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Autore: Serpentina    27/06/2021    2 recensioni
Londra, 2037
Il verdetto sulla morte di Aisling Carter, giudicata come tragico incidente, non convince Frida Weil, che nei misteri ci sguazza per passione e sospetta possa trattarsi di omicidio. Decide quindi di "ficcanasare", trascinando nella sua indagine non ufficiale William Wollestonecraft, forse perchè le piace più di quanto non voglia ammettere...
Un giallo con la nuova generazione dell'Irvingverse. 😉
Dal capitolo 5:
"–È vero che sei la figlia di Faith Irving, la patologa forense?
–Così è scritto sul mio certificato di nascita- fu la secca risposta di Frida, che storse il naso, a far intendere che quelle domande insulse la stavano indisponendo, e fece segno ad Andrew di risedersi.
–Ho voluto questo incontro perché, se ho ben capito, sostieni che tua madre abbia liquidato un po’ troppo frettolosamente la morte di mia sorella. Che razza di figlia non si fa scrupoli a sputtanare sua madre?
–Una dotata di un cervello funzionante. Meine liebe Mutter è fallace come qualunque essere umano, e i vincoli parentali sono nulla, in confronto al superiore interesse della giustizia. Ma non siamo qui per parlare di me. Se avete finito con le domande stupide, ne avrei una io. Una intelligente, tanto per cambiare: perché siete qui?"
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve salvino, e bentrovati a un nuovo appuntamento con Frida&co.
Vi devo delle scuse per le ere geologiche che faccio passare tra un aggiornamento e l’altro. Come ho spiegato in un post su Facebook, ho attraversato un periodo di profondo cambiamento, che mi ha privato della voglia di fare qualunque cosa non fosse strettamente necessaria al mio sostentamento. Inoltre, appena ho ripreso in mano la storia, la bozza di quest’ultimo capitolo mi ha fatto schifo, e ho deciso di riscriverlo daccapo. Il risultato è quanto state per leggere. Spero di essere riuscita comunque a non deludervi. * occhioni cucciolosi *   
Colonna sonora consigliata: “Throne” dei BMTH e “Faster” dei Within Temptation. Enjoy!
 
Frida Fast&Furious
 
“Ciò che ti uccide, ti uccide, perché ti cambia. E non c’è peggiore morte della morte di se stessi. Chi muore dentro, muore infinite volte.”
Jennifer El Khattabi
 
Diciassette anni prima (mese più, mese meno)
–Questa è una delle poche cose che mi mancherà dell’essere incinta- asserì Faith mentre afferrava una manciata di pop corn dalla ciotola che teneva bellamente poggiata sul pancione al sesto mese di gravidanza.
Reduce da una minaccia di aborto, era stata costretta al riposo. All’inizio aveva gioito, finché non aveva fatto capolino una opprimente sensazione di noia, che a volte si tramutava in un vero e proprio horror vacui: accudita e coccolata da sua madre Rose e Gertrud, la madre di Franz, che la trattavano alla stregua di un’invalida, non aveva granché di che riempire le giornate, e la pigrizia perde molta della propria attrattiva, senza la prospettiva di poterla abbandonare da un momento all’altro per dedicarsi ad attività alternative.
Franz, spaparanzato sul divano al suo fianco, era di tutt’altro avviso: sfiancato nel corpo e nello spirito da una dura giornata di lavoro in ospedale, invidiava quella che lui stesso, con poco tatto, definiva “nullafacenza obbligatoria”. Non immaginava che Faith avrebbe volentieri fatto a cambio, oppure, se anche lo immaginava, preferiva glissare sopra questo punto e limitarsi ad invidiarla.
Annuì vigorosamente e ridacchiò, prima di piluccare anche lui qualche pop corn.
Mir auch.1 Sei un ottimo tavolino.
Calò nuovamente il silenzio: i due condividevano l’abitudine di immergersi completamente nella fruizione del medium di intrattenimento prescelto, e guai ad infrangere la bolla d’isolamento, si rischiava come minimo l’amputazione di parti del corpo che, seppur non vitali, sarebbero mancate molto nella vita di tutti i giorni.
Poco dopo, tuttavia, Franz ruppe la bolla ruggendo, con evidente autocompiacimento –Fatality!- ripetè l’esclamazione altre due volte, quindi commentò –Scheiße, questo è morto malissimo! Eh, Faith? Faith? Was passiert, meine Liebe?
Lei, assorta nei propri pensieri, sussultò, e rispose alla domanda con un’altra domanda.
