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Autore: kibachan    13/06/2021    1 recensioni
Nuova storia a seguito della mia long: Non avere paura. Sarà composta di quattro parti.
E' il 2028. Brando ha 27 anni, Fabio ancora 26. Per il resto.. beh direi che il titolo parli da solo no? ^^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16 MARZO 2029

 

Clotilde strofinò per un attimo i polpastrelli delle dita tra loro, come a scaricare la tensione, mentre per l'ennesima volta disfava il nodo alla cravatta di suo figlio e ricominciava da capo.

Continuava a non sembrarle perfettamente dritto.

Brando rivolse un piccolo sorrisino intenerito alla sommità della sua testa, mentre ripeteva di nuovo lo stesso gesto e il nodo continuava a venire come le dieci volte precedenti: bene.

La donna alzò gli occhi sentendosi osservata e incrociò il suo sguardo un istante prima che lui riuscisse a farsi sparire il sorriso dalla faccia

“amore mio” chiocciò spostando una mano dal suo lavoro per accarezzargli la testa come se fosse piccolo, poi guardò di nuovo giù... e decise di ricominciare da capo “tesoro...” commentò ancora, scuotendo la testa e annodando di nuovo la cravatta azzurra.

 

Lui e Fabio si stavano vestendo in due stanze separate. Sua mamma aveva insistito per fargli compagnia. Ci aveva messo pochi minuti finchè l'operazione 'nodo alla cravatta' non aveva assorbito il resto della mezz'ora che avevano passato in quel salotto.

 

La vide contemplare il nodo e poi riavventarci le mani sopra, così gliele afferrò di scatto bloccandola “mamma” la chiamò in tono fermo “credo che possa andare bene” aggiunse cercando di essere dolce. Clotilde gli sorrise di nuovo, con gli occhi lucidi “naturalmente...” soffiò a bassissima voce “oh tesoro mio” esclamò di nuovo un istante dopo non riuscendo proprio a trattenersi dall'accarezzarlo ancora, sulla guancia e sotto il mento, che si era rasato meglio che poteva. Brando roteò gli occhi al soffitto con un sorriso esausto

“mà! Dai sembra che devo partì pe la guerra! Rilassati un po'!” la donna aprì la bocca per replicare qualcosa ma poi la sua attenzione venne catturata da qualcuno che si era palesato sulla porta

 

“oh sei pronto?” sentì dire alla voce di Fabio. Clotilde sfoderò un radioso sorriso prima di veleggiare verso di lui

“tesoro!!” esclamò contenta alla vista del futuro genero. Brando fece uno sbuffo di risata “sì non ci fare caso” iniziò a dire mentre si girava “oggi il suo vocabolario si limita a..” si bloccò con la frase a metà nel trovarsi Fabio davanti agli occhi, col completo blu uguale al suo e la cravatta azzurra. Gli stava proprio bene “questa parola...” terminò a un volume di voce appena udibile mentre lui gli sorrideva. Lo vide fare uno sguardo incuriosito, dell'espressione da pesce lesso che doveva avere su.

Gli si avvicinò lentamente mentre sua madre gli stava, per motivi da chiarire, spolverando la sommità delle spalle. Gli arrivò ad un passo e perse un paio di secondi a squadrarselo da capo a piedi, il suo Fabio. Con i ricci biondi, che forse per una volta aveva asciugato col diffusore, la barba sotto al mento e su tutto il profilo della mascella, e i suoi occhi dolci.

“sei bellissimo” gli disse candidamente. Fabio allargò il sorriso che già gli stava facendo e allungò una mano a sistemargli un riccio che, a suo parere, doveva stare a sinistra anziché a destra della sua fronte “si vede che non sei ancora passato davanti a uno specchio stamattina” gli rispose con tono malizioso, a sottolineare quando lui trovasse bello Brando invece.

Clotilde si era allontanata di qualche passo per controllare di aver messo tutto nella sua borsetta, e loro ne approfittarono per farsi uno più vicino all'altro, con l'intenzione di baciarsi. Solo che in quel momento Angelica irruppe nella stanza modello carro armato come al solito, e gli passò proprio in mezzo per dividerli

“no no no no no!” esclamò agitando un dito indice mentre Brando le rivolgeva un'occhiataccia “niente baci prima del 'sì'! È chiaro?” sentenziò puntandosi le mani sui fianchi dell'abito da sera verde acqua che indossava “Anzi BiBi, te lo avevo detto che avresti dovuto dormire da noi ieri notte! Si usa così!” specificò “e invece voi vi sarete spupazzati come al solito!” concluse scuotendo la testa. Fabio arrossì per il termine 'spupazzare' detto davanti alla signora Clotilde, che infatti se la stava ridendo sotto i baffi, mentre Brando la fulminava con lo sguardo. La ragazza scosse la testa per un attimo incrociando le braccia al petto, poi scrollò le spalle come a lasciar perdere e iniziò ad armeggiare con una bustina che aveva stretta intorno al gomito

“vi ho portato una cosa comunque” disse estraendo dei microscopici mazzolini di fiori d'arancio, stretti con un nastrino bianco “ecco li ho fatti per voi, vi piacciono?” chiese tutta contenta mentre si avvicinava a Fabio per appuntargliene uno nel taschino

“grazie TopoGigia” disse Brando aggrottando un po' le sopracciglia, mentre la sorella gli si accostava per sistemargli il suo “sono carini” concesse, vedendole sfoderare un ampio sorriso, dato che sapeva che detto da lui poteva considerarlo un gran complimento “veramente Angi, sono bellissimi grazie” gli fece eco Fabio accostandolesi per sfiorarle il braccio nudo con una mano “tra l'altro, te lo volevo dire, sei stupenda vestita così” aggiunse un attimo prima di abbracciarla. Lei si lasciò stringere contenta, facendo una mezza linguaccia a Brando da sopra la sua spalla. Lui le rispose con una smorfia.

Fabio si staccò da lei continuando tuttavia a trattenerla vicino a sé con le mani dietro alla schiena “eh si, proprio bella” ribadì facendole un sorriso prima di rivolgersi a Brando “che dici ti dispiace se mi sposo questa di De Santis?” gli chiese in tono canzonatorio facendo ridere la ragazza. Il riccio incrociò le braccia non trovandoci proprio nulla di divertente “sto morendo dalle risate.... sei simpatico...” commentò in un acido tono ironico, facendolo ridere. Angelica roteò gli occhi stufa di quella eccessiva gelosia “eddai!!” lo sfottè a sua volta, appolipandosi di nuovo intorno al collo di Fabio “lo sai che io e Fabietto saremmo una coppia perfetta, andiamo così d'accordo!” chiocciò, rinunciando a dargli un bacio sulla guancia solo perchè temeva che sennò l'avrebbe strozzata. Brando sbuffò una mezza risata per nulla divertita “già” commentò in tono tagliente “è un vero peccato che a lui piaccia il ca...” l'elegante espressione venne bloccata da sua madre che comparve davanti a lui dal nulla, premendogli prontamente una mano sulla bocca. La donna gli rivolse un radioso sorriso, mentre gli altri due sghignazzavano “tu tesoro. Gli piaci tu” sentenziò in tono secco, come a mettere fine a quell'assurda discussione “su, ora basta fare lo sciocco, che dovete andare” aggiunse lasciandolo andare. Brando le rivolse uno sguardo incredulo “ah io???” esclamò piccato, ma la donna lo ignorò trascinandosi via la sua figlia minore.

