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Autore: Brume    14/06/2021    4 recensioni
Si sono incontrati per caso, Ryo e Kaori, sei anni dopo la morte di Hideyuki; durante un brevissimo incontro in un bar riemergono ricordi dai Kaori fugge mentre lui vorrebbe capire: capire perchè anni prima è andata via, capire cosa è quella sensazione che prova pensando e stando insieme a lei, l' unica in grado di avergli dato un pò di pace. E' il seguito di "Una -quasi- favola natalizia".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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RYO 

Fa caldo, stamattina; molto caldo....più del solito. 

Sei ancora addormentata ed io osservo il tuo corpo: non sei mai cambiata, nonostante tre gravidanze. Sei sempre la stessa e anche se tra i tuoi capelli rossi ora trovo qualche filo bianco, non importa: significa che siamo vivi, che la vita ci ha regalato altro tempo da passare insieme...chiamalo poco! 

Respiri piano. 

Il tuo petto, sotto la camicia da notte nei tuoi amati toni pastello,si alza e si abbassa ritmicamente. Presto anche il mio , di cuore, si adatta al tuo; è sempre stato così. Da vent’ anni, ormai: dal primo giorno che ti ho visto. 

Sono passati tanti anni, si. 

Due figli gemelli, Ai e Hide: come prevedibile, a lui hai destinato il nome di tuo fratello e io non posso che esserne felice. Alla terza, invece, hai lasciato scegliere me ed io ti ho chiesto di darle il nome di una persona a me cara, una vecchia amica comune che purtroppo l’ ennesimo caso ha portato via una sera di sedii anni fa: Saeko. 

 Quanto tempo, anche da quel fatto.  

Ricordo quei giorni, ricordo lo sgomento... ai bambini raccontammo che era andata via e per un po' non sarebbe tornata. Poi...abbiamo deciso di cambiare vita e ce l’ abbiamo fatta. Ora siamo due rispettabili persone di cinquant’ anni (ehm...) * e passa; per fortuna stiamo bene, per fortuna abbiamo lasciato quella vita. Grazie al tuo intuito, finalmente abbiamo anche qualche soldo...l’ agenzia di guardie del corpo funziona a gonfie vele ed io, io sono finalmente scomparso, lasciando il posto ad un nuovo Ryo, con lo stesso nome e cognome ma un destino diverso, una carta d’ identità, la previdenza medica. 

Rimpiango i tempi andati?  

Certo, a volte; ricordo le scorribande, ricordo Mick, Miki, Umi. Ora siamo dispersi un po' qui ed un po' li; ora siamo uomini e donne in giacca e cravatta o abito da sera. Ma siamo sempre noi: gente con un passato spericolato, che si prende in giro e che ogni tanto litiga...e quando ci troviamo dagli uni o dagli altri le maschere cadono del tutto. 

Ti muovi piano. 

Borbotti qualcosa nel sonno; ce l’ hai con Saeko perché si è di nuovo tinta i capelli nonostante tu glie lo avessi vietato perché ha solo 13 anni. La sgridi, nel sonno, e le dici di seguire invece le orme dei suoi due fratelli gemelli, che si trovano in America da zio Mick a studiare. 

Rido. 

Penso che la piccola abbia preso tutto da me: non solo mi somiglia come una goccia d’ acqua, ma ha anche il mio carattere...e questo ti ha sempre mandato ai matti, lo so...la nostra picccola... Gli altri due invece...sono come te; oggi torneranno, finalmente, e potremo riabbracciarli. 

Ti svegli. 

Apri gli occhi, mi chiedi cosa ci faccio li, steso su in fianco, ad osservarti; ti do un bacio, solo quello. Sorrisi. 

“E’ tardi?” mi chiedi. Osservo i numeri proiettati sul soffitto, il laser rosso dice  09:00. 

“...no, non è tardi. L’ aereo arriverà nel pomeriggio” rispondo tornando da te.  

Ti stiracchi, la camicia da notte si solleva e mostra gambe ancora toniche...del resto, ci siamo sempre tenuti in forma...che dici? Penso tra me. Una telefonata sul cellulare interrompe il nostro idillio: è la sede dell’ agenzia, devo rispondere. Poi, giuro, staccherò il telefono per una settimana. 

