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Autore: Usagi    30/06/2021    1 recensioni
Raccolte di episodi legate alla mia storia principale: L'ultimo paradiso.
1. Di una fuga diurna: Hitomi è stanca dei continui cambiamenti di Millerna al suo vestito, e allora, decide letteralmente di fuggire dal castello. Cosa le succederà?
2. Di fronte alla prospettiva di un futuro ideale, cosa si è disposti a compiere per realizzare il proprio desiderio?
3. Quando i pensieri sono ammantati dall'oscurità della notte anche le proprie azioni sono protetti dagli occhi esterni.
4. Van si scontra contro Rakos inizia a comprendere l'entità di ciò che vuole realizzare.
5. Hitomi ritrova un suo pantalone di Jeans, Van come reagirà?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: van/hitomi
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Cieli di Gaea '
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The Vision of Escaflowne

«L’Ultimo Paradiso ~ Storie non raccontate »

Retrospettiva di una decisione

 

Lui era lì, nel giorno in cui aveva visto realizzarsi il Luogo della Fortuna Assoluta.

Quando tutti gli altri alchimisti avevano iniziato a darsi alla fuga, consapevoli che sia la guerra che il regno erano oramai perduti e che avrebbero potuto essere certamente vittime non solo delle sommosse popolari, ma anche di una probabile incursione degli eserciti che combattevano al confine dei territori appartenenti a Zaibach, lui aveva deciso di restare lì, poiché doveva assolutamente vedere con i suoi occhi il realizzarsi su quella terra maledetta, ciò che l’Imperatore Dornkirk aveva tentato di raggiungere per tutta la sua esistenza.

Tutto aveva avuto inizio da una colonna di luce. Essa era apparsa senza alcun preavviso nella grande sala dove l’Imperatore Dornkirk tentava di osservare e prevedere il destino. 

Non era stato il loro primo incontro, ma non erano mai stati così vicini come allora.

Era apparsa insieme a Folken, portata in quel luogo con la forza del solo potere di realizzare i desideri. Lui ed i suoi colleghi alchimisti si erano confrontati a lungo nel tentativo di fornire una risposta alle innumerevoli ipotesi che avevano formulato riguardo l’origine di un simile fenomeno, invano. L’animo di quella ragazza, unito al potere di Atlantide, entravano in risonanza in determinati momenti che per quanto si fossero sforzati di ricreare artificialmente, non potevano essere davvero pienamente controllati. 

Aveva già visto le ali di Folken, retaggio della sua discendenza del Popolo di Atlantide. Tuttavia, dall’ultima volta, le sue ali erano state grigie come il fumo, mentre adesso, scure come la pece. Non erano servite le urla e gli ammonimenti della Ragazza della Luna dell’Illusione: il capo degli alchimisti era lì per uccidere il suo mentore, per mettere un freno alla guerra e al corso degli eventi. Per realizzare il suo desiderio.

La reazione che più lo stupì fu quella di Dornkirk, nell’invitare il suo migliore allievo a prendersi la propria vita; lui a quel punto, stava quasi per uscire allo scoperto ma Folken era stato più veloce: sollevandosi in aria e librandosi con le sue ali, aveva raggiunto in un attimo la grande macchina che manteneva artificialmente le funzioni vitali dell’imperatore. Sollevando la spada, aveva reciso di netto la vita del vecchio con la stessa facilità di un mietitore. Disgustato, aveva visto il liquido che alimentava la macchina uscire dal corpo stesso di colui che un tempo doveva essere un uomo ma che non aveva più il proprio sangue a scorrergli nelle vene. 

I momenti successivi furono i più istruttivi di tanti anni trascorsi a tentare di comprendere il corso del destino. Tutti gli elementi erano lì riuniti, la macchina per la modifica del destino e la Ragazza della Luna dell’Illusione. In quel luogo, le forze di azione e reazione palesavano i loro effetti in maniera immediata. Non avrebbe potuto spiegare in altro modo il frantumarsi della punta della spada nelle mani di Folken e il suo successivo conficcarsi nel petto di colui che era stato, un tempo, Principe di Fanelia. 

Ed era stato allora che aveva approfittato della situazione. Il suono dei suoi passi coperti dalle urla della giovane ragazza. Si era avvicinato, animato da uno strano desiderio. Da qualche parte, nel profondo della sua coscienza, si era creata un’idea, aveva formulato una ipotesi. Era passato subito all’azione, facendolo silenziosamente, senza neanche rendersi conto di ciò che stava per compiere. Sapeva solo una cosa: anche lui doveva ottenere il potere di Atlantide e non poteva lasciare che parte di quella discendenza andasse perduta.