Fabio gli si accostò e gli toccò un gomito per richiamare la sua attenzione, beccandosi l'occhiataccia che si aspettava “senti... io passo a prendere papà.. ci vediamo li?” gli disse calmo, tornando a comportarsi seriamente. Brando smorzò il fastidio che ancora provava in un sorrisino bastardo “sì, vedi de andà piano eh” scherzò “che oggi vorrei partecipà a un matrimonio non a un funerale” lo sfottè sulle sue dubbie capacità di guida. Fabio fece un gesto come ad indicarlo con tutta la mano “tsk... ma sentitelo” esclamò mentre lui si mezzo girava ridendo, porgendogli una spalla, aspettandosi una sberla o roba simile “vedi di non arrivare tardi tu piuttosto” lo rimbeccò prima di voltarsi per andarsene “ci vediamo lì” gli disse Brando dandogli una piccola spintarella sulla schiena, a cui Fabio rispose con un sorrisino da sopra la spalla.

 

 

STANZA ISTITUZIONALE CAPITOLINA – SALA ROSSA

 

Il corridoio antistante la sala per la celebrazione era assiepata di gruppetti di persone. Le unioni civili e i matrimoni civili si svolgevano praticamente a raffica e la zona era una viavai di gente che aspettava il proprio turno insieme alla propria manciata di persone.

Era pomeriggio. Loro erano i penultimi della giornata.

Forse arrivare un'ora prima non era stata una grande idea, non c'era molto da fare lì nell'attesa. Brando fece scrocchiare il collo dal nervoso, mentre si posizionava meglio tra Fabio e Niccolò. Damiano era di fronte a lui.

Giovanni stava chiacchierando con sua madre e Angelica pochi passi dietro di loro. Suo padre, come aveva previsto, non era venuto, ma aveva deciso che non gli importava.

Buttò un occhio all'orologio mentre i ragazzi intorno a lui continuavano a chiacchierare, ridere e scherzare. Lui voleva fumare ma non aveva osato allontanarsi e fare i ben due piani di scale che li separavano dall'uscita, solo per una sigaretta, vedessi mai li avessero chiamati prima delle 17.00.

 

“insomma Bra” richiamò la sua attenzione Damiano, ridacchiando già (i loro adorabili testimoni avevano deciso che non c'era modo migliore di ingannare l'attesa che sfotterli in ogni modo possibile) “che mi dici, te la sei messa la giarrettiera?” chiese il moro facendo scoppiare a ridere Niccolò “sì, ar cazzo!” gli rispose acido lui afferrandosi il pacco per un attimo mentre il suo amico rideva ancora più forte. Fabio gli rivolse un'occhiataccia “Bra... ti prego...” gli sibilò tra i denti, guardandosi intorno per vedere se qualcuno avesse notato il suo gesto. Niccolò diede di gomito a Brando continuando a ridacchiare “occhio fratè, parla bene che sennò tuo marito ti punisce!” esclamò facendo sbellicare Damiano. Brando gli rivolse un'occhiata incredula mentre Fabio si copriva mezza faccia con una mano arrossendo “oh comunque” insistette il biondo, senza pietà “siete proprio carini vestiti uguali” osservò, per poi aggiungere “certo tu, Fedeli, sembri un po' la versione 'mini me' di Brando... ma vabbè” alludendo alla sua scarsa statura. Fabio mollò una spintarella a Damiano che continuava a ridere prima di rivolgere un'occhiataccia rovente a Brando, che a questo punto aveva iniziato a sghignazzare pure lui.

 

“Brando De Santis?” la voce squillante di una delle addette del comune, che lo chiamava, ebbe il potere di attirare l'attenzione di tutti e quattro in un secondo

“sono io” rispose il riccio “oh bene...” annuì d'approvazione la ragazza “siete i prossimi..” spiegò per poi chiedere di getto “la sposa è già arrivata sì?” Damiano e Niccolò trattennero malamente una risata mentre Brando divertito afferrava Fabio per una spalla trainandolo davanti alla ragazza “eccola la sposa” esclamò accompagnando il gesto con una pacca dietro la testa del suo ragazzo, che lo guardò scandalizzato. L'addetta arrossì furiosamente “oddio! Perdonami!” esclamò all'indirizzo di Fabio mettendo una mano avanti “colpa mia scusa! Non Ho neanche letto l'altro nome!” si giustificò in totale imbarazzo “che figura....” commentò tra sé mentre Fabio le rivolgeva un sorriso imbarazzato “non importa può succedere..” le disse in tono dolce. Quella gli rivolse una smorfia imbarazzata e un mezzo sorriso, prima di dire “comunque tra 5 minuti tocca a voi” prima di sparire alla velocità della luce. Fabio sentì alle sue spalle Damiano e Nic che ridevano e si voltò fulminando Brando con lo sguardo e avventandoglisi contro, con una mano sollevata come se avesse intenzione di picchiarlo “oh te faccio sposà con una cinquina stampata in faccia a te!” esclamò mentre l'altro si schermiva con le braccia ridendo “dai era solo una battuta!” tentò il riccio tirandoselo vicino, quando lui (ovviamente) aveva rinunciato al proposito di colpirlo “un corno..” commentò Fabio puntando i piedi per non farsi smuovere “sembri più tu una sposa di me... io almeno ho la barba” insistette fintamente offeso, mentre quello continuava a ridacchiare.

Niccolò li guardò sbuffando “mamma mia...” commentò con una finta aria schifata “sembrate già una vecchia coppia sposata, litigate come i miei” “non stiamo affatto litigando!” risposero loro due all'unisono, sincronizzati come se si fossero messi d'accordo. Nic li guardò esterrefatto mentre loro si scambiavano uno sguardo imbarazzato. Seguì un momento di silenzio prima che Damiano sbuffasse “ho il diabete” annunciò arricciando il naso “quando entriamo?” chiese per cambiare argomento.

 

Proprio in quel momento l'addetta di prima, a debita distanza da loro, probabilmente ancora imbarazzata per la gaffe, iniziò a fargli ampi cenni con la mano di avvicinarsi all'ingresso della Sala Rossa. Fabio andò a chiamare i genitori e il gruppetto, messa temporaneamente da parte ogni goliardia, si apprestò ad entrare.

