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Autore: God_Eden_Imperial    20/06/2021    0 recensioni
Vincent e Leo trascorrono insieme San Valentino.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Leo Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Leo emise un sospiro e cominciò ad accarezzare pigramente la copertina in pelle del suo libro. Avrebbe voluto poter dire di avere dei piani, ma tutti già sapevano che sarebbe stata una menzogna palese: voleva solo stare con Vincent. Purtroppo lui non era lì e ne sentiva la mancanza. Cominciando a mettere via gli spartiti, e chiudendo il pianoforte, Leo si chiese se Vincent si sarebbe presentato. Gli piaceva il suo servitore, era un dato di fatto. Un sorriso gli tirò le labbra mentre pensava all'altro ragazzo. In un modo o nell'altro, Vincent non lo lasciava mai solo tutto il giorno, presto o tardi lo avrebbe raggiunto.
E, infatti, improvvisamente, la porta della sua stanza si spalancò e Leo alzò lo sguardo bruscamente. Di solito nessuno entrava senza prima bussare; nessuno a parte una persona.
Parlando del diavolo.
Vincent fece un passo avanti, allargando le braccia per accompagnare un sorriso allegro.
"Buongiorno, padrone!"
Aveva esclamato.
"Indovini che giorno è oggi!"
"Oh, non lo so"
Mentì Leo.
"È di nuovo Natale, forse?"
Vincent sembrava indignato, ma la sua eccitazione non poteva essere dissuasa.
"No, è il 14 febbraio!"
"Ed è San Valentino"
Aggiunse Leo alzandosi, il che fece fermare Vincent.
"Si è ricordato allora"
Leo si strinse nelle spalle, coprendo il suo errore con un'aria indifferente.
"Comunque, smetti di perdere tempo e vieni a mangiare qualcosa. Conoscendoti, di certo, non avrai fatto colazione"
Disse cercando di deviare il discorso e volgendo lo sguardo al piatto pieno di dolcetti posti sul tavolino.
"Onestamente Vincent, se non ti nutriamo io e tuo fratello, non so chi lo farebbe"
"Io so cucinare...solo non ho voglia di farlo"
Ribatté quest'ultimo prima di scivolare sul divano.
Leo lo guardò, non riusciva a ricordare da quanto tempo avesse avuto questa...questa cotta per Vincent. Aveva cercato di ignorare quei sentimenti, ma non aveva funzionato. Niente aveva mai funzionato. Tutti i suoi sforzi si erano dimostrati inutili. Bastava che Vincent lo chiamasse per nome in quel modo quasi pieno di speranza, che gli prendesse la mano mentre camminavano insieme, fermandolo per indicare chissà cosa che Leo, distratto, avrebbe altrimenti perso. Bastava uno di quei sorrisi e-
"Padrone"
Fu sbalzato fuori dai suoi pensieri dalla voce morbida di Vincent e guardò in basso. Fece una smorfia accorgendosi che si era rovesciato un po' di panna addosso.
Questo di solito non gli succedeva.

