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Autore: Lita_85    15/06/2021    3 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Avevo passato tutta la notte a girovagare per le strade deserte di Milano. Nello stereo il mio fedele cd anni ottanta ormai ripeteva sempre una canzone Lucio Battisti - E penso a te. E una sola domanda ormai aleggiava nella mia mente: Mi stavo innamorando davvero di Anita? Le parole di Paola erano state peggio di uno schiaffo dato a bruciapelo. Non avrei mai voluto che accadesse, invece era proprio quello che stava succedendo, a detta di Paola. Benvenuto nel mio mondo aveva gridato...dannazione io non volevo entrarci in quel mondo del cazzo. Troppo difficile capire i misteri dell'amore, troppo difficile decifrarne i codici, troppo difficile per un tipo come me, sottostare a quelle regole. Avevo sempre preso per matto Mirko quando mi esponeva le sue teorie monogame. Per me era proprio un folle, un pazzo visionario. Adesso ero io quel folle. Si, perché solo pensare una cosa del genere mi faceva diventare pazzo. Che stolto ero stato. Pensavo proprio di essere immune a tutto questo. Girai e rigirai per i navigli mille volte, stringendo quello sterzo con la mano sinistra e l'altra continuavo a passarla nervosamente tra i capelli scompigliati. Il rumore del cambio ormai era l'unica cosa che sentivo, insieme al quel cuore che mancava un colpo ogni volta che i suoi occhi apparivano magicamente davanti ai miei. Quei bellissimi occhi blu-verdi che mi avevano stregato dal primo momento. Mi accostai al marciapiedi nei pressi del Duomo imprecando per la millessima volta. Chiusi gli occhi strizzandoli con il pollice e l'indice con il gomito appoggiato allo sterzo, per poi passare la mano sulla bocca. Quella stessa bocca che l'aveva assoprata solo qualche ora prima. Sorrisi come un idiota al ricordo del nostro bacio. Ma che mi aveva fatto? Volevo sentirla, volevo sentire la sua pelle strisciare sulla mia, volevo sentire i suoi gemiti perforarmi i timpani, volevo che mi guardasse come quella notte al chiaro di Luna. Non riuscivo a pensare ad altro, solo a lei. 

Finalmente alle prime luci dell'alba decisi di tornare a casa per fare una doccia e andare a lavoro. Non sarei riuscito a dormire ugualmente, ma le occhiaie da notte insonne si facevano vedere. Poggiai i rayban sul naso uscendo di casa con il borsone sulla spalla destra e la mia tuta blu che usavo per andare a lavorare,e mi diressi direttamente allo studio dato che ero rimasto mezz'ora piena a imprecare dentro la doccia. 

Entrai velocemente salutando con un cenno del capo la nostra segretaria davanti all'entrata. La signora Vanna, una signora sulla cinquantina che somigliava Sookie di una mamma per amica, era molto garbata e si faceva i fatti suoi. Una buona dote, dato che mi capitava di portare qualche ragazza dopo il lavoro all'insaputa del sant'uomo.

Entrai nell'ufficio condiviso con Mirko trovandolo seduto alla scrivania mentre aggiornava le cartelle dei suoi pazienti. 

< Come mai sei così in ritardo? Saverio mi ha detto che ieri sera ti ha visto allontanarti con Paola e non ha avuto piu tue notizie... > Disse senza neanche alzare lo sguardo dal foglio

< Ho chiamato Paola... Anita...> Affermai senza giri di parole buttandomi sulla poltrona davanti a lui

< Che?! > Mi guardò subito spalancando gli occhi incredulo

< Stavamo per farlo...e...l'ho chiamata Anita...> 

< Ma sei impazzito?! >

< È quello che mi sono chiesto tutta la notte...non ho dormito per niente...>

< Non mi dire che...>

< No! Non dirlo anche tu...ti prego! >

< Beh, dirlo o no, non cambierà quello che sembra... >

< Allora non farlo! Sono già stanco...>

< Ok...che intenzioni hai adesso? >

< In che senso? Io non ho nessuna intenzione! > 

< Tu non avrai intenzioni, ma Claudia si...> 

< Mirko, carissimo Mirko, invece di fare gli indovinelli di prima mattina perché non mi dici tutto e basta?! >

< Sarò sincero con te, e lo farò proprio alla luce di quello che mi hai appena detto...> Disse Mirko appoggiando tutti e due i gomiti sulle scartoffie che aveva sotto di lui guardandomi come un padre amorevole, quasi spirituale < Claudia ha organizzato nuovamente l'appuntamento saltato con quel tizio della sera al Rencontre...si vedranno oggi...> 

Rimasi a guardarlo senza dire una parola. Era come se mi avesse catapultato fuori dalla finestra al sesto piano dove ci trovavamo. All'improvviso la mia bocca si trasformò nel deserto del Sahara, e la lingua si era come impastata tra la sabbia. Quindi quel damerino esisteva davvero, e aveva davvero dato buca ad Anita. Li per lì pensai che era solo una scusa, ma adesso lo avrei quasi ringraziato se non fosse che il damerino stava tornando alla carica. 

