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Autore: Kim WinterNight    17/06/2021    2 recensioni
[Scritta per il compleanno di evelyn80 ♥]
Due capitoli.
Quattro storie da raccontare.
Otto punti di vista.
Una sola cosa in comune: l'attesa.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, James Pankow, Peter Cetera, Terry Kath
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Evelyn,
sorella di scrittura,
fonte inesauribile d'ispirazione,
di risate, di affetto e di supporto.
Una parte fondamentale di me,
musa ispiratrice per scrivere e vivere.
Buon compleanno, sorella ♥






In fondo se l'era cercata
 
 
 
 
 
 
[Lammetera – Bollicine]
 
 
Peter avvertiva le bollicine dello champagne solleticargli la lingua e teneva gli occhi verdi fissi sulla figura di Robert.
Il tastierista chiacchierava con Terry e beveva a sua volta, felice per l’ultima data del tour andata alla grande.
E lo provocava con la sua sola presenza.
Sorseggiava dal suo calice e si godeva il corpo magro e slanciato dell’altro, i suoi capelli lunghi e vaporosi che gli accarezzavano la schiena sudata alla quale aderiva la maglia bianca che indossava, i movimenti rapidi delle sue dita affusolate mentre gesticolava e la sua voce profonda che lo faceva fremere.
Era di una bellezza disarmante in ogni suo aspetto e per Peter stava diventando difficile resistergli.
Erano diventati amanti da poco e il loro cercarsi era quasi morboso, talmente da rendere complicato per loro starsi lontani quando si trovavano in compagnia del resto della band.
Il bassista si lasciò scivolare altre bollicine sulla lingua e rabbrividì, socchiudendo appena le palpebre in un attimo di pura estasi.
Le riaprì quando udì la risata familiare di Robert e si accorse che si era voltato verso di lui.
«Vero, Peter?»
Il bassista cadde letteralmente dalle nuvole e deglutì, rischiando che lo champagne gli andasse di traverso. «Immagino di sì…» biascicò, senza sapere cos’altro dire.
«Almeno l’hai ammesso, per fortuna!» esclamò Robert, dando di gomito a Terry, il quale era rosso in volto per il troppo champagne che aveva già bevuto.
«Ammesso? Cosa?» farfugliò Peter confuso.
«Che lasci sempre le mutande sporche in giro per la stanza» lo punzecchiò il tastierista.
Il biondo si portò una mano tra i capelli e fece per sistemarli, assumendo un atteggiamento altezzoso. «Sono tutte balle, Bobby, ti stai confondendo con te stesso!» replicò piccato.
«Che fai, prima lanci il sasso e poi nascondi la mano?» lo canzonò Terry, per poi esplodere in una fragorosa risata.
«Io non…» cominciò a dire Peter, poi ci ripensò quando un’idea gli attraversò la mente. Si sistemò sulla poltroncina e accavallò le gambe, sollevando il calice come se volesse brindare. Le labbra gli si incurvarono in un ghigno malizioso e subito le umettò con la punta della lingua. «Beh, può essere…» ammise, fingendo indifferenza. «E allora? Bobby a volte le raccoglie e se le mette, quando finisce le sue pulite!»
Il tastierista strinse appena i bellissimi occhi blu, mentre le risa di Terry diventavano sempre più forti e incontrollabili.
Peter, senza staccare lo sguardo dal viso del suo amante, buttò giù l’ultimo sorso di champagne e avvertì le bollicine solleticargli la bocca.
Avrebbe voluto che fosse qualcun altro – qualcos’altro – a farlo rabbrividire in quel modo fresco e caldo al tempo stesso.
Poi voltò il capo e prese a ignorare completamente Robert, attaccando bottone con Lee e Laudir.
E da quel momento in poi il tastierista non smise per un solo istante di mangiarselo con gli occhi.
Ormai era fatta: doveva soltanto aspettare che Robert trovasse il modo per rimanere solo con lui e se lo scopasse senza preamboli.
In fondo se l’era cercata.
 
