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Autore: sallythecountess    17/06/2021    0 recensioni
Continuano le avventure dello stralunato Ian e della sua folle V. Riusciranno questa volta ad affrontare la vita matrimoniale e la prole?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo: un viaggio
Trascorremmo le nostre ultime ore da soli, perché non volevamo nessun’altro. Io provai a spiegare alle bambine che non ci saremmo visti per un po’, ma loro non capirono molto e dopo dieci minuti avevano già dimenticato tutto. Per l’ultima notte decisi che avrei passato il tempo a giocare con loro e a inventare le nostre storie, e così feci. Ci addormentammo a notte fonda, e quando spensi la luce Ariel sussurrò piano “Dio quanto mi mancherai…” facendomi versare una lacrimuccia.
Anche il saluto in aeroporto fu parecchio penoso, ma fortunatamente le due scalmanate neanche se ne accorsero. Lei e io invece avevamo gli occhi lucidi e anche la voce rotta.
“Sei mesi…” le sussurrai prima di imbarcarmi, e lei annuì soltanto.
“Mi raccomando stai attenta amore…” le sussurrai, totalmente commosso e lei seria si asciugò una lacrima e disse “hey, sta’attento tu” facendomi ridere. Salii in aereo sconvolto, e poi proprio quando stavo per spegnere il cellulare vidi che mi aveva inviato un video. Lo scaricai, così da poterlo vedere offline e credetemi fu un enorme errore.
Ariel aveva deciso di giocare sporco, così aveva messo insieme un po’ di nostri ricordi belli da morire. La prima foto mi fece sorridere, anche se nessuno avrebbe potuto capire che avesse un valore speciale, ma era quella che lei aveva postato sui social per ufficializzare il nostro fidanzamento. Era della mia proposta di matrimonio che poi aveva coinciso con un momento storico della nostra vita a due. Siete pronti? Adesso ve lo posso anche raccontare.
Vi ricorderete, forse, che era stata lei a chiedermi di sposarla, con l’anellone di caramelle. In seguito, una volta che mio padre si era svegliato, lo avevamo ufficializzato alla sua famiglia, che non ne era stata particolarmente entusiasta. O meglio Raul sì, Molly era andata a cercare non so esattamente cosa, ma era rientrata tutta allegra con delle foglie d’edera che aveva usato per avvolgere insieme il mio braccio sinistro e il suo, mentre pronunciava parole che non capii. Ariel aveva sorriso entusiasta. A me, onestamente, scatenò l’orticaria quell’edera sulla pelle, ma feci finta di nulla perché mi sembrava scortese grattarmi. E poi, ovviamente, non fu il prurito la cosa peggiore di quel giorno. Isabelle e Angus…avevano urlato, mi avevano offeso e avevano litigato con lei, ma tanto ormai era sempre così con loro e avevo anche smesso di offendermi.
Insomma eravamo una coppietta felice che stava per sposarsi, ma anche per separarsi, se ricordate la storia, quindi non avevamo potuto annunciarlo ai nostri amici di persona. Lo dissi a Josh e Jeff via skype e neanche loro impazzirono dalla gioia, se devo essere sincero, ma almeno furono di supporto. Volevo trovare un modo carino per darle l’anello, ma non avevo davvero tempo per organizzare una cosa speciale, così la sera prima della sua partenza la raggiunsi e lo infilai nel suo zaino. Lei era distratta e indaffarata, così le dissi piano di controllare se avesse il caricabatterie del computer e sapete cosa fece? Mi rispose male. Ruggì che “…malgrado fosse una donna, era in grado di fare uno zaino, e non le serviva supporto per cose così banali.”
Simpatica, eh? Purtroppo questa cosa degli stereotipi di genere era andata soltanto peggiorando con il tempo. Le spiegai che non era una questione di genere, ma solo di sicurezza, perché ci tenevo a vederla e a sentirla sempre e quindi volevo essere certo che avesse tutto ciò che serviva. Si seccò, ovviamente, e prese lo zaino un po’ scocciata, ma poi mi sorrise.
“Insomma mia amata Miss V, ci abbiamo girato intorno un po’ troppo, ma doveva pur arrivare questo momento…” le dissi, facendo per inginocchiarmi, ma lei asciugandosi una lacrima rispose agitata “no, no ti prego. E’ un clichè molto degradante per gli uomini, non inginocchiarti ti prego…” ed io rimasi molto stupito, perché per una volta non ero stato sessista, ma non dissi nulla e le sussurrai piano “Ho imparato dai miei errori: non è un diamante vero, è fatto in laboratorio. Non vale molto, ma non è stato ottenuto violando i diritti di qualcuno, non è una risorsa limitata e…non è speciale, almeno per gli altri. Per me, rappresenta il simbolo di un sogno Ariel, di una cosa che desidero con tutta l’anima da tantissimo tempo, perchè il mio dimante unico e prezioso sei tu, lo sai…”
Lei mi strinse fortissimo e iniziò a baciarmi senza dire una parola e a togliersi i vestiti, ma io le dissi piano “non ho ancora detto quello che avevo da dire, trattenga la lussuria, signorina V…” e lei ridendo rispose “sì, Ian…” ma io seccato scossi la testa.
