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Autore: sallythecountess    18/06/2021    0 recensioni
Continuano le avventure dello stralunato Ian e della sua folle V. Riusciranno questa volta ad affrontare la vita matrimoniale e la prole?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo: tornare in California
Mi commossi un po’ durante il viaggio, ma poi riuscii ad addormentarmi e mi svegliai all’arrivo. Ovviamente volevo solo chiamarla, dirle che ero morto per quella sorpresa, che adoravo quello che avevamo, ma ragazzi era piena notte in Inghilterra, così mi trattenni. Feci i controlli e telefonai ai miei due autisti personali, che erano venuti a prendermi in aeroporto. Jeff e Josh furono felicissimi di rivedermi, e onestamente anche io di rivedere loro. Jeff era rimasto sempre lo stesso, e non riusciva a tenersi una donna neanche pagandola, ma diceva di non volerla. Josh, invece, mi fece una strana impressione, mi sembrò triste, ma quando gli chiesi informazioni cambiò argomento e iniziò a prendermi in giro.
“Allora sei mesi da solo, eh? Sei sempre il solito, che fortuna sfacciata!” mi disse ridendo e io sorrisi soltanto, ma non mi quadrava quel discorso. Le ultime volte che ne avevamo parlato, lui era molto innamorato di Stella e adorava suo figlio. Non era il classico spaccone che fa le battute sulla libertà (come Jeff, per intenderci) e mi accorsi che qualcosa nettamente non andava, ma non ebbi molto tempo per pensarci, perché suonò il mio cellulare.
Mi illuminai, ve lo giuro, perché dopo tutte quelle foto e quei ricordi, avevo solo voglia di sentirla, così le risposi con tanta dolcezza e lei rimase un attimo perplessa e disse a voce bassissima “Sei arrivato Ian? Ti hanno fatto passare i controlli? Hai i bagagli?”
“Sì amore, sono in auto- risposi allegro- e volevo sentirti, perché il regalo che mi hai fatto è splendido. Però non volevo svegliarvi…”
“Pensi davvero che abbia dormito?” mi rispose ridacchiando e poi aggiunse “…dai scrivimi quando sei a casa, così finalmente potrò riposare” ma io volevo parlarle, così le dissi che l’avrei richiamata dopo.
“Uh ma siete davvero ancora in questa fase? Complimenti…” mi disse Josh un tantino troppo sarcastico, e Jeff commentò che avrebbe dovuto modificare la prenotazione per lo strip club, facendomi sentire un tantino inadeguato.
“Scusa ma da quando te ne vai in giro per club tu? E Stella? E Martin?” chiesi un po’ troppo rigido e Josh scuotendo la testa ribattè “Stella sta con il suo capo adesso. La bella animalista bionda piena di ideali ha lasciato il posto alla stronza, arrivista, insoddisfatta del povero marito, che ha scelto di fare carriera scopandosi un sessantenne. Quindi adesso vedo mio figlio di tre anni solo due weekend al mese e una sera alla settimana, e non è stasera.”
Mi vennero i brividi sentendo quella frase, ve lo giuro. Pensai soltanto che dovesse essere incredibilmente crudele e dolorosa quella situazione e ancora una volta mi venne voglia di stringere la mia bella animalista bionda e piena di ideali e le mie figlie.
“Dev’essere davvero tremendo…” gli dissi, con l’espressione costernata e lui per un attimo smise di ridacchiare come un coglione, e sconsolato si strinse nelle spalle. Per un secondo solo Josh abbassò la maschera e si mostrò addolorato, poi Jeff fece un commento stupido e tutto finì. Josh riprese a fare il “macho arrogante” per usare una terminologia di V, e ripetè le solite stupide frasi che dicono gli uomini con il cuore spezzato.
“Mille volte meglio solo, comunqe. Era una rompipalle tremenda, costantemente insoddisfatta. Mai più una moglie, davvero…” rispose, ma con uno strano entusiasmo, che mi fece sembrare le sue parole un’enorme bugia.
“Io penso che crollerei. Insomma, ok, l’amore finisce, ma non potrei vedere le mie figlie così poco…” confessai onesto e in quel momento lo sguardo di Josh tornò sincero e annuì soltanto.
