Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Giuls_breath    26/06/2021    1 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



La cruda realtà

 
La giovane rimase accanto a Sandor per tre giorni e tre notti, anche contro la volontà del Maestro e la volontà di sua madre. Non le importava cosa avrebbero potuto pensare di lei o che cosa avrebbero detto su di lei. Lei voleva soltanto esserci per lui quando avrebbe aperto gli occhi, voleva che sapesse che lei gli era accanto.
La sera del quarto giorno, Sansa gli stringeva la mano come ormai era solita fare alla sera con lui, il fuoco scoppiettava nel camino della stanza, le pareti avevano assunto un colorito rossastro, la pelle di Sansa e di Sandor un colore ambrato, tutto era come al solito, lei sentiva il respiro di lui – a volte sereno, altre affannoso – sentiva quando si agitava per via della febbre, lo aveva anche sentito esclamare un paio di volte il nome del fratello, ma il più delle volte era lei che chiamava. Lei, quando lui biascicava il suo nome nel sonno, gli stringeva soltanto un po’ più forte la sua mano come a volergli dire ‘io ci sono’. Ed era questo quello che sperava di potergli dire al più presto la fanciulla.
Desiderava solo questo.
Quella sera, dopo che il Maestro Luwin era andato da lui a cambiargli le bende, lei era rimasta da sola con lui e proprio quando il sonno stava per portarla in un mondo fatto di speranze e fantasia, Sansa si sentì stringere con più vigore la mano; la ragazza aprì gli occhi e si piegò appena verso il volto di lui, “Sandor? Sandor?” lo chiamò, lui non rispose e lei pensò di averlo soltanto immaginato. Ancora.
Poi avvertì nuovamente la stretta e lei allora vide le labbra di Sandor aprirsi lentamente e la fronte di lui contrarsi in un’espressione carica di fatica, lentamente aprì gli occhi e scattò quasi a sedere: Sansa posò le mani sulle sue clavicole ed esclamò “No, mettiti giù! Stai tranquillo, è tutto finito. Sei qui. Sei a Grande Inverno, sei tornato! Stai giù, stenditi. Tranquillo.”
Sandor la guardò a lungo come se non avesse completamente realizzato che era Sansa quella accanto a lui, probabilmente credeva di trovarsi ancora ad Approdo del Re.
Fece come lei gli aveva detto e si distese, la fissò a lungo guardandola dritta negli occhi, lei gli sorrise contenta, ma anche tesa “Sono… oh, speravo tanto che tu ti svegliassi!”
“Uccellino…” biascicò lui chiudendo per un istante gli occhi “ho sete.”
Lei gli porse e diede da bere un po’ d’acqua, lui si ritrasse dopo un piccolissimo sorso “Vino no?”
Sansa sorrise e scosse la testa “Hai avuto la febbre e molte delle tue ferite sono ancora in via di guarigione, devi bere tanta acqua. Il vino fra qualche giorno.”
“Cazzo.” sputò tra i denti “Non ricordo di bere acqua da… non ricordo neanche!”
Sansa sorrise rincuorata dal sentirlo richiedere vino e al tempo stesso per il suo sarcasmo.
Il cuore incespicò per poi partire in una folle corsa quando i loro occhi si incontrarono e le loro mani si intrecciarono in una stretta ferrea, il sorriso di lei piano piano si tramutò in un'espressione seria "Temevo che non avrei mai più rivisto i tuoi occhi… il tuo viso… credevo… che andando laggiù ti avrei perso per sempre."
Lui invece sorrise "Oh, beh, non vedendo più il mio viso ci avresti guadagnato, sai? Non sono come uno dei tuoi bei cavalieri, uccelletto…"
"I cavalieri non mi piacciono." asserì convinta, lui accennò un vago sorriso e poi le chiese "E tutti quei bei cinguettii? Di cosa te ne farai ora? Non puoi mica usarli con chiunque!"
Lei scosse piano la testa "Non so neanche più che cosa ne sarà di me!" confessò a mezza voce.
"Perché dici questo?" le chiese.
"La legge mi impone di comportarmi in un certo modo, ma il cuore mi dice altro. Mi spinge a…" sorrise guardandolo negli occhi "a cercare un altro nido."
Lui ricambiò il sorriso "E quale sarebbe?"
"Sei tu." gli rispose in un sussurro.
Un sussurro tanto sincero quanto forte.
Lui sospirò perdendo il sorriso "Uccelletto… no, non dire questo. Tu vuoi sacrificare tutto per me? Tutto quello che hai? Il tuo titolo? La possibilità di sposare un reale e sfornare marmocchi reali per me?
Con che coraggio posso accettare una simile scelta da parte tua? Come pensi che io possa sentirmi nel saperti priva di titoli per colpa mia?
Io non sono nessuno e nessuno resterò. Non avrò mai titoli né terre. Tu… oh, uccelletto, perché?"
"Ma quando stavi per partire tu…" lasciò in sospeso la frase.
Sansa non riusciva a credere alle sue orecchie… la stava respingendo.
"Pensavo di morire e non vederti più. Ho detto quello che il mio cuore sentiva, ma ora è diverso." lei si rabbuiò "Sansa" la chiamò "anche io provo quello che tu provi per me, ma sapere quanto ti costa, mi spinge a fare mille passi indietro.
Vederti sposata sarà orribile, ma è giusto così."
"Giusto per chi?" chiese lei corrucciando la fronte.
“Lo sai.”
“No, non lo so. Per te sarà una sofferenza, per me anche. Perché farsi del male quando…?”
Lui sospirò dicendo “Sei rimasta un grazioso uccelletto, cinguetti, voli… ma dimentichi che la realtà è ben altra cosa. Tu sei una Stark, una Lady di Grande Inverno, ricordi quante volte me lo dicevi?”
“Avevo torto.” lei ribatté.
“No, avevi ragione. Tu sei una privilegiata, hai titolo e hai ancora una casa, tuo fratello è uscito vittorioso da un epico scontro e questo significa che tu e la tua famiglia avrete ancora più potere nel continente. Tuo fratello ti darà in sposa a un uomo che vi consentirà di creare giuste alleanze e di preservarle nel tempo con dei figli che uniscano le vostre casate.
Io so qual è il tuo destino, l’ho sempre saputo. Sin da quando ho deciso di portarti via con me.
Non c’è modo di sottrarsi al destino.”
“Parla quello che diceva di crearsi da sé il proprio destino! Non eri tu che non credevi negli dèi, ma solo nel potere della spada?” lo incalzò lei.
“Sono ancora convinto di questo, ma il destino lo si può costruire quando non si è nessuno. Come me. Ma tu sei qualcuno, e questo non può cambiare anche se tu lo vorresti! Cosa vuoi fare: scappare, rinnegare tutto e tutti pur di stare con me? E’ follia, uccelletto.”
“Io lo farei.” gli rispose.
“Te ne pentiresti dopo poco.” affermò lui voltando la testa dall’altra parte “Ora vai, voglio riposare.” disse lui allentando la presa dalla sua mano per poi allontanarla definitivamente, lei si sentì di colpo svuotata e tremendamente in imbarazzo: non era così che aveva immaginato il suo risveglio.
Fu costretta ad alzarsi e poi dopo aver rivolto ancora uno sguardo verso di lui, uscì.
 
