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Autore: cioco_93    12/06/2021    1 recensioni
L'amore arriva quando meno te l'aspetti, anche quando la persona che scegli era l'ultima che avresti mai pensato di amare, ed era quello che era successo a Damon ed Elena. Due ragazzi, un amore che sapeva di eterno e poi una chiamata, che ha messo la parola fine a tutto, senza un reale motivo. Dieci anni dopo Elena scoprirà che non è facile dimenticare chi ti ha spezzato il cuore e che l’odio è pur sempre un sentimento, che può facilmente tornare a esser ciò che ti fa sentire viva. In una FF ispirata all'universo di Suits, tra cause legali e passione, una nuova storia Delena.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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7. Not the right flowers

24 Dicembre 2008, Casa Salvatore, Mystic Falls

- Ricordami perché sto facendo tutto questo.? – chiese Bonnie sistemando l’ennesima candela nella stanza.
- Perché infondo ti sto simpatico Bonbon – replicò immediatamente Damon con il suo sorriso sghembo.
- Ricordami il reale motivo – ribatté divertita dalla solita presunzione del ragazzo.
- Perché ti ho promesso anche a te ripetizioni di fisica – sospirò il moro rivolgendo il suo sguardo scocciato all’amica della sua fidanzata – e perché infondo ti sto simpatico – aggiunse nuovamente fiero.
- Fammi indovinare, la parte in cui ti sto simpatica anch’io è una farsa. Semplicemente Caroline e Stefan ti hanno detto di no, vero.? – domandò Bonnie fissandolo seria e incrociando le braccia al petto.
- In parte. Mio fratello crede ancora che sputtanerò tutto, mentre Caroline non si fida a prescindere. Ho chiesto a te, e anche se per qualcosa in cambio, hai deciso comunque di aiutarmi, quindi, la parte in cui mi sei sicuramente più simpatica degli altri due è vera – affermò il ragazzo con un’alzata di spalle, tornando poi a sistemare le ultime candele sulla cassettiera.
- Dai loro del tempo e capiranno - rispose a quel punto dolcemente lei.
- E tu perché hai deciso di aiutarmi.?  Oltre le ripetizioni di fisica intendo - chiese a quel punto il ragazzo curioso.
- Perché vedo come la guardi, e non solo da quando state insieme. Hai sempre avuto un occhio di riguardo per Elena, più che per chiunque altro, a volte anche più che per tuo fratello – iniziò a spiegargli la mora – e poi sinceramente, se Damon Salvatore ti chiede di addobbare un’intera stanza di candele, per fare una sorpresa a una ragazza, direi che un minimo di fiducia che stai prendendo la cosa seriamente te la meriti – aggiunse regalandogli un sorriso sincero, per poi tornare a prendere le ultime candele dallo scatolone.
Era la mattina della vigilia di Natale, e Damon aveva deciso di organizzare una sorpresa ad Elena. Tutta la famiglia Gilbert infatti, come tradizione, si sarebbe fermata a dormire lì quella notte, per festeggiare tutte le festività insieme, e il ragazzo aveva pensato di riuscire a far sgattaiolare la sua fidanzata dalla stanza per la notte e passarla insieme. Non voleva esser troppo smielato, ma con Elena il suo lato più dolce usciva inaspettatamente fuori. Per questo aveva chiesto a Bonnie di dargli una mano a decorare tutta la stanza di candele, così che quando Elena avrebbe varcato le porte della sua camera si fosse sentita speciale.
Tutto fortunatamente andò secondo i piani, e quando ognuno si ritirò nelle proprie stanze dopo l’abbuffata della vigilia, Damon ebbe il tempo di accendere tutte le luci prima dell’arrivo della ragazza, che quando varcò la soglia della camera non poté che esser incredula.
- Oh mio Dio Damon….– commentò estasiata la mora non appena chiuse la porta dietro di se.
- Ti piace.? – chiese in ansia lui. Si sentiva un vero cretino per quello che aveva fatto, ma gli occhi pieni di gioia di lei, lo rassicurano sul fatto che la sorpresa era quanto meno stata gradita.
- Se mi piace.? Scherzi, lo adoro – replicò Elena fiondandosi sulle sue labbra – hai fatto tutto da solo.? – domandò poi curiosa.