–Tutto a posto. Perché?
–Ti accarezzi la pancia fissando il vuoto, invece di stracciarmi nella gara a chi urla per primo “Fatality!” ogni volta che qualcuno muore male in “Attack on Titan”. Se ti sembra normale…- una terrificante idea si fece strada nella sua mente. –Il pupo non starà di nuovo cercando di uscire prima del tempo!- puntò l’indice dove, se le sue reminiscenze di ginecologia non lo ingannavano, avrebbe dovuto trovarsi il viso del feto, e asserì, con assoluta quanto comica serietà –Hör mir gut zu2, Kind: devi stare altri tre mesi lì dentro, fattene una ragione. E sappi che nessuna insubordinazione sarà tollerata fuori dall’utero. Ist es klar
Contrariamente alle aspettative, Faith non rise, né sorrise; si coprì gli occhi con le mani, scosse il capo e sospirò –Ecco, è esattamente a questo che stavo pensando: andiamo, guardaci! Secondo te siamo pronti per crescere un figlio?
La domanda lo colse alla sprovvista. Aveva riflettuto di rado sull’evento che da lì a poco avrebbe stravolto la sua vita in modi che neppure osava immaginare. A dire la verità, non ci aveva riflettuto affatto, se non superficialmente, preferendo rifugiarsi nell’illusione che nulla si sarebbe davvero modificato, che tutto sarebbe cambiato affinché tutto rimanesse esattamente com’era. Perciò, piuttosto che sbattere il muso contro la dura realtà e cogliere l’occasione per instaurare un confronto costruttivo con Faith, nel quale condividere le proprie vulnerabilità, si trincerò dietro la corazza di ironia - talora sconfinante nel sarcasmo - che ormai era diventata la sua seconda pelle.
–Un po’ tardi per fare marcia indietro, non ti pare? Na komm3, finiamo di vedere l’episodio, prima che deine Mutter chiami per il bollettino ostetrico quotidiano!
Lei, bisognosa di sfogarsi, gli strappò di mano il telecomando, mise in pausa il video e ringhiò –No, Franz. Tu adesso mi dici se, secondo te, noi due abbiamo il potenziale per essere buoni genitori!
Scheiße! Perché adesso? Perché a me? Devo essere stato un dittatore genocida in una vita precedente, altrimenti non si spiega! A meno che…”
–Definisci “buon genitore”. 
Faith, presa in contropiede, boccheggiò, a corto di parole.
–Beh, ecco… un buon genitore è sensato, responsabile, mette in tavola cibo sano e… non si comporta come un bambino quando ha il dovere di educarne uno.
–Aha! Ich wusste es!4- ululò Franz, sbattendo con violenza il pugno sul ginocchio; la conferma dei propri sospetti lo fece ardere di una tale rabbia che non provò alcun dolore. –Lo sapevo che la donna che amo anima e corpo - e i risultati si vedono - non poteva concepire simili stronzate! Sono state quelle due a farti il lavaggio del cervello, ja?
Non era la prima volta che le loro madri li criticavano, accusandoli di essere immaturi. Per certi versi lo erano ancora (avevano ancora bisogno della mamma per prenotare le visite mediche), ed anche disperatamente impreparati alla grande avventura che li attendeva - in cui si erano imbarcati per puro caso - ma ciò non implicava fossero destinati al fallimento. Anzi, era sicuro che abbracciare il loro lato giocoso e un po’ “strano” li avrebbe aiutati a crescere un bambino felice. La generazione precedente si era approcciata in maniera più “convenzionale” alla genitorialità - con risultati discutibili - ma i tempi erano cambiati, che a loro piacesse o meno.
Faith, che mal tollerava qualsivoglia insinuazione di debolezza d’animo, ribatté sprezzante –Ah, certo! Non posso aver formulato un mio pensiero critico, devono per forza essere state le nostre madri a manipolarmi, perché io sono una fragile donna incinta in preda agli ormoni!
Come sempre, divertito dalla vena polemica della Irving, Franz curvò le labbra in un sorrisetto di scherno, poi chiese –È un tuo pensiero critico? Wirklich? Ci ritieni due irresponsabili che a trent’anni - qualcuno in più per me, ma non sottilizziamo - perdono ancora tempo dietro ai cartoni animati e altre “sciocchezze”?
Dopo un’ardua lotta tra il desiderio di sincerità e quello, altrettanto forte, di non dargliela vinta, Faith, imbronciata e a braccia conserte, come una bimba costretta a confessare una marachella sbuffò un rancoroso –No.