Quando mi volto verso di te, una decina di minuti dopo, non ci sei: mi alzo, ti cerco, sei già sotto la doccia. Hai preparato i vestiti , appesi all’ anta dell’ armadio. Ti lascio in pace e vado nell’ altro bagno, poi se farò in tempo ti preparerò il caffè.  In corridoio vedo Saeko; mi vieni incontro e come ogni santissimo giorno mi chiede quando le presenterò Hitoshi. Come ogni volta, le spiego che è ancora troppo piccola e che lui ha una fidanzata ma lei...non ci sente. Borbotta qualcosa, mi chiede dove è sua madre ma poi segue me che sono costretto a rivedere i miei piani. 

“Papà, vuoi del caffè?” mi chiede mentre mi siedo al tavolo della cucina anche se avrei voluto fare una doccia. 

“Cosa hai in mente?” gli chiedo. Di solito si comporta così se ha combinato guai o le serve qualcosa. 

“Niente” mi risponde; i suoi occhi vispi brillano ed io non credo ad una sola parole di ciò che ha detto ma sorrido, accetto la tazza di caffè e la faccio sedere sulle mie ginocchia, come quando eri piccola. 

“...papà..ma se io volessi fare il tuo lavoro...cioè quello che facevi prima...tu cosa diresti?” mi chiede. 

A momenti sputo il caffè, che mi va di traverso 

“La mia non è stata una scelta, Saeko. Ed è fuori questione che  tu intraprenda la strada mia e di tua madre. Ti ho detto mille volte che non è un gioco...ora piantala, davvero” rispondo serio. Lei mette il broncio; io rimango serio e un po' mi arrabbio...che diamine le è saltato in testa? 

“Scusa...non volevo feriti” mi dice. Io sorrido, non posso resistergli; sarà l’ età, sarà il carattere...non riesco a sgridarla. 

“Al massimo posso concederti di entrare in polizia, per seguire le orme di tua zia”  dico. Saeko mi sorride, mi abbraccia. Bevo il mio caffè, poi lei si alza, se ne va; di nascosto da Kaori le do una mancia extra per quel paio di scarpe che le piace tanto. 

 

 

KAORI 

Questa doccia ci voleva; stanotte ha fatto davvero caldo, nemmeno il condizionatore ha funzionato a dovere...vorrei dire a Ryo di lasciarmi in pace e non dormire appiccicato addosso a me...ma dispiace. L’ acqua fresca mi sta facendo rinascere; devo prepararmi, oggi arrivano i gemelli e dobbiamo andare a prenderli all’ aeroporto...chissà se Saeko ci seguirà o farà la selvatica come al solito.  A volte mi pare quasi che sia gelosa: eppure... è la più viziata e coccolata, da tutti. E pensare che....quando è nata sembrava così delicata, dolce. 

Sorrido. Sorrido pensando che la vita mi ha davvero fatto dei bellissimi regali, anche se i primi tempi con Ryo sono stati duri; poi, dopo la nascita dei gemelli...tutto ha iniziato a girarsi. 

Quante ne abbiamo fatto, dette. 

Quanti posti abbiamo visitato: siamo tornati persino in Colombia...i bambini nel loro zainetto e via. Poi...siamo stati da Mick, per un po'...ora è lui a badare ai nostri ragazzi , da quando hanno iniziato il college. A volte mi mancano, i primi tempi ero gelosa ma poi mi sono resa conto di una cosa: siamo una grande famiglia e va bene così. 

Esco dalla doccia.  

Prendo del tempo per me, per i miei rituali;  devo farmi bella. Mentre mi spalmo la crema, mi osservo; il mio viso è stanco e ci sono le mie fide rughette ma va bene così, anche se a volte penso che il tempo sia passato troppo in fretta. 

Sono quasi pronta ed esco, torno nella stanza; mi rivesto con un abito leggero, bianco; ho anche scelto un cappello di paglia ed i sandali bassi, color cuoio come la borsetta. 

“Mamma, io esco” sento dire da Saeko mentre sto raggiungendo la cucina per un caffè; subito dopo vedo spuntare Ryo nel corridoio. 

“Dove sta andando?” gli chiedo con fare severo. Lui sorride, si avvicina, mi stampa un bacio. 

“Credo voglia andare a comprare un regalo di benvenuto per i suoi fratelli” mi risponde; senza che io ribatta, raggiunge la stanza ed ora è il suo turno per la doccia, così vado a bermi il caffè. 

Appoggio la borsetta sul tavolo, prendo la tazza verso un po' di caffè ancora caldo. Nonostante sia solubile, è molto buono e lo gusto volentieri. Nel frattempo accendo la tv per sentire le notizie del mattino: tutto a posto. 