- Diciamo che una morettina mi ha aiutato – confessò con il suo solito sorriso sghembo e tornò a baciare la sua amata.
I baci da prima furono dolci e lenti, ma mano a mano divennero sempre più passionali, tanto da fargli ritrovare mezzi nudi avvinghiati sul letto.
- Damon, ti devo dire una cosa – si stacco d’un tratto Elena con toni imbarazzati.
- Tu puoi dirmi qualsiasi cosa – la rassicurò lui spostandole con cura una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Io… io non l’ho mai fatto…- ammise la ragazza coprendosi il volto.
- Elena, se non vuoi io mi fermo, possiamo anche solo dormire insieme, a me non importa – affermò dolcemente lui.
- No, io lo voglio. Io ti voglio – rispose immediatamente Elena – e solo che… ho paura che non sarò abbastanza per te – aggiunse sempre più presa dal panico.
- Hej guardami – la richiamò lui prendendo il suo viso tra le sue mani – tu sei tutto per me. Non c’è ragazza che mi sono portato a letto che valga un briciolo di quello che per me vali tu – proclamò guardandola fissa negli occhi – Devi solo dirmi se sei sicura e se ti fidi di me – aggiunse accarezzandole il viso.
- Io mi fido di te – rispose sicura Elena e finalmente tornarono a baciarsi, finendo per fare entrambi, l’amore per la prima volta.

Presente
Dopo quel venerdì passarono altre due settimane. Per quanto entrambi cercammo di lavorare da soli il più possibile su determinati documenti riguardanti il caso di Klaus, fu impossibile evitare mattinate o pomeriggi insieme, anche solo per prepararci al tribunale, dato che due dei quattro membri citati in giudizio avevano rifiutato le nostre proposte d’accordo e avevano voluto portare il caso davanti a una giuria. Era una situazione strana, ed era colpa di entrambi.
Perché se all’inizio quella dai sentimenti controversi nei suoi confronti ero solo io, oramai era chiaro che anche per Damon le cose erano cambiate.
Ma lui era fidanzato, lui si stava per sposare, e io non avevo assolutamente intenzione di immischiarmi in strani triangoli.
- Chi era la donna nell’ufficio di Rick stamane.? – domandai durante la pausa a Lexi, oramai mia compare di pettegolezzi. A grandi linee le avevo raccontato il mio passato con Damon, tralasciando alcuni dettagli, e in parte anche l’assurda situazione che si era creata, ma quanto meno era informata sul perché del mio iniziale odio, sui motivi della nostra strana confidenza e soprattutto del perché finito il caso di Klaus non sarei stata più la sua associata.
- Josette Laughlin, chirurgo d’urgenza al Presbiterian e sua fidanzata – rispose lei prendendo un sorso del suo caffè – pensa è pure incinta di due gemelli – specificò sorridente.
- Rick è fidanzato e sta per diventare padre.? Giuro che per quanto sta in ufficio pensavo non avesse una vita, e soprattutto che fosse gay – affermai facendo scoppiare a ridere la bionda.
- L’abbiamo pensato tutti Elena – esordì interrompendo le mie risate Hayley alle nostre spalle.
- Io…- cercai di giustificarmi in totale panico. Non volevo che il mio capo pensasse che sparlassi di uno dei soci titolari.
- Tranquilla, guarda che non stavo scherzando, l’ho pensato sul serio anch’io che lo fosse – ribadì la donna sorridente – cioè non mi considero una bomba sexy, ma Alaric non mi ha mai degnata di uno sguardo, nemmeno quando ero single. Quando avevamo entrambi iniziato a lavorare per lo studio, mettevo completi che per quanto seri, facevano tranquillamente trasparire la mia femminilità. Ogni uomo di questo studio mi guardava il sedere, non che la cosa mi lusingasse, sia chiaro, ma siamo donne, purtroppo ci siamo abituate. Rick però non l’hai ma fatto. Nemmeno per sbaglio, nemmeno per un nano secondo. Cosa può mai pensare una donna di una situazione del genere.? – chiese retorica Hayley e sia io che Lexi scoppiammo a ridere.
- Scusa, e quando hai capito che non lo era.? – domandò curiosa la bionda.
