Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lita_85    18/06/2021    3 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tornai in ufficio volteggiando e camminando ad un palmo da terra. Era da tanto tempo che non mi sentivo così bene, così contenta. Il corteggiamento di Alessandro aveva attirato la mia attenzione, per non parlare dei suoi occhi e del suo profumo. Ero davvero piacevolmente colpita, e questa volta non avrei ucciso sicuramente Claudia.

Osservavo la rosa annusandola aspettando con tranquillità l'arrivo al piano prestabilito, per la prima volta in vita mia non avevo fretta ad arrivare al mio ufficio, ero davvero tranquilla, anche se avevo una riunione di lì a poco. Varcai il lungo corridoio senza guardare cosa stava succedendo intorno a me, quando fui chiamata insistentemente da Federica la mia assistente e collaboratrice nonché vicina di casa dell'ingegnere.

< Hey, hai visto cosa sta succedendo laggiù?! >

< Eh?! > risposi come caduta dalle nuvole.

< C'è qualcuno che sta attirando non poco attenzione tra le segretarie...>

< Sarà arrivato qualche pacco...> Continuai a rispondere come se non mi importasse di niente dando uno sguardo fugace, quando guardando meglio verso quel gruppetto di ragazze incontrai i suoi occhi. 

Lui mi guardava come sempre divertito, mentre dispensava parole dolci e sguardi magnetici alle sue ammiratrici. Indossava una tuta blu in acetato Adidas aderente e sneakers bianche, un sogno.

< Dario...> dissi facendo cadere la rosa che avevo tra le mani.

Il mio cuore iniziò a battere veloce, stava per scoppiarmi in petto. Mai avrei pensato di vederlo qui, e in un modo così inaspettato.

< Ma che succede? Lo conosci? > Chiese Federica recuperando la rosa e porgendomela.

< Si, si...io lo conosco... >

Lui diede un ultimo sguardo alle ragazze salutandole venendo verso di me. Il mio cuore continuò la sua folle corsa fino a quando non lo ebbi davanti, fu in quel momento che si fermò lasciandomi secca.

< Posso parlarti? > Chiese con quel tono da finto colpevole facendomi sciogliere in un attimo.

< Certo...Certo...da questa parte... > Cercai di dire spalancando la porta del mio ufficio davanti a noi sotto gli occhi allibiti di Federica.

Lui entrò senza aggiungere niente, aspettando pazientemente al centro della stanza mentre io chiudevo la porta dietro di me 

< Come mai da queste parti?...> Dissi cercando di trovare un po' di forza superandolo ancora con la rosa in mano.

L'appoggiai sulla scrivania insieme alla borsetta guardandolo nuovamente. I suoi occhi erano così belli, così luminosi da non riuscire a fare altro.

< Hai incontrato il damerino?...> Chiese facendo due passi e posizionandosi di fronte a me e sorridendo come al solito.

< Cosa?...io...>

< La rosa...ci sa fare il professorino...>

< Ma tu come..? >

< Ho i miei informatori...> Affermò corrugando la fronte avvicinandosi alla scrivania.

< Ad ogni modo, credo che non siano affari tuoi no? Piuttosto dimmi perché sei qui, ho una riunione tra poco... > Cercai di distogliere lo sguardo da quegli occhi ammaliatori, quegli occhi che mi avrebbero fatto fare di tutto.

< Ma certo signorina Velletri, sono venuto per prendere accordi... >

< Accordi?..>

< Ti ricordi il tuffo che abbiamo fatto insieme nel lago? >

< Oddio! Hai perfettamente ragione! Io...io l'avevo dimenticato...>

< Se vuoi possiamo vederci dopo il lavoro...che ne dici? > Chiese strisciando il suo biglietto da visita sul piano bianco orizzontale

< Veramente io ho un impegno dopo il lavoro...>

< Con il professore? >

< No! Ma vuoi smetterla? >

< Sono solo curioso...>  Affermò poggiando entrambe le mani sulla scrivania guardandomi dritto negli occhi e sorridendo mettendo in mostra la fossetta di destra

< Beh, fatti passare subito questa curiosità! E non c'è niente da ridere! > Oltrepassai la scrivania cercando di avvicinarmi alla porta, dovevo scappare lontana da lui al più presto.
 
