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Autore: cioco_93    17/06/2021    1 recensioni
L'amore arriva quando meno te l'aspetti, anche quando la persona che scegli era l'ultima che avresti mai pensato di amare, ed era quello che era successo a Damon ed Elena. Due ragazzi, un amore che sapeva di eterno e poi una chiamata, che ha messo la parola fine a tutto, senza un reale motivo. Dieci anni dopo Elena scoprirà che non è facile dimenticare chi ti ha spezzato il cuore e che l’odio è pur sempre un sentimento, che può facilmente tornare a esser ciò che ti fa sentire viva. In una FF ispirata all'universo di Suits, tra cause legali e passione, una nuova storia Delena.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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8. Be over, or maybe not

12 gennaio 2009, Casa Salvatore, Mystic Falls

Era quasi un’ora che Elena sedeva in cucina con Stefan e per rivedere insieme il loro progetto di storia.
Avevano la consegna il giorno a seguire ed entrambi erano maniacali quando si trattava di compiti da svolgere. Per questo motivo, anche se avevano già fatto tutto qualche giorno prima, stavano ricontrollando il loro lavoro davanti a una cioccolata calda.
- Direi che per me è perfetto – commentò fiero il ragazzo.
- Ci spetta un A+ - replicò immediatamente sorridente lei alzando la mano per battere il cinque con il suo compare, quando la sua attenzione venne rapita dall’entrata in cucina di un secondo Salvatore.
- Oh guarda chi è tornato – disse immediatamente alzandosi Elena per salutare il suo ragazzo con un bacio.
- Ciao Bambi – replicò Damon staccandosi dalle sue labbra e stringendola a se – Stefan – aggiunse poi guardando di sbieco il fratello.
- Damon – ribatté scocciato al saluto il ragazzo – bhè Elena, direi che noi abbiamo finito, meglio che vada in camera mia – affermò a seguire alzandosi dal tavolo e avviandosi verso l’uscita della cucina, ma Elena lo fermò. Era stufa di quella situazione dove i due fratelli non si parlavano a causa sua, e per nulla al mondo avrebbe lasciato andare il piccolo Salvatore senza mettere in chiaro le cose.
- Basta voi due – proclamò staccandosi dal proprio fidanzato e tirando per un braccio Stefan in modo da non farlo uscire dalla stanza – vi state comportando come due bambini, cosa che non siete invece da anni – continuò severa guardandoli entrambi.
- Elena, lascia stare… - tentò di calmarla il proprio ragazzo, ma non era assolutamente nell’intenzioni della mora.
- No invece, io non lascio stare un bel niente. Voi due siete fratelli, sangue dello stesso sangue, ed è assurdo che non vi parliate a causa mia, soprattutto perché la situazione non giova a nessuno, soprattutto alla sottoscritta che deve continuare a scegliere con chi passare il suo tempo, quando potremmo stare tutti insieme a ridere e scherzare – iniziò a inveire la ragazza. Stefan a quel puntò provò a prendere parola, ma anche con lui la mora non ebbe pietà e gli fece cenno di stare zitto per continuare la sua ramanzina – Guardatemi, sono piena di brufoli e il sedere mi è diventato enorme. Ho dovuto prendere i pantaloni con l’elastico, perché a furia di abbuffarmi per lo stress che voi due mi causate sto ingrassando a dismisura – concluse finalmente guardandogli supplichevole.
- In verità io ti trovo bene con qualche kg in più – provò a scherzare Damon per alleggerire la tensione, ma ovviamente ottenne l’effetto contrario.
- Damon non sono in vena di battute se non ti fosse chiaro. Smettila di usare i tuoi scherzi e il tuo sarcasmo per far sembrare che non t’importi. Perché sappiamo benissimo entrambi, che il fatto che tuo fratello non ti parli, ti fa sentire uno schifo. Quindi ricaccia il tuo orgoglio e parlagli davvero di come questo ti fa sentire – lo riprese subito Elena, per poi volgere la sua attenzione a Stefan.
- E tu, piantala di credere che tuo fratello sia il male per me, perché non lo è, io sto bene, e so che tu ti preoccupi per me perché mi vuoi bene, ma la questione di con chi io voglia stare, riguarda solo e soltanto me. Quindi smettila di fare il bambino, perché nessuno ti ha fatto un torto – ruggì contro il suo migliore amico – e ora, con il vostro permesso, me ne vado a casa, perché mi avete entrambi rotto – affermò per finire e uscì furibonda dalla cucina, lasciando i due fratelli increduli di quel fiume di parole.
- “In verità io ti trovo bene con qualche kg in più”.? Davvero Damon, come ti è uscita.? – domandò a quel punto ridente Stefan per smorzare la tensione.
- Giuro che è la prima cosa che mi è venuta in mente – rispose imbarazzato il moro grattandosi la testa – Comunque Elena ha ragione. Faccio finta di niente, ma mi manchi Stef. La tua opinione per me ha un peso, e sapere che non ti fidi di me, fa male – ammise a seguire il ragazzo buttando giù tutto il suo muro di sarcasmo.
- Io non credo che tu sia il male per lei. Non l’ho mai pensato, solo che…non so nemmeno io perché abbia reagito così – replicò Stefan avvicinandosi al fratello e porgendoli una mano – Che ne dici se superiamo la cosa e andiamo avanti.? – chiese a quel punto.
- Direi che mi pare un’ottima idea. Partita alla play.? – propose Damon stringendoli la mano, e finalmente tornò il sereno.