Ich wusste es.
–Forse hai ragione, ho esagerato. Tra questo nuovo virus e il timore che qualcosa possa andare storto col bambino… potrei essere diventata un tantino paranoica e suggestionabile. E le nostre madri sanno esattamente dove colpire, quando vogliono farmi sentire inadeguata. Specie la mia.
–In che senso?
–Lascia perdere, non puoi capire.
–Mettimi alla prova.
Faith gli rivolse un’occhiata colma di scetticismo, però alla fine cedette, rivelandogli la sua più profonda paura.
–Ho paura di ciò che il futuro potrebbe riservare a nostro figlio, se dovesse essere troppo… fuori dal coro per colpa nostra. Non hai idea di come ci si senta, ad essere isolati. Tendo a non parlarne perché mi vergogno: ho subito bullismo a scuola. Sono sempre stata quella diversa, quella “strana”, la ragazzina cicciottella sempre distratta, col naso tra le pagine di un libro o puntato verso un’opera d’arte. Naturalmente, sono sempre stata la prima della classe, e senza tanta fatica- aggiunse, con palpabile orgoglio. –Prima di incontrare Abby e Bridget, non avevo amici; mi sentivo sbagliata, indegna di un tale privilegio, senza contare che isolandomi speravo di ridurre le chance di subire prese in giro o peggio. Poi le ho conosciute, e grazie a loro ho avuto la conferma che ad essere sbagliata non ero io, bensì gli stronzi che hanno reso la mia vita un inferno. E li odio per questo. Ancora adesso, li odio con tutta me stessa. Non hanno idea del male che mi hanno fatto. Sono in debito con me, e no, sbattergli in faccia il mio successo non è un risarcimento sufficiente. A volte sogno di trovarli sul tavolo settorio, ammazzati male. Li aprirei con un piacere che non si può descrivere a parole.
Franz deglutì a vuoto, a disagio; era sinceramente dispiaciuto per lei, ma, al contempo, un tantinello intimorito: stentava a riconoscere nella Faith che aveva davanti la donna brillante e solare della quale si era innamorato.
–È triste che abbia dovuto patire tutto questo, però, se sei diventata la persona meravigliosa che…
–Ti prego, non finire la frase, vorrei conservare intatto il mio record di due mesi e mezzo senza vomitare. Sono ciò che sono nonostante loro, non grazie a loro. Il bullismo non mi ha resa più forte, mi ha soltanto riempita di frustrazione, rabbia e rancore. Mi terrorizza il pensiero che possa capitare a nostro figlio. Spero tanto venga su abbastanza normale da inserirsi senza problemi. Non desidero altro!
“Il coso deve ancora nascere e siamo già alle seghe mentali? Perché a me? La teoria della punizione karmica per essere stato un genocida pazzo diventa sempre più probabile!”
–Definisci “normale”, meine Liebe. Una mia ex si limava le unghie dei piedi con la grattugia, e un mio coinquilino in Erasmus pisciava nel lavello. Per loro quello era normale, per me semplicemente disgustoso- scherzò Franz, pentendosene subito, di fronte all’occhiataccia assassina di Faith. –Entschuldigung5. Torno serio. È inutile nascondersi dietro a un dito: tra il mio DNA e il tuo, il pupo nascerà con una buona dose di stranezza genotipica; ma, in tutta onestà, se pure la stranezza dovesse diventare fenotipica, dubito sarà perché gli abbiamo letto Tolkien o cantato canzoni rock per farlo addormentare. Non posso garantirti che il pupo vivrà una vita liscia come l’olio - né glielo auguro: sono le sfide a creare la forza di una persona - eppure, chiamalo sesto senso, intuito o come ti pare, sento che sarà quanto di più noiosamente normale si possa desiderare!
 
***
 
–Sapevi che conviene annegare in acqua dolce? Il processo è più veloce: 3-5 minuti contro 6-8 in acqua salata. Questo perché l’ipotonia dell’acqua dolce rispetto al sangue innesca aritmie cardiache fatali; invece in acqua salata, che è ipertonica, ad ammazzarti è l’edema polmonare. Una morte più lenta.
–Grazie dell’informazione assolutamente non richiesta, Frida. Me ne ricorderò, se mai volessi suicidarmi- ridacchiò Nathaniel, ansante per la strenua sessione di allenamento alla quale lo aveva costretto l’amica, quasi a voler compensare il fatto di non potervisi sottoporre lei. –Lasciatelo dire, ragazza: tu non sei normale! Come cazzo fa a venirti in mente una roba del genere adesso?