 

La celebrante era un assessore comunale, una signora di mezza età, dall'aspetto cordiale ma solenne. Aveva i capelli raccolti in una crocchia ordinata e un paio di occhiali dal bordo dorato. Sopra il tailleur blu in cui aveva strizzato i suoi fianchi abbondanti, portava la fascia tricolore che la investiva dell'autorità di celebrare quelle cerimonie.

Li accolse con un sorriso affettuoso. Non le capitavano di frequente coppie così giovani e si intenerì della loro aria intimidita, in quella sala così grande.

“gli sposi?” chiese dolcemente dardeggiando lo sguardo sul gruppo di giovani che era entrato. Brando e Fabio si fecero avanti, scambiandosi un veloce sorrisino imbarazzato.

“oh bene..” commentò la donna facendogli cenno di avvicinarsi “Fabio...?” chiese spostando lo sguardo da uno all'altro, vedendo alzare una mezza mano a quello coi capelli chiari “oh..” commentò “e Brando giusto?” aggiunse rivolgendo un sorriso all'altro ragazzo “venite, voi avvicinatevi qui al tavolo col registro” li guidò amorevolmente “i familiari invece..” aggiunse facendo ampi cenni di indietreggiare “ci sistemiamo a semi cerchio lì ok? Coraggio dai! Che siamo qui per fare una cosa bella no?” scherzò delle facce tese dei due ragazzi, vedendoli finalmente sciogliersi in un mezzo sorriso.

La donna stava per riprendere a parlare quando la porta della sala si spalancò di colpo e, con aria trafelata, come di chi ha fatto una gran corsa, un uomo singolarmente alto, con una zazzera di capelli sale e pepe, irruppe nella stanza. Lo guardò incuriosita aggirare lo sguardo intorno, agitato

“papà...” esalò Brando sorpreso, facendo involontariamente rilassare la donna, che rivolse a Roberto un aperto sorriso, immaginando solo un papà che non trovava parcheggio e non tutti i retroscena che c'erano dietro la sua comparsa

“prego prego” gli disse bonariamente “non si preoccupi non avevamo ancora cominciato” lo rassicurò. L'uomo lasciò andare un sospiro di sollievo, guardando suo figlio che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Si avvicinò a lui e Fabio in due passi.

“il tuo testimone caro?” chiese la celebrante a Fabio. Damiano fece un passo avanti “bene, mi dite il nome così lo registriamo qui eh..” spiegò mentre anche Niccolò si avvicinava “Damiano Younes” scandì il ragazzo.

Brando guardava suo padre da sotto in su, mentre la celebrante si faceva fare da Damiano lo spelling del cognome. Era contento di vederlo lì di base... ma un po' agitato dalla sua espressione, sembrava tesa.

“bene, l'altro testimone?” chiese la celebrante. Niccolò aprì la bocca per parlare ma Roberto a sorpresa gli afferrò una spalla con la mano, tirandolo leggermente indietro “io” esclamò in tono secco “sono io il testimone, Roberto De Santis” scandì annuendo, con voce sicura.

Brando lasciò cadere la mascella, aprendo la bocca per la sorpresa, Fabio era più o meno nella sua stessa situazione, mentre la donna annuiva tranquillamente scrivendo. Niccolò invece allargò un sorriso sincero annuendo al padre di Brando che lo guardava quasi scusandosi di avergli fregato il posto all'ultimo, e si girò per raggiungere gli altri più dietro. Incrociò per un attimo lo sguardo con Brando, sorridendo intenerito della sua espressione atterrita e gli strizzò l'occhio per un attimo, dandogli un colpetto sulla spalla mentre passava.

Guardò Clotilde sorridere estasiata e il padre di Fabio fare una smorfia d'approvazione quasi divertita, quindi si avvicinò ad Angelica e le si posizionò vicino, notando che si passava le dita sotto gli occhi, cercando di asciugarsi le lacrime senza rovinarsi il mascara “già piangi?” le disse in tono ironico “per forza!” esclamò lei “non so se hai idea di cosa è appena successo!” spiegò. Il biondo annuì “si che lo so..” dandole una leggera spinta con la spalla contro la sua “brava, commuoviti pure per me, che io non è il caso che attacco a piagne va..” aggiunse facendola ridacchiare.

 

Brando fissava suo padre ancora incredulo, mentre Fabio alla sua sinistra si teneva una mano sulla bocca per impedire a un sorriso troppo grosso di spuntar su. Era troppo felice per lui.

Roberto lanciò uno sguardo e un mezzo sorriso imbarazzato all'espressione stupefatta sul viso di suo figlio “scusa il ritardo” nicchiò, per poi aggiungere “di tipo 10 anni” Brando gli sorrise, incapace di esprimere diversamente quello che provava, al momento.

La celebrante iniziò a parlare “siamo qui per costituire l'unione civile tra questi due ragazzi: Fabio Fedeli e Brando De Santis” lui tuttavia la ascoltava perifericamente. Era completamente sconvolto da quello che aveva appena visto succedere. Si sentì toccare leggermente sulla spalla sinistra e si voltò incrociando lo sguardo di Fabio. Lui rivolse un sorriso dolce alla sua espressione smarrita.

Solo guardandolo per qualche momento negli occhi, Brando parve calmarsi e riprendere il contatto con il dove e il cosa stavano facendo. Vide Fabio che gli porgeva timidamente la mano destra, invitandolo a prendergliela, mentre la celebrante iniziava lentamente a declamare gli articoli del codice civile relativi al matrimonio, che con quella costituzione entrambi si impegnavano a rispettare.

Brando guardò la mano di Fabio e si mosse lentamente per far intrecciare le dita della mano sinistra con le sue. Non appena gliela ebbe stretta gli arrivò chiaro all'orecchio la voce di Niccolò che fischiava in tono malizioso, per stemperare la tensione. D'istinto si voltò muovendo la mano destra con l'intento di alzargli un bel dito medio ma Fabio, intuite le sue intenzioni, gli arraffò la mano velocissimo prima che potesse completare il gesto, rigirandolo dritto verso la celebrante, tra le risatine dei presenti. Brando rivolse a Fabio un sorrisino a questo punto, divertito da come lo conoscesse bene, iniziando finalmente a rilassarsi un attimo.

Era lì per sposare Fabio. Per sposare l'amore della sua vita... anzi veramente stava già succedendo e lui era pure un po' distratto.

Suo padre era venuto e gli stava anche facendo da testimone. Era fantastico, ma lui era lì per Fabio, e non voleva perdersi più neanche un secondo di quello che accadeva.