 
 
 
[Lindanny – Messaggio vocale]
 
 
Danny afferrò il cellulare e se lo rigirò tra le mani, indeciso sul da farsi.
Ne aveva parlato con Terry, gli aveva chiesto consiglio e alla fine si era detto che non poteva più tenere nascosta la verità a Linda.
Solo che non sapeva come fare per dirgliela; Terry gli aveva chiaramente fatto intendere che comportarsi da codardi non era il modo giusto per rendere duratura una relazione, e Danny a livello teorico era stato d’accordo con lui.
Ma nel concreto era un senza palle e questo sua moglie gliel’aveva spesso fatto notare senza troppi giri di parole, visto il suo carattere schietto e inquietantemente simile a quello del suo migliore amico di una vita.
Però era giunto il momento di tirare fuori gli attributi e raccontare a Linda quello che aveva combinato durante l’ultimo tour.
Aveva vagliato l’opportunità di parlarle personalmente non appena fosse tornato a Los Angeles, poi però si era convinto a dirle tutto prima; non tanto perché avesse fretta, quanto per non doverla fronteggiare nell’esatto istante della rivelazione.
Sospirò e si decise ad aprire WhatsApp in modo da registrare un audio da inviare a sua moglie.
Si passò una mano sulla pelata e la trovò fastidiosamente sudata.
Con dita tremanti premette sullo schermo e, dopo aver tirato un altro lungo respiro, si schiarì la gola e cominciò a parlare.
«Ciao Linda, tesoro, come stai? Sto registrando un audiomessaggio per parlarti di una cosa. Nulla di grave, cara, però ci tenevo a dirtelo prima che… beh, niente, lascia stare. Un paio di giorni fa eravamo in Brasile e sai come sono lì, no? Calorosi, accoglienti… e io ero ubriaco. Non tantissimo, cioè, ero brillo. Non arrabbiarti, amore mio! Il punto è che una donna ha voluto fare una foto con me e… ecco, mi ha messo le mani sulle chiappe. Ho cercato di scacciarla, giuro, per me esisti solo tu! Te lo giuro! Ma lei, proprio mentre un tizio ci scattava una foto, mi ha baciato e… sì, sulla bocca, ecco, e… e… io… non volevo che lo sapessi da qualcun altro. Ma non è successo niente, niente! Poi l’ho spinta via, amore, per me esisti solamente tu! Non sono più un donnaiolo come pensi, stavolta non è stata colpa mia! Giuro! Linda, ti amo!»
Danny interruppe la registrazione e lasciò cadere il cellulare in grembo, prendendosi la testa tra le mani.
Ormai era fatta: doveva soltanto aspettare che Linda ascoltasse l’audio e gli chiedesse il divorzio.
In fondo se l’era cercata.

 
 
 
 
[Parazankow – Asciugamano]
 
