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Autore: Lita_85    29/06/2021    3 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Con la testa dentro l'armadio cercavo, sotto gli occhi attenti di Ginevra, cosa mettere per la serata tra ragazze organizzata da quest'ultima. La fase della vestizione era molto importante per Ginevra, e voleva che io mi vestissi adeguatamente per la serata. Diciamo che lei era la mia Carla Gozzi. Non ero mai stata brava come lei negli abbinamenti, ma di certo il bacio dato a Dario aveva dato i suoi frutti. Ero ancora scombussolata da quel bacio e dalla mia fuga dopo. Ero letteralmente scappata dopo esserci baciati per un intero minuto davanti alla mia macchina in mezzo al caos di Corso Buenos Aires. Eravamo talmente presi dal momento da non capire più nulla. Era come se non ci fosse nessuno intorno a noi, come se esistessimo solo io e lui. Poi non appena i suoi occhi si erano aperti verso i miei sorridendomi presi nuovamente coscienza, e senza fiato mi infilai in auto lasciandolo lì come un salame. Continuai a guardarlo per qualche secondo dallo specchietto retrovisore, e lui per tutta risposta alzò la mano in segno di saluto. Mi scappò un mezzo sorriso. Da quando ci conoscevamo ne  erano capitate di ogni, e ormai il fatto che io lo lasciassi in asso era diventata una costante.

« Che ne pensi di questo?! », chiesi a Ginevra poggiando il vestito colore verde muschio sul mio corpo con la gruccia.

« Ani, dobbiamo andare in discoteca, non a prendere i voti in convento! »

« Ok, allora che ne pensi di questo abbinamento?! », continuai a chiedere mostrandole un paio di jeans ed una maglietta scollata.

« I Jeans in discoteca?! Devi mettere un bel vestitino corto, e magari attillato! », disse alzandosi in piedi venendo verso di me e lanciando i jeans verso la sedia. « Questo mi sembra perfetto! »

« Ginny non l'ho mai messo! L'ho comprato solo perché era in saldo in un negozio extralusso! »

« Ecco, allora è arrivato il momento di usarlo finalmente! Fammi vedere come ti sta forza! »

Entrai un attimo in bagno e infilandolo velocemente uscì nuovamente per farmi guardare da Ginevra. Il vestito in questione era un tubino corto aderente  rosa cipria con scollo a cuore e con bretelle super sottili.

« Wow Ani! Sei uno splendore! »

« Dici sul serio? Non è troppo corto?! »

«No no! È perfetto! », esclamò con gli occhi a cuoricino. Non so perché ma Ginevra aveva grandi aspettative da questa serata, e la cosa mi puzzava di brutto.


Guardai per la millesima volta il Rolex che portavo sul polso sinistro constatando, con mia grande impazienza, che Saverio mi stava facendo aspettare come al solito. 

« Io lo strozzo! », gridai sbattendo le mani sullo sterzo balia di una crisi isterica. Odiavo aspettarlo sotto casa come un coglione. Quando lo vidi finalmente uscire da portone con la sigaretta in bocca con la sua solita nonchalance.

« Avvocato la ringrazio per essersi finalmente palesato al mio cospetto! », dissi incazzato nero girando la chiave e avviando la macchina.

« Di niente Dottor Mancini, lo sa che io ci tengo alla puntualità! », rispose sorridendomi lanciando la sigaretta dal finestrino

« Io ti avviso, la prossima volta me ne torno a casa! »

« Mamma mia, e che cazzo! Stai sempre a lagnarti! Vedrai che stasera ti diverti veramente! E mi ringrazierai anche! »

« Io ringraziare te?! Per una serata all'insegna dell'imposizione?! »

« Ok, magari sono stato un tantino rompipalle, lo ammetto, ma questa serata sono sicuro che ti piacerà! »

« Vedremo... », risposi del tutto scazzato. Quelle serate preso di malavoglia finivano sempre con me ubriaco fradicio, era la prassi.


Come di consueto entrammo nel locale con Saverio che ballava già come un pazzo fuori dalla discoteca. Mi faceva morire, era un pazzo. Sorridevo ad ogni sua movenza, facendomi dimenticare che fino ad un momento prima me ne sarei rimasto a casa sul divano. Ci spostammo subito al centro della pista con lui che faceva il suo teatrino con tutte le ragazze che gli passavano davanti. Eppure fino a qualche settimana fa' ero così come lui, certo, non ai suoi livelli, ma mi buttavo nella mischia senza problemi. Adesso avevo solo un pensiero fisso: Anita. Chissà se anche lei mi pensava almeno un po'.


« Ginevra, cara, ma dove mi hai portata?! », chiesi guardando la grande insegna che lampeggiava davanti ai nostri occhi. All'improvviso non ero più tanto sicura di entrare in quella gabbia di matti.

« Dai!! Non fare la monaca come al tuo solito vedrai che stasera ti diverti! » affermò Ginevra trascinandomi dentro.