“E’ parecchio dura, soprattutto perché è molto piccolo e non sempre capisce perché il padre non è a casa. A volte, però, corrompo la tata e vado a prenderlo io al nido, così riusciamo a passare almeno un’oretta insieme…”
Ragazzi mi fece una pena infinita quella frase, e lo sguardo che ci scambiammo fu incredibilmente eloquente. Probabilmente ero la prima persona con cui si era concesso di mostrare debolezza e io gli sorrisi soltanto, mettendogli una mano sulla spalla.
“Sì ma basta con tutta questa disperazione paterna, eh!Anche perché l’amico qui fa tutto il disperato, ma ha lasciato la moglie e le figlie in un altro continente. Papà dell’anno…” commentò Jeff, che si riconfermò un coglione integrale.
“Beh fa il marito a distanza, non credo ci sia niente di meglio. La sente un paio d’ore al giorno, e poi è libero. Credo sia il sogno di qualsiasi uomo…” aggiunse Josh.
Sì, era la fiera del qualunquismo quel discorso, così risposi solo “come no. E quando ti metti a letto e nessuno ti chiede di accarezzarla o stringerla? Quando rientri a casa e nessuno ti chiede come stai? Quanto può essere brutto?”
Josh si portò una mano al viso scuotendo la testa, ma la soluzione di Jeff la immaginate, vero? Una bella spogliarellista per alleviare la solitudine.
“Ti scalda il letto quando ti senti solo, la paghi e non devi più vederla dopo…” concluse contento, ma io scossi solo la testa.
“Non hai mai pensato che l’origine di questo tuo disprezzo per le donne possa derivare da problemi con tua madre? O magari nascondere una latente omosessualità?” gli sparai a bruciapelo con fare serissimo, e lui mi fissò sconvolto e minacciò di picchiarmi, però io e Ariel ci eravamo spesso chiesti perché si comportasse così da idiota ed eravamo giunti molte volte a considerare quell’ipotesi.
“Non era mica un giudizio o una critica, eh. Volevo solo darti uno spunto di riflessione, perché abbiamo tantissimi amici di ogni orientamento sessuale, e sono stato al Pride un sacco di volte, ma tu resti l’unico odiatore seriale di donne che ho mai incontrato…” aggiunsi serio, ma lui continuò a minacciare e urlare, mentre io e Josh ci chiedevamo se fosse mai stato innamorato di me o di lui.
 Glielo dissi e per un po’ rimanemmo a prenderlo in giro, ma poi arrivammo al vialetto di casa mia e fu davvero un’emozione tornarci.
Ve la ricordate, vero, la mia villa californiana? Avevamo deciso di tenerla, ma non ci avevamo mai fatto nulla, quindi era rimasta disabitata per anni. L’avevo lasciata in manutenzione ai due autisti scapoloni incalliti e non avevo idea di cosa aspettarmi. Però era ancora in piedi e sembrava pulita dall’esterno, quindi forse c’era una speranza di non trovarci un branco di spogliarelliste dentro.  E poi con un sorriso entrai, pensando solo a quanto quelle due matte si sarebbero divertite in piscina e in giardino con i loro inseparabili amici a quattro zampe, ma fu un colpo al cuore rivedere quelle stanze, e mi venne da sorridere pensando a lei che suona la chitarra con Nigel sul divano, a noi che facciamo l’amore per la prima volta nella vasca, alle liti tra noi e con la band e anche al momento in cui lei è uscita dalla mia porta per l’ultima volta. Dio, ero davvero convinto che sarebbe stato un per sempre, e invece grazie al cielo il destino ci aveva messo lo zampino.
“Allora, sei soddisfatto? Hai visto che è perfetta?” Mi chiesero ed io li ringraziai, ma volevo togliermeli dai piedi e capii che non sarebbe stato semplicissimo, così dissi che dovevo chiamare mia moglie, e che li avrei raggiunti io al bar per cena, così mi beccai qualche altro insulto, ma finalmente rimasi da solo.
 
Capitolo: un divorzio
Appoggiai la valigia in camera e sospirai, sorridendo. Quella stanza era piena di ricordi e così aprii la vasca e presi il cellulare.
“A casa?” mi sussurrò pianissimo, con la voce che aveva quando la svegliavo mentre dormiva, e io annuii soltanto e le dissi quanto fosse strano per me essere di nuovo in quel luogo.
“Ho ancora più voglia di stare con te, ci crederesti?” le dissi languido, chiudendo gli occhi, e lei rispose ridendo che avrei dovuto conservare tutto per la nostra prima notte insieme in quella casa.
“Sarà strano rifare l’amore in quella vasca, ma magari bello come la prima volta…” aggiunse ed io me la immaginai a letto sorridente e sorrisi anche io.