< Dove?...> Riuscì a dire dopo aver deglutito la sabbia che avevo in bocca
 
< Questo non lo so...ma se fossi in te farei meno il coglione...>

<  Mi, forse è meglio così...lei si merita di più ed io non posso darle quello di cui lei ha bisogno...>

< Ma la vuoi smettere? Perché non ti dai una possibilità? >

< Perché sto bene così come sto! Io sono quello da una botta e via ricordi? Quello che colleziona donne come fossero figurine! Non ci penso proprio a fidanzarmi o addirittura sposarmi! Adesso scusami ma ho una paziente tra dieci minuti!  >
Risposi più convinto che mai, e anche un po' incazzato. Non avevo mai creduto in quel contratto per tutta la vita, amare e venerare una donna come Dio comanda non era per me, e non volevo neanche provarci. Ma allora perché stavo morendo di gelosia solo al pensiero che lui potesse sfiorarla?

La puntualità non era mai stata il mio forte, e quella mattina più di altre sembrava proprio che il mondo mi avesse voltato le spalle. Non trovavo le scarpe, mi si era versato il latte sulla camicetta, e i capelli come al solito non volevano collaborare. Alla fine riuscì nell'impresa titanica della vestizione ed uscire di casa in fretta e furia. Camicia trasparente rosa con fiocco sul decoltè, gonna longuette tubino nera e scarpe nere Chanel. I capelli legati stavolta in una coda laterale che cadeva sul lato sinistro e il solito trucco acqua e sapone. L'agenzia per cui lavoravo da circa quattro anni si chiamava Carter's publishing come il mio capo Andrew Carter. Italo-americano nato e cresciuto in Valle d'Aosta ma che aveva trovato fortuna qui a Milano. Frecciai lungo i corridoi dopo aver preso l'ascensore che mi aveva portata al dodicesimo piano nella zona finanziaria di Milano. Entrai correndo facendo sbattere la ventiquattrore contro la porta facendo cadere tutti i fogli che si trovavano al suo interno. Buttai gli occhi al cielo cercando di non scomodare tutti i santi del paradiso, e sbuffando mi inginocchiai a raccogliere tutto. Il suono del mio cellulare arrivo al momento giusto, come la persona che mi stava chiamando: Claudia.

< Cla, non è un buon momento! >

< Ti ho organizzato la pausa pranzo con Alessandro! > Disse elettrizzata senza neanche ascoltare la mia premessa iniziale

< Tu cosa?! Ma non se ne parla! > 

< Ho già organizzato tutto! Vi vedrete alla caffetteria che si trova a due passi dal tuo ufficio! > 

< Tu sei...> 

< Geniale? >

< No, stavo per dire diabolica! >

< Ani fallo per me! Tra un mese mi sposo... non mi vuoi felice?! >

< Cla, non puoi uscirtene con questa storia del matrimonio ogni volta che tu vuoi che io faccia qualcosa! > 

< E invece si! E poi Alessandro è mortificato! Non è potuto venire l'altra sera per problemi familiari, ma ti dirà tutto lui! Ti aspetta alle 12.30, mi raccomando non mi deludere! E dagli questa seconda possibilità! > Detto questo chiuse la chiamata senza darmi diritto di replica.

Sbuffai gesticolando come una pazza. Non volevo vedere nessuno, soprattutto pretendenti della seconda possibilità. E poi c'era anche lui...Dario.   Lui che era stato la mia prima scelta quella sera. Quella possibilità che mi ero data. Lui così bello e intrigante aveva risvegliato tutti i miei sensi, e fatta sentire speciale, io che di speciale non avevo proprio niente.

Le 12.30 si presentarono prepotenti davanti ai miei occhi ricordandomi di quel appuntamento tanto scomodo quanto surreale. Stavo davvero presentandomi a questo appuntamento al buio per la seconda volta? 

Gimme Love - Ed Sheeran

Uscì fuori dall'edificio con l'ansia a mille. Intrecciai le mani nervosamente mentre mi avvicinavo a grandi passi alla caffetteria che si trovava proprio nel palazzo accanto. Vidi una figura maschile in lontananza. Alto, bel portamento, camicia bianca aperta senza cravatta infilata dentro i pantaloni marroni scuro chiusi da una cintura nera in pelle uguale alle scarpe.   Tra le mani stringeva una rosa rossa. Più mi avvicinavo e più i lineamenti del suo viso si delineavano. Occhi verdi che brillavano come due smeraldi incastonati in un viso dai lineamenti decisi. Mascella squadrata coperta da una leggera barbetta che gli dava proprio quell'aria da professore e capelli biondo ramato rasati lateralmente con ciocche ribelli lasciate al vento. Sembrava davvero il ragazzo della porta accanto. Una strana emozione mi pervase il corpo, un'emozione che sembrava felicità ma aveva il gusto del mistero. Mi fermai davanti a lui, e subito lui mi sorrise. 