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La musica a palla, ci investìi in pieno come l'energia di tutti quei ragazzi che ballavano senza pensieri. Iniziai a sorridere vedendo passare un ragazzo con in braccio una ragazza. Era tutto surreale, e diverso dai locali che frequentavo io di solito. Iniziammo ad avvicinarci alla pista da ballo quando all'improvviso lo vidi. Ballava muovendosi sensuale con al suo fianco Saverio. Rimasi come una stupida a fissarlo. Lui alzò lo sguardo verso di me e i suoi occhi azzurro cielo furono subito dentro i miei. Il suo meraviglioso sorriso si fece  spazio sul suo volto facendomi sciogliere all'istante. Era tremendamente sexy, camicia bianca che gli cadeva morbida, jeans blu scuro e sneakers bianche. Ad un tratto, senza distogliere mai lo sguardo, alzò la mano a mezz'aria chiamandomi con l'indice stringendo il labbro inferiore. Il mio cuore smise di battere in quel preciso momento, sentii chiaramente una scossa percorrermi la spina dorsale fermando tutto il resto. Quella sua richiesta silenziosa era quello che il mio corpo desiderava. Mi avvicinai a lui sorridendo a mia volta, volevo che lui mi stringesse a sé, volevo sentire il suo corpo sul mio. Arrivata al suo cospetto, completamente soggiogata, assecondai il suo volere. Portò le mie braccia sul suo collo, e stringendo i miei fianchi mi avvicinò a lui con una mossa decisa. Sorrise a quella gesto azzardato, ma che ebbe subito il mio consenso. Non ebbi la forza, né la voglia di sottrarmi a quella morsa così sensuale quanto bramata. Lui sicuro di sé iniziò a muoversi trascinandomi nel suo mondo, quel mondo in cui volevo entrare con tutte le mie forze. In tutti quei giorni avevamo accumulato una tensione sessuale non indifferente, e il mio corpo scattava ad ogni sua carezza. Ci muovevamo sincronizzati strusciandoci e guardandoci sopraffatti dal momento. 


Imprecai mentalmente innumerevoli volte durante il nostro ballo/tortura, avrei tanto voluto baciarla senza sosta, senza freni, senza pensare a chi ci stava intorno e poteva vederci. I suoi occhi sembravano quasi invitarmi a tale azione, mi supplicavano di farlo, lo potevo sentire da come accarezzava la mia nuca attraverso il colletto. Dio quanto avrei voluto farlo. Ma non lo feci, rimasi ad osservarla estasiato. Quel vestito rosa cipria le cadeva a pennello mettendo in evidenza quel seno prosperoso che mi faceva impazzire, e quei capelli tenuti su da uno chignon perfetto la rendevano irresistibile. Dovevo fare qualcosa per scappare da quella strada senza uscita altrimenti sarei scoppiato.

« Sa, che ne dici se beviamo qualcosa? », chiesi ad un Saverio del tutto preso dal bacio che stava dando a Ginevra in mezzo alla pista. Guardai Anita sorridendo, avrei tanto voluto replicare la scena, ma per lei avrei fatto di tutto anche tacere per sempre. 

Dopo aver strattonato Saverio, e averlo riportato tra di noi, ci avvicinammo tutti e quattro al bancone del bar ordinando qualcosa di dissetante. Ginevra e Anita fruttarono l'occasione per andare in bagno lasciandoci al bancone ad aspettare le nostre ordinazioni.

« Allora, Dottore,  ti è piaciuta la sorpresa? », chiese Saverio poggiando tutti e due i gomiti sul bancone guardando verso la pista.

« Quindi è tutta opera tua... e di Ginevra? »

« Esatto... »

« Quindi lei sa?! »

« Lei sa... »

«  lo sai che sei un bastardo? »

« Calmati Dottore, non ci voleva una laurea per capire che sei pazzo di lei... e viceversa... »

« Ti ha detto qualcosa Ginevra? » lo guardai speranzoso, cercai di di capire se realmente Ginevra avesse detto qualcosa a Saverio.

« No, mi dispiace Dottore, ma Anita non si sbottona con nessuno, neanche con Ginevra... Mi dispiace... Ma una cosa voglio dirtela, appena ti ha visto le si sono accesi gli occhi... Qualcosa vorrà dire... »

«  La ringrazio Avvocato... » risposi più sconsolato di prima. Non sapevo se in realtà lei provasse davvero qualcosa per me, ma era anche un bene che non lo provasse. Io avevo sempre quella fottuta paura, che adesso più che mai mi stringeva il collo come in una morsa. Adesso che sapevo che provavo per certo qualcosa per lei, era tremendamente difficile stargli lontano. 

« Ciao Dario... Non pensavo di trovarti qui... »

« Ciao Paola... In realtà non dovrei essere neanche qui... », risposi sorseggiando quel drink cercando di evitare il suo sguardo.