Dieci minuti dopo era seduto su uno sgabello in cucina a guardare il suo servitore che si dava da fare per la colazione. Aveva da tempo intrattenuto l'idea che potessero...forse essere una coppia, non solo di amici. In tutta onestà, Leo si chiedeva se l'altro avesse lui nel suo cuore o qualcun altro.
Gilbert.
Borbottò una maledizione sottovoce. Eccolo di nuovo geloso di Gilbert.
"Padrone?"
Leo alzò gli occhi su Vincent che stava posando un piatto di pancake vicino a lui.
"Scusa, hai detto qualcosa?"
"Sì. C'è questo film più tardi e...mi chiedevo se volesse venire a guardarlo con me?"
Il più piccolo si chiedeva come potesse dire qualcosa del genere così facilmente.
In che modo non era imbarazzato?
Puntando gli occhi sul cibo, per sfuggire al suo sguardo interrogativo, improvvisamente desiderò che qualcosa, qualsiasi cosa, gli sarebbe accaduta per salvarlo dalla mortificazione che, senza dubbio, avrebbe provocato.
"Posso venire"
Borbottò con un'alzata di spalle.
"Non ho nulla da fare, dopotutto"
Alla sua risposta, Vincent invase il suo spazio personale, spingendo il viso vicino al suo mentre un enorme sorriso gli apparve sulle labbra delicate.
"Davvero? Lei è il migliore, padrone! Pensavo che sarei stato tutto solo per San Valentino"
"Nessuno dovrebbe restare da solo in un giorno speciale come questo"
Vincent rise e Leo fu accecato da quel sorriso brillante.
"Ehi, sai una cosa? Andiamocene da qui. Sono stufo di stare a casa"
Non riusciva a credere di aver lanciato così coraggiosamente l'offerta; ma, ehi, cosa aveva da perdere?
"Sul serio?"
Vincent lo stava guardando con il suo accecante sorriso che stava diventando qualcosa di più morbido, più gentile e ingenuo. Anche Leo sorrise, nonostante la sua situazione attuale e, con un lieve sospiro, si alzò in piedi.
"Sì, andiamo"
Si voltò e cominciò a camminare in fretta verso la porta.
"Ehm...padrone, dobbiamo mangiare i pancake prima"
Gli ricordò Vincent.
Oh. Giusto. Le frittelle...
"Hai della farina sul sedere"
"Perché stava guardando lì?"
Domandò divertito e Leo avvampò.
"N-nessun motivo!"

"Dai Vincent, muoviti!"
Leo lo precedette, saltando giù per il sentiero a una velocità che a Vincent non importava abbinare. Ben presto il più piccolo tornò a chiamarlo, dopo aver visto che non aveva senso cercare di convincerlo a inseguirlo.
"Sei come un cucciolo"
Osservò il servitore con un dolce sorriso mentre Leo si aggrappava al suo braccio, così da camminare vicini.
Sei così bello Vincent.
"Padrone, pensa che io sia bello? È adorabile!"
Dannazione! L'ho detto ad alta voce!
Pensò il ragazzino scostando subito il viso.
"Allora?"
"Può essere"
"Padrone...sì o no?"
"Non lo so"
Leo si schiarì la gola.
"Immagino di sì...sì! Non c'è niente di sbagliato in questo"
Vincent lo strinse più a sé.
"Sta bene, padrone?"
Il ragazzo più giovane lo fissò, desiderando di poter dire ciò che aveva in mente.
Mi piacerebbe che fossimo più che amici. Sono solo preoccupato che tu possa rifiutarmi. Non voglio che le cose cambino, non voglio perderti.
Non disse nulla, invece. No, rimase in silenzio, rimpiangendolo.
Che codardo sei Leo!

Trascorsero il resto della giornata insieme. Non è stato difficile intrattenersi l'un l'altro: hanno preso il gelato, hanno giocato un po' a scacchi e hanno girato per la città. Per tutto il tempo, Leo avrebbe voluto affrontare i propri sentimentiSensazioni stupide, fastidiose, irrefrenabili.
Quando Vincent fece scivolare una mano nella sua, pensò di esserselo solo immaginato.
"Padrone"
"S-si?"
Non osava continuare a parlare, per paura di confessarsi nel modo più imbarazzante possibile.
"Non ho nemmeno chiamato Gilbert oggi"
Leo si fermò di colpo.
"Ecco...volevo stare con lei, padrone, da solo. Perché...perché è San Valentino"
"E' San Valentino"
Ripeté inconsciamente.
"Immagino di aver...volevo solo..."
"Mi piaci!"
Esclamò Leo, non riuscendo più a trattenersi. Sapeva che era scortese intervenire, ma doveva dirlo prima di fare un disastro emotivo con se stesso.
"...cosa?"
Vincent si fermò in modo da poterlo guardare meglio. Era sorpreso.
"È vero"
Mormorò Leo, volendo così tanto evitare i penetranti occhi del servitore sul cui viso si formò un sorriso luminoso.
"Oh, padrone"
Si sporse verso di lui, premendo le labbra su quelle di Leo e tirandolo a sé.
Il ragazzino si bloccò, mentre sentiva la gioia crescere e un'enorme masso scivolare via da sopra il suo cuore, ritrovandosi a ricambiare quel tenero bacio.

   
 
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