< Tu devi essere per forza Anita, altrimenti non si spiegherebbe perché una ragazza così bella si sia fermata al mio cospetto...> 

< E tu devi essere Alessandro, altrimenti non si spiegherebbe la rosa che stringi tra le mani...>

< Già, questa è per te...per farmi perdonare...> replicò porgendomela sorridendo

< Posso dirti che sei già sulla buona strada...anche se ovviamente dovrai sudare...> risposi facendo roteare la rosa tra le dita

< Sono pronto ad bagno di sudore...> Disse facendomi strada aprendo la porta della caffetteria

Rimasi piacevolmente colpita da contata galanteria e gentilezza con contorno di ironia e dolcezza. Non mi aspettavo un tipo del genere dopo aver conosciuto Dario.

Ci accomodammo in uno dei piccoli tavoli centrali. La caffetteria era un piccolo gioiello parigino, con dolci e il caffè con il cognac tipici di parigi. La sua galanteria si ripresentò anche all'interno del locale spostando la sedia per farmi accomodare. Aveva un sorriso davvero molto bello, e degli occhi che parlavano da soli. Si accomodò subito davanti a me esordendo così.

< Il mio comportamento della scorsa volta è stato davvero imperdonabile, ma vorrei spiegarti lo stesso cosa è successo... >

< Alessandro, tranquillo, ormai è acqua passata...>

< Ma io ci tengo lo stesso a precisare la motivazione di quel mio gesto...mia madre ha avuto un incidente stradale e sono dovuto correre da lei...>

< Oh no! Mi spiace...> 

< Fortunatamente è stata solo tamponata, ma siamo dovuti correre lo stesso in ospedale per gli accertamenti del caso...>

< Beh, adesso mi sento anche in colpa...sei stato oggetto di critiche e insulti quella sera...>

< E ne sono ben consapevole! Tua cugina Claudia mi ha fatto una bella ramanzina! >

< Mamma mia devi scusarla! A volte straparla e non sa neanche quello che dice...>

< È comprensibile, chi non avrebbe fatto lo stesso? > 

Sorrisi. Sorrisi molto durante quell'ora passata con lui. Lui era disinvolto, colto, e ben educato, il classico professore ma con quel pizzico di ironia che non guastava. Certo, non era Dario. Nonostante quella pausa pranzo andò nel migliore dei modi, pensai spesso a lui. Ai suoi meravigliosi occhi azzurri e al nostro ultimo incontro con sorpresa.

< Quindi tu lavori qui? > Domandò Alessandro indicando il palazzo alle nostre spalle con un tono scherzoso.

< Già...forse ho ripetuto la cosa troppe volte vero? >

< No, no, hai fatto bene a ripeterlo per ben quattro volte! >

< Ahia...forse avrei dovuto parlare del buon vecchio tempo o di come io faccia sempre figuracce! > 

< O magari hai visto davanti a te un trentottenne con problemi di comprendonio e quindi ti sei data da fare affinché io capissi! >

Iniziammo a ridere tutti e due davanti al suo taxi appena arrivato, per poi zittirci imbarazzati. 

< È stato un vero piacere conoscerti Anita...>  Disse Alessandro avvicinandosi a me lasciando un bacio sulla mia guancia destra lasciandomi interdetta

Sorrisi come una scema a quel gesto così delicato e inaspettato. Lui mi sorrise ancora una volta e fece per entrare in macchina quando tornò da me strappandomi un bacio sulle labbra. Il suo profumo di muschio selvatico, che avevo respirato per tutto il tempo, si intensificò durante questo incontro ravvicinato e totalmente inaspettato. Chiusi gli occhi in quell'istante in balia del momento per poi riaprirli non  appena lui si scostò da me. I suoi occhi verdi mi attendevano con pazienza e quasi devozione, mandando a fuoco le mie gote già surriscaldate dal bacio di prima. Il suo sorriso rimase impresso sul suo viso come nella mia mente mentre il taxi si allontanava da me. Una strana euforia adesso si faceva spazio dentro di me, un emozione che non credevo di provare dopo Dario. Alessandro poteva essere davvero la mia seconda possibilità?


Note: Capitolo Dodici. Buongiorno a tutti miei cari ed eccoci qui in questo nuovo capitolo! Finalmente conosciamo questo fantomatico professore. E che dire, si presenta abbastanza bene! 🤣 Ed è anche molto sicuro di sé! Anita pensa che possa essere la sua seconda possibilità, ma sarà così? E Dario riuscirà davvero a starle lontano? soprattutto adesso che Mirko gli ha messo la pulce nell'orecchio? Io ho i miei dubbi! Come tutti voi del resto! 🤣🤣🤣 Grazie sempre a tutti quelli che mi seguono❤️ e alla prossima! ❤️
   
 
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