Presente

Come una folata di vento durante le giornate primaverili, così il tempo passò da quanto avevo iniziato a frequentare ufficialmente Liam e in men che non si dica l’inverno fu agli sgoccioli, e in quelle giornate di metà marzo l’aria della primavera era già alle porte.
Dopo la chiusura del caso di Klaus, vinta anche in aula, Damon e io non avevamo ancora avuto il coraggio di dire a Rick ed Hayley che non avremmo più collaborato insieme, ma caso volle, che in quelle settimane fummo presi da altro. Il moro si preoccupò di alcune vendite e acquisizioni per alcuni dei suoi clienti, cose semplici che non richiedevano altro che delle sue veloci revisioni delle proposte, mentre io fui indaffarata con alcune questioni legate ai miei vecchi clienti di Philadelphia.
Insomma, tutto stava tornando alla normalità e il tempo che io e Damon passavamo insieme, si ridusse a delle semplici chiacchiere in pausa caffè in presenza di terzi, o al condividere la sala meeting durante le riunioni dello studio.
Ma come oramai ero abituata, quando sembrava che il peggio fosse passato, qualcosa bussava alla porta, e cambiava le carte in tavola.
- È permesso.? – sentì chiedere a una voce femminile alla mia porta.
- Liv.!! Ma certo, ma che bello vederti – replicai immediatamente io non appena riconobbi la ragazza, alzandomi dal divano per andarla ad abbracciare. Si trattava di Liv, una vecchia amica mia e di Bonnie dei tempi di Harvard.
- Ne è passato di tempo – commentò lei ricambiando l’abbraccio.
- Cosa ci fai qui.? Pensavo fossi oramai una donna di Venice Beach – chiesi curiosa facendole cenno di accomodarsi.
- Già, ma poi mi sono innamorata di un newyorkese, ed eccomi qui nella grande mela – replicò sorridente – città nella quale vedo sei approdata anche tu, con tanto di ufficio – aggiunse cordiale guardandosi attorno.
- Alla fine il mio piano ha funzionato – dissi con entusiasmo – ma seriamente, cosa ci fai nel mio studio.? Il mio numero ancora ce l’hai, non credo tu sia venuta qua solo per propormi un caffè - le feci notare perplessa.
- Hai ragione, per quanto mi faccia piacere vederti, ammetto che sono qui perché ho bisogno di aiuto – ammise con sguardo preoccupato la bionda.
- Raccontami tutto – la spronai e la ragazza fu un fiume in piena.
Disse che l’avevano incastrata accusandola di inside training, ma per quanto lei si dichiarasse innocente, il massimo che era riuscita ad ottenere era un accordo con gli avvocati dell’accusa di 11 mesi di carcere al posto dei 7 anni richiesti dal dipartimento di giustizia. Aveva 48 ore prima di presentarsi alle prigioni, ma prima di arrendersi voleva provare a giocare la sua ultima carta: me.
- Liv, io non so se posso aiutarti… sono solo un’associata del terzo anno, questo è un caso grosso, soprattutto se si rivelasse vero – cercai di farle capire davvero dispiaciuta.
- Elena io non so cosa ci sia dietro, ma io sono innocente. Il tuo studio è uno dei migliori della città e mi fido di te. Ti prego… mi dovrei sposare a fine agosto – mi supplicò prendendomi le mani e io non seppi più cosa rispondere.
- Dammi due ore. Vedrò cosa posso fare, ma non posso assicurarti niente – affermai a quel punto per darmi del tempo per riflettere.
Liv mi ringrazio e senza aggiungere altro uscì dal mio ufficio, lasciandomi sola in balia dei miei pensieri. Era un caso rischioso e io non potevo svolgerlo da sola, ma ne Hayley ne Rick avrebbero accettato di collaborare su una cosa del genere. Avevo solo un’opzione, anche se quest’ultima, non mi piaceva per niente.
Nonostante ciò presi coraggio, e mi diressi direttamente nella tana del lupo: l’ufficio di Damon.
La porta era già aperta, quindi feci per entrare con non chalance, quando mi accorsi che il ragazzo era al telefono, mentre fissava fuori dalla vetrata.
