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Autore: Nephertiti    25/06/2021    1 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 25 – Training -

 

 

 

 

 

 

 

 

La Dama mi aveva mollato in un campo aperto, apparentemente lontano chilometri da qualsiasi forma di vita, solo distese infinite di verde, con qualche collinetta all’orizzonte, non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi.

Attesi l’arrivo di Carla, ma non venne nessuno per diversi minuti.
Poi un ringhio alle mie spalle.
Mi voltai appena in tempo per vedere una coppia di lupi dal manto bianco saltarmi addosso, mi buttai sulla destra per schivarli, ma uno riuscì ad azzannarmi una gamba.
Cacciai un urlo, mentre provavo a liberarmi.

Il secondo lupo, quello più grosso, si avvicinò minaccioso e si avventò sul collo: mi parai con un braccio e sentii le zanne dell’animale conficcarsi nella carne, simili ai canini affilati dei vampiri, ma molto più spesse.

Provai ad usare i miei poteri, ma non accadde nulla, nonostante ordinassi alle piante nei dintorni di venire in mio soccorso.
Il lupo più grande lasciò il braccio e mi fissò: il suo sguardo sembrava quasi umano.
Di colpo mutò forma: le zampe si allungarono e assunse una posizione eretta, dei capelli crebbero lungo la schiena e il pelo lasciò il posto alla pelle.
Degli abiti scuri lo avvolsero: Carla poteva anche trasformarsi in un lupo.
Quello che mi addentava la gamba svanì nel nulla.

Sanguinante, tentai invano di rimettermi in piedi.
Il vampiro dai capelli bianchi si chinò appena su di me, facendo scorrere due dita sulla gamba martoriata, una sorta di ombra nera l’avvolse e un pizzicore fastidioso mi fece digrignare i denti, quando l’ombra svanì, tutto ciò che rimaneva della ferita era una lunga cicatrice scura.
Ripeté la stessa operazione sul braccio senza spiccar parola, così anche io rimasi in silenzio.

“La paura inibisce i tuoi poteri.”, annunciò Carla.
Eppure mi trovai in disaccordo.
“Mentre uno dei Sakamaki mi mordeva, delle liane lo hanno stritolato.”

L’altro rimase in silenzio, probabilmente per valutare la situazione.
“Se non erro li hai usati anche quando temevi che la Dama avrebbe ucciso uno dei Sakamaki.”
Ricordai la paura che avevo provato, temendo di perdere Shu.
“Quindi devi avere una motivazione affinché funzioni.” Concluse Carla.

Effettivamente, quando Kanato mi aveva quasi uccisa, succhiando il mio sangue, tutto lo stress accumulato quel giorno si era riversato su di lui.
Mentre quando avevo temuto che la Dama potesse uccidere Shu, avevo agito d’istinto per proteggerlo.
Così come avevo tentato di uccidere Carla, sapendo che aveva abbandonato me e la mamma.

La vampira con l’abito ottocentesco comparve alle mie spalle.
“Voglio che tu pensi a lei come a Karl Heinz.”, mi disse Carla, afferrandomi per i fianchi e facendomi voltare nella direzione della Dama.
“Lei è Karl Heinz.”
Provai a concentrarmi su di lei, come fosse quell’uomo, e provai a fare qualcosa, tipo lanciarle contro un sasso o infilzarla con qualche legnetto, ma sospirai: la mia fantasia non era di grande aiuto.

“Karl Heinz è proprio lì –, insisté Carla, – l’uomo che ti ha manipolato, torturato, strappandoti da tua madre.”
Ascoltando quelle parole, le dita iniziarono a formicolare: l’odio e il rancore accumulati vennero fuori come un fiume in piena.
“Te l’ha portata via, l’ha fatta a pezzi e non c’è nulla che tu possa fare per riportarla indietro.”
Per un istante guardai Carla di sottecchi, c’era qualcosa di strano nella sua voce, mentre pronunciava quelle parole.
“Per colpa sua, non potrai mai più rivedere gli occhi dolci di Natsumi, o il suo sorriso gentile.”

Un fremito mi percorse, puntai una mano contro la Dama e aprii il palmo: una serie di liane strisciò ai lati del mio corpo: la vampira dovette smaterializzarsi per evitarle e me la ritrovai di fronte, ma quando sollevò la mano per ferirmi, riuscii a evitare le sue unghie affilate con una velocità inaudita, una velocità che non mi apparteneva.

Mossi la mia mano e le liane cambiarono direzione, la Dama provò ad evitarle nuovamente, ma mentre mi correva incontro, altre liane sbucarono dal terreno, bloccandola per le caviglie e facendole perdere l’equilibrio.
Stesa al suolo e con un’espressione rabbiosa in volto, la vampira spezzò le corde che la trattenevano, tuttavia le impedii di rimettersi in piedi, avvolgendo il suo intero
corpo con robuste radici: a villa Sakamaki era riuscita a fuggire, ma stavolta quella gabbia di legno era troppo spessa perfino per lei.