< Ti dà fastidio? > Chiese parandosi davanti a me con sguardo interrogativo

I nostri occhi tornarono a guardarsi, a desiderarsi. Le nocche della sua mano destra iniziarono a salire sul mio braccio sinistro alzando al suo passaggio il sottile strato di tessuto che ci separava. Il mio respiro aumentò subito il suo ritmo. Ogni volta che lui mi toccava avrei voluto morire tra le sue braccia. La sua mano finì il suo viaggio sul mio collo aprendo il palmo su di esso provocandomi un brivido per tutta la schiena

< No...io...si...>

< Vuoi che smetta? > Domandò tracciando il contorno del mio labbro inferiore con il pollice.

Riuscì solo a muovere leggermente la testa da destra verso sinistra in un atto di negazione che segnava la mia dipartita. Lui sorrise leggermente per niente sorpreso dalla mia reazione, avanzando verso di me lentamente.

< Anita ti aspettano in sala riu...> Esclamò Federica entrando senza neanche bussare trovandoci in quel atteggiamento inequivocabile.

< Ah Federica, io sto...sto arrivando! > Mi svincolai dalla sua presa, più stordita che mai lasciandolo immobile per com'era <  Ti chiamerò appena posso! > Gridai ancora con il cuore in gola mentre uscivo dalla stanza e mi dirigevo verso la sala riunioni. Non c'era gioco con lui, qualunque lcosa lui faceva io ero completamente alla sua mercé.



Uscì dall'ufficio di Anita compiaciuto. Alla fine il sant'uomo aveva vuotato il sacco dopo aver visto come avevo ridotto la tecar e come avevo ridotto la signora Scotti. Non ero in grado di lavorare, e Mirko sapeva che la motivazione era l'appuntamento del professorino con Anita. Ogni volta che le mie mani toccavano la sua pelle prendevo subito fuoco. Era ormai un dato di fatto, tutto di lei li faceva impazzire. 

Tornai allo studio con un sorriso a trentadue denti e gongolando per il lungo corridoio. Passai nuovamente davanti alla palestra dove c'era Mirko con una paziente sorridendo nuovamente come un cretino.

< Tutto bene?! > Domandò facendo scendere il paziente dal lettino

< Tutto benissimo! >

< Da, non mi fare preoccupare... >

< E perché mai? Ti ho detto tutto bene! >

Il pomeriggio che ne seguì fu il più incasinato di sempre.Tanti pazienti uno dietro l'altro ma neanche una chiamata da parte di Anita. Il sorriso che avevo fino a qualche ora prima fu completamente eclissato da quella chiamata mai arrivata. Da quel messaggio mai inviato, ed io mi sentivo sempre peggio. Non riuscivo a non pensare al professorino e al fatto che molto probabilmente era con lei. Preso nuovamente dalla forza sconosciuta buttai tutto dentro il borsone ed uscì aprendo la porta come un pazzo. Tutta questa situazione mi avrebbe sicuramente mandato al manicomio se non avessi fatto qualcosa. Decisi che l'unica mossa da fare era il contrattacco e quindi pensai bene di presentarmi a casa di Anita senza preavviso, magari lo avrei trovato lì, e magari gli avrei tirato anche un bel pugno in pieno viso a quel damerino.
Agevolato da un'anziana signora che mi aveva visto il giorno prima e che mi aveva anche chiesto se ero il ragazzo di Anita mi fiondai davanti alla sua porta suonando il campanello con molta nonchalance, questa volta li avevo in pugno, li avrei trovati in flagrante.

< Dario...?! Ma tu che ci fai qui?! >

< Mi trovavo da queste parti...e poi non ho ricevuto nessuna chiamata da parte tua... quindi...>

< Si...io...ti avevo detto che ero impegnata... >

< Ho interrotto qualcosa per caso?  > Chiesi scrutando all'interno della casa in cerca del professore.

All'improvviso spuntò un bambino che si sovrappose tra di noi. Capelli castani , occhi dello stesso colore e un sorriso furbo. 

< Zia chi è questo?! >

< È... è un amico Riccardo...>

< Mmmh...Sai giocare alla Xbox? > Chiese Riccardo guardandomi speranzoso

< Si certo! > Affermai facendomi trascinare da lui dentro casa sotto gli occhi allibiti di Anita

Non avevo trovato il professorino, ma avevo trovato il lascia passare per restare lì da lei. Ci sedemmo tutti e due sul divano dell'ampia cucina moderna dove era sistemata la consolle con tutti i giochi. Lei entrò subito dopo con quel vestitino nero con scollo a V aderente a maniche corte e le pantofole che avevo già ammirato in villa. Era così sexy nella sua semplicità che le sarei saltato addosso anche subito. 

