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Autore: heliodor    17/06/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Non vincere prima di rivederci di nuovo

 
Elvana le rivolse la parola solo quando lasciarono il cortile interno del palazzo. “Sicura di aver detto addio proprio a tutti?”
Bryce scosse la testa.
“Chi manca dall’elenco?”
“Razyan.”
“L’erede al trono?”
Bryce annuì. “È partito con una scorta, ma non mi hanno detto per dove.”
“Non si fidano abbastanza di te?” le chiese lei con tono provocatorio.
“Non si fidano di nessuno” disse irritata. “E hanno fatto bene e tenermi all’oscuro. Se i rinnegati mi catturassero, non potrei rivelare niente di utile.”
“Quindi non si fidano di te.”
Bryce sospirò esasperata e fece schioccare le redini. Cavalcò per il viale che discendeva la collina, lasciandosi dietro Elvana e il palazzo.
Ha ragione, si disse mentre rallentava per non travolgere un carro che arrancava lungo la salita nel senso opposto al suo. Non si fidano di me. Mi tengono fuori da qualsiasi decisione. Non so nemmeno dove siamo diretti e quando partiremo.
“Rallenta” gridò Elvana alle sue spalle.
La vide lottare con le redini mentre faticava a mantenere dritto il cavallo.
“Non sai cavalcare?” le chiese.
Elvana strinse i denti. “Nightanatois è una città di mare.”
“Anche Valonde lo è” disse Bryce indicando i moli. “Eppure, io so cavalcare e tu no. Non ve lo insegnano al vostro circolo?”
Voleva prendersi una piccola rivincita sulla strega che l’aveva umiliata fin da quando l’aveva incontrata.
“La nostra città è piccola rispetto a questa” disse Elvana raggiungendola. “Le strade sono strette e ce ne saranno due o tre dove un cavallo può passare.”
Bryce ridacchiò.
“Mi credi una selvaggia, giusto?” fece lei perplessa.
“No” fece Bryce. “Infila meglio il piede nella staffa e non stringere troppo sui fianchi. Ai cavalli di Valonde piace essere trattati con rispetto, non come fai tu.”
“Rispetterò i vostri cavalli” rispose Elvana. “Ma dovranno meritarselo. Come le vostre principesse.”
Bryce fece schioccare di nuovo le redini e partì al piccolo trotto. Percorse la strada che la divideva dal circolo accelerando e rallentando per consentire a Elvana di raggiungerla.
Quando entrò nella piazza era di umore migliore di quando l’aveva lasciata. Consegnò il cavallo allo stalliere e proseguì a piedi senza attendere Elvana.
Appena dentro il circolo un valletto si avvicinò a lei. “Ho un messaggio per te da parte della comandante Erix.”
“Comandante?” pensò ad alta voce.
Il valletto annuì. “La comandante vuole vederti nel suo studio.”
“Sono appena tornata” disse. “Devo portare questa nella mia stanza.”
“Posso farlo io” si offrì il valletto.
Bryce poggiò la sacca a terra controvoglia. “Mettila solo nella stanza. Penserò io a sistemare le mie cose dopo aver parlato con la comandante.”
“Come tu comandi” rispose il valletto prendendo la sacca.
“Sei appena consacrata e ti trattano già come una strega di alto rango” disse Elvana alle sue spalle.
“Taci. Erix vuole vedermi.”
“Allor andiamo, no? Che aspetti?”
“Vuole vedere me” rispose irritata.
Elvana si strinse nelle spalle.
 
