Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: ConsueloRogue    23/06/2021    1 recensioni
Cosa succede quando due persone s'incontrano per sbaglio nel mondo dei sogni?
Cosa succede quando due anime si sfiorano, anche solo per un attimo?
Cosa succede quando il destino di una persona devia dal suo percorso naturale?
Kim Taehyung è un cantante affermato e un giorno, per caso, appare nella sua vita una strana ragazza, per appena una manciata di minuti.
Da quel giorno s'incontreranno di nuovo nel loro mondo dei sogni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Merry-go-round - Giostra

 

 

"Luna park.
Odore di caramelle e zucchero filato.
La tua pelle che vibra sulle giostre
.
E certi sorrisi dal sapore di un Ti voglio."
F. Caramagna

 

 

Minjae si guardò le dita, controllando le unghie. Non erano curate, ma aveva sempre cercato di mantenere in uno stato più o meno dignitoso, per quanto i suoi infiniti lavoretti part-time le permettessero.

Sembrava che quel giorno avesse deciso di tenere i capelli sciolti, visto che le cadevano sulle spalle in onde morbide che sembravano quasi naturali. Le ricadevano attorno al volto rotondo e dalle guance paffute, su cui aveva steso un leggero blush color pesca che le ravvivava l'incarnato pallidissimo.

"Spero che non venga a piovere." alzò lo sguardo verso il cielo azzurro, mentre una delicata brezza primaverile le scompigliava leggermente i capelli.

Nell'aria c'era un vago odore di popcorn e zucchero filato che le fece immediatamente venire l'acquolina in bocca, ma guardandosi attorno non riuscì a scorgere la fonte di quel profumo. What is love delle Itzy cominciò a risuonare tutto attorno a lei, ad un volume alto ma non fastidioso.

Si guardò nello specchio che aveva davanti e soffocò una risata. Alzò le braccia verso il cielo terso e le agitò, studiando il suo riflesso buffamente distorto. Indossava una delle sue camicette preferite, di stoffa sottile in un pallido giallo pastello. L'aveva abbinata ad un paio di pantaloncini a vita alta blu dai bottoni dorati che le ricordavano vagamente le uniformi scolastiche. Ai piedi indossava le sue scarpe da ginnastica bianche, straordinariamente pulite rispetto al solito.

"Sono altissima!" scoppiò a ridere, divertita dalla vista del suo corpo allungato prima di passare davanti allo specchio successivo. "No, no, no! Oh cielo, sono rotonda!" agitò scompostamente le braccia per mandare via l'immagine del riflesso dalla sua testa e si girò per guardarsi nuovamente attorno.

Si trovava di fronte ad una lunga e disordinata serie di specchi distorcenti, al centro di un largo quadrivio di viottoli dai mattoni rossicci. All'incrocio erano presenti degli alti pali rossi e bianchi che ricordavano i bastoncini di zucchero natalizi, ma sui cartelli posti in alto non riuscì a scorgere alcuna indicazione. I pannelli erano bianchi e vuoti, a parte la cornice nera e Minjae aggrottò le sopracciglia, confusa.

"Chi diavolo mette dei cartelli senza scriverci niente sopra?"

Alla sua sinistra uno dei quattro viottoli, che ora erano solo tre, conduceva ad una gigantesca ruota panoramica bianca e rossa. Era ferma e le cabine tutte vuote. Eppure Minjae sentiva delle risate, oltre alla canzone che continuava a suonare in sottofondo. Erano risate di bambini, gioiose e spensierate, eppure Minjae era da sola a quel quadrivio che era diventato un trivio.

Si avviò verso la gigantesca ruota panoramica bianca e rossa, scalciando sassolini immaginari sul selciato rossiccio e perfettamente pulito.

"Forse sono in una zona chiusa del parco." si guardò attorno, le aiuole erano piene di profumatissime petunie e il sole allo zenit non sembrava bruciarle la pelle come faceva di solito.

