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Autore: Star_Rover    22/06/2021    7 recensioni
Durante la Battaglia d’Inghilterra i cieli sopra alle verdi campagne irlandesi sono spesso oscurati da stormi di bombardieri tedeschi che pericolosamente attraversano il Mare d’Irlanda.
Quella notte però è un Heinkel solitario a sorvolare le montagne di Wicklow e il suo contenuto più prezioso non è una bomba.
Un ufficiale della Luftwaffe paracadutato nella neutrale Irlanda è un fatto curioso, potrebbe sembrare un assurdo errore, ma la Germania in guerra non può concedersi di sbagliare.
Infatti il tenente Hans Schneider è in realtà un agente dell’Abwehr giunto nell’Isola Smeraldo con un’importante missione da portare a termine.
Il tedesco si ritrova così in una Nazione ancora divisa da vecchi rancori e infestata dagli spettri di un tragico passato. In questo intricato scenario Schneider entra a far parte di un pericoloso gioco che potrebbe cambiare le sorti della guerra, ma anche per una spia ben addestrata è difficile riconoscere nemici e alleati.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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Ringrazio i fedeli lettori che stanno continuando a seguire questa storia.
Un ringraziamento speciale ai carissimi recensori per il prezioso supporto^^

 
22. Conseguenze
 

Quella notte Declan non riuscì a chiudere occhio, si rigirò nel letto, cercando inutilmente di addormentarsi. I pensieri che vagavano nella sua mente non gli concedevano pace. Inevitabilmente tornava a rievocare quel che era accaduto, e con quel ricordo riaffioravano anche mille pensieri e preoccupazioni.
Quando aveva accettato quell’incarico era certo che non avrebbe mai potuto cambiare idea a riguardo di un tedesco. Credeva che si sarebbe ritrovato ad avere a che fare con un odioso nazista, riteneva che non avrebbe mai potuto instaurare alcun genere di rapporto con il suo improbabile alleato. Eppure era stato costretto a ricredersi. Hans si era rivelato essere un ufficiale leale e valoroso, e nel corso della loro conoscenza era riuscito a conquistare la sua fiducia.
Aveva avuto modo di scoprire che in realtà erano molto più simili di quel che avrebbe voluto ammettere, in gran parte condividevano ideali e mentalità.
Ma riconoscere l’onestà e l’integrità del tenente era stato solo l’inizio, poi le cose avevano iniziato a complicarsi. Il tedesco riusciva ad esercitare una forte influenza su di lui, questo era innegabile.
Egli era stato in grado di scalfire la sua corazza di diffidenza, l’aveva convinto ad abbassare la guardia, finché anche la sua ultima difesa non era crollata.
E alla fine era successo l’irreparabile, aveva superato il punto di non ritorno. Nonostante i suoi sforzi per tentare di mantenere le distanze e celare i suoi veri sentimenti non era riuscito a evitarlo. 
Si era sentito al sicuro tra le sue braccia, aveva avvertito sensazioni mai provate prima. Forse era stata l’inaspettata vicinanza fisica o la suggestione della notte, in ogni caso aveva perso il controllo. Era stato un gesto impulsivo, l’aveva baciato con passione e desiderio, cercando le sue labbra finché non gli era mancato il respiro.
In quel momento aveva dimenticato ogni preoccupazione, abbandonandosi al calore di quell’abbraccio.
Declan sospirò, aveva sempre anteposto i suoi ideali davanti ad ogni cosa, ed ora stava prendendo in considerazione l’idea di tradire l’IRA per un avvenente pilota dagli occhi azzurri. Anzi, a dire il vero era già venuto a meno dei suoi doveri. Aveva mentito al capitano Maguire per difendere il tedesco.
Avrebbe dovuto tirarsi indietro quando era in tempo, ma anche nel momento in cui gli si era presentata la possibilità non aveva voluto prendere quella decisione. Si era rifiutato categoricamente, si era impuntato e aveva contraddetto il suo comandante credendo di star facendo tutto ciò soltanto per una questione di integrità e coerenza. Ormai però era certo che le motivazioni che l’avevano spinto ad agire in quel modo non erano né morali né patriottiche.
A quel punto non poteva negare la verità a se stesso, era sempre stato consapevole delle conseguenze, eppure aveva scelto di non abbandonare il tenente. Contro ogni aspettativa aveva preso a cuore la sua missione e si era affezionato all’ufficiale tedesco.
Ovviamente non era orgoglioso di aver tradito la fiducia del capitano, e ciò gli era costato uno sforzo non indifferente. Per la prima volta aveva messo in discussione la sua profonda amicizia con Maguire e il suo giuramento di fedeltà.
Declan ripensò al momento in cui aveva scelto di diventare un militante dell’IRA. Aveva preso quella decisione senza dubbi o ripensamenti, era convinto di essere pronto a tutto per il bene dell’Irlanda. Questo ovviamente lo credeva ancora, eppure qualcosa era cambiato. La questione della spia aveva costretto O’ Riley a vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Fino a poco tempo prima non avrebbe mai osato contraddire un suo superiore e nemmeno dubitare delle parole di un ufficiale.
Non aveva mai permesso alle emozioni di interferire con il suo dovere di militante, ma ormai non aveva più dubbi a riguardo, dopo il suo incontro con Hans non era più stato lo stesso.
I sentimenti che provava per il tedesco avevano preso il sopravvento. Aveva promesso a Schneider che sarebbe rimasto al suo fianco in ogni caso, anche se questo avrebbe significato voltare le spalle all’IRA e ai suoi commilitoni. Non conosceva le decisioni dei suoi superiori, non aveva modo di sapere per quanto tempo l’IRA avrebbe continuato a tenere la spia tedesca sotto la sua protezione. Temeva che gli accordi sarebbero potuti cambiare.
Pur essendo animato dal suo estremo senso di giustizia Declan sapeva di star passando dalla parte del torto, almeno per quel che riguardava il suo ruolo di soldato repubblicano. Se per salvare la vita del tenente avesse dovuto infrangere il suo giuramento sarebbe diventato un traditore, e come ben sapeva l’IRA aveva sempre condannato i traditori. Era stato lo stesso Maguire a ricordarglielo.
 