Lo studio di Erix era più grande della sua stanza di almeno il doppio. Era occupato da una libreria piena di volumi dall’aria severa e da un largo tavolo con dodici sedie imbottite.
Erix ne occupava una, mentre uno stregone dalla testa lucida come una palla di vetro e il naso adunco ne occupava un’altra.
“Io vi saluto” disse entrando.
Il valletto all’esterno le chiuse la porta alle spalle. Ebbe un fugace visione di Elvana che sbadigliava prima che la porta si serrasse.
“Io saluto te” rispose Erix.
Lo stregone si limitò a un leggero cenno con la testa. “È lei?” chiese.
Erix annuì.
“La somiglianza con Marget è sorprendente. Mi aveva già colpito la prima volta che la vidi, ma adesso…” Scosse la testa.
“Ti conosco?” chiese Bryce prudente.
“Il mio nome è Persym.”
Bryce deglutì a vuoto. Aveva già sentito quel nome prima di quel giorno.
“Ora mi riconosci?” chiese lui divertito.
“Ho sentito parlare di te” disse Bryce prudente. “Sei l’arcistregone.”
“Quello è solo un titolo senza nessun valore reale” disse Persym. “La mia vera funzione in questo circolo è quello di comandare i mantelli di rango più elevato. Comandare in guerra, intendo.”
“Finché siamo in pace” disse Erix. “Sono i decani ad assicurarsi che le regole del circolo vengano rispettate.”
“Tutti rispettiamo la loro saggezza” disse Persym. “Ma in guerra è necessario affidarsi a una guida unica. Troppe voci che parlano tutte insieme creano confusione. Una sola voce che parla per tutti induce all’obbedienza.”
Bryce annuì in maniera educata.
“Dobbiamo parlare con una sola voce” disse Persym. “E avere una sola guida. Procedere divisi in questo momento darebbe un vantaggio enorme ai rinnegati. Concordi con me?”
“È certamente come dici tu.”
Persym fece un cenno solenne con la testa. Si alzò dalla sedia e si rivolse a Erix. “La mia visita qui è conclusa, comandante.”
“Ti accompagno” si offrì Erix.
“Non è necessario” disse l’arcistregone. Tornò a rivolgersi a Bryce. “Riponiamo tutti la massima fiducia in te, Bryce di Valonde. Ho sentito dire che ti sei comportata con valore durante l’attacco, nonostante tutto.”
“Non ero da sola” disse. “C’erano altri con me. Compresa la comandante Erix.”
“Ma tutti guardavano te” disse Persym. “La futura strega suprema della sua generazione. È una fortuna averti al nostro fianco in questa guerra. Molti si sentiranno rinfrancati dalla tua presenza.”
“Cercherò di non deluderli” disse.
“La modestia non ti si addice” l’ammonì Persym. “Tu sei nata per compiere imprese grandiose.”
Bryce decise di restare in silenzio.
“Ora devo proprio andare” disse l’arcistregone. “Io vi saluto” aggiunse. Andò alla porta e l’aprì. Un valletto si affrettò a indicargli il corridoio e chiuse la porta con delicatezza.
Erix sospirò. “Idiota” disse.
Bryce si accigliò.
“Che c’è? A te non è sembrato questo?” le domandò la strega.
“L’arcistregone…” iniziò a dire.
“È un idiota. Non metto in dubbio la sua abilità, l’ha dimostrata nella guerra contro Vulkath l’infame, ma questa è una faccenda diversa.” Si alzò con un movimento rigido, come se fosse rimasta seduta a lungo e faticasse ad adattarsi. “Malag non è l’infame. È diverso. Vulkath terrorizzava i suoi e gli obbedivano solo perché temevano ritorsioni da parte dei suoi Spettri. Il rinnegato no.”
“No?” chiese Bryce.
“Abbiamo interrogato i tre prigionieri che sono sopravvissuti all’attacco” disse Erix con espressione cupa. “Erano così feriti e deboli che non sono riusciti a usare il sigillo di morte.”
“Hanno parlato?”
“Sì.”
“Dopo quante torture?” chiese.
“Nessuna. Non abbiamo nemmeno dovuto minacciarli. Hanno parlato spontaneamente, come se non desiderassero fare altro.”
“Che cosa hanno detto?”
L’espressione di Erix mutò diventando dura.
“Ti chiedo scusa” disse subito Bryce. “Deve trattarsi di informazioni che devono restare segrete e il mio rango…”
“Il tuo rango non c’entra niente” disse la strega. “Quello che hanno detto…” Scosse la testa affranta. “È ciò che mi ha convinta che questa sarà una guerra diversa. E peggiore di quella contro Vulkath.”
“È qualcosa che riguarda Malag e il suo misterioso ritorno?”
“Riguarda lui, sì” disse Erix. “Ma non in quel senso.”
Bryce la guardò perplessa e confusa.
“Quei rinnegati lo amano, Bryce. Non lo temono, non lo rispettano, almeno non nel modo in cui noi intendiamo il rispetto. Non si limitano a ubbidire ai suoi ordini. Lo venerano, Bryce. Lo considerano una sorta di prescelto. Parlando con uno di loro, ho avuto la sensazione che il suo fosse amore.”
“Come possono amare un mostro?”
“Forse perché non lo considerano tale?” ribatté Erix con tono esasperato. “Persym e tutti i comandanti sembrano voler ignorare la faccenda. Persino i decani, Khone escluso, la ritengono solo una bizzarria e niente più.” Fece una pausa. “Dobbiamo scoprire perché lo amano, Bryce. O dovremo versare parecchio sangue per vincere questa guerra.”
 
Bryce quasi barcollava quando lasciò lo studio di Erix. Ad attenderla nel corridoio c’era solo il valletto che l’aveva accolta.
Lo salutò con un cenno della testa e scese al livello inferiore, diretta alla sua stanza. Quando svoltò l’ultimo angolo notò una figura ferma davanti alla porta.
Elvana deve essere venuta qui ad accogliermi, si disse divertita. Le dirò che può andare a dormire perché devo sistemare le mie cose.
Guardò meglio e notò che la figura non era quella di Elvana ma apparteneva a uno stregone dal mantello verde e i capelli che sembravano luccicare sotto le lampade a olio.
“Vyncent?” chiese, il battito del cuore che accelerava un po’ per la sorpresa e l’emozione.
Lui girò la testa verso di lei. “Mi avevano detto che eri tornata” disse avvicinandosi.
“Dovevi mandarmi un valletto per avvertirmi” disse imbarazzata. “Non ti avrei fatto aspettare così tanto.”
“Non sono qui da molto” replicò Vyncent. “
“Vuoi fare un altro giro per il circolo?” si offrì Bryce anche se si sentiva stanca e voleva stendersi sul letto e recuperare un po’ di forze.
Lui scosse la testa. “Volevo solo essere il primo a dirtelo.”
Bryce lo fissò interdetta.
“Non lo sai? Stanno affiggendo i nomi di quelli che partiranno.”
“Non ne sapevo niente” ammise.
“Ho letto il tuo nome tra quelli scritti sulle pergamene” proseguì Vyncent. “Sembra che sia iniziata sul serio. La guerra, intendo dire.”
Bryce cercò di mascherare la sua sorpresa con un mezzo sorriso. “Vinceremo” disse sicura. “E tu? Ti unirai a noi?”
“Il mio nome non è nell’elenco, ma chiederò di essere inserito con il prossimo contingente. Voglio fare la mia parte.”
“Ti aspetterò” disse imbarazzata.
Lui le sorrise.
Un sorriso splendido.
“Devo chiederti un favore.”
Farei qualsiasi cosa per te, stava per rispondergli, ma si trattenne.
“Se posso” disse invece con educazione.
“E una promessa.”
“Una promessa?”
Il sorriso di Vyncent si allargò. “Promettimi questo, Bryce di Valonde. Non vincere prima di rivederci di nuovo.”

 
  
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