 

La celebrante terminò di leggere gli articoli del codice in qualche minuto, che servì a Brando per riprendere il totale controllo di sé stesso. La donna chiuse il tomo da cui aveva letto e poi rivolse un sorriso solenne ai due, guardandoli vicendevolmente per un attimo

“Fabio” iniziò “puoi dire di essere venuto qui oggi, per sposare Brando, liberamente, senza esser stato in alcun modo costretto?” involontariamente a Fabio, a quel punto, venne in mente il modo in cui il riccio gli aveva fatto la proposta, semi nudo sopra al letto, e a lui che gli diceva che in quelle condizioni non era in grado di negargli nulla. Gli venne su uno sbuffo di risata che controllò appena “s..si” borbottò facendo ridacchiare Brando, che probabilmente aveva indovinato a cosa pensasse “voce per favore” gli intimò in tono un po' di rimprovero la donna “mi scusi... si” ripetè con voce più chiara Fabio. La celebrante annuì rivolgendosi poi al riccio “Brando, puoi dire di essere venuto qui oggi, per sposare Fabio, liberamente, senza esser stato in alcun modo costretto?” ripetè “sì” rispose secco Brando.

“vuoi tu, Fabio, unirti civilmente a Brando e impegnarti con lui per tutti i giorni della tua vita?” chiese “sì” annuì lui, stavolta in modo chiaro, girandosi appena per rivolgergli un sorrisino imbarazzato “e vuoi tu Brando, unirti civilmente a Fabio e impegnarti con lui per tutti i giorni della tua vita?” chiese ora la celebrante all'altro “sì” rispose il riccio subito. Fabio era incantato dal modo serio e sicuro con cui Brando rispondeva. Gli sembrava ancora più bello del solito in quel momento, con quella sicurezza addosso.

La celebrante si rivolse ai testimoni a questo punto “Damiano, hai udito e appoggi le intenzioni degli sposi?” chiese. Il ragazzo annuì vistosamente, stringendosi le mani una nell'altra, davanti al bacino “sì” disse “e tu, Roberto, hai udito e appoggi le intenzioni degli sposi?” il sì di Roberto in quel momento, detto così chiaro e netto, parve caricarsi di tutto ciò che quella consapevolezza finalmente raggiunta si portava dietro, in un modo che sembrò raggiungere in qualche modo anche la celebrante, ignara dei dettagli. Per un attimo la donna ebbe il chiaro sentore che la partecipazione di quell'uomo alla cerimonia non era stata affatto scontata, e se ne rallegrò.

Tutti e quattro firmarono a turno il registro dei matrimoni.

 

“procediamo ora con il rituale degli anelli” annunciò la celebrante facendo un rapido cenno del capo al piccolo cuscinetto in raso che, all'inizio, era stato sistemato al lato della scrivania davanti alla quale erano riuniti “gli sposi, a turno, reciteranno la formula che hanno scelto” spiegò all'indirizzo degli altri.

Fabio guardò emozionato le due fedi d'oro bianco, quasi identiche, che spiccavano sul cuscinetto blu: la sua leggermente più grande di quella di Brando, che aveva le dita più sottili delle sue.

La prese, contento che la mano sinistra di Brando la stava già stringendo dall'inizio, perchè dubitava che agitato com'era sarebbe stato in grado di distinguere la destra dalla sinistra a quel punto

“Brando..” la voce gli uscì che gli tremava e se la schiarì d'istinto, arrossendo e guardandolo negli occhi. Lo vide fargli un rapido sorriso mentre gli strizzava velocemente l'occhio come a dire di stare tranquillo. Guardarlo ebbe il poterlo di rilassarlo “Brando, questo anello è il simbolo dell'impegno che prendo oggi con te” recitò tutto d'un fiato mentre glielo metteva al dito. Brando prese la fede rimasta sul cuscino e ripetè anche lui la formula, immensamente più tranquillo di lui in quel momento “Fabio, questo anello è il simbolo dell'impegno che prendo oggi con te”.

Fatto questo, sempre tenendosi per mano, si voltarono di nuovo verso la celebrante che gli sorrise apertamente mentre chiudeva il registro

“per i poteri conferitimi dallo stato Italiano, dal comune e dal sindaco di Roma, ora vi dichiaro, uniti civilmente” sentenziò in tono solenne e poi, con voce infinitamente più informale aggiunse qualche istante dopo “beh... potete baciarvi adesso no?” disse esortandoli con un gesto di entrambe le mani.

Brando rivolse una velocissima occhiata imbarazzata a suo padre prima di voltarsi di nuovo verso Fabio. Si guardarono per un attimo, poi si mossero nello stesso momento scambiandosi un bacio a stampo lungo un paio di secondi.

Fabio sorrise contro le sue labbra, sentendo gli altri applaudire, forse Damiano fischiare, mentre sentiva la punta del naso affilato di Brando spingere contro la sua guancia, proprio accanto al naso, e la sua bocca morbida premuta sulla sua.

Lo guardò negli occhi quando si separarono, vedendogli qualcosa di molto simile alla sua emozione, dipinta sul suo bel viso severo. Brando lo vide scandire un muto 'ti amo' solo col labiale, gli sorrise, addolcendo i lineamenti “anch'io” riuscì a dirgli un attimo prima che il suo migliore amico lo travolgesse da di lato, iniziando a stritolarlo in un abbraccio divertito.

 

I loro invitati avevano rotto le righe e loro neanche se ne erano accorti!

 

Fabio lo guardò divertito venire strapazzato da Niccolò a quel modo. Accettò con un sorriso la pacca sulla spalla da parte di Damiano e l'abbraccio della mamma di Brando, prima di muoversi per avvicinarsi a Roberto. Incrociò le braccia e gli sorrise, dell'espressione un po' imbarazzata che aveva su “grazie” disse solo, cercando di trasmettergli col tono quanto davvero fosse profonda la sua gratitudine “quello che ha fatto.... è stato davvero importante per Brando” spiegò. L'uomo gli sorrise a sua volta, incapace al momento, nella sua atavica repressione emotiva, di esprimere meglio cosa provava. Gli passò accanto e gli strinse una spalla con la mano, prima di raggiungere la moglie e la figlia. Fabio sogghignò tra sé e sé... supponendo che quello fosse quanto di più simile ad un abbraccio ci si potesse aspettare da uno come lui.

 

 

 

OSTIA

 

Avevano prenotato a quel ristorante sulla spiaggia più per il panorama che per altro. Era un posto semplice, dall'arredamento marinaresco spartano, ma era proprio a pochi metri dal bagnasciuga, anzi, la terrazza (che per la stagione invernale era verandata) affondava i pilastri di legno direttamente nella sabbia, erano sufficienti un paio di gradini per raggiungerla.

Si erano sposati di pomeriggio.

In questo modo avevano fatto contenti entrambi, dato che cenavano guardando il mare, al tramonto.

Brando adorava i tramonti e per quanto riguardava Fabio, la sola idea di poter vedere le onde infrangersi sulla sabbia lo mandava in estasi, quindi.

 

Occupavano un unico tavolo, sulla terrazza, i due sposi al centro e tutti gli altri intorno. Il resto del ristorante era comunque pieno di altre persone.

