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Autore: Francyzago77    13/06/2021    6 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla stazione Georgie e Sophie attendevano il treno che riportava a casa Abel.
Era una bella giornata, madre e figlia erano sedute su una panchina e parlavano tra loro mentre la gente camminava in fretta portando valigie e bagagli.
Al sentire il fischio del treno si alzarono entrambe guardando in lontananza cercando di scorgere la locomotiva nera. Il treno giunse a destinazione tra il fumo e il vocio dei passeggeri.
Georgie, ogni volta che lo vedeva, non poteva non pensare all’inaugurazione della ferrovia, quella giornata di tanti anni fa ormai divenuta un dolce e simpatico ricordo.
Tante volte lo aveva raccontato a sua figlia, che lei Abel e Arthur avevano assistito a quell’evento importante, ma non le aveva mai menzionato Lowell come volesse tenere per sé tutta quella storia d’amore così lontana e così triste.
-Ecco papà! – urlò Sophie agitando il braccio.
Abel era sceso dal vagone e stava avanzando verso di loro con una valigia in mano.
-Le mie ragazze! – disse vedendole sorridendo.
Sophie gli buttò le braccia al collo proprio come una bambina e lui la strinse in un caloroso abbraccio. Poi baciò Georgie dolcemente. 
-Come stai? – gli chiese sua moglie.
-Il viaggio un po’ stancante – rispose – ma il lavoro è andato veramente bene, il capo sarà proprio soddisfatto. Come vi scrissi tempo fa ho collaborato con una squadra di ragazzi preparati ed efficienti.
-Andiamo subito al carro – propose Sophie – così arriveremo presto a casa e potrai riposare.
-Grazie signorina! – esclamò Abel divertito dalle premure della ragazza.
Salirono sul carro e partirono, durante il tragitto Abel raccontò loro di Melbourne, della città, del lavoro, dei suoi giovani colleghi. Georgie era felice di rivederlo sereno e soddisfatto.
-E tu Sophie – domandò ad un certo punto Abel – cosa mi racconti? Proprio non ci ripensi a seguitare gli studi e diventare una maestra?
-Oh no papà – rispose lei – preferisco lavorare alla sartoria della mamma. Realizzare abiti mi piace, non credo sarei stata una buona insegnante, non ho pazienza con tutti quei bambini! Invece ha fatto bene Beth, la sorella di Peter, ad andare a Sydney per studiare da maestra. Lei la vedo perfetta per quel lavoro!
-A proposito di Peter – esclamò Abel – ti ronza sempre attorno, vero?
Sophie arrossì di colpo, poi rispose imbarazzata:
-È il migliore amico di Eric e stiamo spesso insieme. Ultimamente mi ha accompagnato a delle feste. 
Georgie sorrise guardando Abel che disse:
-Sono un po’ geloso, lo ammetto, ma Peter mi piace e poi lo conosciamo da sempre.
Abitava in una fattoria limitrofa Peter, suo padre aveva spesso collaborato con Arthur e sua madre, a volte, vendeva la frutta e la verdura al mercato in paese. Gente semplice, onesta e laboriosa che amava la terra ed aveva un cuore grande.
Peter aveva frequentato la scuola di Maria e con Eric aveva legato fin dall’inizio, giocavano e studiavano insieme e con loro, di solito, c’era Sophie dato il rapporto indissolubile che esisteva fra i due cugini. Al trio si era unita poi Beth, la sorella di Peter, più piccola di due anni ma desiderosa di far parte di quel gruppo così allegro e spensierato.
E l’infanzia era passata velocemente tra corse nei prati, scorribande al fiume, litigi e riappacificazioni, esami scolastici e feste di compleanno. Poi arrivò il tempo delle scelte, Eric aveva ottenuto il diploma anche se infine si era dedicato al lavoro in fattoria, Sophie era un’apprendista sarta, Beth studiava da maestra e Peter aiutava suo padre. Nel tempo libero si frequentavano sempre, andavano al villaggio da altri ragazzi e ora Sophie scriveva spesso a Beth perché era in città e tornava qualche volte nei fine settimana.
Si intuiva che Peter provava qualcosa per Sophie, un sentimento sincero che tutti in famiglia avevano capito ed attendevano pazientemente l’evolversi della situazione. Abel soprattutto l’aveva notato da molto ma il lavoro a Melbourne l’aveva portato lontano e il ritorno lo preoccupava un po’, il timore di dover dividere la sua principessina con qualcun altro lo infastidiva. 
-Non avrai nulla in contrario – la voce di Sophie lo distolse dai suoi pensieri – se domani andrò in città con lui a trovare Beth, vero?
Abel fu colto alla sprovvista ma disse:
-Mi sembra già tutto deciso…tanto verrà anche Eric, giusto?
-No, Eric non verrà – rispose Sophie.
-Veramente – aggiunse Georgie seria – Eric è da un po’ di tempo che è strano, non esce più con i suoi amici, è diventato silenzioso e scostante. Maria si sta preoccupando seriamente.
-Eric? – domandò Abel stupito – Solitario e scontroso? Non ci credo!
-Invece è così – ribatté Georgie – lavora tutto il giorno alla fattoria e la sera si chiude in camera. A volte va al fiume o in paese ma sempre da solo. Neppure Peter ne sa nulla.
-È vero – continuò Sophie – anche se per me è per Beth che soffre.
-Ma se fosse così – domandò Georgie – domani dovrebbe venire con voi a trovarla.
-No – rispose Sophie – perché è Beth che è innamorata di Eric e lui non vuole illuderla!
-Questo perché è un ragazzo serio – affermò Abel che aveva sempre avuto una predilezione per il nipote. 
-Sì ma ora è sofferente – ripetè Georgie – ed io non posso vederlo così. Non credo sia per quella ragazza.
-Arthur che dice? – domandò Abel.
-È preoccupato come Maria, ma il ragazzo non si apre neppure con lui. Potresti parlarci tu Abel? – esclamò Georgie.
-Certo – rispose – forse vedendomi dopo un po’ di tempo magari con me si confiderà.
Georgie lo sperava vivamente stringendo forte il braccio di suo marito mentre il carro avanzava verso casa.
 
 
 
 
   
 
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