< Ti trovi in grossi guai, mio nipote è un asso alla Xbox! >

< Lo sai che non ho paura delle sfide...>

< Buon per te, perché ne avrai per qualche ora! E io ho del lavoro da completare...> Affermò sorridendo sedendosi in una delle quattro sedie che stazionavano intorno ad un tavolo quadrato bianco che completava l'arredamento di quella cucina laccata bianca. 

Quel sedere avvolto in quel mini vestitino suscitarono in me pensieri peccaminosi. Pensieri per niente casti che mandavano in tilt il mio cervello e  inviavano segnali al mio corpo irriggidenndo la parte più sensibile. Seguitavo a guardarla senza sosta mentre le sue labbra carnose tenevano tra di esse la penna con cui aveva scritto alcuni appunti. Una visione celestiale. Il suo sguardo perso in quei pensieri blindati la rendevano ancora più bella, illuminandosi appena la sua mente partoriva qualche idea geniale. Ero fottuto, ero terribilmente e irrimediabilmente fottuto. Ma quando era successo? Io non lo sapevo. Ma sapevo che non volevo stare lontano da lei. Non potevo.

< Zia, Dario può rimanere per cena?! > Escordi il ragazzino risvegliandomi dal mio stato catatonico mentre armeggiava con il joystick

< Cosa?.. Ma Dario sicuramente avrà da fare...non è così? > Chiese lei sperando che io assecondassi il suo sguardo inequivocabile

< No, io in realtà non ho proprio niente da fare! > Affermai guardandola sorridendo. 

Non sarei tornato a casa senza quel profumo di lei sui miei vestiti, senza il suo sapore in bocca, senza aver sentito nuovamente il mio nome uscire dalla sua labbra.

< Ok...ma ti dovrai accontentare di una pizza congelata! > Disse lei aprendo il freezer uscendo delle pizze preriscaldate

< Adoro le pizze congelate! > Affermai alzandomi e andando verso di lei afferrando uno dei tre cartoni aprendolo.

La guardai sorridendo provocando in lei la medesima reazione. Adoravo il suo sorriso. 


Dopo aver quasi dato fuoco alla casa con la storia delle pizze congelate dimenticate nel forno, decidemmo di prendere del sushi ordinato al ristorante dietro l'angolo. 
Per tutto il tempo della cena, Dario non fece altro che spogliarmi con gli occhi, mentre Riccardo continuava a tartassarci di domande sulla nostra pseudo realizzazione. I bambini e la loro curiosità.

I suoi occhi azzurri mi denudavano di tutto anche della mia lucidità mentale. 

< Grazie...sei gentile ad aiutarmi > Dissi infilando il piatto passato da Dario nella lavastoviglie

< Prego... ma lo faccio solo perché coincide con il mio piano...>

< E quale sarebbe? >

< Fare sesso con te, ovviamente... >

< Cosa?! Noi non faremo sesso! Anzi non esiste nessun noi! >

< Lo sai che sei adorabile quando ti agiti? Anzi mi fai proprio impazzire...>  Disse con una tranquillità disarmante tuffandosi nei miei occhi. Come sempre sapeva cosa dire e come dirlo. 

< Dario! Sbrigati il film sta iniziando! > Gridò Riccardo richiamando l'attenzione di quest'ultimo. Lui mi sorrise e raggiunse mio nipote in salotto dove aveva appena messo il dvd di Harry Potter. 

Lo guardai allontanarsi quasi con la bava alla bocca. Cosa mi aveva fatto? L'unica cosa che riuscivo a pensare era  lui e le sue mani esperte su di me. Continuai a sistemare la cucina con quelle parole che rimbombavano nella mia mente peggio di una bomba atomica. L'unico modo per distrarmi era tornare a lavoro o fare una doccia fredda, optai per la prima, anche perché avevo ancora qualcosa da rivedere. 
Il tempo passò senza che io potessi accorgermene. Mi ero immersa totalmente nel lavoro e avevo completamente dimenticato il fantastico duo sul divano. Diedi un'occhiata fugace alla loro postazione quando mi accorsi che erano tutti e due crollati. Riccardo rannicchiato su un bracciolo mentre Dario era ancora seduto con la testa appoggiata allo schienale. Lo guardai estasiata. I suoi lineamenti perfetti erano accentuati dal suo stato di incoscienza, era bellissimo. I capelli corvini gli cadevano parzialmente sugli occhi e la sua bocca leggermente aperta sembrava chiamarmi su di lui. Avrei voluto svegliarlo proprio così, con un bacio mozzafiato. Mi avvicinai a lui destandolo delicatamente per il braccio e chiamandolo sottovoce.