Clotilde distolse lo sguardo dall'arancia fiammeggiante che affondava nell'acqua placida, al suono dell'ennesimo “evviva gli sposi!!” urlato fortissimo da Niccolò, nel giro di pochi minuti. La tavolata applaudì, seguita da alcuni componenti dei tavoli vicini, che ancora non mostravano insofferenza alla cosa. La donna ridacchiò con la mano davanti alla bocca, dell'espressione omicida sul viso di suo figlio all'indirizzo dell'amico. Diede leggermente di gomito a Giovanni, seduto accanto a lei dopo Fabio “i ragazzi si stanno decisamente divertendo alle loro spalle” sussurrò divertita “mi chiedo quanto resisterà il tuo pacatissimo figliolo prima di mandarli a quel paese” rispose l'uomo coprendosi poi gli occhi con una mano ridendo, quando Damiano iniziò, neanche un secondo dopo, a dire “bacio!” seguito a ruota da Angelica “siii!! Bacio, bacio, bacio!”

Fabio alzò gli occhi al cielo con un sorriso esasperato mentre Brando sbuffava imbarazzato, avevano perso il conto di quante volte lo avevano già fatto “Damià...” tentò inutilmente: i 3 giovani torturatori si erano messi a ripetere l'invito a baciarsi tutti insieme, battendo pure le mani sul tavolo.

I due sposi si lanciarono reciprocamente un'occhiata, non si erano mai baciati così di frequente davanti alle loro famiglie in 9 anni! Brando scosse la testa roteando gli occhi, afferrò Fabio per la cravatta e lo tirò verso di sé stampandogli un bacio a labbra chiuse di circa un secondo, che parve accontentare per lo meno sua sorella, che si mise ad applaudire gridando “siiiii!” “buuu!” le fece invece eco Nic “Bra!! così baci tua madre!! mettici un po' di lingua!!” urlò facendo ridere Damiano talmente forte da doversi reggere la pancia. Brando gli lanciò uno sguardo di fuoco e poi, schermando la mano destra con la sinistra, gli alzò un dito medio che lo fece solo scoppiare a ridere di più “oh eddai e basta!” gli andò dietro Fabio, anche se veniva da ridere anche a lui.

L'arrivo del cibo parve tranquillizzare un po' gli aguzzini che si dedicarono a mangiare gli antipasti, commentandoli tra loro serenamente come niente fosse successo fino a quel momento.

“benedetti siano i frutti di mare eh?” scherzò Fabio avvicinandosi al suo orecchio. Brando emise una specie di ringhio “maledetti... me lo ricorderò quando si sposeranno loro...” borbottò. Fabio sorrise al suo broncio scorbutico e gli lasciò un paio di carezze sulla coscia sperando che, essendo sotto la tovaglia, nessuno dei loro dispettosi amici lo notasse.

 

 

Più tardi, mentre aspettavano il secondo, gli animi si erano finalmente un po' rilassati. Brando stava con una mano sotto al mento, osservando distrattamente suo padre, seduto di fronte a lui sulla destra, chiacchierare serenamente con Giovanni di qualcosa. Se ci ripensava gli sembrava ancora irreale vederlo lì al suo matrimonio. Il tocco leggero di Fabio sul braccio lo strappò ai suoi pensieri, si girò a guardarlo, incuriosito dalla sua espressione, sembrava colpevole e allo stesso tempo divertita

“perdonami eh... ma lo devo fa” gli sussurrò piano. Il riccio lo guardò senza capire, per poi impanicarsi leggermente quando lo vide alzarsi in piedi

“ehm..” si schiarì la voce Fabio, arrossendo un po' quando tutti si girarono verso di lui “io volevo dire una cosa” esordì “Brando..” il ragazzo spalancò gli occhi, facendosi contro lo schienale della sedia imbarazzato

 

cioè voleva fare una specie di discorso?????

 

“io viaggio tanto per lavoro” iniziò Fabio guardandosi le mani con un pizzico di vergogna “e ho visto in questi anni un sacco di posti incredibili, bellissimi. Spesso i colleghi con cui parto durante il viaggio si chiedono se, con tutto quello che di bello c'è nel mondo, la città in cui viviamo sia il posto adatto a loro ma..” e nel dire questo lo guardò dritto negli occhi “io non ho mai avuto dubbi così. Perchè io lo so già il mio posto qual è. Il mio posto sei te” concluse con un sorrisino timido, facendo fare un'esclamazione intenerita a quasi tutti i presenti. Brando aveva sentito il cuore andargli a fare cin cin con le tonsille a quelle parole, e gli rivolse un sorriso piccolo, accompagnato da uno sguardo quasi di rimprovero, per quanto lo stava facendo imbarazzare in quel momento. Fabio sorrise del rosso che gli tingeva le guance, e si risedette stringendogli per un attimo la mano nella sua. Brando scosse la testa, sorridendo in maniera più evidente “quanto sei smielato...” gli sussurrò prima di avvicinare il viso al suo. Ogni sua intenzione venne frenata dalla voce di Damiano che, con suo orrore, disse in tono secco “vabbe Bra, tocca a te mo no?” “eh?!” si lasciò scappare il riccio guardandolo terrorizzato “e si oh!” intervenne Angelica ridendo “mo devi dì tu qualcosa no?” “discorso, discorso!” le fece eco Niccolò. Brando rivolse uno sguardo supplichevole a Fabio, che gli fece cenno con la testa e gli occhi di non preoccuparsi, che non doveva farlo, ma gli invitati sembravano di altro avviso “daiii!! discorso!” continuavano a chiedere

“dai lasciatelo in pace” intervenne Fabio, fulminando Damiano per tentare di farlo smettere, quello lo ignorò deliberatamente “oh possibile che non c'hai niente da dì all'amore tuo???” insistette ad alta voce “dai Bra n'fa er frocio, discorso!” insistette Niccolò facendo ridere Angelica.

 

Era l'unico sulla terra a poterlo chiamare così senza essere ammazzato.

 

Brando si alzò in piedi con riluttanza, proprio mentre Clotilde stava intimando a denti stretti alla figlia di non esagerare, facendo applaudire Niccolò soddisfatto. Il riccio sbuffò, guardando per un attimo male Fabio imputando a lui la colpa di tutto ciò

“vabbè... se sapevo che dovevo parlà pure io magari iniziavo.. che te sei più bravo a fa ste cose...” borbottò all'indirizzo del marito, facendo ridacchiare tutti. Si schiarì la voce “Fabio...” esordì, venendo subito bloccato da Niccolò “bravo!!” gridò applaudendo, seguito da tutti gli altri, che aveva coinvolto nello sport della serata -prendiamo in giro Brando finchè non muore-. Il riccio gli lanciò un'occhiataccia rovente sillabandogli un 'vaffanculo' solo col labiale, facendolo sghignazzare sonoramente. Brando guardò di nuovo Fabio, che palesemente gli chiedeva scusa con gli occhi per averlo messo in quella situazione. Ne avrebbe avuto di cose da dirgli, di quello che sentiva, ancora, ogni volta che lo guardava, di come lo faceva stare bene, di come si fidasse di lui ciecamente.