“Sai, penso di aver sottovalutato quanto mi saresti mancata…” le dissi serio e lei sussurrò piano che era passato troppo poco, ed era normale che adesso facesse più male.
“Siamo ancora nella fase dell’addio Ian, devi ancora strappare il cerotto. Presto la ferita guarirà e ti creerai una nuova routine senza di noi…” aggiunse pianissimo e io le risposi che sarebbe stata dura.
“Lo spero, perché sarebbe davvero brutto se scoprissi di stare meglio senza di noi…” concluse.
Ne parlammo per un po’, e io le sussurrai molto piano parole dolci perché volevo farla addormentare. Era rilassata, con gli occhi chiusi, accoccolata con le bambine, e il mio cuore era sereno pensando a quell’immagine. Poi, però, per un istante mi venne in mente la situazione di Josh con Martin e dissi le parole sbagliate.
“Ari ma se ci lasciassimo, tu mi faresti vedere le bambine sempre, o solo in alcuni giorni?” le chiesi, dal nulla e lei chiese solo “che cosa?” ma con voce alta, che fece vociare un attimo le mie bambine addormentate.
“No, stavo solo pensando a quello che mi ha detto Josh, che ha divorziato da Stella e non vede mai Martin e mi è sembrata una cosa così tremenda e crudele…” conclusi, come se stessi dicendo la cosa più logica del mondo,  e lei si calmò per un attimo.
“E quindi temi che se dovessi scoprire di stare meglio senza di me, io ti toglierei le tue figlie?” chiese, stavolta molto sveglia. L’avevo fatta agitare, così provai a fare un po’ il romantico, a giurarle che non avrei mai potuto vivere senza di lei, e lei rispose solo “come no…” ma più divertita che altro.
  “…io vorrei evitare che ci lasciassimo, perché sai com’è ti amo e ho costruito una vita con te, ma ovviamente se dovesse succedere ci vorrebbe davvero moltissima forza. Dovremmo riuscire a separare la figura della moglie e del marito con il cuore spezzato da quella dei genitori e non è semplice. Bisogna essere capaci di diventare amici e…dopo un amore come il nostro, non penso sia facile.”
“Io non ce la farei…” le dissi sincero e lei stringendosi nelle spalle rispose solo  “Non potrei mai volerti fare del male, comunque, e credo che a prescindere da tutto, ci siamo sempre rispettati troppo per ferirci usando le nostre figlie…”
Io sospirai soltanto, perché la sua risposta, come sempre, era molto saggia ed equilibrata.
“Insomma non sono mia madre, che pretende che io litighi con mio padre solo perché è il suo sport preferito…” aggiunse seria e a me scappò un “grazie per essere la donna che sei…”.
“Sì, ok, se poi mi spieghi meglio come mai siamo passati da ‘non posso stare sei mesi senza di te’ ai discorsi sul divorzio nel giro di un viaggio aereo, magari mi sento un tantino meno insicura. Hai conosciuto qualcuna? Ti sei trovato qualche vecchia fiamma a letto?” aggiunse, cercando di sembrare serena, ma io le ribadii che era per il discorso di Josh e lei sussurrò piano “speriamo…” ma poi le bambine si svegliarono e lei mi diede la buonanotte per occuparsi di loro.  
Misi un po’ di musica allora, e con gli occhi chiusi rimasi per un istante a pensare a quello che avevo e poi crollai. Mi svegliarono i due scapoloni perché a quanto pare avevo dormito fino a sera, ma io li feci attendere e solo dopo molto tempo uscii con loro. Malgrado le nostre enormi divergenze fu divertente, e io gli feci anche da spalla per fargli conoscere delle donne, ma non feci nulla di strano e scrissi per molto tempo alla mia V, che stava rientrando a casa da lavoro. Tornato a casa ero veramente distrutto, e avrei dovuto prepararmi per il primo giorno di lavoro, ma trascorsi la serata in videochiamata con loro, a raccontare storie alle piccole e con loro mi addormentai.
Mi svegliò solo la sesta sveglia il giorno successivo e trovai un suo messaggio con scritto solo “il letto è freddo e troppo grande senza di te. Mi manchi…”e io mi sciolsi.
Nota:
Ciao a tutti! Allora contenti di questi aggiornamenti più frequenti? Che ne pensate di Josh? Che cosa pensate succederà ora? Fatevi sentire!
   
 
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