« Ascolta, volevo scusarmi con te per la sfuriata dell'altra sera... Magari potremo rifarci stasera... Che ne pensi? »

« Penso che dovresti girare al largo! » rispose Saverio al mio posto spiazzando tutti e due.

« E tu cosa vuoi? Chi ti ha interpellato? »
« Nessuno, ma il mio cliente qui è già impegnato stasera! », continuò Saverio portando la birra alla bocca ridendo beffardo davanti agli occhi di Paola.

« Paola, scusalo... Ma siamo in compagnia della fidanzata di Saverio e di sua cugina! », dissi tutto d'un fiato con la speranza che quest'ultimo non perdesse le staffe per questo mio azzardo.

Saverio sputò quello che aveva in bocca guardandomi esterrefatto per poi dire.

« Ma che cazzo dici?! »

« Dai, non nasconderti! Lo sappiamo che in fondo hai un cuore d'oro...ma molto in fondo! »

« Io pensavo che ne era proprio sprovvisto! », replicò Paola sorridendo divertita.

Sembrava che il siparietto Paola/ Saverio fosse finito lì, fino a quando non tornarono dal bagno Ginevra e Anita. Dopo esserci guardati tutti negli occhi per capire la situazione, Ginevra si avvicinò a Paola presentandosi.

« Ciao, io sono Ginevra! »

« E io sono Anita... », ripose imitando la cugina con aria interrogativa.

« Quindi, sei tu Anita... », disse Paola guardandomi maliziosa

Cazzo ero fottuto. Ero completamente fottuto. Paola non avrebbe nascosto il discorso scopata nel parcheggio, e sicuramente avrebbe raccontato tutto ad Anita se non avessi fatto qualcosa subito, quando, contro ogni previsione, si presentò a noi un ragazzo con gli occhi verdi che monopolizzò l'attenzione di Anita in un istante.

« Anita non sapevo di trovarti qui... Ma che piacevole sorpresa! », disse il damerino sorridendo. 

« Alessandro! In realtà neanche io sapevo che sarei venuta in questo locale...mia cugina Ginevra ha organizzato la serata... »

« E così esci con lui?i », chiesi intrecciando le braccia al petto sorridendo curioso, guardandolo entrambi. In realtà ero nero dalla gelosia.

Lei mi guardò come se volesse bacchettarmi con gli occhi, e lui senza badare a quello che avevo appena detto e con sguardo altezzoso continuò imperterrito nel suo dialogo con Anita.

« Io, io vengo spesso qui con gli amici, si beve e c'è buona musica... Dannazione! » , imprecò il professorino al mio tentativo di farlo stare zitto con il Martini buttato sulla sua giacca di velluto blu.

«Oh ma quanto mi dispiace, sono davvero maldestro! », dissi falsamente dispiaciuto guardandola negli occhi.

 Lei mi guardò esterrefatta, forse mi ero spinto un po' oltre.

« Oddio Alessandro, mi dispiace tantissimo! », esclamò Anita afferendo  alcuni tovagliolini che si trovavano sul bancone tamponando la giacca del damerino.

« Ma non è colpa tua...e colpa di questo individuo che non so chi sia, e si prende delle libertà che non gli spettano! »

«Dario Mancini! Adesso sai a chi dare la colpa! E io mi prendo tutte le libertà che voglio! » 

« Ma vi conoscete?!! », chiese Alessandro guardandomi in cagnesco.

« Sfortunatamente si! », esclamò lei prima di prenderlo per mano e dirigersi  insieme in bagno.


Quel nome, quel maledetto nome risuonava da un po' nella mia testa, e finalmente aveva anche un volto. Lui era come rapito da lei, si vedeva che il professore voleva portarsela a letto, anzi per dirla tutta voleva proprio scoparsela, e l'avevo capito da come le aveva guardato il sedere prima di farla accomodare in uno dei divanetti non troppo distanti da noi, dopo essere tornati dal bagno. Quel damerino ci sapeva fare, non aveva paura di nulla, e voleva conquistarla ad ogni costo. Nei suoi occhi leggevo chiaramente la sua voglia di conquista, quello stesso sguardo che era impresso in ogni uomo prima della grande vittoria. Ed io ero pronto a giocare con il fuoco. Sapevo bene che mi sarei bruciato, ma almeno avrei accesso in lei quella piccola scintilla, quella stessa scintilla che si era accesa in me da quando i miei occhi si erano posati su di lei. 

Note: Capitolo Quindici. Buonasera miei cari, ed eccoci in questo aggiornamento notturno! È tutto il pomeriggio che provo a scrivere questo capitolo, ma solo grazie a Troi_ontheHellmouth e a EleAB98 le mie muse ispiratrici, che questo capitolo ha visto la luce! Quindi un grazie speciale va a loro! E poi a tutti voi che con costanza seguite le avventure di Dario e Anita ❤️ In che guaio si sta cacciando Dario? E Anita vuole davvero passare la serata con Alessandro?! Vedremo tutto nel prossimo capitolo! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ♥️





   
 
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