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Autore: Little_GirlMoon005    22/06/2021    0 recensioni
{ Dark Souls III / Ornstein | Re senza Nome }
'' 𝐈𝐧 𝐮𝐧 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐡𝐢, 𝐎𝐫𝐧𝐬𝐭𝐞𝐢𝐧 𝐥'𝐀𝐦𝐦𝐚𝐳𝐳𝐚𝐝𝐫𝐚𝐠𝐡𝐢,
𝐢𝐥 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐚𝐭𝐭𝐞𝐝𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐚 𝐟𝐮𝐠𝐠𝐢' 𝐝𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐞, 𝐢𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐑𝐞. "
_____________________________________
• Breve racconto su Ornstein l'Ammazzadraghi, incentrato sul suo ipotetico viaggio alla ricerca del suo Signore. E del suo possibile destino.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Cavaliere rimase esterrefatto alla vista della Vetta, baciata da un sole così brillante e alto nel cielo che irradiava tutto con una potenza che aveva quasi obliato in tutti questi anni. Avanzò con passo calmo, la Lancia ben stretta nella mano, compagna di mille battaglie e unica gloria che gli era rimasta, ammirrando quello che lo circondava.

Era molto tempo che Ornstein non vedeva un sole così.
Sembrava un posto perfetto per il primogenito di Gwyn, Dio della Guerra, Principe del Sole, esiliato dallo stesso Padre dopo quella che per il popolo di Lordran fu solo una tremenda disputa, ma Ornstein conosceva il vero motivo.

Gwyn fece in modo che nessuno ricordasse più la sua figura o addirittura il nome, che provvide a togliergli.
Tutti si dimenticarono di lui, tranne il suo fidato Cavaliere.
Lo aveva seguito, era stato addestrato da lui, ricordava il suo potere devastante ed il suo furioso spirito combattivo, unito alla sua profonda nobiltà d'animo e lungimiranza.

Ancora oggi, dopo tanto tempo, ricordava il suo nome, e l'avrebbe pronunciato ancora.



Il giorno in cui il Primogenito di Gwyn se ne andò, fu il giorno in cui Ornstein perse una parte importante di sè. Perse un Mentore, un grande Mentore, ma soprattutto perse un amico.
Il giorno in cui il Primogenito di Gwyn venne esiliato fu uno dei momenti che più di tutti lo tormentava, affogandolo nel senso di colpa più che mai.
E tutti col tempo avevano già scordato la figura, l'aspetto, il nome del Primogenito di Gwyn.

Tranne Ornstein, perché non poteva.
Non poteva scordarsi di lui. Aveva bisogno di aggrapparsi a quei ricordi, e nessuno, nemmeno Lord Gwyn stesso, poteva portarglieli via.

Dire che il suo nome venne cancellato sarebbe un eufemismo di quello che successe esattamente quel giorno.
Gli venne tolto tutto, il suo passato, il suo rango nobiliare, le sue gesta, tutto ciò che gli riguardava fu distrutto e bruciato, e la gente non poteva più permettersi di parlare di lui.

Ornstein non potrà mai perdonare se stesso per aver permesso tutto ciò.

Era la sera prima di quel fatidico giorno, e il rumore dei suoi stivali contro il pavimento era l'unico suono che rompeva il silenzio intorno a lui, mentre percorreva i corridoi di Anor Londo, la luna ormai alta nel cielo.
La stretta sulla Lancia era così forte che avrebbe potuta spezzarla in due, e l'elmo celava il suo viso preoccupato e malinconico.
Non fece caso alle occhiate perplesse delle persone che gli passarono a fianco, non aveva tempo per questo.

Infine arrivò davanti alle camere private del Primogenito di Gwyn, Figlio del sole, non esitò a battere le nocche contro la porta e attese. Udì i passi di qualcuno che si avvicinava, la maniglia che si abbassava e Ornstein entrò ancor prima di guardare il viso suo Signore.
"Vostra Altezza, mi spiace molto disturbarti così a tarda notte." annunciò Ornstein chinando il capo in segno di rispetto. Alzandolo incontrò gli occhi divini ma gentili del Principe, dello stesso colore del sole, due iridi dorate e scintillanti. Egli accennò un sorriso.

"Ornstein, amico mio, non sei costretto ad essere così formale con me." disse, la voce limpida e fresca. Una volta chiusa la porta, gli disse "Cosa ti porta qui? Deve essere molto importate, se non sei riuscito ad aspettare il giorno dopo."

Ornstein era congelato sul posto, stringendo la lancia fino a far tremare la mano. E il Principe capi' che la questione era grave, a giudicare dal silenzio del suo Cavaliere. 

"Devi lasciare questo posto, non è più sicuro per te." parlò infine Ornstein con voce pesante, più pesante dell'armatura che indossava, più pesante delle lacrime che minacciarono di rigargli il viso. Per fortuna aveva ancora l'elmo.
"Tuo Padre ha deciso di bandirti con l'accusa di tradimento, e se entro domani all'alba non abbadonerai Anor Londo vi ucciderà." Gli ci volle un grande sforzo nel pronunciare queste parole, e ancor di più alzare il volto per vedere la reazione del suo Principe.

Dall'altra parte il Primogenito di Gwyn rimase in silenzio, gli occhi che si velarono di tristezza e strinse labbra. "Ti ha mandato lui?" chiese. "No!" Si affrettò a rispondere Ornstein. "Ho deciso io di venire da voi.
Non m'importa se questo ne va del mio titolo... voglio solo... voglio solo proteggerti..."
Non riuscì a continuare sentendo un forte nodo alla gola che tento di mandare giù, senza successo.

