Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: fennec    15/06/2021    7 recensioni
Raccolta di one-shot ispirata dalla bellissima canzone "Cirano"... spero che Francesco Guccini mi perdoni!
Dedicata a Sacrogral, per ringraziarlo... spero che non me voglia neppure lui!
L'universo di Lady Oscar è pieno di voci maschili, ma spesso a queste non si dà il dovuto spazio: io ho solo provato a farle sentire con questo piccolo, umile esperimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Bernard Chatelet, Hans Axel von Fersen, Victor Clemente Girodelle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venite pure avanti, voi, con il naso corto,
signori imbellettati, io più non vi sopporto.
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio,
perché con questa spada vi uccido quando voglio.
 
Mi chiamo Bernard Chatelet e sono un giornalista giacobino.
Mi chiamo Bernard Chatelet, ma le folle mi amano e mi acclamano come Cavaliere Nero.
Mi chiamo Bernard Chatelet e sono il figlio bastardo di un nobile francese che mi ha abbandonato quando mia madre iniziava ad essere troppo vecchia e pretenziosa per soddisfare le sue voglie.
Mi chiamo Bernard Chatelet e ho visto mia madre morire, dopo essersi gettata nelle fredde acque della Senna tenendomi stretto a sé.
Mi chiamo Bernard Chatelet ed odio la nobiltà parigina con tutto il cuore.
Mi chiamo Bernard Chatelet e penso che Robespierre sia l’unica speranza per questa povera Francia di fine Settecento, mangiata dalla fame del popolo e dalla lussuria e dallo sfarzo smisurati di quei briganti senza scrupolo che si nascondono dietro i nomi di clero e nobiltà.
Mi chiamo Bernard Chatelet e nutro il mio desiderio di giustizia scrivendo su “Le Vieux Cordelier” di giorno e rubando ai ricchi per dare ai poveri di notte.
 
Venite pure avanti, poeti sgangherati,
inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza,
avrete soldi e gloria, ma non avete scorza.
Godetevi il successo, godete finché dura,
che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura…
E andate chissà dove per non pagar le tasse,
col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe.
 
La incontrai per la prima volta in una taverna di Parigi.
Era bellissima o meglio, bellissimo… Ai tempi non sapevo che fosse una donna.
Impossibile non notarla, nemmeno con le sue forme femminili camuffate sotto un’austera divisa da soldato. Impossibile non notarla soprattutto quando diede sfoggio del suo animo focoso: “Comandante delle Guardie Reali scatena rissa tra gli avventori di un locale rispettabile”; questo il titolo che Robespierre mi suggerì per il mio articolo.
Così bella, eppure così pericolosa. Togliamo “l’eppure”: così bella, quindi terribilmente pericolosa. Capelli biondi, sguardo di ghiaccio, fisico da atleta, lingua tagliente, spada affilata.
Lo scoprii a mie spese qualche mese più tardi, quando decise di darmi la caccia come Cavaliere Nero. Una donna fiera e coraggiosa, incredibilmente testarda e orgogliosa.
“Prima o poi la scriverà, quella lettera” avevo pensato.
Ma se non fosse stato per il salvataggio di André, ci sarebbe morta in quella cella… O meglio, ne sarebbe fuggita da sola, ne sono sicuro: è una donna troppo intelligente per lasciarsi ingabbiare e manovrare dagli uomini.
Ma disposta a fare qualsiasi cosa per il suo uomo.
- Adesso farò a te quello che tu hai fatto ad André! – mi gridò minacciosa, brandendo la sua spada. Ma poi desistette, il braccio destro abbandonato lungo il fianco. Uccidere un uomo indifeso e ferito avrebbe costituito un’onta troppo grande per lei o forse, semplicemente, la sua ira e il suo dolore non avrebbero trovato ristoro in un gesto di vendetta così vile e codardo. Perché di Oscar si possono dire molte cose, tranne che sia una donna vile e codarda.
- Grazie Oscar, non avrei mai creduto che mi avresti lasciato andare -
- Ascolta, non devi ringraziare me, ma André -
- Come André? – le domandai sorpreso. L’uomo che avevo privato dell’occhio sinistro non solo mi perdonava, ma pregava addirittura per la mia libertà.
- Già. E se permetti credo sia il caso di dire che ha dimostrato di essere più uomo lui del Cavaliere Nero – e se andò senza altre parole, in sella al suo cavallo bianco.
 
- Adesso ti faccio una proposta: se mi prometti di restituire al più presto i duecento fucili che hai rubato ai soldati di mio padre ti lascio libero -
- Davvero? – le chiesi incredulo.
- Come ti ho detto c’è una certa Rosalie a Parigi, le ho scritto di te, potrai restare da lei tutto il tempo che vorrai –
Io mi chiamo Bernard Chatelet ed amo Rosalie Lamorlière, la madre di mio figlio, la donna che mi è stata affidata e a cui sono stato affidato da un Comandante delle Guardie Reali.
Io mi chiamo Bernard Chatelet ed amo Rosalie Lamorlière, mia moglie, ma amerò per sempre anche Oscar François De Jarjayes, la donna che ha duellato contro di me da uomo e che mi ha vinto da donna.
 
Perché Rossana è bella, siamo così diversi.
A parlarle non riesco… le parlerò coi versi.
 
 
 
 
 
 
 
 





 
Tadaaaaaaan… Eccomi qua!
Che dire? L’idea per questa fanfiction mi sconfinfera dall’estate scorsa, ma solo ora, da brava e pigra insegnante quale sono, ho deciso di darmi questo compito per le vacanze: portarla alla luce, mettendola nero su bianco.
Ringrazio Francesco Guccini e la sua bellissima canzone “Cirano” per avermi ispirato… Spero solo di non fargli un imperdonabile oltraggio scrivendo questa fanfiction! Questo dovete dirmelo voi.
I capitoli, in teoria, sono almeno tre… Ma non è detto che non riesca a trovare nel testo della canzone (che vi consiglio vivamente di ascoltare, se non la conoscete) riferimenti ad altri personaggi maschili del mondo della nostra amata Riyoko Ikeda.
Vostra umile intrattenitrice, vi sarò eternamente riconoscente se vorrete concedermi la grazia di un vostro commento. Ed ora, bando alle ciance, ciancio alle bande, al fin della licenza… io tocco!
A presto,
fennec
 
 
  
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