Aveva prelevato il sangue di Folken ancora caldo e scivoloso direttamente dallo squarcio che si era aperto dal suo petto e raccolto le sue piume insanguinate. 

A quel punto era fuggito, consapevole che il suo destino e quella di tutta Gaea sarebbe stato deciso nelle ore successive. Si era voltato un’ultima volta, prima di sparire all’interno dei corridoi del palazzo di ferro e metallo che facevano sembrare quella fortezza una fucina più che una residenza reale. Prima di lasciare la grande sala guardò per un’ultima volta la Ragazza della Luna dell’Illusione. Piangeva disperata la perdita di quello che un tempo era stato un suo nemico, con le mani a coprire il viso, incapace di affrontare l’enormità delle conseguenze di quello che era appena successo. 

Si era accesa in quel momento la curiosità verso quella persona proveniente da un mondo lontano. Per quanto il suo aspetto così diverso fosse lontano dai canoni e dai costumi di Gaea, era certamente una fanciulla molto bella. Si era soffermato il tempo necessario per poterle vedere il volto e fissare i suoi lineamenti nella sua mente, come se fosse stato certo che un giorno l’avrebbe nuovamente incontrata.

Ed era stato così. 

Da quel giorno, l’ultimo della guerra, il tempo trascorso l’aveva resa ancora più bella ed affascinante.  Probabilmente perché, nonostante avesse iniziato a vestire i costumi di un’abitante di Fanelia, aveva comunque mantenuto i capelli corti e qualcosa, probabilmente nel suo atteggiamento, che non aveva mutato profondamente l’impressione generale di lei. Stava iniziando a sbocciare come donna e questo non passava inosservato. Consapevole delle conseguenze, l’aveva comunque sottratta al suo promesso sposo nel giorno in cui avrebbe dovuto diventare consorte del Re di Fanelia. Anche se erano rimaste coinvolte altre persone, adesso non aveva alcuna importanza. 

Non poteva negare che quel giorno, la fortuna era stata dalla sua parte. 

Se quel giorno il suo fedele servo non gli avesse fatto scudo con il suo stesso corpo, l’enorme scarica di energia emanata dalla ragazza che si faceva chiamare Hitomi Kanzaki avrebbe potuto segnare la sua sconfitta. Il corpo della fanciulla si era afflosciato come un giunco nell’acqua ed era riuscita a portarla via facilmente, riuscendo ad evitare, contro ogni sua migliore aspettativa, il conflitto con Van Fanel. La Ragazza della Luna dell’Illusione aveva evidentemente usato fino all’ultimo briciolo di energia poiché i suoi occhi non si erano più aperti ed il suo respiro era diventato pesante come se fosse crollata in un sonno profondo. Mentre la portava via e non solo in quell’occasione, i suoi occhi ne avevano osservato attentamente ogni suo lineamento del viso, dalle pieghe nel suo collo, dalle spalle piccole ai polsi sottili. Anche se indossava lunghi vestiti che la coprivano quasi interamente, le sue mani che la tenevano sollevata, erano riuscite a sentire che, sotto il tessuto, il corpo era sodo e tonico, cosa che di certo la rendeva diversa dalle altre donne che aveva avuto tra le braccia. Forse era vero quello che si diceva, che Hitomi proveniente dalla Terra, amasse svolgere delle intense sessioni di allenamento nella corsa e che, proprio sul suo pianeta, questa fosse un’attività svolta non per la preparazione di un guerriero, ma per puro diletto.

Il tragitto per raggiungere la piccola nave volante che li avrebbe condotti nel regno di Zaibach era stato sorprendentemente breve e non solo perché aveva raggiunto il luogo tramite le sue ali, ma perché si era letteralmente perso nei suoi pensieri mentre rimaneva ad osservarla.

Com’era la Luna dell’Illusione? Com’era governata? Com’era organizzata la società in quel pianeta ricoperto d’acqua? Quante persone vivevano nei regni più grandi e prosperi?

Avrebbe voluto farle queste e decine di altre domande. Tuttavia, pensò, non sarebbe stato così semplice stabilire una comunicazione fra loro. Non sarebbe stato facile guadagnare la sua fiducia, ma forse, lei più di chiunque altro, avrebbe compreso la natura nobile dei suoi intenti. Il suo desiderio di poter ristabilire il Potere di Atlantide era nelle loro mani. La speranza di un futuro dove l’antica linea di discendenza veniva ricreata e poi alimentata attraverso la Macchina di modifica del Destino era a portata di mano. 

Le aveva lasciato la cabina più comoda di tutta la nave, anche se era angusta e piccola e probabilmente, al suo risveglio, si sarebbe sentita comunque confusa e in pericolo. 