O’ Riley continuò a seguire il filo dei suoi pensieri, arrivando a prendere in considerazione ogni ipotesi possibile. Forse quello era tutto parte di un piano. Non doveva dimenticare il fatto che il tenente Schneider fosse una spia, e se il suo intento fosse stato quello di sedurlo per convincerlo a collaborare?
Declan si domandò se gli agenti segreti fossero addestrati anche per questo, di certo Hans possedeva il fascino e il carisma necessari per lo scopo.
In quel breve periodo il tedesco era riuscito a far crollare ogni sua certezza, portandolo a dubitare delle sue convinzioni più profonde. Il giovane scosse la testa, se era finito in quella situazione non era per un assurdo complotto.
Il giovane rifletté sulla situazione, era sempre stato disposto a lottare per difendere ciò che amava: la sua famiglia, la sua Patria, i suoi ideali…per Hans non era diverso. L’aveva riconosciuto come compagno, l’aveva ritenuto degno della sua stima e del suo rispetto. Soltanto in un secondo momento erano sopraggiunti i sentimenti, e la sua missione era diventata una questione personale.
Quando si era innamorato degli ideali repubblicani non aveva esitato ad andare fino in fondo decidendo di combattere per la Libertà a costo della vita, allo stesso modo ora che aveva compreso ciò che provava realmente per Hans era intenzionato a fare tutto il possibile per salvarlo.
 