- Rose, lo sai è lavoro – lo sentì dire – Non è che non m’importa, ma te l’avevo detto che avrei avuto probabilmente un metting sul tardi, essendo che il cliente arriva direttamente da Toronto – aggiunse dopo qualche minuto di silenzio. Stavano decisamente discutendo, motivo per cui decisi di far notare la mia presenza bussando alla porta.
Il ragazzo si girò di scatto e non appena mi notò fu piuttosto incredulo nel vedermi nel suo ufficio, cosa che non capitava da settimane.
- Ora ti devo lasciare – affermò quindi sbrigativo e chiuse la chiamata.
- Potevi continuare, al massimo passavo dopo – dissi ancora incerta sul da farsi.
- Non ti preoccupare, meglio così – commentò lui facendo cenno di sedermi alla scrivania, mimando il mio gesto – Non varchi quella porta da quasi un mese… che succede Elena.? – mi domandò a bruciapelo il ragazzo.
- Ho un caso – proclamai cercando le giuste parole – è per un’amica, che mi ha chiesto di farlo gestire dal nostro studio essendo che siamo i migliori. Mi ha chiesto di aiutarla e di fare tutto il possibile per tirarla fuori da quella che ha detta sua è un’accusa fasulla – iniziai a spiegargli tendo il fascicolo stretto tra le mani.
- Elena, perché sei qui.? – mi chiese nuovamente serio il moro, in modo che fossi più specifica.
- È un caso rischioso, Hayley e Rick non l’accetterebbero mai, ma io la voglio aiutare, ma da sola non posso. Ho bisogno di un socio che collabori e si fidi di me – entrai maggiormente nei dettagli.
- Avevamo deciso che non possiamo lavorare insieme -mi fece notare immediatamente Damon con sguardo divertito ma luccicante. Uno sguardo che non vedevo da tempo.
- Sto guarendo, quindi non guardarmi in quel modo – replicai mentendo spudoratamente, incrociando le braccia al petto. Avevo troppo bisogno di lui per quel caso.
- Quale modo? – domandò lui come se non sapesse di cosa parlassi
- Quel modo, il nostro modo – dissi muovendo la mano per indicare il suo sguardo. Conoscevo bene quel tocco di malizia e divertimento che traspariva dai suoi occhi - Ti ho dimenticato – ribadì.
- Beh anche io – commentò a quel punto lui con alzata di spalle.
- Davvero? – chiesi facendo trasparire involontariamente la mia delusione.
- No – confessò lui ridente, come se questa assurda situazione lo divertisse.
- Oh. Io invece sì, ti ho dimenticato – ribattei facendo finta che non m’importasse.
- Va bene anche io – disse lui prendendomi chiaramente in giro.
- Se hai appena detto... sta zitto – cercai di riprendere il controllo della situazione – penso ancora che lavorare insieme non sia giusto, ma io le credo, e se voglio davvero aiutarla, ho bisogno di te Damon. Tutti sanno in questo studio che sei l’unico che è disposto a prendere anche i casi più impensabili, e soprattutto che sai come vincergli  anche al filo della legalità e io ho bisogno di questo – confessai pronta a riceve un clamoroso no come risposta, ma come al solito il maggiore dei Salvatore decise di accettare il rischio.
- Dammi il fascicolo e dimmi quello che sai – proclamò allungando la mano in attesa dei documenti.
- L’accusa è che abbia acquistato 10 milioni di dollari della Lunardi Farmaceutical, e che il giorno dopo, con l’approvazione dell’FDI, ha visto il pacchetto schizzare a 30 milioni. Lei dice che ha acquistato il pacchetto azionario per la Kimbol and Morello, sulla base di un bollettino informativo fornito da loro, ma il dipartimento ha indagato e non ha trovato niente – gli spiegai passandogli il fascicolo – Gli avvocati della Morello gli hanno proposto un accordo di 11 mesi di carcere al posto dei 7 anni proposti dal dipartimento di giustizia, in modo da insabbiare lo scandalo, a patto che ammetta che lo scambio sia stata un’idea sua – aggiunsi a seguire per dargli più informazioni possibili.
- Tu le credi.? – domandò il moro cercando il mio sguardo.
- Conosco Liv, è brava nel suo lavoro, ma è una gioca pulito, questo non l’avrebbe mai fatto – affermai sicura della mia amica.
- Allora mettiamoci all’opera, abbiamo tutt’altro che un caso facile tra le mani – proclamò Damon e io non potei che esserne più grata.