Continuò a camminare nel vialetto alberato, ma la ruota panoramica rimase là, immobile, alla stessa distanza. La voce delle Itzy venne sostituita da quella di Pharrel Williams che cantava Happy e Minjae si ritrovò al quadrivio da cui era partita.

«Ma cosa... » si guardò attorno, sempre più perplessa. Gli specchi distorcenti erano dove li aveva visti prima, alla sua destra, ma sulla sua sinistra era comparso un piazzale. Al centro vi era una gigantesca giostra dall'aspetto fiabesco, di un delicato rosa. Quella funzionava. I cavalli bianchi, marroni, nocciola e neri continuavano a fare su e giù, seguendone il movimento.

Tutto attorno a lei era gremito di bambini che scorrazzavano in qua e in là, gridando felici. Indossavano tutti dei cappellini da baseball di un giallo vivido, con una buffa margherita sorridente disegnata sopra.

"Forse è un asilo in gita." rise nel vederne un piccolo gruppetto che si rincorreva in quel modo così spensierato. Si girò nella direzione da cui era arrivata, ma il vialetto era scomparso. Quel posto era terribilmente sbagliato, ma era anche allegro e divertente e Minjae si sentiva spensierata. Una giornata da sogno in un parco divertimenti che non aveva mai visto.

Fece spallucce e iniziò a passeggiare in una direzione casuale. Scansò una bimba coi codini e i pompon, che quasi le pestò i piedi senza scusarsi. Fece un versetto, seguendola con lo sguardo, ed i suoi occhi neri e lucidi si posarono su quello che pareva essere l'unico adulto in quegli stradini strani pieni di bambini dai cappellini gialli.

Minjae rimase per un secondo immobile a studiare la figura slanciata del ragazzo, in ginocchio davanti a un bambino in lacrime.

Aveva i capelli mossi e scuri, decisamente troppo lunghi a giudicare dal modo in cui continuava a spostarseli dagli occhi. Li sollevava leggermente col dorso della mano perché non gli finissero negli occhi, in un gesto che sembrava quasi più un tic. Aveva un profilo incredibilmente perfetto. Il naso dal ponte elegante ed alto non era né troppo grande né troppo piccolo, le labbra né troppo sottili né troppo piene ed un incarnato caldo che le ricordava vagamente il caramello. Indossava una camicia larga di un azzurro spento su un paio di larghi pantaloni marroni ed inginocchiato com'era, con la schiena dritta, sembrava uno di quei principi sui libri di favole che chiedono la mano della principessa di turno.

Sì, sembrava proprio il Principe Azzurro.

Minjae scalciò un sassolino immaginario, che rotolò via con un rumore metallico, come di una moneta che cade in terra. Quasi si girò a cercarla, perplessa, prima di scuotere il capo ed incrociare le dita dietro la schiena, mentre si guardava attorno ancora un secondo. Alla fine si decise e si avviò verso la giostra per avvicinarsi al ragazzo.

«Guarda, non è successo niente, dammi la mano.» il ragazzo parlò con una voce particolarmente profonda e vellutata che le fece vibrare la cassa toracica.

Prese una delle manine del bimbo che aveva di fronte e gli fece un sorriso dolce e buffamente quadrato. Il piccolo aveva una maglietta a larghe righe gialle, alternata a righe più strette di un blu profondo, ed un paio di pantaloncini di jeans sopra i sandali marroni da cui si intravedevano dei calzini bianchi.

Il ragazzo mostrò al bimbo il suo stesso palmo, poi ci soffiò sopra con fare solenne, prima di spolverarlo con una carezza e mostrarglielo, come se avesse appena compiuto una magia.

«Ecco, ora non hai più niente! Visto? Non c'è più la bua.» esclamò, inclinando il capo.

Minjae si avvicinò ulteriormente, incuriosita dal modo in cui il bimbo sembrava essere rimasto incantato a causa di quel prodigio, e si chinò leggermente in avanti.

