Tooru
Era accaduto all'improvviso, in attesa che la campana suonasse, mentre mi crogiolavo tra le carezze e i complimenti delle ragazze dell'istituto. "Ti detesto", aveva detto senza neanche degnarmi di uno sguardo, fredda, indifferente, proseguendo spedita per il pallido corridoio del secondo piano. Non potevo crederci. Mai nessuno aveva osato umiliarmi in quel modo.
Iwaizumi e Matsukawa trattenevano a stento le risate. Nonostante non potessi vederli, sapevo bene che qualsiasi occasione per loro era perfetta per ridicolizzarmi, come se quella ragazza non avesse infierito abbastanza, mentre il gruppetto di ragazzine che pochi minuti prima era impegnato ad adularmi, aveva cominciato a parlottare giudicando in malo modo la nuova arrivata.
Yukine Kobayashi, dopo nove lunghi anni l'avevo rivista passeggiare tra i corridoi della Aoba Johsai -riconoscerla non era stato difficile, non era cambiata affatto da quando era una timida bimba di appena sette anni-. Ciò che non mi aspettavo però, era proprio quella reazione tanto indifferente, quasi disgustata oserei dire. Solitamente quando si rincontra un vecchio amico d'infanzia ci si mette a chiacchierare, raccontare ciò che è accaduto in quegli anni, o rimembrare il passato davanti ad una bella fetta di torta prendendosi in giro a vicenda per tutte le stupidaggini compiute. Lei invece mi aveva implicitamente mandato a quel paese, e pensare che mi ero anche disturbato a richiamare la sua attenzione davanti a tutta quella gente, finendo col fare una bella figuraccia davanti ai miei compagni, i quali - ne ero certo-, mi avrebbero preso tutto il tempo per i fondelli.
Peggio per lei, pensai. Dopo quella piccola sceneggiata e dopo il suo rifiuto, ero certo che fare nuove amicizie per Yukine sarebbe stato impossibile. Io mi sarei goduto la scena, ovviamente, ma non prima di aver messo a tacere il piccolo tarlo che si era insinuato nella mia mente: perché diavolo era arrabbiata con me?