***

Il tenente Schneider riprese a camminare in cerchio, percorrendo più volte il perimetro del salotto. Era tormentato da pensieri sempre più angosciosi e pessimisti riguardanti la sua missione. La protezione dell’IRA si era tramutata in una prigionia a tutti gli effetti, inoltre stava iniziando a temere che il suo contatto non si sarebbe più presentato.
Doveva trovare il modo di ottenere quelle informazioni al più presto e organizzare tempestivamente la sua fuga. Il problema era che da solo non avrebbe potuto combinare nulla. Era uno straniero in terra straniera, per di più una spia ricercata dai servizi segreti. Non poteva fidarsi di nessuno. Senza il supporto dei suoi unici alleati per lui sarebbe stato impossibile raggiungere il suo obiettivo.
D’altra parte non sapeva nemmeno quanto avrebbe potuto fare affidamento sull’IRA. Fino a quel momento aveva rispettato il volere del capitano Maguire, così come gli era stato ordinato dai suoi comandanti, ma ciò non aveva portato a nulla di buono. Nonostante i suoi sforzi per instaurare un equo rapporto con gli irlandesi le cose sembravano non funzionare.
Egli aveva rispettato gli accordi per conto dell’Abwehr, aveva fornito all’IRA i piani dell’invasione, ma i suoi alleati si erano rivelati più restii a fare la loro parte. Il fatto che Maguire avesse imposto il silenzio radio con la Germania e non si fosse dimostrato affatto interessato ad aiutarlo gettava ulteriori sospetti sulle reali intenzioni dei repubblicani.
Ricordava l’atteggiamento diffidente e sospettoso del capitano Maguire, le accuse che aveva mosso nei suoi confronti non lasciavano alcun dubbio. L’irlandese non l’aveva mai considerato come un vero alleato, forse non aveva mai creduto in quella alleanza, il suo unico scopo sembrava quello di ottenere il più possibile da quegli accordi. Probabilmente quando si era accorto che la Germania non era intenzionata a scendere a compromessi aveva cambiato idea sulla questione.
A quel punto era plausibile che l’IRA non fosse disposta a concludere quei negoziamenti, oppure si erano sollevati pareri discordanti all’interno della stessa organizzazione. Era evidente che l’arrivo di una spia tedesca a Dublino avesse complicato una situazione già piuttosto instabile.
Schneider non poteva prevedere da che parte avrebbe soffiato il vento, ma in ogni caso sapeva che la sua permanenza in Irlanda stava diventando sempre più pericolosa.
Hans si domandò quanto tempo avesse ancora a disposizione prima che i servizi segreti riuscissero a rintracciare il suo nascondiglio. Considerando la fretta con cui era stato trasferito da un covo all’altro poteva immaginare che la situazione non fosse affatto a suo favore. Era una questione di settimane? Giorni? Ore?
Quell’incertezza rendeva la sua attesa ancora più snervante. Il capitano Maguire aveva parlato di un agente britannico inviato a Dublino dall’MI5 per dargli la caccia. Non sapeva se quelle informazioni potessero essere considerate affidabili, ma questa possibilità avrebbe potuto giustificare l’estrema prudenza adottata dai militanti.
Schneider rifletté sulla questione, in quel momento realizzò che il suo nemico non era più una generica autorità, ma si era incarnato in un essere umano. Per molto tempo aveva pensato che il suo primo avversario sarebbe stato il pilota di un Hurricane o di uno Spitfire. Qualcuno che avrebbe potuto considerare un suo pari, per il quale avrebbe potuto provare rispetto.
In quel caso invece non si sarebbe trattato di un combattimento leale ed onorevole tra aviatori.
Quella era una guerra segreta, senza regole, dove l’unico obiettivo era sconfiggere l’avversario.
Hans sapeva che se fosse stato catturato non avrebbe avuto alcuna possibilità. Sarebbe finito nelle mani degli inglesi, l’Intelligence l’avrebbe interrogato sottoponendolo a indicibili torture per tentare di estorcergli più informazioni possibili, e alla fine sarebbe stato giustiziato.
Il tenente non temeva il suo destino, ma non poteva evitare di pensare a quali sarebbero state le terribili conseguenze. Per prima cosa avrebbe fallito nel portare a termine la sua missione, deludendo le aspettative dei suoi superiori e determinando una grave disfatta per la Germania.
In secondo luogo anche l’IRA sarebbe sicuramente stata coinvolta, e probabilmente Declan avrebbe condiviso la sua stessa sorte.
Schneider inorridì davanti a quella visione terrificante. Indipendentemente dalle circostanze, se fosse accaduto qualcosa a quel ragazzo per colpa sua non avrebbe potuto sopportarlo.
La sua missione aveva acquisito anche un valore personale, aveva qualcosa da perdere, e questo lo rendeva vulnerabile, ancor di più esposto al pericolo.  
 