- Elena tutto bene.? – mi chiese gentile Liam destandomi dai miei pensieri.
Eravamo a casa sua, precisamente sul suo divano a guardare una qualche serie tv su Netflix, ma effettivamente io con la testa non c’ero, ma non sapevo manco io dove fossi.
- Si, si scusa, e che stavo pensando alla mia amica Liv… Ho accettato il suo caso, ma nonostante questo lei tra due giorni dovrà presentarsi in carcere. È uno schifo – inventai su due piedi. Non che non fosse vero, ma in verità il mio cervello stava pensando a più cose contemporaneamente.
- Vedrai che la tirerai fuori di lì – disse lui rubandomi un dolce bacio – E poi sbaglio o lavorerai con occhi di ghiaccio.? Lui mi sembra davvero bravo – commentò a seguire riferendosi a Damon.
- Già – sospirai pesantemente. Pur di salvare Liv avevo chiesto il suo aiuto e già me ne pentivo, per quanto fosse stata la scelta più giusta.
- Posso chiederti una cosa.? – domandò a seguire quasi con toni spaventati dalla mia reazione.
- Certo, che succede.? -replicai guardandolo curiosa.
- Tra te e l’altro avvocato, c’è stato qualcosa.? – chiese spiazzandomi totalmente.
- Noi…- inizia a cercare le parole. Non volevo mentirgli, ma era difficile esser del tutto sincera – Ci conosciamo da quando siam bambini, le nostre famiglie erano molto amiche e si… al liceo c’è stato qualcosa, ma parliamo di più di dieci anni fa – spiegai cercando di rendere la cosa più leggere possibile – Perché.? – ribattei poi a seguire perplessa di quella domanda.
- Lui ti guarda in un modo strano… non so, come se fossi sua – affermò Liam perplesso.
- Lui… è solo molto protettivo – inventai su due piedi – in più si sta per sposare – aggiunsi per rendere la cosa più credibile.
- Allora posso stare tranquillo – replicò lui sorridente strappandomi un bacio e tornò a concentrarsi sulla tv, lasciandomi abbastanza spiazzata. Liam mi piaceva, davvero, ma il fatto che lui si sentisse tranquillo dalla mia banale spiegazione, non tranquillizzava sicuramente me.