 
James uscì dal bagno con un asciugamano legato in vita, ben sapendo che nella camera tripla c’era anche Walter.
Peccato che la condividessero anche con Lee, il quale però era intento a leggere una rivista specializzata in scii di fondo e indossava il suo maglione preferito: un orribile golfino che sponsorizzava la famosa località sciistica di Aspen.
Walter, invece, se ne stava disteso sul proprio letto e a stento riusciva a evitare che le lunghe gambe magre fuoriuscissero dal materasso un po’ troppo piccolo per la sua stazza.
James sorrise intenerito: in effetti il sassofonista aveva l’aria buffa, un po’ goffa, incastrato com’era in quello spazio angusto.
Si leccò appena le labbra e si diresse al minibar, rendendosi conto di avere la gola secca.
«Certo che potresti anche vestirti!» commentò Lee, sollevando appena lo sguardo dalla pagina patinata di fronte a sé.
«Che cambia? Non hai mai visto un uomo nudo?» lo apostrofò James con sufficienza, chinandosi in avanti e aprendo l’anta del frigorifero; recuperò una lattina di birra e fece schioccare la linguetta, poi tornò a raddrizzarsi e si voltò a osservare il trombettista. «Poi, da che pulpito viene la predica! Sei decisamente più ridicolo con quel maglione addosso, faresti più bella figura se te lo togliessi» aggiunse, sorseggiando con noncuranza il liquido fresco.
Udì Walter ridacchiare e avvertì il suo sguardo addosso.
Il trombonista gli fece l’occhiolino, notando il disappunto sul volto tirato di Lee.
«A nessuno deve interessare la mia nudità» borbottò in tutta risposta il trombettista, scuotendo il capo.
«Ecco perché non rimorchi mai» gli fece notare Walter con una risata.
«Esatto.» James annuì e con un gesto noncurante si slacciò il telo, rimanendo completamente svestito di fronte ai due compagni di band. «Che c’è di male?» proseguì, per niente imbarazzato o a disagio.
Vide Walter sollevare appena le sopracciglia, mentre un piccolo ghigno gli increspava le labbra. «Forse Lee ha paura di scoprire che ce l’ha piccolo rispetto a noi» osservò.
Il trombonista assentì con il capo, facendo un paio di passi avanti. Sorseggiò ancora un po’ di birra e accidentalmente qualche goccia scivolò sul proprio petto villoso. «Cazzo» borbottò, chinandosi per raccogliere l’asciugamano – nel farlo si piegò a novanta, rivolgendo il fondoschiena chiaro proprio in direzione di Lee.
Il trombettista aveva il viso paonazzo e congestionato di imbarazzo e si era irrigidito sulla poltroncina su cui sedeva, le nocche bianche a furia di stringere le mani a pugno sulle pagine della rivista. «Jimmy, fai schifo!»
«Io non sono d’accordo.»
Mentre James si strofinava il petto con l’asciugamano appena afferrato, si voltò a incrociare gli occhi ardenti di Walter, trovando insolito che si fosse lasciato sfuggire un commento tanto spudorato di fronte a qualcun altro.
«An, no?» sussurrò il trombonista, inclinando la testa di lato.
«Ehi, voi due! Piantatela di flirtare come due fidanzatini!» sbottò Lee, prendendo ad agitarsi sempre più a disagio.
Walter si puntellò sui gomiti e si sollevò, scoppiando a ridere nel notare l’espressione del trombettista. «Sei geloso, ammettilo!»
«In fondo la sezione fiati dei Chicago siamo noi tre…» insinuò James, ancheggiando sensualmente verso Lee. «Magari vuoi consolidare il legame della Hole in the ass gang anche sotto le lenzuola… eh, Lee?»
Il povero malcapitato strabuzzò gli occhi e si alzò di scatto. «Io me ne vado, non voglio ritrovarmi con…» Si interruppe, il volto sfigurato dalla rabbia che stava evidentemente montando in lui.
«…un grosso arnese piantato tra le chiappe?» tentò di indovinare Walter, gli occhi sempre più divertiti.
I tre si scambiarono occhiate divertite, poi scoppiarono a ridere.
Lee alzò lo sguardo al soffitto e scosse la testa. «Vi lascio soli, pervertiti!»
James lo guardò mentre si aggirava per la stanza, raccattando alcuni dei suoi effetti personali.
Ormai era fatta: doveva soltanto aspettare che Lee uscisse dalla stanza per poter raggiungere Walter sul letto.
In fondo se l’era cercata.
 
 
 
 
[Greterry – Racchetta]
 