- Quando gli proposi una cena a casa mia durante il nostro terzo anno da associati. Stavamo lavorando a un caso assurdo e gli dissi che dovevamo staccare un po’ la testa, e che avrei invitato anche qualche mio amico, e lui accettò volentieri, chiedendomi però se potesse venire con la sua ragazza – raccontò la donna divertita.
- Bhè almeno non gli hai presentato nessun uomo, lì si che sarebbe stato imbarazzante – commentai con un’alzata di spalle.
- Almeno questo me lo sono risparmiata, anche se ci avevo pensato – replicò immediatamente la donna, facendoci scoppiare nuovamente a ridere, quando le nostre risate vennero interrotte dal mio personale incubo.
- Scusate se v’interrompo signore, ma avrei bisogno di Elena – esordì Damon palesandosi nella cucina.
- Ci mancherebbe è tutta tua – disse la donna sorridente, mentre io senza commentare mi avviavo verso il moro – ah comunque ragazzi, complimenti. Vi sto tenendo d’occhio e devo dire che insieme state svolgendo un ottimo lavoro. La vostra collaborazione è un punto di forza per lo studio – aggiunse e io quasi non mi strozzai con il caffè che stavo ancora sorseggiando.
- Elena è molto brava. Sarebbe un’ottima associata per chiunque nello studio – cercò di specificare il ragazzo, come a preparare pian piano il terreno per quando avremmo finito il caso di Klaus e la nostra collaborazione.
- Vero, ma direi che come coppia sul lavoro siete davvero ottimi, quindi perché lasciarla a qualcun altro? Tienitela stretta – affermò il nostro capo e io non potei solo che sorridere in modo tirato e uscire dalla cucina. Questa non ci voleva.
- Dovremmo trovare una valida motivazione per quando diremo a Rick ed Hayley che non lavoreremo più assieme – sospirai mentre con Damon mi avviavo verso il suo ufficio.
- Ci penseremo a tempo debito, ora pensiamo al caso – tagliò corto lui – è apparso un testimone a nostro favore contro Micheal Sharpe – aggiunse indicandomi la sala meeting e io per la seconda volta nell’arco di soli 5 minuti, quasi non mi strozzai con il mio diamine di caffè.
- Elena tutto bene.? – chiese subito preoccupato il moro della mia reazione.
- Sisi, scusa. Mi era andato di traverso – mentì spudoratamente e questo perché, lì, nella sala Meeting c’era Liam, l’ultimo ragazzo con cui ero finita a letto qualche settimana prima. La situazione era decisamente imbarazzante.
Cercai di entrare più disinvolta possibile e sperai sinceramente che il ragazzo non si ricordasse di me, ma ovviamente la fortuna non era mai dalla mia parte.
- Elena che piacere rivederti – esordì immediatamente il ragazzo sotto sguardo stupito di Damon.
- Il piacere è mio Liam – risposi imbarazzata – comunque ti presento Damon Salvatore, l’avvocato principale del caso – tentai di sviare immediatamente la cosa.
- Piacere Signor  Davis – disse formale il moro stringendoli ancora perplesso la mano – innanzitutto la ringrazio di essersi fatto avanti come testimone – continuò facendoli segno di sedersi.
- Lo faccio davvero con piacere. Micheal Sharpe non mi è mai piaciuto, e se posso aiutare Alice e Cornelia dopo quello che le ha fatto, ne sarei davvero onorato – proclamò il ragazzo posizionandosi difronte a noi e finalmente il nostro colloquio ebbe inizio.

L’incontro fu fortunatamente veloce e indolore. Ci raccontò quello che sapeva, quello che aveva visto, e di quell’unica mail che aveva in possesso nella quale era finito erroneamente in copia conoscenza, ma che rendeva le accuse contro Sharpe sempre più fondate anche agli occhi di una giuria.
Finito il meeting Damon si dileguò subito a causa di una chiamata e quindi rimase a me il compito di accompagnarlo agli ascensori.
- Ti ringrazio per l’aiuto. La tua testimonianza sarà importante – dissi oramai vicino all’uscita.
- Ripeto, sono contento di esser d’aiuto – replicò lui gentile – ci vediamo in aula allora – aggiunse avviandosi dentro all’ascensore.