 
Quando sentì la porta chiudersi, Sandor voltò il capo verso l’ingresso della sua stanza: le parole della ragazzina erano vere e sincere, questo lo aveva capito e percepito persino uno come lui abituato ad usare solo ed esclusivamente la violenza. La dolcezza di quelle parole lo avevano turbato e trafitto, era come se quelle parole gli fossero penetrate nella carne e lo stessero lentamente consumando dall’interno.
Sandor avrebbe voluto dirle che sarebbe andata così, che insieme avrebbero lasciato Grande Inverno e avrebbero vissuto alla giornata, avrebbero mangiato e bevuto quando e se capitava, avrebbero cavalcato su Straniero e visitato terre lontane, ma lui non voleva assolutamente questo per lei. Sarebbe stato tremendamente egoistico da parte sua proporle un simile progetto!
La ragazzina era confusa e se lui avesse sul serio espresso questo pensiero ad alta voce, lei avrebbe accettato, ma sarebbe stato soltanto per un momentaneo entusiasmo, poi lei lo avrebbe odiato e magari gli avrebbe anche rimproverato di aver lasciato la vita agiata che conduceva a casa sua per stare con uno come lui. Gli avrebbe rivolto tante di quelle spiacevoli parole che comunque prima o poi si sarebbero separati, tanto valeva farlo in quel momento: quando entrambi si volevano ancora.
Sandor emise un flebile gemito di dolore quando si sfiorò la ferita sul fianco sinistro, la osservò era lunga e irregolare, era nerastra, gonfia e tremendamente calda. Ricordò come se l’era procurata e sbottò “Che i Sette Inferi ti inghiottano!”



___

Buonasera!
Desidero ringraziare profondamente 
chi
ancora ad oggi legge e attende i miei capitoli,
apprezza la mia storia,
mi contatta,
mi incoraggia,
mi supporta,
mille volte grazie!
Davvero.
Solo questo, grazie.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Giuls_breath