–Vederti boccheggiare dopo quel malriuscito tentativo di calcio rotante mi ha portato alla mente le immagini di tizi annegati male. Dovresti impegnarti di più- rispose lei con la stessa naturalezza con cui di solito si commenta il meteo, dopodiché prese la rincorsa e sferrò un calcio volante al povero, maltrattato manichino, tra lo stupore e l’ammirazione dei (pochi) presenti.
–Porca troia!- esclamò lui, esterrefatto. –Meglio di Kitara Graves!
Frida, che sapeva resistere a tutto, tranne ai complimenti, stava per dargli un’altra dimostrazione della sua potenza e bravura, quando udì la voce di William rimproverarla aspramente.
–Non ti si può lasciare sola un attimo, Weil. Devo ricordarti che mi avevi promesso un allenamento non violento? Anche se il viola è il colore pantone dell’anno, non sta bene presentarsi a una commemorazione funebre ricoperta di lividi!
Frida, che quando si allenava metteva da parte la razionalità e lasciava fluire liberamente Zelda, il suo lato selvaggio, divenne livida e serrò i pugni, pronta a colpire. Nathaniel, intuite le sue intenzioni, si parò immediatamente davanti a William: per quanto atletico e ottimo nuotatore, l’australiano possedeva l’abilità di combattimento di un budino.  La mossa sortì l’effetto sperato: Frida, senza smettere di guardarli in cagnesco, abbassò le mani e sbuffò –Voi due pacifisti non mi date mai soddisfazione!
William non riuscì a trattenersi dal replicare –Potrei darti tutta la soddisfazione del mondo, se mi concedessi l’accesso alle tue parti private.
Sia Frida che Nathaniel strabuzzarono gli occhi, e quest’ultimo pensò “Ma allora è una testa di cazzo! Vuole morire!”
Difatti Frida, irrigiditasi in una fredda indignazione, sibilò –Glielo dai tu un pugno, o devo farlo io?
Nathaniel si morse un labbro, si voltò verso William, troppo terrorizzato per accorgersi il cenno d’intesa che si erano rivolti quei due, e disse –Scusa. Cercherò di farti meno male possibile. Ti assicuro che lo faccio per il tuo bene: Frida non sarebbe così gentile. L’ultima volta che ha preso a pugni qualcuno, gli ha fatto saltare un dente.
La Weil, infastidita dalla titubanza dell’amico, lo spintonò via ringhiò –Ho capito: se voglio un lavoro fatto bene e in fretta, devo fare da sola!
William non deluse le sue aspettative: sebbene con gli occhi chiusi per la paura, riuscì a tendere le mani in avanti e bloccarle la mano prima che arrivasse anche solo a sfiorargli la faccia. Non avrebbe resistito a lungo, avvertiva il tremore dei muscoli sotto eccessiva tensione, sul punto di cedere; se avesse voluto, Frida avrebbe spezzato la sua resistenza come un grissino, ma non era questo il suo fine.
–Oddio! Ce l’ho… fatta?
Gli altri due risero della sua incredulità, poi la Weil ridacchiò, stranamente compiaciuta –Guarda, guarda, il pesciolino sa difendersi. Non abbastanza bene da licenziarti da guardia del corpo, Natie, ma meglio di quanto credessi.
–Un altro esperimento brillantemente riuscito!- esclamò Nathaniel, quindi assestò una poderosa quanto amichevole pacca sulla schiena al sempre più perplesso William, che non poteva credere alla loro faccia tosta. Avevano colto l’occasione e creato un pretesto per fingere di volerlo colpire; il tutto per dimostrare che, sotto pressione, tirava fuori una forza ignota persino a lui.
“Roba da matti! Ma, in fondo, che fossero matti lo sapevo. Forse lo sono anch’io: tutti i migliori sono matti.”
–È stato divertente. Vado a farmi una doccia- annunciò Frida. –Cerca di non trarne ispirazione per altre opere pornografiche, Liam. Ah, quasi dimenticavo: tarderò un po’; Mutti è rimasta a Londra, ha ricevuto un invito irrifiutabile per non so quale congresso di scienziati forensi. Preferisco avere via libera, prima di prendere la macchina senza permesso.
Fu una fortuna, per William, non avere aneurismi occulti: lo shock li avrebbe fatti scoppiare tutti insieme.