Ma a voce non gli usciva niente, i suoi sentimenti glieli aveva sempre dimostrati in altro modo

“e niente...” sbuffò a voce alta “ti amo e basta” sentenziò di fretta, ributtandosi sulla sedia imbarazzato, tra gli applausi dei ragazzi, che comunque sarebbero stati soddisfatti da qualsiasi cosa.

Brando guardò Fabio con un filino di aria colpevole, ma lui gli si accostò dandogli un bacio sulla guancia, con un sorriso dolce dipinto sul viso, facendogli capire che del discorso non gliene fregava niente.

 

 

PIU' TARDI

 

Angelica si era allontanata un attimo dal tavolo e aveva raggiunto la balaustra della veranda di legno, per prendere una boccata d'aria più fresca. Aveva mandato giù tre bicchieri di spumante e due di vino, per lei cominciavano già ad essere troppi, non era abituata a bere.

Si poggiò con la schiena alla balaustra, rabbrividendo leggermente per il vento freddo della notte che gli accarezzò le spalle nude, e guardò con un vago sorriso la tavolata dalla parte opposta della stanza. Suo padre stava dicendo qualcosa a Brando, era in piedi dietro di lui e Fabio, ancora seduti ai loro posti, Damiano chiacchierava in piedi con sua madre e Giovanni, anche loro avevano dei bicchieri in mano.

La cena era terminata, il locale aveva cominciato a svuotarsi, e ora era più agevole muoversi un po' liberamente. Sospirò. Sì, il freddo stava facendo bene alla sua testa che girava, si sentiva già molto meglio.

 

In quel momento un uomo sulla quarantina, proveniente dalla sala interna del ristorante, le si accostò, stringendo tra due dita una sigaretta. Lei si avvide di stare ferma proprio davanti al posacenere in coccio del ristorante, e si scostò leggermente, rivolgendo all'uomo un sorriso di cortesia. Quello ricambiò con un cenno della testa nella sua direzione, e si avvicinò al posacenere accendendosi la sigaretta. Prese una boccata di fumo e sbirciò per curiosità nella direzione in cui Angelica stava guardando

“che bella tavolata!” commentò rivolgendole un sorriso “tutti eleganti... cos'è una laurea?” chiese. La ragazza scosse la testa sorridendo “no, un matrimonio!” rispose tranquillamente, e indicando il tavolo aggiunse “i due ragazzi al centro, si sono sposati oggi, quello moro è mio fratello” precisò.

Con grande sorpresa di Angelica, l'uomo storse il naso visibilmente “oddio...” commentò in tono nauseato “eh già... mo li fanno pure sposare è vero...roba da matti” aggiunse, parlando più a sé stesso che alla ragazza. Lei lo guardò incredula, non riuscendo a capacitarsi di cose sentivano le sue orecchie, ma era serio??? “non credevo che questo locale si prestasse a questo genere di cose, eppure vengo qui da anni” continuò l'uomo, sprezzante. Angelica sentì salire il sangue al cervello in un secondo

“io sono sorpresa che a gente come LEI venga ancora permesso di andare in giro!! a dire le sue stronzate!” gli inveì contro.

 

Niccolò alzò gli occhi dal cellulare e il suo sguardo venne catturato dalla figuretta di Angelica in lontananza che, apparentemente, stava sbraitando contro un tizio. Si rizzò dritto sulla sedia, allarmato e incuriosito. Vide la ragazza che gli urlava qualcosa puntandogli un dito contro, e l'uomo afferrarle la mano e spingergliela via decisamente con violenza. Si precipitò lì di corsa, iniziando a cogliere l'argomento della discussione man mano che si avvicinava. Quando le fu ad un passo le passò un braccio intorno alla vita da dietro, poggiandole la mano sulla pancia e tirandola un po' verso di sé, quel tipo non gli piaceva

“oh buona scricciola! Dagli tregua eh!” esclamò in tono allegro, cercando di sdrammatizzare perchè il tipo invece gli sembrava furioso

“Lasciami Nic! Sto parlando!” si divincolò lei, mentre lui già la riafferrava per un braccio

“ecco bravo!” intervenne l'uomo stizzito, buttando la cicca oltre la balaustra con un gesto nervoso “mettile la museruola alla donna tua!” aggiunse in tono arrogante. Angelica fece per rifarglisi contro ma il biondo la trattenne ancora, mentre lo sguardo gli si congelava in un'espressione dura “senti vedi d'annattene fuori dalle palle va” intimò all'uomo facendo fermare Angelica “manco te lo dico de scusatte co la signora, uno schifo d'uomo come te il rispetto non sa manco dov'abita!” lo gelò.

Il tipo buttò aria fuori dal naso infastidito, ma decidendo di non controbattere, vista l'aria che aveva indurito i lineamenti di quel ragazzo.

Si girò e se ne tornò dentro borbottando parolacce tra sé e sé.

 

Niccolò lasciò andare il braccio di Angelica che masticava tra i denti un “che gente di merda...”

“tutto bene tu?” le chiese il ragazzo in tono premuroso. Lei si voltò per donargli un'occhiataccia più arrabbiata di quanto in realtà fosse, almeno non con lui

“dovevi lasciarmi fare!” gli disse incrociando le braccia al petto. Il biondo le sorrise dolcemente “lascialo perdere, è solo un imbecille” e poi con l'intento di tranquillizzarla aggiunse “a Brando non importa più” lei tuttavia non sembrava intenzionata a mollare la presa

“importa a me” sentenziò in tono duro, poi rivolse uno sguardo intenso al tavolo, dove ora suo fratello si stava alzando, mimando verso Fabio il gesto di voler fumare “è brutto quando non ti difende nessuno..” disse Angelica a Nic, tuttavia senza guardarlo, guardava ancora Brando “io non voglio che a lui succeda più” aggiunse in tono deciso.

 

Già una volta, impietrita, era rimasta ferma a guardare... non sarebbe successo di nuovo.

 

Niccolò rivolse uno sguardo affettuoso alla sua schiena, prima di avvicinarsi al suo fianco e passarle un braccio intorno alle spalle, stringendola un po' contro di sé, in un gesto fraterno

“brava” sentenziò, guadagnandosi uno sguardo dolce, da sotto in su. Angelica gli sorrise, prima di buttare la testa contro la sua spalla, per lasciarsi coccolare ancora per un attimo, poi si scostò da lui puntando un dito verso il tavolo

“toh è arrivato il dolce!” esclamò allegra “avrei già mangiato la torta nuziale ma crepi l'avarizia, la dieta la ricomincio da domani” aggiunse facendolo ridere, prima di rincamminarsi verso il suo posto.

Niccolò la guardò ancora per un momento, in un moto di affetto come se fosse la sua di sorellina, per poi puntare verso Brando, in piedi a pochi passi dal tavolo che, con la sigaretta incastrata tra le labbra, stava perquisendo le tasche del giaccone appeso all'attaccapanni, alla ricerca dell'accendino.

 

“vuoi?” gli propose sventolandogli il suo zippo davanti al naso. Il riccio annuì e lo seguì fuori sulla veranda.