«Sei bravo con i bambini.» la voce le uscì inaspettatamente dalle labbra. Si rialzò di scatto, portandosi sorpresa una mano alla bocca. Quando il ragazzo si girò a guardarla, incuriosito e divertito, sentì le guance andare a fuoco. Rimase senza parole e senza fiato a fissare i lineamenti perfettamente cesellati del moro.

Taehyung si girò, sorpreso nell'udire una voce cristallina, decisamente femminile quanto inaspettata. In piedi accanto a lui c'era una ragazza sulla ventina, dalla pelle bianca e le guance pienotte e arrossate come mele su un volto ovale incorniciato da lunghi capelli mossi. Indossava una camicetta dal colletto rotondo, con le maniche a tre quarti, di un leggero giallo pastello. Era infilata in un paio di pantaloncini color blu scuro che gli ricordavano la marina militare americana degli anni cinquanta e i lunghi capelli castani avevano dei piacevoli riflessi quasi ramati sotto la luce del sole primaverile.

Si rimise in piedi, prendendo per mano il bimbo che aveva di fronte. Quello si girò a sua volta a guardare la ragazza, smettendo immediatamente di piangere.

«Sì, mi piacciono i bambini.» rispose con un sorriso, girandosi di nuovo a guardare il bimbo, sul cui volto si aprì un ampio sorriso quadrato così tanto simile al suo. «Mi piacciono tanto, così tanto che ne voglio almeno cinque.»

«Oh cielo, scusa, credevo di averlo solo pensato!» Minjae si coprì il volto con una piccola mano, visibilmente in imbarazzo, facendolo scoppiare in una risata profonda. Il bimbo gli fece eco, come un gemello in miniatura.

«Beh, sì, può essere.» rispose Taehyung in tono vago. Studiò divertito il volto interdetto di lei, che aveva le sopracciglia vagamente aggrottate sui profondi occhi neri come l'onice.

"Mi piace." le sorrise, girandosi a guardare la giostra da fiaba che continuava a girare, vuota nonostante tutti i fanciulli presenti in giro. Non aveva idea di cosa ci facesse quella tizia, lì, nel suo sogno, ma era carina e lo incuriosiva.

"Forse l'ho vista in agenzia? Una delle impiegate degli uffici, magari."

«Scusa ma... dove sono i genitori di tutti questi bambini?» la ragazza si guardò attorno mentre arricciava le labbra in un'espressione buffa e tenera che le gonfiò le guance tonde.

«Non lo so, forse a casa loro.» Taehyung scrollò le spalle, tranquillo, inclinando la testa di lato per poterla studiare meglio. «Hai fame?» chiese di punto in bianco, continuando a stringere la mano del bimbo. Non aveva idea del perché, ma sapeva che quella tizia sconosciuta aveva fame. Anche lui l'aveva.

«Ah, sì, come fai a saperlo?» Minjae si rigirò a guardarlo, perplessa e lo stomaco le brontolò. L'odore di popcorn si fece più intenso e Shake it off di Taylor Swift soppiantò Happy.

«Boh, così... io ho fame.» rispose lui con un'altra scrollata di spalle.

Si sollevò sulle punte per guardare oltre la moretta, anche se non ne aveva assolutamente bisogno dal momento che lei non doveva essere alta più di un metro e cinquanta. Il suo sguardo si illuminò di allegria e iniziò a camminare tranquillamente, quasi saltellando, verso un camioncino colorato.

Era parcheggiato esattamente dove poco prima c'erano gli specchi distorcenti, tutto dipinto di un arancione sgargiante e dalla sua direzione proveniva uno scoppiettio invitante insieme all'odore intenso dei popcorn.

«Ma c'era quello prima?» chiese Minjae con voce carica di sconcerto. Indicò la vettura, mentre fissava meravigliata i pop-corn che esplodevano dentro una semisfera di vetro lucido e trasparente.

Taehyung arricciò le labbra alzando le sopracciglia e si strinse nelle spalle. "Quante domande. Io di solito non mi faccio così tante domande."

«Direi di sì, forse non lo hai visto.»

Minjae si accigliò nuovamente. Lui era stranamente calmo, eppure le cose attorno a lei non avevano senso, nemmeno per sbaglio.

