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Autore: LadyHeather83    28/06/2021    1 recensioni
Marinette, a causa di un errore, ha dovuto rinunciare ad essere la guardiana dell Miracle Box.
E la notizia, della perdita di memoria della ragazza, rimbalzerà tra i corridoi della scuola, arrivando alle orecchie di Adrien.
Un dubbio assale la mente del ragazzo, che sia proprio lei la sua lady?
ATTENZIONE!!! Contiene spoiler sulla quarta stagione
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ricordati di me

*

Capitolo 16

*

Il percorso per arrivare al tempio dei Guardiani non sarebbe stato semplice, soprattutto compierlo con valige pesanti al seguito.

Nonostante i miraculous non si potessero usare per scopi personali, il Grande Guardiano Su Han, aveva chiesto l’intervento di Kaalki per trasformarsi in Pegasus e creare un portale tra il tempio e l’aeroporto per condurre i suoi ospiti il più velocemente all’interno dell’edificio.

Infatti fu la prima cosa che gli fece notare Adrien.

Mmm…diciamo che ho aiutato voi e che vi ho risparmiato una grande fatica. De trasformami.” Si era giustificato prima di ritornare nelle sue vesti civili.

Marinette si nascose spaventata dietro la schiena di Adrien quando Kaalki uscì dagli occhiali di Su Han.

“C-che cos’è quel coso?” Chiese indicandolo con un dito tremolante.

Adrien sorrise, un po' meno il kwami del cavallo che non le risparmiò tutto il suo disappunto per averlo definito ‘coso’.

“Scusami!” Disse posso mortificata prendendolo tra le sue mani e cambiando totalmente atteggiamento, gli allungò un macaron sotto suggerimento del suo compagno di viaggio.

“Delizioso” Si complimentò una volta terminato.

“Mi fa piacere!” Gli sorrise.

Su Han non perse tempo e rimise subito a posto il Miraculous dopo che questi aveva assorbito il kwami.

“Benvenuti al tempio!” Li salutò come meritavano visto che prima erano stati prelevati velocemente all’aeroporto senza dargli il tempo di ambientarsi al fuso orario o all’ambiente che li circondava.

Marinette si guardò attorno e rimase meravigliata di quell’angolo di paradiso, la pace e la tranquillità che si respirava in quel luogo era inimmaginabile.

Uccellini che cinguettavano felici nascosti tra le fronde degli alberi verde e fitte, farfalle variopinte che svolazzavano spensierate posandosi di fiore in fiore.

Il sole le baciava la pelle e la leggera brezza estiva le faceva ondeggiare i capelli sciolti.

Adrien notò un particolare sul lobo del suo orecchio.

Le spostò una ciocca di capelli e prese tra le dita quell’insetto: una coccinella rossa dai pois neri.

“Credo ti abbia riconosciuta” Mormorò soffiando per farla volare via.

“Tu dici?”

*

Su-Han gli fece fare un giro veloce del tempio indicando le loro camere, Marinette e Nathalie avevano le due stanze infondo al corridoio, una di fianco all’altra, mentre Adrien avrebbe dovuto fare una rampa di scale in più, erano pur sempre due ragazzi adolescenti nel pieno di una tempesta ormonale e quel luogo era sacro e inviolabile.

“Alle 12.00 verrà servito il pranzo in sala grande, poi il tè alle 17.00 in giardino sotto grande statua, ed infine la cena alle 19.30. Le luci si spegneranno alle 21.00.” Spiegò piatto il Grande Guardiano ai tre ospiti congedandosi, prima di venire bloccato da Marinette.

“Quando iniziamo?”

“Domani…lo stregone ha già preparato tutto, ma oggi è in ritiro tra le montagne.”

“Va bene, la ringrazio”

Su-Han le fece un inchino ed andò a congiungersi con gli altri monaci lasciandoli liberi di circolare nel monastero e godersi un po' di aria fresca e tranquillità.

“Vado a sistemare i bagagli, ci vediamo dopo!” Marinette si congedò dagli altri due che fecero lo stesso.

*

Marinette aveva preso il suo album da disegno e l’astuccio con i colori, dopo aver messo in ordine i suoi abiti e gli effetti personali in giro per la stanza, si sentiva ispirata per delle nuove creazioni, forse era l’aria di un posto nuovo e per la tranquillità attorno a lei.

Si diresse verso l’enorme giardino dalle sembianze di un labirinto per quanto alte erano le siepi ai lati del percorso fatto di ciottoli candidi e immacolati.