- Ci vediamo in aula – ribattei sorridendo facendo per andarmene, ma il ragazzo richiamò nuovamente la mia attenzione.
- Ascolta, è scorretto se io ti chiedessi di uscire, anche se tu sei l’avvocato dell’accusa in un caso dove io sono il testimone.? – domandò a bruciapelo Liam.
- In teoria no, anche perché non ci sono stati movimenti illegali per i quali si possa presupporre che sia stata io a indurti a una falsa testimonianza – risposi curiosa di dove volesse andare a parare.
- Quindi è legale chiederti se ti andrebbe di prenderci un caffè uno di questi giorni.? Mi piacerebbe davvero conoscerti, senza tutta quella tequila – chiese divertito ricordando il nostro primo incontro.
- Non bevo caffè dopo le 16, ma domani finisco alle 19, ci fermeremo al primo bicchiere di vino – risposi sorridente e finalmente lo lasciai andare via.
- Wowowo, sbaglio o hai appena preso un appuntamento con l’affascinante testimone – Commentò immediatamente Lexi appena mi avvicinai alla reception.
- Come diamine hai fatto a sentire la nostra conversazione.? – chiesi incredula.
- Non l’ho sentita, ma sono molto brava a capire i linguaggi del corpo e tu me l’hai appena confermato – mi prese in giro lei, e ridente mi diressi nel mio ufficio.
Liam era davvero un bel ragazzo, di quel che ricordavo dalle ottime prestazioni, simpatico e soprattutto non era Damon. Era esattamente quello che mi serviva per ritornare alla vita reale.

- Quindi hai un appuntamento vero – proclamò elettrizzata Caroline.
- Si, possiamo dire si – replicai sorridente prendendo un sorso di vino.
Fortunatamente quella sera avevo finito presto il mio lavoro in studio e avevo invitato le ragazze per una serata tra donne. Le avevo aggiornate sugli ultimi giorni, dell’incontro con Liam e del fatto che mi avesse chiesto di uscire.
Erano entrambe felici per me, dato che reputavano la cosa un sano passo avanti per disintossicarmi dalla situazione con Damon, ma Bonnie era taciturna, come sempre quando nascondeva qualcosa.
- Bennet sei silenziosa, che succede.? – domandai quindi a brucia pelo rivolgendo un perplesso sguardo alla mia amica.
- Ho visto Damon – confessò lei prendendo un gigantesco sorso di vino.
- Quando.? – ribattei immediatamente incredula.
- Dove.? – si accodò alle domande Caroline.
- Perché.? – pronunciammo poi a coretto io e la bionda.
- Quando fate così siete inquietanti – commentò lei accennando un sorriso – comunque si è presentato nel mio ufficio circa una settimana fa – continuò a seguire giocherellando con il proprio bicchiere.
- Ma ci siamo viste domenica, perché non ci hai detto niente.? – chiese perplessa Caroline.
- Perché c’erano anche Klaus ed Enzo, e non volevo discuterne davanti a loro, soprattutto perché domenica c’era comunque poco da raccontare – riprese parola la mora – si è presentato con un mazzo di fiori e un “ciao” come se nulla fosse e io gli ho gridato che aveva perso il diritto alla mia attenzione quando se n’era andato senza dire addio, per poi sbattergli la porta in faccia – proseguì nel racconto.
- Wow, in confronto Elena è stata gentile – commentò divertita la bionda.
- Hej non prendere in giro – la rimbeccai immediatamente io – comunque credevo che quanto meno tu fossi uscita dalla fase della rabbia dopo tutti questi anni – le feci notare preoccupata.
- È così, infatti non mi sono arrabbiata perché mi sono allontana da Damon e dalla sua egoistica e narcisistica vita, ma quando qualcuno che hai cancellato dalla mente ha la faccia tosta di bussare alla tua porta con dei fiori e neanche quelli che preferisci, sapete che succede.? La rabbia ritorna. La rabbia ti inonda, e io sto affogando – si sfogò come un fiume in piena – Come diamine fai tu Elena.? Dio santo, io la vivo uno schifo ed era il mio migliore amico. Lui per te era l’amore della tua vita, come fai ad avere dimenticato il dolore e riuscire a vederlo tutti giorni e non esser così arrabbiata.?? – mi domandò poi stremata.