«Ma ci sono passata prima, sono sicura che non ci fosse.» ribatté, seguendolo mentre attorno a loro i bambini continuavano a correre ed urlare festanti.

Taehyung si girò a darle un'occhiata giocosa e si strinse nelle spalle.

«Importa davvero?» si sporse oltre il bancone lucido del camioncino. Non c'era nessuno al bancone, ma i popcorn scoppiettavano come per magia. Afferrò un sacchetto marroncino dalla grande scritta blu e lo passò alla ragazza accanto a lui.

«Non capisco.» ammise Minjae fissando i pop-corn. Erano piacevolmente tiepidi e profumavano di sale e burro caldo. Iniziò a salivare, prendendone uno tra le dita per studiarlo. «Mi piacciono quelli al caramello però.» obiettò in tono quasi deluso, lasciando ricadere il pop-corn nel sacchetto prima di sollevare lo sguardo su Taehyung.

Sgranò gli occhi e si portò una mano alla bocca spalancata, per coprirla mentre lui liberava una bassa risata profonda che le rimbombò di nuovo nella cassa toracica, facendola vibrare in un modo stranamente gradevole. Sembrava quasi che quella voce le toccasse delle corde invisibili, come una mano che pizzica una chitarra.

«Oh no! L'ho fatto di nuovo!» si lamentò. Fu travolta dall'imbarazzo e tornòa guardare i popcorn per evitare gli occhi scuri e scintillanti di Taehyung, così belli nel loro essere un po' asimmetrici. Improvvisamente i pop-corn, da bianchi che erano, avevano preso una piacevole sfumatura dorata e un odore dolciastro le invase le narici.

«Sono al caramello.» Taehyung sorrise, prendendo un bastoncino di soffice zucchero filato rosa a forma di elefantino da uno degli espositori del carretto. Guardò tutte le soffici e delicate nuvolette zuccherine. Ce n'erano di ogni forma e colore. Una giraffa verde dondolava al ritmo della musica accanto ad un ippopotamo giallo. «Chissà come fanno a dargli questa forma. Forse hanno gli stampi, no, impossibile, come farebbero a fare lo zucchero filato in stampi.» mormorò, staccando un orecchio dell'elefante prima di metterselo in bocca con un sorriso e chiudere gli occhi soddisfatto, mentre assaporava quella nube appiccicosa al gusto di fragola.

«Continuo a non capire.» ammise Minjae, squadrandolo. Si infilò un pop-corn in bocca. Era salato e dolce allo stesso tempo, appiccicoso per via del caramello, ma ancora croccante, proprio come piaceva a lei. «Oh... è buonissimo. Ma il bambino che avevi per mano?» indicò il posto in cui prima c'era il bambino. Era rimasto improvvisamente vuoto.

«Sarà corso via con gli altri.» rispose Taehyung prima di affondare il volto nell'elefantino e staccare un grande pezzo. Si era dimenticato del bambino e prevedibilmente quello era scomparso.

"Quante domande che fa."

«Ah sì, ha senso in effetti. Dove siamo?» chiese Minjae, sinceramente confusa. Non riusciva a tenersi i pensieri in bocca e provava una sensazione di surrealtà, di quelle che si hanno nei sogni. Eppure sentiva benissimo il sapore dei pop-corn.

«Ah, siamo... beh, è evidente, siamo in un parco giochi.» Taehyung rispose lentamente, tranquillo, mentre si guardava tutto attorno.

Anche se era primavera gli alberi erano stranamente spogli e poteva vedere le attrazioni tutto attorno a loro. Riportò lo sguardo sulla ragazza in piedi di fronte a lui, attirato dal ciondolo a forma di cuore che aveva al collo e le sorrise di nuovo.

"E' proprio carina." pensò prima di inclinare il capo, studiandola ancora.

«Credo che... sì, credo che questo sia un appuntamento.» annuì convinto, mentre continuava a staccare batuffoli rosa dal morbido elefantino di zucchero che sembrava non finire mai.