 

“fratè qua c'è un problema comunque” esordì Niccolò con tono sornione mentre Brando metteva le mani a coppa davanti alla bocca per riparare la fiammella dell'accendino dal vento, gli fece un cenno del mento per invitarlo a spiegarsi “questo non è un matrimonio è la sagra della salsiccia!” esclamò il biondo affondando la forchettina di plastica nella porzione di dolce che aveva recuperato dal tavolo, Brando roteò gli occhi con un mezzo sorriso “le uniche due donne presenti so tu madre e tu sorella” aggiunse il biondo “te lo dico... io tra un altro paio di bicchieri me butto su Angelica eh?” Brando espirò fumo, incenerendolo con lo sguardo, anche se sapeva benissimo che scherzava “non t'azzardà, che te lo taglio” sentenziò... pure un po' troppo serio per il gusti di Niccolò “ecco appunto..” commentò con un sorriso divertito “io l'ho capito che volevate fa una cosa intima.... però potevi pensà all'amico tuo e invità almeno quella collega gnocca di Fabio... com'è che se chiama?” Brando rise portandosi di nuovo la sigaretta alle labbra “Nora dici?” chiese divertito “che ne so... io me ricordo solo la taglia di reggiseno...” ribattè il biondo facendolo sghignazzare ancora per un attimo, poi si fece serio di colpo “a proposito...” disse “sai chi ho incontrato la settimana scorsa?” chiese in modo retorico “Silvia”. Il sorriso si volatilizzò all'istante dal viso di Niccolò, a sentire quel nome.

 

Anche dopo 3 anni rappresentava ancora un tasto dolente.

 

Fece uno sbuffo di risata scocciata “e come sta?” chiese in tono acido passandosi una mano sui capelli pettinati indietro “sposata con 2 o 3 marmocchi immagino...” aggiunse come per sfottere. Brando lo guardò, divertito da quella presa di posizione, e scosse la testa “no” rimarcò fingendo noncuranza mentre si rimetteva la sigaretta tra le labbra “è single” precisò sbirciando di sottecchi la sua reazione, in una parola: disagio. Il riccio ghignò avvicinandoglisi di un passo “io non glielo avevo mica chiesto... secondo te perchè ci ha tenuto a farmelo sapere?” chiese insinuante, godendosi un po' la sua espressione smarrita, dopo un'intera giornata di sfottò. Niccolò sospirò facendo per un attimo un espressione addolorata, che ebbe il potere di spazzare via la voglia di Brando di prenderlo in giro, girò il viso di lato e prese a mordicchiarsi l'unghia del pollice con nervosismo. Il riccio lo colpì leggermente col pugno sulla spalla per richiamare la sua attenzione

“Nic...” gli disse in tono infinitamente più dolce “quella un figlio lo voleva da te... mica da chiunque”

Qualsiasi reazione il cervello di Niccolò stesse elaborando venne soppressa dall'arrivo di Damiano, che si avvicinò con una bottiglia di vino, dei bicchieri e un sorrisino ironico stampato in faccia

“non ci siamo...” sentenziò scuotendo la testa all'indirizzo di Brando “sei decisamente troppo sobrio per i miei gusti!” aggiunse allungandogli un bicchiere e facendo lo stesso con Nic. Il biondo si rianimò a vedere in quella bottiglia il perfetto pretesto per fuggire da quella conversazione.

Brando sorrise a Damiano che gli riempiva il bicchiere.

“Nel paese di mio padre c'è una tradizione interessante” spiegò il ragazzo occhieggiando Niccolò con complicità “ai matrimoni lo sposo non può rifiutarsi di bere con chiunque gli proponga un brindisi!” aggiunse con un sorrisino tremendo “oh divertente??? lo mandiamo sotto al tavolo??” propose Nic invitando Damiano a versargli da bere. Il moro lo fece e poi sollevò il bicchiere verso Brando “auguri allora” gli disse con tono di sfida. Il riccio fece tintinnare appena il bicchiere contro il suo e buttò giù tutto il contenuto in un solo sorso “guarda che non ti conviene Younes... lo reggo bene l'alcol” scherzò. Damiano ghignò mentre anche Niccolò avvicinava il bicchiere a quello di Brando “che voi scommette??” gli disse “peserò 10 chili più di te, secondo me reggo meglio io” argomentò competitivo, prima di riempire di nuovo i bicchieri di vino.

 

 

Fuori sulla terrazza Fabio si godeva il vento freddo della notte intriso di iodio. Il cielo era limpido e la luna mandava i suoi fasci di luce a disegnare mille falci argentate sulla superficie nera dell'acqua. La brezza gli mosse i capelli, decisamente più lunghi di quanto non erano mai stati.. riflettè sul fatto che fosse arrivato il momento di tagliarseli. Per antonomasia non era lui il ricciolino di casa.

Dei passi in avvicinamento lo fecero voltare leggermente, e sorrise nel vedere suo padre che gli si accostava, con due calici di spumante in mano. Quando gli fu accanto gliene porse uno con un mezzo sorriso, e Fabio si voltò completamente, appoggiando i reni alla balaustra, prima di prenderlo. Rimasero così in silenzio per un po'... nessuno dei due toccò il contenuto del bicchiere.

Poi Giovanni sorrise, anche se guardava lo spumante e non suo figlio

“è andato tutto bene... no?” esordì. Fabio annuì “anche meglio del previsto..” precisò facendo scattare per un attimo le sopracciglia in alto e facendo un cenno del capo a Roberto, proprio davanti a loro in fondo alla sala. Giovanni ridacchiò sommessamente, per poi aggiungere in tono scherzoso “beh.. adesso immagino che mi farete diventare nonno.. no?” Fabio quasi si strozzò con la saliva “papà!” esclamò metà tossendo e metà ridendo “ci siamo sposati oggi!” aggiunse in un finto tono di rimprovero. Giovanni alzò entrambe le mani facendo una smorfia, come a dire che era esagerato “lo so.. stavo solo.. chiedendo!” buttò lì mentre Fabio si copriva gli occhi in imbarazzo, ridacchiando. L'uomo gli rivolse uno sguardo affettuoso, approfittando che con la mano sugli occhi non potesse vederlo, poi attese che si ricomponesse con calma “uuuuh!” sospirò rumorosamente Fabio “è sempre rilassante chiacchierare con te!” scherzò... ma neanche troppo.