Adagiandola sulla brandina, il corpo di lei aveva aderito perfettamente alla superficie e le labbra si erano dischiuse a malapena, rivelando la profondità del suo stato d’incoscienza. Vedendola indifesa e vulnerabile, la sua mano si mosse da sola, sfiorandole la fronte e spostandole una ciocca di capelli dal volto fu lui, improvvisamente, a sentirsi confuso. Quella ragazza misteriosa riusciva a suscitargli uno strano fascino che nelle ultime ore si era fatto crescente. 

Continuò a guardarla a lungo, anche dopo che iniziarono a sollevarsi in volo. Per minuti interi attese, nella speranza che gli occhi di quella ragazza avessero un fremito e che sul suo viso iniziassero ad apparire segni precoci di risveglio, ma non successe. 

Diversi erano i pensieri che gli si affacciavano nella mente. Il ricordo del loro primo incontro, nella fredda Zaibach, era certamente tale solo per lui. Lei non aveva idea di ciò che aveva compiuto allora. Probabilmente, dietro quelle palpebre chiuse, i suoi occhi l’avrebbero guardato con sospetto e rimprovero, forse odio, più probabilmente disgusto, quando si fosse svegliata. L’avrebbe biasimato ed avrebbe provato repulsione per ciò che come alchimista aveva compiuto sul suo stesso corpo con il solo fine di arrivare a creare le fondamenta del suo desiderio?

Riuscirai a condividere il mio sogno con me o sarò costretto ad impiantartelo come ho dovuto fare con queste ali?

Guardandola, iniziò a temere un ostacolo che fino a quel momento aveva pensato solo di aggirare. Aveva pensato di piegare quella donna con la coercizione e la minaccia, ma adesso che lei era lì, completamente alla sua mercé, si rese conto che semplicemente non poteva farlo. 

Aveva compiuto atti riprovevoli durante il suo passato da alchimista e nessuno di questi aveva scalfito la sua incrollabile volontà. Perché questa volta, di fronte a quella fanciulla a lui del tutto sconosciuta, che aveva pensato di radunare a sé al solo scopo di raggiungere il proprio obiettivo, si era sentito vacillare? Che fosse il potere di quella ragazza? Poiché dentro di lei risiedeva lo spirito stesso di Gaea, o almeno, questo era ciò che si diceva in ogni regno, sarebbe stato impossibile nuocerle in alcun modo?

In passato, aveva rinunciato a tutto: la sua posizione di reggente ereditario, il suo titolo ed i suoi possedimenti, con il solo scopo di inseguire la verità, la scienza e la conoscenza. Per questo si era unito agli scienziati di Zaibach, per questo aveva intrapreso la via dell’alchimista. Aveva ben presto capito che gli uomini ed i regni erano soggetti alla corruzione del tempo e della morte, per cui, il suo obiettivo era riuscire a ricreare quel paradiso eterno e governare sull’imperitura pace sul mondo di Gaea. 

Tornò ad osservare la fanciulla giacere incosciente sulla brandina e allungò una mano cercando la sua fronte. Poggiando delicatamente il palmo della mano si accorse e facilmente che la temperatura del corpo era alterata. Forse un effetto secondario dell’utilizzo dei suoi poteri? Era successo già in passato, lo testimoniavano alcuni rapporti che gli erano pervenuti ai tempi in cui era un alchimista al servizio di Folken. Evidentemente, anche se all’interno della anima albergava lo spirito di Gaea, il corpo rimaneva quello di normale essere umano. Chissà quali erano gli effetti sul fisico di quella fanciulla. Chissà quanti sforzi, in passato e fino a quel momento, aveva dovuto sopportare?

Quella ragazza aveva deciso di lasciare il proprio mondo per restare sul pianeta di Gaea. Era arrivata a quella conclusione solo per il legame con il sovrano di Fanelia? Si era innamorata anche della città galleggiante Asturia e delle sue verdi praterie e colline in riva al mare? Aveva riposato protetta dalle montagne che abbracciano i territori di Fanelia e le foreste protette dai draghi? Nella Valle dell’Illusione aveva trovato un frammento della discendenza del suo stesso popolo. Cosa aveva pensato? Quali sentimenti aveva provato di fronte alla consapevolezza che umani provenienti dal suo mondo avevano creato una civiltà che aveva raggiunto la perfezione? Avrebbe abbracciato anche lei il suo sogno di poter ricostruire un mondo dove si potesse sconfiggere ogni male, ogni malattia ed infine, prevalere anche sulla morte?