< Nonna... > Sibilò lui lievemente aprendo piano quegli occhi cristalli 

< Sono io Dario...ti sei addormentato...> 

< Sei tu angelo mio... > Sussurrò lui sorridendomi.

Il mio cuore mancò un colpo. Strinsi le labbra tra di loro trattenendomi. La voglia di baciarlo adesso aveva superato di gran lunga il limite, ma dovevo davvero trattenermi.

< Si...cioè  no...metto Riccardo a letto! > Dissi nel totale caos mentale. Dovevo calmarmi, dovevo farlo ad ogni costo.


Mi alzai incredulo. Mi ero addormentato davvero sul divano guardando Harry Potter? Sicuramente la precedente nottata senza sonno aveva contribuito al mio improvviso sonnellino. Fregai le mani sul viso più volte nella speranza che non sembrassi rincoglionito come prima. Quando sentii la porta della camera aprirsi e richiudersi con lei al seguito. 

< Sembra che tu sia un babysitter perfetto...a parte il sonnellino... >

< Quello faceva parte del pacchetto mia cara... >

< Capisco...allora ti ringrazio per i tuoi servigi...>

< Non mi merito una ricompensa?  Non mi dai neanche un bacetto? >

< Dovrei?...> Sorrise maliziosa avvicinandosi a me. Dio quanto era bella.

< Dovresti... > Sussurrai immergendo la mano destra tra i suoi capelli. Volevo baciarla più di ogni cosa al mondo.

Quel sorriso da idiota che ormai si mostrava davanti a lei tornò sul mio viso prima di posare le mie labbra sulle sue. Ero rincretinito. Iniziai a baciarla piano, assaporando ogni centimetro di quelle labbra carnose, per poi infilare la mia lingua nella sua bocca. Quanto mi erano mancati i suoi baci. Continuammo a baciarci senza sosta ritrovandoci addossati al muro vicino alla porta che dava sulle camere da letto.

< Dario...non possiamo c'è Riccardo...>

< Faremo piano... > Sibilai in balia del momento stringendo e baciandole il seno.

< Lo sai che non mi riesce molto bene... > Dichiarò sorridendo stringendo i miei capelli tra le sue mani.

< Lo so... > Dissi sorridendo risalendo verso la sua bocca. Quella constatazione mi eccitò ancora di più. Volevo sentirla, volevo sentire il mio nome, volevo sentirla ansimare il mio nome.

In barba a quello che lei aveva appena detto mi fiondai nuovamente sulle sue labbra. Afferrai il suo sedere con forza stringendolo tra le mie mani imprecando. Ero al limite, al limite della mia lucidità mentale. Lei iniziò ad ansimare ad ogni mio tocco, e più la sentivo e più volevo entrare dentro di lei. 

< ZIA!!! Ma cosa stai facendo?! Mi hai lasciato da solo?! >

< Ri..ccardo...che ci fai in piedi...? >

< Io mi sono svegliato e tu non c'eri! >

< Ok...ok...io sto arrivando...aspettami in camera...> 

Il bambino poco convinto tornò in camera, lasciandoci con la consapevolezza che non se ne sarebbe fatto niente.

< Cazzo...> Imprecai guardandola negli occhi

< È meglio...che tu vada adesso... > 

< Cazzo...> Ripetevo incredulo mentre lei mi spingeva verso la porta d'uscita

< Forse è meglio così... >

< Cazzo...come torno a casa in questo stato? > Chiesi del tutto sconvolto.

< Buonanotte Dario...> Rispose con un sorriso amaro chiudendo la porta davanti ai miei occhi.

Appoggiai entrambe le mani alla porta,  ridendo nuovamente negando con il capo. Ancora una volta mi ritrovavo da solo dietro una porta, ancora una volta mi aveva fatto perdere la testa, ancora una volta avevo perso quella lucidità mentale. Feci un lungo respiro profondo e mi allontanai piano consapevole più che mai di essere fottuto. Fottutamente innamorato di lei.


Note: Capitolo Tredici. Buongiorno a tutti miei cari, ed eccoci in questo nuovo capitolo. Capitolo incentrato su Dario e su quello che finalmente ha capito: è innamorato di Anita. Ma accetterà questa sua nuova condizione? Riuscirà davvero a buttarsi in questo nuovo sentimento? Come sappiamo lui ha molta paura, quindi... chissà. E chissà cosa penserà Anita dopo questo incontro bollente. Grazie a tutti quelli che mi seguono, e alla prossima ❤️
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lita_85