Minjae indicò sé stessa, poi lui e infine mosse rapidamente l'indice tra loro, stupita.

«Ma... ah, intendi... io e te?»- chiese.

«Sì, io e te. Ci siamo solo noi qui, e i bambini, ma non credo di essere qui per loro se sei qui.» il moro sorrise, alzando le sopracciglia. Ammiccò come faceva sempre sul palco, solo per vedere che tipo di reazione avrebbe avuto lei. Come aveva sperato arrossì furiosamente.

Minjae osservò come intontita il volto perfettamente rilassato di Taehyung e sbatté un paio di volte le palpebre, mentre continuava a infilarsi in bocca i popcorn con gesti quasi automatici, sopraffatta dall'imbarazzo.

«Ma Taehyung-ssi noi non ci conosciamo neanche e io... non ricordo neanche come ci sono arrivata qui.» mormorò appena, mentre si guardava attorno carica di perplessità.

Taehyung si lasciò andare in una bassa risata e le si avvicinò di un passo, facendola retrocedere, poi si fermò allargando le braccia. Non c'erano più i bambini dai cappellini gialli a gridare tutto attorno a loro.

«Neanche io, ma che importa?» chiese allegramente, un sorriso talmente ampio che aveva gli occhi quasi chiusi. «Mi piace moltissimo questo posto e poi... la senti la musica?» chiese indicando i dintorni, proprio mentre una melodia iniziava ad uscire dagli altoparlanti tutto attorno a loro, sembrava che provenisse da ovunque e da nessun luogo in particolare.

Minjae non si era nemmeno resa conto che la musica si era interrotta mentre loro parlavano, troppo concentrata nel cercare di capire quella conversazione assurda. Appena Taehyung aveva accennato alla musica però quella era ripresa, istantaneamente. Era diversa da prima, non era una canzone commerciale.

«Straordinario, sembra una colonna sonora.» bisbigliò ammirata, puntando lo sguardo sugli altoparlanti da cui fuoriusciva la melodia. Erano lucidi e rossi, come un sacco di altre cose in quel posto strano. Se ne stavano là, con quell'aspetto da cartone animato, piazzati in cima ad alti pali identici a quelli delle indicazioni. Anche quelli avevano un aspetto quasi irreale, sembravano bastoncini di zucchero natalizi, ma molto più alti.

Taehyung le si avvicinò con un sorriso furbo. La prese per mano, facendola di nuovo arrossire furiosamente. Era calda e morbida, talmente grande che chiudeva la sua quasi del tutto. La mano di Minjae sembrava quella di una bambina, a confronto della sua. Alzò le loro mani unite tra loro, come a farle vedere che lo stava facendo davvero.

«Dai, andiamo!» la trascinò verso la giostra saltellando, allegro.

All'improvviso la giostra era appena a pochi passi da loro e sembrava attendere solo loro due per partire. Le finiture rosa erano diventate di un delicato color panna.

Minjae lo seguì e Taehyung salì su un cavallo bianco, con un sorriso talmente ampio da ridurre i suoi occhi scuri in due strette mezzelune.

«Mi piace tantissimo questa canzone, forse è per questo che la stanno suonando.» rise, mentre Minjae prendeva posto sul cavallo nero accanto al suo e si guardava attorno spaesata. Taehyung inclinò il capo per guardarla, incuriosito dalle reazioni così sincere della ragazza, era come leggere un libro aperto.

«Credo di averla già sentita da qualche parte, possibile?» Minjae si picchiettò il mento con un dito, mentre arricciava le labbra rosee in modo carino.

«Sei carina.» Taehyung emise una leggera risatina compiaciuta vedendola arrossire per l'ennesima volta. Era incredibile la rapidità con cui quelle guance tondine e paffute le si imporporavano ogni volta che la guardava o diceva qualcosa di sconsiderato. «Viene da Il Castello errante di Howl, credo che si chiami... Merry-Go-Round of Life

«Sei così carino quando parli inglese.» di nuovo le parole uscirono dalla bocca di Minjae senza nemmeno che lei lo volesse. Staccò la presa dal palo del cavallo e si coprì le guance. Erano roventi e aveva caldo per tutto l'imbarazzo che stava provando. «Oh... oh io...» tentò di giustificarsi, in un gemito disperato, ma anche i suoi pensieri erano così confusi che dalle labbra non le uscì nulla.