- Perché da quasi due mesi convivo con una scelta Bonnie – cercai di spiegarle più sincera possibile – Tutto il dolore, tutta la rabbia, non è svanita nel nulla, tanto che sai benissimo quanto sia bastato poco in queste settimane per sputargli addosso tutto il mio risentimento. Ma io con Damon ci lavoro, sono stata obbligata alla scelta di convivere con lui e fidatevi, sarebbe stato molto più facile semplicemente odiarlo come per gli ultimi dieci anni. E invece mi ritrovo a viverlo tutti i giorni e ritrovare in lui la persona che amavo ed è una lotta estenuante contro le mie stesse controverse emozioni. Ci sono giorni che vorrei rinfacciargli tutto il male che mi ha fatto e altri in cui lo vorrei pregare di non sposarsi, e ridarci una possibilità – conclusi la mia spiegazione.
- Allora ammetti di provare di nuovo qualcosa per lui.? – chiese con cautela la bionda.
- Che sia odio o che sia amore, credo che non smetterò mai di provare qualcosa per lui – ammisi finalmente alle mie amiche.
Era incredibile come una sola persona era riuscita a stravolgere dopo dieci anni così tanto gli equilibri emotivi miei e di Bonnie, ma se c’era una cosa che fin da subito era chiara di Damon e che in qualsiasi modo facesse parte della tua vita, aveva il potere di stravolgerti, nel bene e nel male.
- Io direi che è l’ora di un abbraccio di gruppo consolatorio – affermò a quel punto Bonnie poggiando il bicchiere sul tavolino difronte a noi e allargando le braccia. Care ed io non potemmo che mimare il suo gesto e avvinghiarci poi tutte e tre in quella morsa d’affetto.
- Ho solo una domanda – esordì d’un tratto Caroline staccandosi dall’abbraccio – come diamine faceva Damon a sapere dove lavorassi.?? – domandò poi perplessa a entrambe e io realizzai quanto sfortunatamente fosse colpa mia.
- Non lo so, magari glie l’ha detto Klaus – ipotizzò la mora.
- Sono stata io – confessai a quel punto imbarazzata – Non di proposito ovviamente, ma sono stata io – specificai nell’immediato.
- Che intendi dire scusa.? – ribatté perplessa la bionda.
- La sera in cui ho detto involontariamente a Damon di sapere del suo fidanzamento, lui ha subito pensato che fosse stato Klaus a dirmelo e io invece l’ho coretto confessandoli che fosse stata Bonnie, essendo che il suo mentore al lavoro non era altro che il suo futuro suocero. Avrà fatto due più due e si è presentato in ufficio da lei – spiegai riprendendo il mio vino.
- Si ma perché.? Nel senso, che motivo c’era di presentarsi alla mia porta dopo dieci anni.? – domandò a quel punto stranita Bonnie.
- Forse il vedere e stare con Elena tutti i giorni ha portato a galla vecchi ricordi – disse con un’alzata di spalle Caroline.
- I sensi di colpa arrivano quando meno te l’aspetti – aggiunsi io.
- Meglio non pensarci e beviamoci su – concluse la mora l’argomento e finalmente tornammo a chiacchiere più leggere e divertenti.

Eccomi bella gente con un nuovo capitolo :)
Non è riccho di emozioni o particolari colpi di scena, ma chiamiamolo "capitolo di passaggio". 
Si perché come già predetto, ho introdotto il personaggio di Liam, che avrà molta influenza nel corso della storia, e ho voluto mettere qualche tassello in più riguardo l'amicizia dei nostri Bamon.
Come facile da intuire, la lettera e parte dei dialoghi di Bonnie (sia nei flashback che nel presente) sono stati tratti (con qualche modifica ovviamente) dai dialoghi della serie tv, in modo da farvi capire il reale risentimento della ragazza. Questo tema verrà affrontato ancora più avanti, ma dovrete aspettare ancora un po', come dovrete aspettare ancora qualche capitolo per avere maggiori informazioni sul personaggio di Rose.
Spero che nonostante tutto il capitlo vi sia piaciuto, e vi aspetto con qualche news interessante martedì.!!
Un bacio
A.

 
  
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