Sentì le mani del suo Principe sulle spalle, e le sue dita si muoversi per togliergli con cura l'elmo. In quel momento, Ornstein abbassò il capo, contrito.
Si sentiva così vulnerabile senza di esso, il mostrare il proprio volto era qualcosa che accadeva solo tra i guerrieri che tenevano il più profondo rispetto e cura l'uno per l'altro.

Ornstein aveva mostrato il suo viso solo in presenza di Artorias, Ciaran e Gough. Soprattutto, l'aveva fatto quando era in compagnia del suo Principe. "Guardami," egli ordinò con voce mite. "Desidero almeno guardati un ultima volta, amico mio."

Fu troppo per l'animo di Ornstein. Lasciò cadere la lancia a terra, incurante del fragoroso suono che emise. Permise al suo Signore di guardarlo negli occhi color nocciola, gonfi e arrossati, il viso rigato dalle lacrime, e i capelli rossi che gli ricadevano sulle spalle.

Provò una vergogna immensa perché stava piangendo come un bambino davanti al suo Principe. Lo stesso Principe che lo attirò a sè in un abbraccio che Ornstein non esitò a ricambiare, affondando il viso sulla spalla e singhiozzando liberamente. Stettero così per alcuni minuti, ma che sembravano durare un eternità.

Ornstein lo stringeva a sè come se fosse la sua ancora di salvezza, il viso leggermente solleticato da alcune delle sottili ciocche di capelli del Principe, candide come la neve caduta.
"Ornstein," sussurrò il Primogenito, mentre accarezzava la schiena dell'amico. "Se mio padre viene a sapere che sei dalla mia parte... non oso immaginare cosa potrebbe farti...!" Ornstein si ritrovò a ridere amaramente. "Lo so, mio Principe." gemette. "Ma non sono solo."

Lentamente il Primogenito si allontanò dall'abbraccio, quanto bastava per guardarlo in viso. "Che vuoi dire?"
"Lord Gwyn aveva incaricato Ciaran e le sue Lame di giustiziarti l'indomani, ma... in questo momento sono pronte per farci fuggire da Palazzo senza destare sospetti."

Vide il suo Principe trattenere per un attimo il respiro. "Ornstein, ti prego... non siete costretti a fare questo per me. State rischiando molto...!"
"Lo so, e anche Ciaran," affermò deciso l'Ammazzadraghi, nonostante gli occhi ancora gonfi e rossi, "Ma non temono le possibili conseguenze! Persino Artorias sta facendo la sua parte, distraendo insieme a Sif le sentinelle nel loro turno di guardia." Il Principe non riuscì a trattenere un sorriso, di fronte a tanta fedeltà nei suoi confronti. "Grazie," disse, "Sono felice di non essere solo. Ma tu, Ornstein... devi restare qui."

"No!" L'Ammazzadraghi scosse il capo, "io verrò con te! Sei il mio Principe, è mio dovere servirti-"
"Proprio perché sono il tuo Principe, ti dico di restare!"

Ornstein aprì la bocca per replicare, ma ne uscì solo un sospiro. "L'unico macchiato di tradimento sono io, non tu." Riprese il Primogenito. "I Cavalieri d'Argento perderebbero il loro unico punto di riferimento, chi altri meglio di te può guidarli? E poi... credi che mi perdonerebbero, se ti portassi via con me? Artorias non esiterebbe a scagliarmi Sif sulla giugulare." aggiunse, e con sollievo vide il suo Cavaliere accennare un sorriso
 per la sua ultima frase.

"Sembra che non riesco a convincerti, mio Signore." borbottò Ornstein asciugandosi le guance col dorso della mano.
"Dove andrai, quindi? Quale posto sicuro troverai fuori Anor Londo?"

Il Primogenito di Gywn rimase in silenzio, soppesando alle prossime parole da dire. Poi disse, "C'è un posto, avvolto da voci e leggende, dove vivono uomini serpente, e dove splende sempre il sole. L'ho sognato molte volte, durante le mie meditazioni, ed è l'unico posto dove potrei essere al sicuro."
Ornstein non capì subito, perché lo guardò con un velo di confusione in viso. "Questo è ciò che posso dirti, ma so che capirai, sei sempre stato molto sveglio."

Il Primogenito gli prese una mano, porgendogli un piccolo oggetto sul palmo. "E forse le nostre strade si incroceranno nuovamente lì, un giorno, quando non dovremo più niente alla nostra gente. Non importa quanto tempo passerà, non ti dimenticarò mai, mio fidato Cavaliere."
Il Cavaliere dorato strinse tra le dita una piccola e semplice scintillante vena d'oro. L'ultimo dono da parte del suo Principe, e anche lui volle lasciargli un ricordo.

Prese nuovamente la sua lancia, e portò la lama affilata su una delle sue ciocche di capelli che tagliò di netto. Non aveva nessun gingillo da donargli, quella ciocca quindi era tutto ciò che poteva dare.
Infine, la strinse intorno al polso del suo Signore come se fosse un bracciale, mentre lui lo guardava con meraviglia.
Si rese conto del profondo significato di quel gesto che doveva valere così tanto per il suo Cavaliere, e fu lui questa volta ad avere gli occhi lucidi.

"Io non ti dimenticherò mai, mio Principe. E ti prometto, una volta compiuto il mio ultimo dovere, che ti troverò."


 


  
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