Quando ho finito, mi alzo e sistemo al volo la cucina. Un beep mi interrompe quindi cerco di fare alla svelta e leggo il messaggio sul cellulare.  

E’ Mick, mi dice che sono atterrati, stanno bene. Dice anche che mi spiegherà tutto appena ci vediamo ed io rimango a bocca aperta... cosa gli sarà saltato in mente?  Torno in camera, la porta è semiaperta e Ryo è appena uscito dalla doccia e sta recuperando il rasoio per farsi la barba. 

“Che c’è?” mi chiede,sorpreso. Di solito non entro in bagno quando è occupato da lui. 

“I ragazzi sono arrivati, e c’è anche Mick” dico in un misto di gioia e sorpresa e presto anche il viso di Ryo assume la stessa espressione. Il sorriso si allarga da orecchio ad orecchio. 

“Questa poi....dai, sbrighiamoci: tu intanto prova a sentire Saeko, non dovrebbe essere lontana” mi dici.  

“Speriamo” dico tondando in cucina; prendo il telefono, le mani mi tremano...non vedo l’ ora di abbracciarli!” 

 

RYO 

Li vedo. 

Seduti sulla panchina dove di solito andavamo io e Kaori, hanno in mano dei palloncini. Ai è sempre la stessa: pensierosa, seria, come sua madre. Hide, invece, è più espansivo, è un misto. 

Mick...Mick non lo vedo da tempo, ed è sempre lo stesso; ha solo cambiato il taglio sartoriale dei suoi completi, ora che è invecchiato li ha resi meno seri. Fuma, come al solito; ha le gambe incrociate e tiene la sigaretta nella mano sinistra, in basso, come non volesse fare arrivare il fumo ai ragazzi. 

“Papà! Mamma! Sentiamo urlare all’ unisono; Mick si alza, sorride. 

Saeko inizia a correre; a momenti inciampa ma in questo momento nulla la tange. Siamo a pochi metri da loro,io e Kaori, ma lasciamo che i nostri ragazzi si salutino a dovere ed intanto saluto Mick, che stringe sia me che Kaori in un grande abbraccio. 

Poi...finalmente è il nostro turno. 

Ai è la prima; si avvicina lentamente, abbraccia sua madre sulle cui guance compaiono delle lacrime. E’ così ogni volta. Poi è il turno di Hide; ben presto, ci troviamo stretti in un abbraccio senza fine e finalmente riesco ad affondare il naso nei loro capelli come facevo quando erano piccoli ed il mio cuore diventa grande, per accogliere tutto l’ amore del mondo. 

 

“Come mai questa sorpresa?” chiede Kaori ad Hide tenendoselo stretto. 

“E’ stata una idea di Ai, Mamma; sai come è fatta...” risponde. Ha gli occhi cerchiati, il viaggio li ha stancati. 

Annuisco e non domando più nulla: si fermeranno per le vacanze estive e avremmo tempo per parlare...ora voglio solo godermeli. 

I miei diamanti, il mio bene più prezioso. 

Coloro per i quali ricomincerei a combattere, se fosse necessario. Coloro per cui morirei. 

 

Raccogliamo i palloncini, Saeko estrae dalla sua borsetta dei piccoli pacchetti...credo sia l’ ennesimo ciondolo da infilare alle loro catenine, quasi volessero sentirsi più vicini. 

Prendo per mano Kaori, Mick si mette al mio fianco: insieme osserviamo i ragazzi correre davanti a noi verso l’ uscita....andremo al mare, a mangiare; oggi si festeggia. Osserviamo la scena compiaciuti; non so perché ma, rispetto alle altre volte, sento una sorta di nostalgia improvvisa come se questa fosse una delle ultime volte che ci vediamo, che tornano. 

Non è un presagio, non è nulla di triste. 

E’ solo la consapevolezza che sono cresciuti e che presto lasceranno il nido per creare il loro, personale futuro...del resto hanno già iniziato, almeno i due grandi. 

Loro sono il domani. 

Il domani, ciò che verrà dopo di noi. 

“Dai, andiamo” dico a Kaori e Mick, seguendo i ragazzi ed i loro palloncini colorati sparire dietro gli alberi di ciliegio. 

 

*Ryo non si smentisce: anche se questo mio personaggio era leggermente diverso, ho inserito un riferimento al Ryo che conosciamo...l' eterno ventenne 🤣🤣🤣
   
 
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