Hans emise un sospiro di frustrazione, in tutto questo era riuscito a complicare ancor di più la situazione. Aveva ceduto alla sua debolezza, assecondando un desiderio personale, un desiderio che avrebbe dovuto ritenere osceno e immorale.
Non era riuscito a gestire i suoi sentimenti e questo era un errore inammissibile per una spia.
Più tentava di affrontare razionalmente la questione e meno riusciva a comprendere.
Tutto ciò che sapeva era che l’attrazione che provava nei confronti di quel ragazzo non era soltanto una vana infatuazione.
Declan era un giovane coraggioso e ardimentoso, possedeva tutte le qualità del combattente che aveva sempre ammirato ed elogiato. Forse era fin troppo emotivo, però era anche questo suo spirito romantico a donargli un certo fascino.
Nonostante la giovane età aveva dimostrato di possedere una forza di volontà superiore a quella di molti uomini adulti e maturi.
Tutte queste erano valide motivazioni che avevano contribuito a stimolare il suo interesse per quell’irlandese. Oltre a questo doveva ammettere che Declan fosse anche un ragazzo di bell’aspetto. I lineamenti del suo volto, decisi ma non sgraziati, gli conferivano un’aria decisamente intrigante. I suoi intensi occhi verdi l’avevano rapito fin dal primo momento.
Ultimamente era anche riuscito a strappargli un sorriso, scoprendo che incurvava le labbra in modo leggermente asimmetrico, il che lo rendeva davvero irresistibile.
Schneider si sorprese nel ritrovarsi a fare simili considerazioni sull’aspetto del suo compagno, considerando il loro effetto ritenne che fosse opportuno distogliere l’attenzione da quei pensieri.
 
Era probabile che la lontananza dalla Germania e l’impossibilità di contattare i suoi superiori l’avessero ulteriormente distratto dal suo scopo primario. Aveva bisogno di focalizzare per bene il suo obiettivo.
Ripensò a quando gli era stata presentata l’opportunità di diventare un agente segreto. Ricordava di aver appena terminato un volo di addestramento, nel momento in cui era sceso a terra aveva trovato due persone ad attenderlo. Il primo era il maggiore von Reichenbach, il secondo invece era un uomo in borghese.
Hans aveva pensato che lo sconosciuto fosse un curioso spettatore, oppure un giornalista. Non era raro che essi visitassero il campo per scrivere articoli di propaganda. Una volta una sua foto era anche stata pubblicata su un quotidiano come esempio della gioventù destinata a partire per il fronte per rendere onore e gloria alla Patria.  
Quando si era accorto che entrambe le sue ipotesi erano errate Hans aveva iniziato a insospettirsi.
L’uomo misterioso l’aveva squadrato con attenzione, poi aveva sollevato la testa per guardarlo negli occhi. Sul suo volto, inizialmente inespressivo, era comparso un mezzo sorriso di soddisfazione.
«Tenente Schneider, lei è il candidato che stavamo cercando»
Nel sentire quella frase il giovane ufficiale era rimasto interdetto, non aveva idea di quale potesse essere il reale significato di quelle parole.
Soltanto in un secondo momento tutto gli era stato chiarito. L’uomo in borghese si era rivelato essere l’agente Hadel, il quale aveva preteso quell’incontro per una ragione ben precisa. Così gli era stata offerta la fatidica proposta.
Più tardi Hans aveva anche scoperto che era stata proprio quella foto di giornale ad aver attirato l’attenzione dell’Abwehr su di lui.
L’agente Hadel aveva scorto delle potenzialità nel giovane pilota, e dopo un accurato periodo di valutazione aveva preso la sua decisione.
Schneider non aveva riflettuto a lungo, aveva accettato persino con fin troppo entusiasmo. Per prima cosa quella era un’opportunità irripetibile, sarebbe stata una preziosa occasione per dare il suo contributo in quella guerra. Era intenzionato a fare tutto il possibile per servire la Patria, anche se questo significava abbandonare, seppur non definitivamente, i suoi sogni di aviatore.
E inoltre, doveva ammetterlo, aveva trovato decisamente affascinante e intrigante l’idea di diventare un agente segreto.
Ovviamente il suo obiettivo non era stato semplice da raggiungere, ma durante i mesi di addestramento aveva fatto tutto ciò che era nelle sue capacità per dimostrare di essere all’altezza. La sua determinazione era stata fondamentale. I risultati ottenuti avevano convinto i suoi superiori a dargli una possibilità sul campo, ma in fondo era certo che fosse stato l’agente Hadel a fare il suo nome al capitano Seidel.
Inevitabilmente ripensò alle parole con cui il suo comandante gli aveva affidato quella missione.
“Sono certo che saprà svolgere al meglio il suo dovere”
Schneider avvertì il peso delle sue responsabilità. Aveva giurato a se stesso che avrebbe fatto tutto il possibile per non deludere le aspettative che i suoi superiori avevano riposto in lui, e nonostante tutto era ancora intenzionato a rispettare la sua promessa.
 