Sorrise quando una piccola farfalla bianca si posò sulla sua spalla e poi volò via “Ciao, ciao farfallina” Le sussurrò vedendola sparire al di là di quell’ostacolo.

Teneva ben saldo l’album tra le braccia mentre percorreva il sentiero obbligato.

Si fermò all’improvviso quando vide un uomo di spalle seduto sopra una panchina di marmo vestito con una tunica arancione che si apprestava a dipingere.

Gli sembrava di conoscerlo, o meglio aveva riconosciuto lo stile inconfondibile dell’abito che aveva messo addosso alla modella immaginaria.

Quello era il padre di Adrien.

Le aveva detto che si trovava in ritiro dai monaci e che con alta probabilità lo avrebbero incontrato.

Gabriel aveva sentito una presenza dietro di lui e l’aveva guardata con la coda dell’occhio.

“Puoi avvicinarti se vuoi, non mordo mica”

D’un tratto le ginocchia di Marinette iniziarono a tremare e a sudare freddo, una strana sensazione le attraversò il corpo mentre metteva un piede davanti all’altro e avanzava lentamente verso di lui.

Lo stilista continuava a disegnare senza curarsi di lei.

Le sue mani tremavano perché sapeva che era arrivata la resa dei conti.

Non era stato Adrien a rivelargli che Marinette portava la maschera di LadyBug, ma Nathalie nell’ultima sua visita, dopo che aveva saputo che lui era intenzionato a tornare al monastero con lei per farle riavere la memoria.

Gabriel non le aveva mai chiesto scusa, ma in realtà non l’aveva chiesto nemmeno ad Adrien, aveva solo cercato delle giustificazioni per quello che aveva fatto.

Marinette prese posto vicino lo stilista e lo guardò terminare il disegno in silenzio.

Poi Gabriel preso da un raptus lo strappò, non era venuto come voleva lui, si era giustificato, ma in realtà era la presenza della ragazza che lo metteva a disagio.

“Era perfetto, perché l’ha fatto?” Aveva chiesto meravigliata.

Lo stilista sospirò “Il colore non aveva la tonalità giusta”

“Era solo un disegno, poi la stoffa sarebbe stata un’altra cosa!”

Marinette era in gamba e aveva ragione, non importava se il disegno era rosa confetto, era la stoffa con cui sarebbe stato realizzato quello che contava veramente.

Ormai era tardi, e il suo nervosismo era percettibile anche per lei.

“Mi scusi, non avrei dovuto disturbarla!” Marinette si alzò in cerca di un altro posto più tranquillo, era immenso quel giardino, quindi non avrebbe fatto difficoltà a trovarne uno.

“Aspetta” La fermò lui, dove a parlarle anche se in cuor suo sapeva già che non avrebbe fatto nessuna differenza, e anzi ora che ci pensava, non sarebbe stata una buona idea farlo ora che era senza memoria “Devo…devo parlare con te!”

Marinette strabuzzò gli occhi “C-con me?”

“Accomodati, per favore!” Gli indicò il posto dov’era seduta poco fa e lei ubbidì senza obiettare, in cuor suo sapeva che doveva ascoltarlo.

“Adrien ti ha detto il vero motivo per cui sono qui rinchiuso?”

Rinchiuso? Lei pensava fosse in ritiro spirituale e che si trovasse lì per trarre ispirazioni per le sue prossime creazioni.

Marinette scosse il capo e arricciò le labbra in segno di disappunto.

“Lo immaginavo!” Sospirò riprendendo in mano la matita delineando sul foglio di carta bianco il contorno abbozzato di una figura femminile.

“Doveva?” Chiese curiosa non distogliendo lo sguardo da quello che stava facendo.

Per quanto ne potesse sapere, non aveva mai potuto osservare così da vicino il lavoro di un artista del suo calibro e quell’occasione le era stata servita su di un piatto d’argento.

Impossibile non approfittarne.

“Forse si vergogna di me” Seguì una breve pausa “…come biasimarlo. Ha tutte le ragioni di questo mondo.”

“Signor Agreste, qualsiasi cosa abbia fatto in passato sono sicura che non sarà così grave da non ricevere il perdono di suo figlio”.

Lo sguardo dello stilista andò a posarsi sopra la sua figura ingenua.

“Non mi parleresti così se sapessi la verità.” Ritornò a disegnare i contorni del pantalone a sigaretta.