Quando la mattina seguente entrai in studio trovai un’esuberante Lexi aspettarmi alla reception.
- Quanto buon umore – le feci notare immediatamente – che succede.? – le chiesi curiosa del suo immenso sorriso a 32 denti.
- È ufficialmente arrivato l’invito – proclamò come se io sapessi di cosa stesse parlando.
- L’invito di cosa.? Per la Casabianca.? Per un Royal Wedding di cui non sono a conoscenza.? – chiesi perplessa del suo comportamento.
- Ma no Elena, l’invito per l’annuale party dello studio – affermò lei sventolandomi una busta d’orata davanti agli occhi – Una serata di ostriche e champagne, per tutti i dipendenti dello studio e soprattutto per tutti i nostri clienti – specificò a seguire notando il mio sguardo spaesato, passandomi l’oggetto del discorso.
- Wow è una cosa grossa, non ne sapevo niente – replicai guardando l’elegante invito, nel quale s’informava che il venerdì della settimana a seguire si sarebbe svolto l’evento al Equinox Hotel Hudson Yards, uno degli hotel più esclusivi di New York ovviamente.
- Il tuo invito è già sulla scrivania nel tuo ufficio – disse lei distogliendomi dalla lettura – comunque parlando di cose serie, Damon mi ha chiesto di dirti che ti aspetta – aggiunse a seguire con un’alzata di spalle.
- Nuovo caso, vecchie abitudini – replicai con un sospiro e finalmente mi diressi verso il mio personale patibolo. Ovviamente passai prima a lasciare i miei averi alla scrivania, ma in 5 minuti varcavo già la porta dell’ufficio del maggiore dei Salvatore, dove trovai però una lieta sorpresa.
- Stefan.! – urlai estasia correndo ad abbracciarlo.
- Ecco la mia migliore amica numero due – replicò lui ricambiando il gesto d’affetto.
- Come numero due.? Scusa, chi diamine sarebbe più importante di me.?? – domandai subito rabbuiata guardandolo torva.
- Nessuna, ma è sempre divertente prenderti in giro – rispose lui scoppiando a ridere.
- Sisi, siete degli amici davvero fantastici – c’interruppe Damon portandoci alla realtà.
- Buongiorno anche a te Mr simpatia – lo schernì io guardandolo male.
- Sei in ritardo – mi fece immediatamente notare lui.
- Non avevamo un orario, quindi mi sono presentate alle 9 come sempre Damon – lo rimbeccai immediatamente. Era l’incarnazione dell’insopportazione quando agiva in quel modo, ma purtroppo conoscendolo, sapevo bene anche a cos’era dovuto.
- Bene, data l’atmosfera io è meglio che vada – commentò semplicemente Stefan in evidente disagio – Ti passo a prendere alle 20.00, scrivimi solo se sei qui o a casa – aggiunse poi rivolgendosi alla sottoscritta.
- E se io avessi impegni.? – gli chiesi divertita.
- Cancellali, il tuo migliore amico è in città, non può esserci qualcosa di più importante – replicò fingendosi offeso – Damon- disse a seguire cambiando i toni rivolgendosi a suo fratello a modi saluto.
- Stefan – replicò serio lui e il piccolo Salvatore uscì dalla stanza.
- Andiamo, per cosa avete discusso questa volta.? – domandai a bruciapelo non appena fummo soli.
- Niente che abbia voglia di condividere – ribatté semplicemente il moro.
- Damon… - lo richiamai cercando di addolcire i toni. Ero fin troppo consapevole che fossi io la causa della loro ennesima situazione.
- Ti ricordi quando abbiamo deciso di non parlare del personale.? – mi fece notare tagliente il ragazzo.
- Allora dimmi perché mi hai chiamata in ufficio oppure me ne ritorno alla mia scrivania a lavorare – ribattei a quel punto acida anch’io.
- Abbiamo degli sviluppi sul tuo caso. Vai a prenderti la giaccia, io ti aspetto giù alla macchina – disse sempre più distaccato il moro, per poi prendere il suo giubbotto e passarmi davanti, uscendo dal proprio ufficio.
Qualunque fosse stato il motivo del litigio, questa volta era decisamente grave.

Buonasera mondo.!!!
Scusate il mio ritardo, ma ho letteralmente perso la percezione dei giorni in queste settimane dato che non mi sono mai fermata, e non mi ero accorta fosse mercoled XD
Comunque, escludendo il mio esser svampita, eccomi di nuovo qui qualche settimana più in là rispetto a dove avevamo lasciato i nostri Delena.
La storia di Klaus è stata vinta, i ragazzi non collaborano più insieme e stanno cercando di andare avanti con le loro vite. Damon preso dal proprio matrimonio, Elena invece dal suo nuovo ragazzo Liam. Tutto sembra tranquillo, ma ecco che Elena si ritrova danvanti a un caso a cui non può dire di no, ma ha bisogno di una mano, e chi se non il nostro Salvatore maggiore.? Ora, come avrete potuto intuire la loro è una situazione davvero strana, e anche il battibeccho (ripreso spudoratamente da Grey's Anatomy) era intenvo a farvi capire come entrambi vivano in contrasto con i propri sentimenti. So che vi starete chiedendo "ma se tutti e due provano qualcosa, perché semplicemente non mandano tutti a quel paese e stanno insieme.?". Semplice, gli Elena e Damon di questa FF, non sono dei ragazzi, sono delle persone adulte. Sono delle persone che in 10 anni si sono rifatte una vita, soprattutto Damon, e a 30 anni non mandi tutti a quel paese perché "provi qualcosa" di indefinito verso un'altra persona. Non se se mi sono spiegata. Il concetto è, non sono più degli adolescenti dove "ferire" qualcuno di terzo è facilmente passabile.
Comunque, Damon accetta il caso, nonostante il loro accordo di non lavorare più insieme, Elena cerca di tranquilizzare Liam sul loro rapporto, ed ecco che riappare Stefan, creando di nuovo tensioni tra i nostri Delena. Perché.? Lo saprete sabato ;)
Grazie come sempre a tutti quelli che mi leggono.!!
Un grosso bacio 
A.

PS: in questo capitolo ho racchiuso ben due citazioni di Grey's, precisamente nel Flashback da un episodio della 5° stagione, mentre nell'ufficio di Damon dalla 2° Stagione

 
  
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