“Insomma puoi aspettare il tuo turno e dire quello che devi dire nel momento giusto? Grazie” le dissi seccato e lei fingendo un colpo di tosse borbottò “sessista…” ma io risi e dissi solo “Vorrei riscrivere il finale di Miss V e poter dire che i protagonisti finirono per sempre felici e contenti, anche se forse in termini narrativi è meglio un finale aperto. Però Ian e V si amano ed è un enorme peccato tenerli lontani. Ad ogni modo... vorrebbe sposarmi signorina V?”
“Adesso ho il permesso di parlare?”chiese ironica, e poi stringendomi sussurrò “sì Ian, voglio essere tua moglie…” facendomi sorridere.
Abbandonammo i bagagli in quel momento, e facemmo l’amore con moltissima tenerezza e solo molto dopo Ariel aveva rimesso la scatola con l’anello nello zaino e aveva scattato quella foto. 
In seguito quando aveva scoperto di essere incinta, non era stato semplice capire esattamente quando fosse successo, perché sapete eravamo appena tornati insieme e ci amavamo parecchio, eppure dato che quella data era nell’intervallo possibile del concepimento, avevamo deciso di considerare per convenzione quella notte speciale come la notte in cui avevamo messo al mondo le nostre ragazzine.
Sdolcinato? Beh aspettate di vedere la foto successiva. Quanto aveva giocato sporco la mia signora. Aveva scelto una del nostro matrimonio, in cui ballavamo insieme e a me venne un sorriso bellissimo. Lo volete sapere com’era stato il nostro giorno speciale? Strano e anche divertente. Avevo fretta di sposarla, perché non volevo avesse la pancia, così dopo il suo ritorno anticipai tutto e fortunatamente riuscii anche a trovare il prete, che per mia madre era fondamentale. Ariel come sapete non era la classica donna che sognava il matrimonio perfetto, tant’è che comprò il suo abito da sposa in un Charity Shop per settanta sterline, e mia madre si lamentò moltissimo del fatto che non sembrasse una sposa, perchè non aveva voluto neanche un truccatore e un parrucchiere professionista. Però non era vero, ed era bellissima, anche se semplicissima con i suoi fiori nei capelli e un filo di trucco.
 Ero stato io a organizzare tutto: avevo affittato una piccola villa nel distretto dei laghi, chiesto di predisporre un gazebo e mille luci in riva al lago e organizzato anche una super sorpresa, che l’aveva commossa. Quando giunse il pomeriggio del nostro matrimonio, ovviamente, ero sconvolto, ma lei invece era felice e bellissima, anche con un vestito da settanta sterline. Era molto semplice e aveva soltanto dei fiori nei capelli, e cosa strana, molto meno emozionata di me. Il rito fu lungo, perché oltre al caro padre O’Malley idolo di mia madre, anche Molly volle farci una benedizione, ma noi non riuscivamo a smettere di sorridere e non ce ne fregava assolutamente nulla.
Durante la cena, però, lei scomparve per un attimo e riapparve al microfono del piccolo gazebo che avevamo organizzato per il gruppo che suonava. Con un sorriso speciale annunciò che lei e il suo gruppo volevano dedicarmi una cosa, e così abbandonai tutto e mi sedetti accanto a lei sull’erba. Mi cantò un po’ di canzoni tenere di quelle che piacciono a me, grazie al cielo, con enormi occhi bellissimi, e poi posò la chitarra e sussurrò al microfono “il brano che segue, è un ricordo. Scusate se è noioso…”
Mi aspettavo la nostra canzone, onestamente, quella del Tower Bridge, ma lei mi prese per mano e scalza iniziò a ballare con me nell’erba uno dei brani del mio pianista preferito, ricordate? Quello del concerto di Hyde Park. Mi vennero letteralmente i brividi, esattamente come in quel momento, ma lei sussurrò piano che ci aveva messo una vita per convincere Nigel a imparare quel repertorio nuovo, e che dovevo cercare di non giudicarlo troppo severamente. E così mentre ci godevamo quel momento, successe una cosa assurda, che mi fece pensare per un attimo che lei e sua nonna fossero davvero delle streghe. Vedete, avevo scelto quella villa, perché sapevo che nel giardino in piena notte arrivavano le lucciole. Capitava che apparissero durante i matrimoni, ma il proprietario mi aveva assicurato che ci sarebbero state sicuramente dopo, quando gli ospiti e il personale avessero liberato tutto e spento le luci, così mi immaginavo che avrei potuto portarla lì per la nostra prima notte. E invece per il nostro primo ballo insieme apparvero. Non molte, giusto qualcuna, ma mi sembrò una vera magia, ve lo confesso. Poi scoprii che era stato il wedding planner a gestire quella cosa, ma fu un momento speciale comunque.
Le foto successive erano bellissime, ovviamente. Il nostro viaggio di nozze in Spagna, la nascita delle piccole, e me con loro addosso e anche Ody e Olly arrampicate addosso a Sprikles o che dividono il gelato con Buck. C’era tanto amore in quelle foto, e io pensai solo che ero molto fortunato ad averle, ma non avrei mai potuto immaginare che mesi dopo ogni cosa sarebbe stata diversa.
Nota:
Eccomi, come promesso. Lavorerò soltanto a questa storia nelle prossime settimane quindi spero di poter ripagare la vostra pazienza, offrendovi degli aggiornamenti più frequenti, contente? Allora vi è piaciuto il loro matrimonio? Fatemi sapere, vi aspetto!
   
 
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