–È questo il tuo piano geniale? Rubare l’auto a tua madre?
–Non è rubare, se è meiner Eltern6. Inoltre, per tua informazione, non sono così scema da prendere l’auto meiner Mutter, dato che la usa tutti i giorni e si accorgerebbe subito del chilometraggio sballato. Prenderò quella meines Vaters: guida talmente poco le quattro ruote che nemmeno lo guarda, il contachilometri! Discorso diverso per la Harley; lì sì che rischierei grosso, ama quella moto quasi quanto me e Mutti!
 
***
 
–Sei in ritardo.
William, distratto dai centimetri pelle lasciati scoperti dal tubino nero che Frida indossava sotto il cappotto, venne bruscamente riportato alla realtà, la dura realtà in cui per ottenere ciò che voleva da lei sarebbe dovuto scendere a compromessi, il che, per la sua rigida bussola morale, era inaccettabile. Chiuse gli occhi e inalò quanta più aria possibile, nella speranza che l’eccesso di ossigeno potesse stordirlo abbastanza da non mandarla a quel paese, o lasciarsi sfuggire commenti inappropriati sul suo aspetto.
–Di due minuti. Ciao anche a te, comunque! Come stai, socia? Tua madre ha tentato di avvelenarti col pranzo, oppure hai cucinato tu?
La ragazza, per nulla divertita, sbuffò –Ich habe keine Zeit für deinen Mist7! Sali, schnell!
Non se lo fece ripetere due volte: prese posto, allacciò la cintura e ridacchiò –Nervosetta, eh?
L’altezzosa - e menzognera - replica di Frida non si fece attendere.
–Io non sono mai nervosa. Il nervosismo è per le persone deboli, insicure e disorganizzate. Io sono… concentrata. Na ja. Super concentrata. Solo che, ecco… è la prima volta che guido con accanto qualcuno che ha meno esperienza di me.
“Cosa? E me lo dice adesso? Non ho nemmeno fatto testamento!”
–Oh!- esclamò William, per poi aggiungere, in un contorto tentativo di farle un complimento –Beh, già solo il fatto che tu sappia guidare ha del miracoloso, perciò, fossi in te, non mi farei tanti problemi- attese che la ragazza si incanalasse con maestria nel traffico cittadino per chiederle –A proposito: chi ti ha insegnato?
Sul viso della Weil si dipinse un sorriso compiaciuto, seguito dall’ancor più compiaciuto –Meine Mutter. Sostiene che l’emancipazione femminile passi anche attraverso la totale indipendenza nel trasporto: finché ci saranno persone che crederanno e/o perpetueranno lo stereotipo che le portatrici di doppio X non sono buone a guidare, non andremo - letteralmente - da nessuna parte. Perciò, quando gliel’ho chiesto, non ha potuto tirarsi indietro - sarebbe stato ipocrita da parte sua - anche se si vedeva lontano un miglio che mi riteneva troppo giovane per imparare.
–Perché? Quanti anni avevi?
–Tredici. Infatti si è limitata a darmi un’infarinatura. Non sapeva che avevo già maturato una certa esperienza giocando a GTA con Aidan e Kaori da quando ero un’innocente mädchen8 di otto anni.
William per poco non si strozzò con la saliva. Conosceva troppo bene la Weil per perseverare nel dubitare della sua parola; il che, in questo caso, non era propriamente un bene: la sua infanzia, in confronto, assurgeva a paradigma di normalità. 
–GTA come Grand Theft Auto? Il videogioco? Tu e quel bamboc… ehm, Aidan da piccoli giocavate a una cosa tanto violenta e diseducativa? Lo credo bene che sei uscita così…- “Sei impazzito? Non puoi finire la frase, rischi che ti scaraventi fuori dall’auto!” –Ehm, straordinaria. Eccezionale. E i vostri genitori non vi dicevano niente?- esalò, esterrefatto, mentre agitava convulsamente le mani. –Hanno la merda in testa, non c’è altra spiegazione! Se mai dovessi avere dei figli non dico che diventerei il Grande Fratello orwelliano, però un minimo di controllo parentale proverei ad esercitarlo, cazzo!
Non avrebbe mai saputo se Frida lo avesse fatto apposta, o se invece stesse scivolando verso il baratro della paranoia e lei avesse semplicemente colto un’opportunità; fatto sta che, in quel preciso istante, la ragazza si lanciò in un sorpasso talmente azzardato che William si vide proiettato davanti agli occhi il film della sua vita.