Hans si riprese da quei pensieri avvertendo la porta aprirsi alle sue spalle. Si girò di scatto, trovando Declan in piedi nella penombra della stanza.  
«È ancora presto per il tuo turno di guardia» disse.
«Lo so» rispose semplicemente il suo compagno.
Hans non lasciò trasparire alcuna emozione, ma in cuor suo fu rassicurato dalla presenza dell’irlandese.
Il giovane si avvicinò: «ho bisogno di parlarti»
L’altro rimase in silenzio.
«Voglio che tu sappia una cosa»
Il tedesco assunse un’espressione perplessa.
Declan esitò qualche istante prima di confessare la verità.
«Ho tradito la fiducia del capitano Maguire per proteggerti»
Hans non capì: «di che stai parlando?»
«Charles voleva affidare a qualcun altro il compito di sorvegliarti, ma io gli ho mentito per oppormi alla sua decisione»
L’agente segreto si stupì per quella rivelazione.
«Per quale motivo l’hai fatto?»
«Credevo di voler dimostrare qualcosa, ma la verità è che non ero disposto ad abbandonarti»
Schneider sapeva quanto quel giovane fosse legato ai suoi ideali e anche quanto fosse intenso il rapporto che aveva instaurato con il suo superiore.
«Non avresti dovuto opporti al volere del tuo comandante» fu l’onesto commento, che aveva tutta l’aria di essere un rimprovero.
«Il mio unico intento è stato quello di difenderti. Saresti potuto finire nelle mani sbagliate…avrebbero potuto tradirti!»  
Il tedesco abbassò lo sguardo, poteva apprezzare le nobili intenzioni di quel gesto così sconsiderato, ma in quel momento sentì di avere anche delle responsabilità nei confronti di quel ragazzo.  
«Non ho mai preteso nulla di tutto questo da te»
«È questo che fanno i compagni, si preoccupano a vicenda e pensano a proteggersi» rispose Declan senza alcuna traccia di rimorso.
Hans fu commosso da quella dimostrazione di fedeltà, la determinazione di quel giovane militante era davvero sorprendente.  
Nonostante ciò tentò di valutare razionalmente la situazione.
«Tutto questo è pericoloso per entrambi» sentenziò.
Il ragazzo rimase impassibile: «se avessimo paura di lottare per ciò che amiamo non saremmo qui»
L’ufficiale non poté ribattere, pur essendo consapevole dell’irragionevolezza di quelle parole trovava sempre affascinante ed ammirevole la risolutezza dell’irlandese.
Declan lo guardò dritto negli occhi, senza più alcun dubbio o incertezza. 
Hans sostenne il suo sguardo, ma non resistette a lungo alle sue iridi smeraldo. Sfiorò il suo viso con una leggera carezza, poi con un gesto deciso l’attirò a sé. Il giovane si lasciò avvolgere da quell’abbraccio, la sua presa, allo stesso tempo salda e delicata, riusciva a donargli conforto e sicurezza.
Restarono a lungo stretti l’uno all’altro, avvertendo soltanto i battiti accelerati dei loro cuori e il ritmo irregolare dei loro respiri.
Le loro labbra si unirono lentamente e dolcemente. I due approfondirono sempre di più il bacio, cercandosi e assaporandosi a vicenda, cedendo al desiderio e alla passione.
Declan fu scosso da un fremito quando avvertì le mani del tenente che accarezzavano il suo corpo. Socchiuse gli occhi, abbandonandosi al piacere di quelle nuove e intriganti sensazioni.
Ad un tratto Schneider si distaccò, interrompendo bruscamente quel momento di intimità. L’irlandese, ancora sconvolto da quel turbine di emozioni, fu sorpreso da quella reazione improvvisa. Inizialmente temette che egli avesse avuto un ripensamento, ma ben presto intuì le sue motivazioni. Udì dei rumori al piano di sotto, poi gli echi dei passi si spostarono sulle scale.
Hans si separò dal compagno poco prima che avvertissero bussare alla porta con impazienza ed insistenza.
«Declan! Forza, apri! Ho un messaggio urgente da parte del capitano Maguire!»
   
 
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