«Non è il mio forte, ma ci provo. Mi impegno molto anche se ho una pronuncia terribile secondo i miei insegnati.»- Taehyung si sfiorò il collo, imbarazzato. Non gli era mai piaciuto studiare e l'inglese ancora meno. Decise di cambiare discorso, perché preferiva vedere lei in imbarazzo. «Arrossisci così facilmente!» si finse meravigliato, mentre lei si girava dall'altro lato per non farsi guardare.

Minjae si premette ancora di più le mani fresche sulle guance roventi, cercando di placare il rossore e sobbalzò perplessa.

«Ma io non avevo dei popcorn in mano?» si girò incerta a guardarlo. Lo stupore le aveva placato immediatamente il rossore e la sua pelle era tornata quasi normale, solo vagamente più rosea del solito.

Taehyung scoppiò a ridere. "Sei buffa, se fossi la mia ragazza davvero credo che mi divertirei un sacco con te."

«Non li hai più.»

«Ma non ha senso, non ricordo di averli buttati.» ribatté lei, sistemandosi sul cavallo. «Questa situazione è assurda.»

«In effetti è divertente.» ammise Taehyung massaggiandosi il mento. Stiracchiò le gambe, mentre il suo cavallo continuava a fare su e giù. «Insomma, siamo in un sogno e continui a stupirti di quello che succede, come se fosse tutto vero.»

Gli occhi onice di Minjae si velarono di una leggera delusione, mentre ruotava la testa per osservarsi attorno. Come aveva fatto a non accorgersene prima di essere in un sogno?

«Ah... sì, in effetti... Poteva succedere solo in un sogno di avere un appuntamento con te.» le uscì in tono molto più deluso di quanto non avrebbe voluto e le guance le divennero di nuovo paonazze, ma rimase col capo ostinatamente girato per evitare che Taehyung la vedesse.

«Non sono irraggiungibile. So che lo sembro, ma non sono irraggiungibile.» il ragazzo strinse la presa attorno all'asta lucida che trafiggeva la schiena del cavallo su cui era seduto, leccandosi le labbra.

Minjae si girò di nuovo e lo guardò interdetta per un attimo, poi il suo sguardo fu catturato da una figura vestita che stonava terribilmente contro l'atmosfera dle parco di divertimenti. C'era un uomo in nero, seduto su di una staccionata di legno che circondava la giostra. Era un ragazzo alto, col cappotto di pelle lungo fino ai polpacci, in contrasto totale con l'aria piacevole che si respirava in quel luogo e il clima inadatto a quel tipo di indumento. Teneva le mani raccolte in grembo, fasciate in lucidi guanti di pelle, e aveva i capelli ossigenati tirati all'indietro sul di un bel volto ovale dagli occhi felini, di un azzurro così chiaro da essere inquietante. L'uomo in nero scosse la testa, fissandola dritto negli occhi con un'espressione seria sul volto felino, e Minjae alzò un dito per indicarlo a Taehyung.

«E lui chi è?» chiese e l'incertezza le fece tremare leggermente la voce.

«Chi?» Taehyung seguì il dito, Minjae, incuriosito.

Lei lo seguì per un attimo con lo sguardo, mentre quello si girava, perdendo d'occhio il ragazzo inquietante e così stranamente fuori luogo, poi tornò a puntare gli occhi nel punto in cui aveva visto il tizio strano, spalancano la bocca in preda alla confusione. Non c'era più, né lui né la staccionata su cui era appollaiato come un avvoltoio.

«Ah, c'era... una staccionata con un tizio seduto sopra.» balbettò, incerta. «L'ho visto, non me lo sono immaginato, sono sicura.»

