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Autore: Little_GirlMoon005    14/06/2021    1 recensioni
{ Dark Souls III / Ornstein | Re senza Nome }
'' 𝐈𝐧 𝐮𝐧 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐡𝐢, 𝐎𝐫𝐧𝐬𝐭𝐞𝐢𝐧 𝐥'𝐀𝐦𝐦𝐚𝐳𝐳𝐚𝐝𝐫𝐚𝐠𝐡𝐢,
𝐢𝐥 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐚𝐭𝐭𝐞𝐝𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐚 𝐟𝐮𝐠𝐠𝐢' 𝐝𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐞, 𝐢𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐑𝐞. "
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• Breve racconto su Ornstein l'Ammazzadraghi, incentrato sul suo ipotetico viaggio alla ricerca del suo Signore. E del suo possibile destino.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Ah, allora è vero."
Ornstein fermò i propri passi, senza nemmeno voltarsi verso quella voce. "Te ne stai andando."
Quelle parole furono accompagnate da una risata aspra, ovattata dall'elmo che il Cavaliere indossava.

A rispondergli fu il silenzio di Ornstein. Non immaginava che Smough il Giustiziere si scomodasse tanto per vederlo partire.
"Lord Gwyndolin non sarà affatto felice."

Un'eco metallico risuonò tra le pareti quando qualcosa cadde sul pavimento di pietra. Smough parlò di nuovo, questa volta senza l'elmo.
"Mi chiedo come mi ricompenserebbe se gli presentassi il tuo cadavere. Se la fortuna è dalla mia parte, mi lascerà avere le tue ossa. Devo ammettere che il loro gusto mi ha intrigato a lungo."

Ornstein si voltò per affrontare il suo, ormai si può definire, ex collega, accigliandosi alla vista del viso scoperto di Smough. Se le circostanze fossero state diverse, lo avrebbe rimproverato per la sua insolenza. Istintivamente brandì la sua lancia, i nervi tesi e in atteggiamento difensivo, proprio come era solito fare. Nello stesso modo in cui Lui gli aveva insegnato.

"Le mie ossa potrebbero essere il mio regalo d'addio per te, vecchio amico." Disse Ornstein, sputando l'ultima parola con veleno, mentre sottili fili d'orati brillavano sulla sua armatura. "Ma solo se riesci a sconfiggermi. So che non mi mostrerai misericordia."
Anche se confidava nelle proprie capacità, Ornstein non osava mai sottovalutare Smough. Al boia non era mai stato concesso il titolo di Cavaliere di Gwyn, non perché fosse un debole.

Era forte, spietato e barbaro, uno che poteva uccidere Ornstein con un solo colpo se fosse stato colto alla sprovvista, egli stesso non era estraneo alla sua ferocia essendone stato testimone in innumerevoli occasioni. Era il suo ''vizio'' di voler divorare la carne umana che gli impediva di scalare di rango.

Il Giustiziere però non sembrava voler combattere. Non brandì il suo possente martello, come Ornstein si aspettava. In un certo senso ne era grato.
"No..." fece Smough, quasi con una smorfia disgustata. "Mi rendo conto che l'idea di mangiarti potrebbe... farmi venire la nausea. Le ossa di un buon cuore come te sono destinate a essere troppo dolci, e non voglio che i miei denti marciscano."

Mentre parlava si era avvicinato, lento, verso l'Ammazzadraghi.
Ornstein avrebbe potuto porre fine alla vita di Smough in un istante perforandogli il petto con un attacco a sorpresa. Eppure non fece niente.
"Non voglio combattere contro di te, Ornstein." Ammise Smough. "So bene cosa pensi di me. Non sei diverso da Lord Gwyn e dai tuoi cari cavalieri, nessuno di loro si è sforzato a nascondere il loro disprezzo nei miei confronti, un disprezzo che anche tu provi. Tuttavia... sei sempre stato gentile con me e ti sei tenuto per te le tue opinioni, trattandomi al tuo pari. Questo... è uno dei motivi per cui ti lascerò andare. "

Ornstein quasi ringhiò come un animale da sotto l'elmo, puntandogli la lancia contro. "Se pensi che io abbia bisogno della tua compassione, Smough... ti sbagli." sbottò. "Tienitela per te, convincerai qualcun'altro." Gli diede le spalle, pronto per andarsene via...
"Vero," rise il Giustiziere, "Allora tornerò al mio posto legittimo al fianco di lady Gwynevere, mentre tu lascerai questo posto in cerca del tuo re, uno sporco traditore."

Ma le ultime parole di Smough lo fecero bloccare sul posto. "Non osare parlare così di lui..." qualcosa si accese nell'animo di Ornstein, una furia che tentò di tenere a bada prima che gli facesse compiere gesti sconsiderati. Ma Smough volle rincarare la dose.
"Altrimenti che fai, micio? Mi graffierai? Sei proprio come lui... un traditore e un codardo!"

Fu la goccia che fece traboccare il vaso, quella che accecò la mente dell'Ammazzadraghi di rabbia pura, portandolo ad agire d'istinto e privo di logica.
Il suo corpo e le sue braccia si mossero così veloci che lo sguardo umano non poté seguire.
Si rese conto solo dopo di aver brandito la lancia, la lama penetrata affondo sulla giugulare del Giustiziere da qui stava scorrendo sangue. Per un umano qualsiasi sarebbe stata mortale, ma non per Smough, che con tutta la semplicità del mondo estrasse via la lama con la propria mano.

E invece che rispondere all'attacco, si limitò a ridere e a portarsi una mano sulla ferita, sporcandosela di sangue.
Non aveva distolto mai lo sguardo da quello di Ornstein.
"Lascia questo posto, Ornstein." disse. "Ma ricordati, ogni volta che ti ritroverai a rimpiangere questa decisione, che ricorderai i tempi in cui eri l'orgoglioso Capitano dei Cavalieri di Gwyn, ricordati... che Smough il Giustiziere è stato l'ultimo degno Cavaliere di Anor Londo."

Ornstein trattenne il respiro. Cercò di distogliere lo sguardo, ma sentì la mano di Smough afferrargli il pennacchio rosso sopra l'elmo, costringendolo a guardarlo. Sussultò a quel gesto, perchè quelli erano i suoi capelli.
"Artorias consumato dall'Abisso, Ciaran distrutta dal dolore, Gough reso cieco e rinchiuso in una torre, e ora, il loro capo, abbandona il suo dovere per seguire un traditore. I leggendari Cavalieri di Gwyn hanno fallito, ma io no. Tienilo a mente Ornstein, perché questo è l'altro motivo per cui ti lascerò andare via, vivo."

Per il Cavaliere era troppo, il ricordo dei suoi compagni caduti rischiò di farlo vacillare, e ringraziò di avere l'elmo che cevala il suo sguardo lucido.

Con grande sforzo si liberò dalla morsa di Smough. "Accomodati, Smough. La Cattedrale è tua, io... sono stanco di proteggere delle bugie!"
E si allontano il più possibile e velocemente da lui, senza voltarsi all'indietro. Poteva ancora udire la risata sadica di Smough incombere sui suoi pensieri. Smough non l'aveva fisicamente ferito, ma non poteva dire lo stesso del suo orgoglio, andato in pezzi.
Ma sarebbe guarito.

'Una volta che ti avrò trovato, tutto tornerà ad avere senso. Ne sono sicuro.'
E con questo ultimo pensiero che il Cavaliere lasciò definitivamente Anor Londo, la sua fasulla bellezza, i suoi finti Dei, e il suo finto Sole, per sempre.

  
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