Le liane si unirono alle radici e iniziarono a stritolarla.
Ma non ero in grado di fermarmi, pur sapendo che rischiavo di ucciderla come avevo fatto con Kanato.
Tuttavia le parole di Carla avevano sortito l’effetto desiderato.
Tutto ciò che riuscivo a immaginare, era di poter strangolare Karl Heinz in quel modo.

Notai la Dama annaspare, graffiare il legno in cui era intrappolata, e mi domandai perché non tentasse almeno di smaterializzarsi.
Un’ombra scura si abbatté su quella sorta di gabbia, spazzando via ciò che avevo creato.
Abbassai il braccio e capii che era stato Carla.

“Spero riserverai lo stesso trattamento a Karl Heinz, quando lo incontreremo.”
Mi resi conto che la vampira dai capelli biondi sembrava priva di sensi: mi portai una mano sulle labbra.
Quando lasciavo che i miei poteri prendessero il controllo, guidati da rabbia, o paura, non c’era verso che riuscissi a controllarli.

Mi chinai al suo fianco, scuotendola per le spalle.
Aveva cercato di uccidere Shu, ma stava solo eseguendo degli ordini, e io non avevo il diritto di decidere della sua vita.
Sperai con tutta me stessa che non fosse morta.
Alzai lo sguardo, incrociando quello impassibile di Carla.

“È… è morta?”, mi tremò la voce.
“È irrilevante. –, rispose con una scrollata di spalle il vampiro dai capelli bianchi. – Ho visto di cosa sei capace, era il mio unico scopo.”
Sussultai, come poteva essere così insensibile?
Era forse una prerogativa di tutti i vampiri non provare sentimenti?
Ripensai alle ultime vicissitudini, e pensai che non poteva essere una loro caratteristica, molti di loro provavano delle emozioni che, semplicemente, non sapevano come gestire.

 

Tornai a concentrare la mia attenzione sulla vampira stesa sul terreno, tirandole un paio di schiaffetti sul viso.
Avrei potuto provare con un massaggio cardiaco, ma dubitavo che servisse a qualcosa: il suo cuore aveva smesso di battere da tempo.
“Avanti.”, mormorai tirandole l’ennesimo schiaffetto.
Carla osservava la scena con un’espressione indecifrabile, non seppi dire se fosse più incuriosito o annoiato.
“Non puoi essere morta.”
Proprio mentre mi accingevo a tirarle un altro schiaffo, la sua mano scattò sul mio polso.
“Se mi tiri ancora uno schiaffo ti stacco la mano.”
“Oh.”
Tirai un sospiro di sollievo, era ancora viva. E anche un tantino arrabbiata, ma non ci diedi peso.

Mi sollevai dal terreno: “Voglio tornare a casa.”

“Ma non abbiamo finito.”
“Ti sto aiutando, come hai chiesto, ma ho i miei tempi.”

In realtà, ne avevo abbastanza di quei poteri, se avessi potuto ignorarli lo avrei fatto volentieri.
Ne avevo abbastanza di Karl Heinz, di vampiri e manie di potere.

Non ricevendo alcuna risposta, mi incamminai verso la Dama, che si rimetteva in piedi goffamente.
Dovevo averla ridotta male se aveva perso tutta la sua grazia.
E soprattutto le avevo strappato parte del suo vestito, apparentemente molto costoso.

Carla mi afferrò un braccio e trattenni un lamento, la sua presa era ferrea e quasi dolorosa.
“Non abbiamo tempo Mitsuko, dobbiamo approfittarne ora che Karl Heinz non conosce il nostro piano, o il nostro grado di parentela, e quindi ignora le tue capacità.”

Mi divincolai dalla stretta; in condizioni normali probabilmente non ci sarei riuscita, ma più passavano i giorni, più sentivo di star cambiando: ero sempre più forte e
sempre più veloce.
“Sconfiggeremo Karl Heinz, hai la mia parola. Devi fidarti, come io ho fatto con te.”
Carla mi fissò a lungo, notai qualcosa sul suo viso, un piccolo tentennamento in quello sguardo impassibile.
“E sia. Ci vedremo domani.”
Quello strano cipiglio era già scomparso mentre pronunciava quelle parole.
Raggiunsi la Dama.
“Riportami a casa.”
Questa lanciò un’occhiata verso il vampiro e, solo dopo un suo consenso, mi afferrò il polso, così ci teletrasportammo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Mi scuso per la lunghissima assenza ma in questi giorni di caldo opprimente sono stata piuttosto impegnata, oltretutto questo capitolo è indegnamente corto, quindi chiedo perdono ma è il massimo che sono riuscita a fare, tant’è che lo considero un capitolo un po’… “meh”.
Ma prometto di recuperare con il prossimo, cercherò di aggiornare il prima possibile, massimo una settimana.
Intanto un caloroso grazie ai nuovi arrivati che hanno inserito la mia storia tra le preferite e le ricordate, e a tutti coloro che seguono la fanfiction. Chiunque volesse lasciare un piccolo parere, sarà molto apprezzato!
In più, spero che, ovunque vi troviate, non stiate sudando pietosamente come io in questo momento.
Un saluto, Nephy_

   
 
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