“Che, per quanto misera e miserabile, mi piace. Per favore, divinità in cui non credo, fammi sopravvivere qualche altro anno. Se non per me, per mio padre: dagli almeno la soddisfazione di vedermi laureato!”
Quando Frida, che era riuscita ad evitare per un pelo la collisione con il furgone in transito sull’altra corsia, si decise a rivolgergli la parola, per lui fu come ricevere una secchiata d’acqua gelida.
–Ce la fai a contenere le volgarità? Mi irritano. Danke schön! Ah, für deine Information: Kaori - la sorella maggiore dei gemelli, una Kimberly bionda e dieci volte più stronza, che con mia somma gioia vive a Tokyo - si divertiva a traumatizzare me e i suoi fratelli esponendoci a contenuti decisamente inadatti alla nostra età. Io, però, non mi divertivo affatto, ma sopportavo per non apparire una pappamolla, perché temevo che, se mi fossi mostrata debole, Aidan e Kaori non mi avrebbero più lasciato giocare con loro, ed era così figo giocare con loro, che erano più grandi. Prima che me lo chieda: Kaori aveva imparato a forzare la serratura del mobile dove suo padre teneva dvd e videogiochi troppo adulti per noi. Ricordo che, quando avevo quattro anni, mi fece vedere un tizio che veniva decapitato, e quando chiesi cosa fosse la roba rossa che colava, Kaori prima mi disse che era marmellata di fragole, poi scoppiò a ridere e mi rivelò che invece si trattava di sangue, e che quel tizio era morto, perché quando perdi tanto sangue alla fine muori. E la prima volta che ho giocato a GTA mi disse che le prostitute erano ragazze scout che vendevano biscotti agli angoli delle strade. Immagina cosa ho provato nello scoprire la verità! Da lei, tra l’altro! Und ich konnte meinen Eltern nichts sagen, weil meine Mutter ihre Patin ist, und dann würden sie mir nicht glauben, weil dieser Bastard zu liebenswert ist, um ihr zu glauben, dass sie dazu fähig ist7, und...
“Wow. Doppio wow! La sorella dei gemelli sembra uscita da un manuale sui serial killer: zero empatia, tendenze sadiche, eccitazione per la violenza… manca solo scoprire che si divertiva a torturare piccoli animali, e il profilo è completo!”
William, travolto da quello tsunami di parole incomprensibili, intuendo che la Weil era sull’orlo delle lacrime (e di una crisi di nervi), cercò di calmarla.
–Whoa, whoa, whoa! Frena, Weil, non ho capito mezza sillaba!- “È questo il tuo modo calmarla? Sei un deficiente!” –È passato, ok? Kaori è dall’altra parte del mondo, e tu non sei più una bambina suggestionabile. Sei Nitara con le tette di Lara Croft, un concentrato di - passami il termine - cazzutaggine! E se Kaori è esile come Kim, potresti stenderla con un pugno quando ti pare. Così, tanto per dire, eh! Non ti sto istigando a pestare a sangue la sorella di una tua amica.
Keine Sorge, nel caso ti riserverei un posto in prima fila!- esclamò Frida, decisamente più rilassata. –Cambiando argomento: occhi e orecchie aperti alla commemorazione, dobbiamo braccare un certo Alex.
–Alex?
Ja. Smanettando qua e là, ho recuperato - cioè, Ernst ha recuperato - un fitto scambio di messaggi che proverebbero una relazione tra Aisling Carter e questo Alex, perciò sono sicura che non mancherà. Dobbiamo scoprire se aveva un valido movente o un alibi per la notte del 26 settembre.
William non si mostrò affatto collaborativo; anzi, eruppe in una fragorosa risata ed esclamò –Ho una notizia per te, Weil: noi esseri umani normali abbiamo una memoria limitata. Voglio dire: io ricordo a malapena cosa ho mangiato ieri sera a cena, avrebbe del miracoloso se questo tizio ricordasse cosa ha fatto una serata qualunque di due mesi fa!
La ragazza sbuffò –Possibile debba questionare ogni mia decisione? Strano che uno strizzacervelli in erba non abbia pensato che, persino qualora questo Alex non ricordasse niente, parlandoci potremmo ottenere elementi utili a comprenderne il carattere. E poi la faccenda mi puzza: nessuno collegato al caso lo ha mai nominato neppure per sbaglio; eppure Aisling Carter postava praticamente ogni aspetto della sua vita, poco ci mancava condividesse persino le visite al bagno, ergo si è impegnata a tenerlo segreto. Un comportamento poco coerente con il suo carattere. Quale motivo aveva di intrattenere una relazione all’insaputa di tutti?