 
Terry entrò in casa fischiettando allegramente, di ritorno da un giro in centro insieme ai ragazzoni della band.
Trovò sua moglie Greta alle prese con un libro di ricette, un’espressione concentrata e contrariata dipinta sul volto attraente.
La raggiunse e si chinò a baciarla sulla tempia, stringendola da dietro con il braccio sinistro.
Lei sobbalzò e si abbandonò contro il suo petto ampio, emettendo un sospiro rassegnato.
«Che succede, tesoro?»
Lei indicò la pagina spiegazzata del ricettario e sbuffò. «Volevo preparare una torta per il compleanno di Linda, ma non trovo quella giusta: hanno tutte troppo zucchero, troppe uova, troppo burro… sai che ci tiene alla prova costume, non accetterà mai di mangiare qualcosa pieno di grassi!»
Terry annuì, anche se non riusciva proprio a capire quella bizzarra fissazione che contraddistingueva tutte le donne della sua vita.
«A te com’è andata? Che hai comprato stavolta?» domandò sua moglie, intuendo che come al solito il chitarrista non era rientrato a mani vuote.
Era diventato ormai una sorta di rituale: quando Terry usciva senza di lei, doveva per forza acquistarle un regalino, anche se il più delle volte si trattava di oggetti inutili, capaci soltanto di scatenare l’ilarità in Greta.
Lui si esibì nel suo proverbiale sorriso equino e sollevò la mano destra, nella quale stringeva quella che aveva l’aspetto di una racchetta da tennis giocattolo.
Greta sollevò maggiormente le sopracciglia. «A cosa dovrebbe servire?» indagò.
«Per uccidere gli insetti! Vedi, qua ci ho messo le batterie…» spiegò Terry, indicando un punto del manico. «Con questa levetta si accende, mentre questo tasto serve per azionarla: quando vedi una mosca o una zanzara, basta avvicinare la racchetta e l’insetto si fulmina non appena tocca le corde!»
«Non ho capito» replicò la donna confusa.
«Se io schiaccio il tasto, le corde della racchetta diventano… mmh… piene di tensione elettrica? Sì, ecco, e fulminano gli insetti!» proseguì il chitarrista, annuendo energicamente per darsi un tono. «Ora hai capito?»
Greta incrociò le braccia sul petto e lo guardò dal basso in alto. «Sì.»
«Amore mio, ti piace?» chiese lui speranzoso, porgendole l’oggetto.
In tutta risposta, sua moglie scoppiò a ridere e tornò a gettare un occhio sul ricettario. «La prossima volta comprane una anche per Linda, così gliela regaliamo per il compleanno! Almeno quell’affare non la farà ingrassare…» esalò.
«Non vedo l’ora di provarla!» esultò Terry, impugnando meglio la racchetta e guardandosi attorno, in cerca di qualche vittima per il suo nuovo acquisto.
Ormai era fatta: doveva soltanto aspettare che una mosca si azzardasse a incrociare il suo cammino.
In fondo se l’era cercata.
 
 
 
 
 
 
♥ ♥ ♥ ♥
 
Salve a tutti, eccomi qui con un nuovo piccolo progettino nel fandom dei Chicago!
E quale occasione migliore del compleanno della mia adorata Evelyn per rimettere le mani in questa categoria? *___*
Ho deciso di suddividere questa dedica speciale in due capitoli, e quando leggerete il prossimo capirete perché ;)
So che Evelyn avrà colto tutti i riferimenti che ho disseminato qua e là durante la narrazione, ma qualcosa ci tengo a spiegarlo per chi invece non può averli colti ^^
Le quattro coppie che ho deciso di trattare sono state create da lei: la Lammetera (Robert Lamm/Peter Cetera) è la sua OTP Suprema, la Parazankow (Walter Parazaider/James Pankow) che mi ha fatto amare, e le due het Lindanny (Linda/Danny) e Greterry (Greta/Terry), di cui fanno parte due membri dei Chicago e due OC create da lei. I nomi di queste due ultime ship li ho coniati io per l’occasione!
Evelyn, tesoro, spero che tutto questo ti sia piaciuto, ci ho messo davvero il cuore e mi auguro che anche il prossimo capitoletto sia di tuo gradimento, eheheheheheh ^^
Per i prompt che trovate tra parentesi accanto al nome della coppia devo ringraziare Soul e mia madre che mi hanno suggerito due parole a testa XD
La racchetta l’ho interpretata in un modo un po’ particolare, visto che proprio oggi ho comprato una di quelle che servono per ammazzare gli insetti ahahahahahahahahahahahahahahah!
Ci sentiamo domani con il prossimo aggiornamento, e ancora tantissimi auguri alla mia carissima sorella di scrittura ♥
  
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