Giovanni mise su un'espressione seria a questo punto, e prese ad accarezzarsi la fede mentre, girato verso suo figlio, si poggiava con un gomito alla balaustra anche lui. Fabio occhieggiò cosa stavano facendo le sue mani, notando il vago sorriso malinconico che ora gli aleggiava sul viso

“grazie per..” iniziò a voce bassa “la scelta del giorno... sembrava quasi partecipare un po' anche lei così” aggiunse alzando la testa per guardarlo in viso. Fabio gli rivolse il suo stesso identico sorriso, prima di tornare a giocherellare con il suo calice ancora perfettamente pieno. Si sorprese di sentirlo parlare di nuovo di lei

“sai, eri piccolo quando tua madre.... se ne è andata” disse piano Giovanni “non so se avesse mai pensato seriamente a quando questo giorno sarebbe arrivato, eri così piccolo” ripetè aggrottando leggermente le sopracciglia per un attimo. Fabio lo fissò sorpreso, senza muovere neanche un muscolo per non rischiare di spezzare quel momento, era talmente raro che gli parlasse di lei spontaneamente “però” riprese Giovanni con un sorriso “i suoi ultimi giorni mi parlava in continuazione di te, di quando saresti cresciuto...” spiegò facendo per un attimo un'espressione grave “mi faceva mille raccomandazioni e io non volevo ascoltarle! Perchè sapevo che lo faceva perchè... non avrebbe potuto dirtele lei quelle cose” a quelle parole sul viso di Fabio comparve un sorrisino triste, mentre invece Giovanni al ricordo di quei momenti quasi fece uno sbuffo di risata “toglili le rotelle alla bici entro il prossimo anno!” esclamò a bassa voce, come se stesse citando le parole di sua moglie “non fargli venire quegli orrendi baffetti a 14 anni, insegnagli a farsi la barba subito!” anche Fabio ridacchiò “cerca di conoscere i suoi amici, ma non li giudicare, non dirgli mai che la musica che gli piace ti fa schifo” enumerò roteando gli occhi a queste cose “se se la merita dagliela una sberla! Che gli schiaffi aiutano a crescere!.... questo... non l'ho mai fatto comunque” aggiunse Giovanni di suo, lanciandogli un'occhiata che lo fece sorridere di nuovo “e poi...” riprese l'uomo “diceva sempre: qualsiasi cosa vorrà fare, promettimi almeno che ne parlerete” storse leggermente il naso dopo quelle parole. Sua moglie glielo diceva perchè lo conosceva bene, conosceva i suoi limiti sopratutto “ho fatto quello che ho potuto” ammise a voce bassa, sperava solo che a Fabio potesse bastare. Lui lo fissava stordito, non gli aveva forse mai parlato così di sua madre.. e ora cominciava a sentirsi pervaso da una certa emozione “diceva...” disse ancora Giovanni alzando gli occhi a guardare il cielo scuro sopra di loro “me lo riesco ad immaginare grande! Me lo immagino sposato... non mi ha mai detto COME fossi nella sua immaginazione” osservò corrugando un po' la fronte, prima di guardare suo figlio negli occhi, con un sorriso tenero stavolta “ma sono sicuro ti immaginasse bello così” concluse facendo un cenno del mento verso di lui. Fabio ridacchiò imbarazzato, cambiando l'incrocio della gambe “hai deciso di farmi piangere eh?” commentò facendo ridere anche Giovanni “ok...” aggiunse l'uomo a questo punto con un'espressione di colpo meno seria “magari non aveva previsto lo sposO” nicchiò facendo scoppiare a ridere Fabio “oh magari sì” aggiunse subito dopo “che ne sai... quella era...” cercò le parole giuste per un attimo “beh aveva una sensibilità particolare... un po' come te” il ragazzo gli sorrise arrossendo leggermente, guardando di nuovo il contenuto del suo bicchiere in imbarazzo, e subito Giovanni si premurò di smorzare la cosa “Brando le sarebbe piaciuto” sentenziò in tono divertito “avrebbe passato tutto il tempo a toccargli i capelli dicendo: ricciolino ricciolino!” Fabio di nuovo trattenne uno sbuffo di risata con un sussulto delle spalle “sì, e lui avrebbe soffiato peggio di un gatto” replicò “a quel punto lei lo avrebbe spettinato fino a farlo impazzire!” gli fece eco Giovanni “eh era un tipo molesto tua madre” concluse, seguendo poi a ruota suo figlio nello scoppiare a ridere.

Si calmò con un lungo sospiro dopo poco, Fabio gli vide accarezzarsi la fede ancora, come se a parlare tanto di lei d'improvviso gli fossi mancata ancora di più

“a mamma” sentenziò alzando il piccolo bicchiere nella sua direzione

“a mamma” annuì Giovanni smorzando un sorriso e toccando leggermente il bicchiere di Fabio con il suo. Bevve una lunga sorsata mentre il ragazzo si appoggiava appena il bicchiere alle labbra e poi si fermava di nuovo, lanciandogli un'occhiata divertita “sai che ancora mi sento a disagio a bere di fronte a te?” ammise corrucciando le sopracciglia, e strappandogli stavolta una risata vera “grazie per queste cose che mi hai detto” gli disse poi a bruciapelo, tutto d'un fiato, facendogli bloccare lo spumante a metà gola dalla sorpresa “quello che potevi... è andato benissimo” aggiunse sorridendogli quasi imbarazzato, prima di ridare attenzione al suo bicchiere. Suo padre gli rivolse un sorriso, in un moto fortissimo di affetto per lui in quel momento.

Fabio assaggiò lo spumante appena, cercando ora Brando con gli occhi nella sala. Lo individuò in fondo alla sua sinistra. Stava in mezzo a Damiano e Niccolò che gli riempivano il bicchiere, sghignazzando decisamente troppo per essere la prima volta

“ma guardali...” commentò scuotendo la testa, attirando l'attenzione di Giovanni a guardare nella sua stessa direzione “altri due bicchieri e mi toccherà riportarmelo a casa in braccio quello” sbuffò poggiando il calice sulla balaustra alle sue spalle e staccandovisi con un colpo di reni “papà vado a...” “certo vai” lo interruppe il padre sorridendo

“vai...” ripetè alla sua schiena che si allontanava, con uno sguardo malinconico, intendendo probabilmente molto più di quanto quella piccola parola significasse in quel contesto.

 

 

“ragazzi!” esclamò avvicinandosi al terzetto con passo svelto e togliendo garbatamente la bottiglia da in mano a Damiano, anche se gli dispensò un'occhiataccia “volete piantarla di farlo bere così??? si sentirà male!” si lamentò indicando Brando che gli rivolse un'espressione contrariata per l'interruzione “io sto benissimo” sentenziò incrociando le braccia con indifferenza, anche se aveva le guance arrossate dal vino. Fabio guardò male gli altri due che ridacchiavano “si beh mi piacerebbe averlo ancora un minimo lucido più tardi se possibile!” se ne uscì di botto, realizzando cosa avesse appena detto ad alta voce con un istante di ritardo, chiuse gli occhi giudicandosi morto

“booooooooo!!!” gridarono infatti all'unisono Niccolò e Damiano, scoppiando a ridere sguaiatamente, mentre anche Brando sogghignava un po' “Fabietto maniaco..” commentò il suo testimone passandogli un braccio intorno al collo mentre quello avvampava di imbarazzo, coprendosi il viso con tutte e due le mani.

  
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