–Ammesso tu abbia ragione, non è detto fosse effettivamente segreta- replicò William scrollando le spalle. –Aisling potrebbe averlo rivelato soltanto al fratello, o a Nita. Comunque, anche nel caso l’avesse tenuto segreto, sarebbe perfettamente comprensibile: magari non se l’è sentita di rendere ufficiale una storia molto recente, o non emotivamente significativa… sì, insomma… puramente sessuale. È concesso usare questo termine, oppure vi turba, Vostra Extraverginità?
Frida alzò gli occhi al cielo, in parte per trattenere Zelda dal prendere il sopravvento e ridurlo a una polpetta sanguinolenta, in parte per un moto di irritazione verso l’idiozia acuta del suo socio. Non riusciva a capacitarsi che un ragazzo tanto intelligente potesse impuntarsi su posizioni illogiche pressoché impossibili da difendere. Quando ebbe riacquistato un livello di calma accettabile, sibilò a denti stretti –Innanzitutto, è altamente improbabile che Andrew e Nita ne fossero a conoscenza, altrimenti avrebbero puntato il dito contro questo tizio alla prima occasione; perfino i sassi sanno che i partner, specialmente se supposti segreti segretissimi, sono i primi sospettati. Inoltre, siamo negli anni ’30, è vero, ma del ventunesimo secolo. A meno che questo Alex non sia sposato con figli, o un… che so io… influencer rivale, roba alla Romeo e Giulietta Instaface version, quale motivo avrebbe potuto avere Aisling per “frequentarlo” di nascosto?
–Forse era un cesso a pedali- ipotizzò William con disarmante bruta sincerità.
–La tua profondità d’animo rivaleggia con quella di Kim.
–È una delle mie innumerevoli qualità, bellezza.
Frida non gradì.
–Chiamami un’altra volta bellezza, e dovrai spiegare deinem Vater perché non avrà nipoti!
Senza scomporsi, William rispose –E tu dovrai spiegare alla tua vagina perché l’hai privata del miglior sesso che potrà mai desiderare!
–Hai un’opinione molto alta del tuo arnese.
–Non di lui, di me! Sono io a manovrarlo- attesa invano una replica da Frida, chiese poi –Per restare in tema domande: nel caso ci fermasse la polizia, hai pensato a come giustificare la guida senza patente?
–Oh, ma io ce l’ho, la patente. Se non mi credi, guarda pure nella mia borsa.
William allungò e ritirò la mano svariate volte, prima di decidersi ad aprire la borsa della ragazza: da un lato, era curioso e scettico (come San Tommaso aveva bisogno di vedere, per credere); dall’altro, si sentiva in colpa a violare la privacy di colei che considerava un’amica fraterna, prima ancora che una (bella) ragazza. Alla fine, prevalse la curiosità, seguita da uno tsunami di stupore.
–Contento, uomo di poca fede?
–Sul serio, Weil? Una patente falsa?- sconcertato, scosse la testa, in un vano tentativo di scacciare quanto aveva appena visto. –Ti atteggi a paladina della giustizia, e poi sguazzi nell’illegalità? Ti rendi conto dell’assurdità di questa cosa? Non voglio neanche sapere come l’hai avuta!
“Kantiano del cazzo! Come si permette di parlarmi così?”
–Io non sguazzo nell’illegalità, du Arschloch, osa ripeterlo e dovrò spiegare deinem Vater perché gli toccherà andare al cimitero per parlarti! Nella vita le occasioni arrivano solo a colui che è ben preparato*; perciò, faccio in modo di avere sempre a disposizione i mezzi giusti per ottenere la preziosa opportunità di raggiungere il più agevolmente possibile il fine prefissato. E pazienza se questi mezzi non sono sempre… pulitissimi (in tutti i sensi)- ribatté Frida. –Quanto alla patente, temo sia una storia piuttosto deludente, priva di pathos: conosco un tizio che mi deve qualche favore, e ho deciso di cominciare ad incassare. Tutto qui.