Indugiò con le dita lungo il suo viso sfiorandone la guancia ed i lineamenti del volto. Sapeva che non sarebbe stato facile convincere quella ragazza della nobiltà dei suoi scopi. Inoltre, non c’era alcun dubbio che, al suo risveglio, Hitomi Kanzaki lo avrebbe certamente considerato un suo nemico.

Staccò la mano dal suo volto e scosse il capo. Non serviva che lei appoggiasse i suoi scopi affinché lui riuscisse a realizzarli. Tuttavia, in fondo, una parte di sé sperava che quella ragazza potesse diventare sua alleata nel perseguire la fondazione di un mondo ideale. Il giorno che Folken era stato ucciso era stato l’ultimo di altri episodi dove l’aveva vista coltivare la speranza, indomita e coraggiosa. Lui era lì, il giorno in cui i Soldati dalla fortuna potenziata avevano quasi raso al suolo il cuore della capitale Palace, nel regno di Asturia. Hitomi Kanzaki sapeva di essere il bersaglio di Zaibach, eppure, era uscita fuori allo scoperto allargando le braccia, rivelando la sua posizione nonostante il rischio così alto alla sua vita. Anche se allora non era altro che un sottoposto agli ordini di altri, era davvero rimasto colpito dal suo coraggio e dalla sua forza di volontà. Qualunque altra persona avrebbe certamente approfittato della protezione ricevuta da Asturia e dalle importanti amicizie che aveva intrecciato, ma invece, aveva deciso di mettere in gioco se stessa al fine di scongiurare ogni ulteriore minaccia alla popolazione.

Mosse un passo indietro, volgendo le spalle alla ragazza addormentata, avvicinandosi alla porta d’ingresso della piccola cabina. 

Avrebbe dovuto lasciarla riposare e darle il tempo di capire la situazione nella quale si trovava. 

Si accorse che dentro di sé si stavano agitando delle sensazioni e delle emozioni che non credeva avrebbe provato tanto facilmente. Una parte di lui si sentiva in colpa per l’enormità delle conseguenze che voleva imporre su quella ragazza. L’altra, invece, gli suggeriva di continuare a perseguire il suo destino, certo che le conseguenze positive sarebbero state superiori agli effetti negativi, che aveva già calcolato.

Girò ancora una volta la testa, tornando ad osservare la giovane dormiente. Si rese conto che gli risultava difficile uscire da quella stanza: avrebbe voluto continuare ad attendere che Hitomi Kanzaki si risvegliasse per poterla rassicurare e spiegare quali fossero le sue intenzioni.

Sapeva che non avrebbe capito, almeno non subito. 

Temeva di non avere molto tempo a sua disposizione, aveva scelto di porre un termine ben preciso alla sua vita facendo una scommessa: se fosse riuscito a ripristinare l’antico potere di Atlantide e ristabilire l’antica discendenza andata perduta, sarebbe scampato anche alla morte. Gaea ed i suoi abitanti avrebbero potuto conoscere una nuova era di pace e di stabilità perpetua. 

Lui ci credeva e sperava anche che avrebbe visto la stessa luce negli occhi di colei che poteva permettere di realizzare quel futuro. Se non l’avesse fatto si sarebbe trovato nella condizione di dover imporre una simile scelta con tutti i mezzi che aveva a disposizione. 

Fece, infine, un altro passo, riuscendosi a portare all’esterno della cabina. La porta si richiuse alle sue spalle con un secco rumore di ingranaggi.

Non doveva vacillare: avrebbe ucciso Van Fanel e distrutto ogni cosa si frapponesse fra lui, la Ragazza della Luna dell’Illusione e la restaurazione di una nuova Atlantide.


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Ciao a tutti, sono ancora io!

Ho sempre provato rammarico per aver lasciato questa storia in sospeso e, forse anche complice del fatto che sono sempre super impegnata a lavoro ho davvero pochissimo tempo per realizzare quello che, talvolta, è il frutto dei miei pensieri legati alla storia.

In questo caso ho voluto cambiare pov e inserire, in questa storia non raccontata nella long fic (che, vi dico, su word pesa già 168 kb, oltre 100 pagine), Rakos, il nostro antagonista. Qui si abbozzano le sue origini ed il suo collegamento con la storia originale (non potevo lasciare un dettaglio così importante senza un riferimento alla storia dell'anime).

Spero che questo estratto dei suoi pensieri e dei mutamenti che attraverserà dal momento in cui avrà a che fare con Hitomi vi piaccia e possa portare anche me a continuare la long fic (sono ad un empasse, purtroppo). 

Mi fa molto piacere avere avuto l'opportunità, tramite questo piccolo capitolo di potervi salutare nuovamente. Spero che vogliate lasciare un pensiero sulla storia, se ne avrete voglia.

A presto!


Usagi.

  
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