“Me lo dica, la prego”.

Gabriel strizzò gli occhi, ricordare il suo passato gli faceva ancora male, soprattutto perché ha ferito persone che ama attualmente, e vedere negli occhi di suo figlio tutto il rancore e disprezzo che porta tutt’ora, è pari a mille lame che gli attraversano lo sterno, andandosi a conficcare dritti al cuore facendogli mancare l’aria.

Soprattutto perché in Adrien rivede la sua amata Emilie.

Lo stilista aveva pregato tutti gli dei presenti nel mondo perché lo aiutassero a dimenticare com’era successo a Lady Bug dopo che ha rinunciato al suo ruolo di guardiana.

“Ti aiuteremo solo a conviverci e ad eliminare ogni traccia di male che ha lasciato in te il Miraculous della farfalla”. Queste erano state le parole dei monaci.

Marinette…” Esitò qualche secondo cercando le parole giuste.

“Speravi forse che glielo avessi detto io?” Domandò una voce dietro di lui che lo fece voltare di scatto.

“Adrien…io…”

Marinette si alzò indispettita guardando prima il figlio e poi il padre.

“Qualcuno mi dia una spiegazione, subito!”

*

Era arrivato il momento anche per Gabriel di tirare giù la maschera per la seconda volta, la prima, Marinette non poteva ricordarla sebbene fosse stata presente al suo smascheramento.

Lo stilista di alzò ed iniziò ad avanzare verso la siepe più bassa con le mani incociate dietro la schiena, poi raccolse nella sua mano una farfalla nera dai riflessi violacei da un fiore.

Quel gesto provocò un mal di testa tremendo alla corvina che ebbe bisogno dell’aiuto di Adrien per sedersi di nuovo.

“Sto bene!” Lo rassicurò togliendosi la mano dalla tempia, poi guardò Gabriel.

“Non posso crederci!” Mormorò dopo che dei brevi frame di quel fatidico giorno le passarono nelle mente riflettendosi nei suoi occhi.

“Mi dispiace, Marinette.”

“Perché?” Lo guardò strizzando gli occhi perché il dolore non era ancora passato del tutto.

“Per Emilie. Per Adrien. Rivolevo la mia fam…”

“TACI!” Lo zittì pieno di rancore suo figlio. “…se ti fosse importato veramente di me, mi avresti raccontato subito la verità. E non avresti fatto tutto questo casino per niente.”

“Ti ho già detto perché…non ho bisogno di giustificarmi ancora”

“Per favore! Vuoi forse farmi credere che ti sei già pentito? Che se tornassi indietro non faresti di nuovo tutto?”

“I-io…” Sospirò “…ero sotto l’incantesimo del Miraculous, il potere della farfalla è molto grande e potente.”

“Dalla tua esitazione deduco che è un sì.

“Deduci male, figliolo. Ti faccio una domanda. Tu che cosa avresti fatto se avessi perso lei?” Indicò Marinette e Adrien sbiancò.

Probabilmente sarebbe morto con lei.

“Non devi rispondergli” Intervenne Marinette.

“Devo invece.” Poi guardò suo padre “…avrei trovato sicuramente un altro modo di gestire la situazione, senza bugie e senza inganni.”

“La fai sempre facile tu. Pensi che non abbia provato a parlartene?”

Adrien fece una faccia meravigliata, suo padre non c’era mai, o meglio da quando sua madre non c’era più si era chiuso sotto una campana di vetro uscendo solo pochi minuti al giorno per prendere una boccata d’aria, e se lui per caso si trovava a casa magari incrociava il suo cammino in orari stabiliti e ben precisi, senza mai sforare il tempo limite a loro disposizione.

“Sul serio? No! E ora se vuoi scusarmi, io e te abbiamo già parlato abbastanza per oggi!”

Era chiaro che ad Adrien non fosse ancora passata la collera che aveva nei suoi riguardi e preferì cambiare luogo prima che la discussione degenerasse o che questa potesse portare scompiglio all’interno del monastero, del resto loro erano semplici ospiti e non sarebbe stato giusto nei confronti di chi voleva rimanere raccolto in preghiera continuare a disturbare o dare qualsiasi motivo di chiacchera, anche se tutti sapevano il suo segreto.

Marinette senza pensarci due volte raggiunse Adrien bloccandolo per un polso.

“Aspetta. Perché non me lo hai detto?”

*

continua

 

  
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