica di… aspetta non mi ricordo il nome…”
“ Luca, era lui la peste bubbonica” rammentò la ragazza con un sorriso.
“ Oh sì e mi ricordo anche che si era affezionato tantissimo a te” disse il ragazzo.
“ Ed io a lui.” sussurrò Laura, mentre ripensava ai numerosi pomeriggi passati a giocare con Luca al parco.
“ Tutto è iniziato lì al parco. E ti assicuro che per quanto provi a pensarci è assurdo come non riesca a fare mente locale sull’accaduto.
Ecco per vari pomeriggi al parco c’era un uomo con tre bambini, penso fossero i loro figli.
Luca è sempre stato un bambino molto socievole e sorridente e riusciva quasi sempre a legare con tutti, tranne che con quei 3 bambini.
Lui se ne rammaricava, e io cercavo di fargli capire che non c’era molto di cui rammaricarsi, non si può essere sempre amici di tutti, è la vita.”
Il ragazzo la ascoltava con attenzione, e non riusciva a fare a meno di chiedersi che cosa potessero centrare delle piccole magagne tra bambini con il problema della puffa.

“ Per Luca fare amicizia con quei tre bambini era diventata quasi una sorta di questione di principio, voleva giocare con loro ad ogni costo, e poco gli importava se ogni volta che tentava l’approccio veniva costantemente rimbalzato.
Devi sapere che quel trio aveva l’aria di essere maledettamente infelice : si trattava di due maschietti più grandi e la bambina più piccola era quella più espressiva, che a volte da qualche segnale di voler fare amicizia, ma appena si avvicinava veniva bloccata dai fratellini più grandi.
So che può sembrare che tutto ciò non c’entri nulla, ma nel momento in cui Luca si è messo in testa di voler fare amicizia con quel trio di infelici, io ho iniziato ad avere degli incubi ricorrenti che mi lasciavano letteralmente senza fiato e nel panico.”
Finalmente Manuel ascoltò qualcosa che richiamò la sua totale attenzione :
“ Incubi di che tipo esattamente?”
“ Ecco, non mi ricordo esattamente però…. c’era sempre una bimba e lei soffriva molto…”
Laura era visibilmente in difficoltà. Stava iniziando a sudare freddo e il ragazzo iniziò a chiedersi se avesse fatto bene a farle quella domanda.

Ma giusto in quella il campanello della porta suonò.

“ Oh cavolo! Dici che è arrivata mamma?” si riscosse Laura dopo qualche istante.
“ Conviene aprire per scoprirlo!” indicò il ragazzo avvicinandosi alla porta.

Roberta non si aspettava che fosse Manuel ad aprirgli la porta di casa, ma una parte di lei gli fu sollevata da quella presenza. Si fidava moltissimo del ragazzo e saperlo vicino a sua figlia le alleviava ed anche di molto tutti i sensi di colpa che la tormentavano ormai da mesi.
“ Buonasera giovanotto! E la mia ragazza dove l’hai lasciata? “ esclamò con tono malizioso.
“Buonasera turiste! Andato bene il week-end rilassante?”
“ La tua mamma è già rientrata perché ha detto che voleva vederti, ma credo che ora della fine avrebbe fatto meglio a darmi retta e a passare da me per un caffè!”
“Ciao mamma! Come stai?” sussurrò Laura affacciandosi all’ingresso.
“ Io bene , ma tu? Non hai una bella faccia. Cosa è successo?” si allarmò Roberta.

A quel punto intervenne Manuel:
“ Niente di grave, solo che forse è meglio se ci facciamo una chiacchierata tutte e tre che ne dite fanciulle?” disse il ragazzo con tono calmo ma deciso che non ammetteva replica.
“ Ma certo! Preparo un caffè e sono da voi! Voi ne volete?”
“ Volentieri “ sussurrò il biondino , mentre Laura rifiutò.
I ragazzi presero posto in salotto, mentre la donna dopo aver appoggiato la valigia e lo zaino in camera preparò la sua moka di caffè.
Qualcosa le lasciava pensare che ne avrebbe avuto decisamente bisogno.
   
 
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