Taehyung si rigirò a guardarla perplesso, poi arricciò le labbra.

«Ah, ti credo. Che strano...» mormorò, pensieroso. «Ma anche tu sei strana, quindi non credo sia un problema.» sorrise poi spensierato. Chissà perché aveva infilato un tizio nel suo sogno, magari era Jimin.

«Io sono strana? Sei tu quello strano Taehyung-ssi!» ribatté lei offesa, facendolo di nuovo scoppiare a ridere. «Oh no, è successo di nuovo.» si nascose il viso tra le mani e Taehyung si sporse per spostargliele dal viso, facendole l'occhiolino.

«E' vero, io sono strano, me lo dicono tutti. Però non è male essere strani sai? Va bene. Di che anno sei?» tornò ad aggrapparsi all'asta del suo cavallo.

Era curioso di sapere che strana proiezione avesse creato la sua mente. Magari stava sognando il suo grande Amore, quello con la A maiuscola. Forse erano i suoi angeli gli stavano suggerendo che la conosceva già, ma perso com'era non se ne era mai accorto.

«Del '96. Come fai a cambiare discorso così in fretta?» chiese Minjae stranita. Taehyung continuava a saltare di palo in frasca in un modo così repentino che la lasciava confusa e a tratti stordita.

«Ah, allora io sono più grande e visto che questo è il nostro appuntamento... credo che tu possa chiamarmi Oppa, ti va?» propose Taehyung, glissando sulla domanda che aveva posto lei e rilassandosi mentre passava a parlare in registro informale.

Minjae si aggrappò saldamente al cavallo, anche se la giostra continuava a girare a tempo con quella musica che le pareva essere una specie di valzer, sembrava quasi di essere sempre fermi nello stesso posto. Forse erano davvero fermi, lì tutto funzionava in modo strano.

«Non ti da fastidio? Insomma non ci conosciamo nemmeno e...» chiese, inclinando il capo prima di rialzare lo sguardo incredula. Tutte le luci della giostra si erano accese e all'improvviso la forte luce del primo pomeriggio aveva lasciato spazio ad un cielo di un blu intenso carico di stelle.

«No, perché dovrebbe, nessuna mi ha mai chiamato Oppa a un appuntamento, mi chiamano così solo le fan. No, forse a scuola qualcuna delle ragazze con cui sono uscito ma, beh non credo che conti. Dai, prova!» la esortò Taehyung girandosi a guardare meravigliato le luci della giostra e quelle del parco attorno a loro. Era un appuntamento, quindi era giusto che fosse notte. Gli appuntamenti notturni erano più romantici, più intimi. Gli era sempre piaciuta l'idea di un appuntamento al parco giochi.

«Ma non era giorno fino a un istante fa O...» tentennò Minjae. «Ma siamo davvero a un appuntamento dici?» chiese ancora, le guance di nuovo roventi.

«Abbiamo mangiato i pop corn e lo zucchero filato e ora siamo su una giostra, di notte, solo io e te, con la musica in sottofondo. A me sembra un appuntamento, no?» rispose lui appoggiando la testa contro l'asta ritorta della sua cavalcatura e Minjae studiò il suo volto perfetto, con quel piccolo neo sul bordo del labbro, ammutolita.

«Lo sembra proprio Oppa...» mormorò prima di portarsi di nuovo la mano davanti alla bocca e girarsi dall'altra parte. «Oh cielo, ma perché continua a succedere?!» chiese in tono lamentoso e Taehyung scoppiò di nuovo a ridere.

«Non lo so, ma lo trovo carino quindi non credo ci sia alcun problema.» rispose prima di chinarsi verso di lei e scrutarla incuriosito. Minjae si ritrasse e Taehyung iniziò a passarsi le dita sulle labbra, pensieroso. «Non mi hai detto cosa fai.»

«In che senso?» chiese lei, ritraendosi sulla sella scivolosa.

«Sì, nella vita, cosa fai?» insistette Taehyung.

«Ah io sono iscritta all'università, stu-»

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: ConsueloRogue