“Interessante. E questo tizio potrebbe farmi avere un Alcohol Pass per bere quanto mi pare senza un maggiorenne a farmi da balia?” fu il primo pensiero di William, subito sostituito dalla consapevolezza che un documento falso non gli sarebbe servito a molto, dato che avrebbe compiuto gli anni a dicembre, e da un soffocante senso di sporcizia interiore per aver anche solo pensato di piegare ad angolo retto il suo senso etico e violarlo così a cuor leggero. Imprecò mentalmente contro la Weil per essere quasi riuscita a traviarlo con la sua morale fluida, tra il machiavellico e l’utilitarista, salvo poi realizzare che, pur con fini e strategie differenti, erano l’uno il serpente tentatore dell’altro, e nessuno dei due avrebbe mollato la presa senza aver raggiunto il proprio scopo.
“Ma se credi che ti renderò il compito facile, ti sbagli di grosso. Io non sono come te. Io credo che si possa sopravvivere in questo mondo di merda senza sporcarsi le mani, e chi lo fa, a suo rischio e pericolo, è perché ha del marcio dentro”.
Il resto del viaggio trascorse in assoluto silenzio. Tuttavia, non contenta, Frida pensò bene di sganciare una seconda bomba, mentre, superati i cancelli, percorrevano il viale sterrato che conduceva alla residenza dei Conworthy.
–Potrei insegnarti, sai? Se la piantassi di essere così giudicante.
–Insegnarmi cosa?
–A guidare, ovviamente!- trillò la ragazza, per poi esibire un sorriso a dir poco mefistofelico. –Immagino che tuo padre sia restio a lasciartelo fare. Irrazionale, ma comprensibile: immagino che la morte del fratello in un incidente d’auto l’abbia traumatizzato.
William, sicuro di aver capito male, esalò –Scusa, puoi ripetere?
Il sorriso di Frida, se possibile, si allargò, assumendo un aspetto inquietantemente simile a quello del Joker, e soffiò –Il fratello di tuo padre, Vyvyan, è morto in un incidente d’auto quando aveva appena diciotto anni. Me l’ha detto mia madre, che gli era molto affezionata, e tuttora visita la sua tomba quando può. Credevo lo sapessi- posò l’indice sulle labbra di William, in procinto di replicare in malo modo, e aggiunse –Non mi credi? Comprensibile, sebbene lievemente offensivo: ti ho mai mentito, finora?- colse un velo di curiosità nello sguardo del socio e decise di sfruttarlo a suo favore. –Aiutami a scovare Alex e interrogare con discrezione i nonni di Aisling, e ti porterò da lui.
 
Nota dell’autrice
Forse sarà un filler, sarà un capitolo privo di azione, ma, personalmente, ritengo fondamentale presentare i personaggi in tutte le loro sfaccettature (ammesso ne abbiano; ogni riferimento a Mary Sue e Gary Stu vari è puramente intenzionale) attraverso pensieri e interazioni. Secondo me, non si può apprezzare a pieno un’azione se non si è prima entrati appieno nella mente del personaggio che la compie.
Non so se siate o meno appassionati di manga&anime; io, personalmente, sono una casualona, nel senso che li guardo, ma non ne vado pazza; proprio per questo, dal basso della mia ignoranza, mi permetto di dirvi: guardate AOT, non ve ne pentirete. Fidatevi, sono di gusti difficili, se mi ha preso così tanto un motivo ci sarà. È anche Faith&Franz approved. Cosa state aspettando? Recuperatelo! Ora. Sofort! Schnell!😉
A proposito di F&F, direi che la preghiera di Faith è stata in parte esaudita: Frida è tutto, fuorché normale, ma non si lascia certo bullizzare; anzi, in certi momenti è lei a bullizzare il povero colonico! * abbraccia William *
Piccola curiosità: è chiaro che in molti shippate Frida e William; c’è qualcuno che shippa Kim e Nate, e spera in un ritorno di fiamma? Mi piacerebbe saperlo!
E se tra voi c’è qualcuno che si chiede che fine abbia fatto il dolce Kevin, non preoccupatevi, non è sparito dalla circolazione; anzi, tornerà a breve. 
Tanto per restare in tema, chiudo con qualche domanda (che spero vi renderà difficile dormire): riuscirà Frida a incontrare Aurora? Chi è davvero Alex? C’entra con la morte di Aisling?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
XO XO
Serpentina
*citazione di Baruch Spinoza, filosofo
1Anche a me
2Ascoltami bene
3Dai, su
4Lo sapevo!
5Scusa
6Dei miei genitori
7Non ho tempo per le tue stronzate
8Ragazzina
9E non potevo dire niente ai miei genitori perchè mia madre è la sua madrina, e poi non mi avrebbero creduto, perché quella bastarda è troppo adorabile per crederla capace di ...
 
 
 
   
 
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