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Autore: lmpaoli94    30/06/2021    3 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Dieci anni dopo 


Occhi insaziabili di piacere mentre leggeva e scriveva come una vera donna colta.
Aveva preso il tutto da sua madre e amava la lettura come se fosse un suo preciso dovere.
In poche parole Phoebe Grey, principessa di Galway per titolo dato da sua nonna, passava le sue giornate nell’immensa biblioteca di famiglia dove amava acculturarsi ogni giorno che passava.
Dietro a quegli immensi scaffali, Phoebe aveva una vita assai diversa rispetto ad altre bambine del suo rango.
Non amava giocare o stare all’aria aperta, facendo credere a tutti che il suo sapere non poteva aspettare.
Ma nel vederla come un topo da biblioteca, Anastasia si avvicinò a lei per poterla stringere a sé e fargli capire tutto l’amore che i libri non potevano dare.
< Buongiorno, piccolina. Sempre assorta nel tuoi libri? >
< Buongiorno, madre. Oggi stavo leggendo un libro su un famoso scrittore italiano: Dante Alighieri. Molti versi sono in latino e riesco a capirlo difficilmente. Secondo me sarebbe meglio avere un maestro che potesse insegnarmi tale lingua. >
< Phoebe, non credi di essere ancora troppo piccola per studiare il latino? >
< E con ciò? È sempre una lingua nobile e molto importante nel resto d’Europa. Sarebbe un grande vantaggio per me impararla, soprattutto potendo leggere libri scritti in quella maniera. >
Anastasia rideva al solo pensieri di vedere sua figlia leggere il latino.
Anche se assomigliava molto a lei, la voglia di libertà che la contraddistingueva non era affatto tra i suoi più grandi desideri.
Forse perché era ancora molto piccola, o forse perché sapeva i suoi doveri verso la sua famiglia che l’0aveva amata incondizionatamente dal primo giorno.
Tutto questo Anastasia non poteva permetterselo a causa della lontananza dei suoi genitori per guerre che hanno devastato il paese e l’efferatezza di una madre che non gli aveva mai dato tutto l’amore che una figlia poteva godere.
Anastasia non aveva nessuna intenzione di fare tutti questi errori, dato dal fatto che poteva contare fortunatamente su suo marito Christian.
La crescita della bambina aveva riavvicinato molto i due sposi, dimenticando tutto il loro passato burrascoso che li aveva provati a dividere.
La crudeltà e la sete di potere che contraddistingueva Christian era sparita per sempre e questo non poteva che far felice la donna.
< Padre! >
Vedendo l’uomo fissare sua figlia con sguardo fiero, la bambina non poté che andargli incontro per salutarla.
< Allora, come si comporta la mia piccolina? Sempre a leggere libri di ogni tipo? >
< Esatto. Anche se ieri ho imparato a suonare il violino grazie al maestro di musica. Vi piacerebbe sentirlo suonare da me? >
< Magari più tardi, figlia mia. È una bellissima giornata e tua nonna ti reclama. >
< Vuole che vada a fare una passeggiata per i giardini del castello? >
< Sì, esatto. Sai quanto non sopporta vederti rinchiusa sempre in questa stanza. Gli ricordi sua figlia Anastasia. >
< Ma Padre, perché la nonna non si fa mai gli affari suoi? >
< Phoebe, non parlare così di lei > la redarguì subito Christian < Lei ti ama molto e spera sempre di passare con te molto tempo. Quindi non farla aspettare. >
S’eppur contrariata dalle parole del padre, alla fine Phoebe acconsentì correndo per i corridoi come una bambina spensierata.
< Bene, così avremmo un po’ di tempo per noi due > fece l’uomo mentre baciava la sua amata.
< Conte Grey, non vi pare di essere troppo inopportuno? >
< Perché mai? Questo è il nostro castello e siamo liberi di baciarci e fare l’amore in goni dove. >
< Mi vergognerei come una matta se venissi scoperta dalla mia servitù mentre tu sei dentro di me. >
< Già… Chissà cosa penserebbe tua madre. Credo che sarebbe la volta buona che gli venga un colpo > rispose divertito Christian.
< Christian! Non sei divertente. >
< Stavo scherzando, tesoro mio. Ovvio che mi dispiacerebbe. >
< Già… Hai legato molto con mia madre in tutti questi anni. Riguarda forse tuo figlio Theodore? >
< Non potendo visitarlo, mi faccio raccontare ogni sua giornata che passa in cucina a preparare il cibo e ad aiutare la servitù. Poi ho anche scoperto che gli piace duellare con la spada. Vedendolo in giardino, è molto dotato. >
< Quindi adesso tuo figlio gode di un insegnante di tale genere? >
< Certo. Anche se è un servitore, ha diritto a svagarsi come vuole. >
< Ma questi desideri non fanno parte della servitù. >
< Anastasia, voglio solo il meglio per mio figlio > insistette l’uomo < Se desidera imparare e duellare con la spada, è quello che farà. >
Avendo fatto innervosire l’uomo, Anastasia non riusciva ancora a capire come potesse amarlo così tanto.
< Scusami. Sono stata fuori luogo. >
< Non riesci proprio ad amare quel bambino, vero Ana? Se solo tu provassi… >
< Non chiedermelo, Christian. Lui fa parte del tuo passato burrascoso e oscuro con quella donna. Ed io non posso amare un figlio che non è del mio stesso sangue. >
< Ma è un giovanotto che ti rispetta. Molte volte chiede anche di te. >
< Davvero? E che cosa vuole? >
< Sapere come stai. Non è mai riuscito a vederti, se non in rare occasioni mentre passeggi in giardino. Sai una cosa? dovresti provare ad instaurare una conversazione. Ti aiuterebbe molto. >
Ma Anastasia non aveva nessuna intenzione di instaurare un rapporto con lui.
< NO, Christian. Non ti azzardare mai più a dirmi questo. >
Anche se lo avrebbe fatto felice, il sentimento repulsivo che covava nei confronti di Theodore era troppo forte.
“Quel bambino continuerà ad allontanarci sempre da noi se proverò a provare amore per lui. Lui non fa parte di noi, Christian. Devi capirlo.”
 
 
Raggiungendo la Contessa Madre che stava sorseggiando ol tè mentre leggeva un libro, la piccola Phoebe salutò la nonna con tutti i preamboli del caso.
< Buon pomeriggio, nonna. Spero che il tè sia di vostro gradimento. >
< Buon pomeriggio a te, Phoebe > rispose la donna con sorriso sincero < Questo tè è davvero buono, ma non mi aggrada quanto la tua presenza. Finalmente sei uscita da quella biblioteca. Ancora non capisco cosa ci trovi di così importante. >
< I libri sono il frutto del sapere, nonna. Non sopporto essere ignorante. >
Per quanto tu possa quasi compier undici anni tra pochi mesi, sembri più un intellettuale di trent’anni. >
< Lieta di saperlo, nonna. Faccio sempre del mio meglio per imparare qualcosa. Ad esempio ieri ho imparato a suonare il violino. >
< Davvero? Questa si che è una bella notizia. Almeno sei diversa da tua madre visto che lei fin quando era piccola, non ha mai voluto imparare a suonare niente. Mi spezzò il cuore non avendo un talento e una dote che la contraddistingueva. Ed è anche per questo se il nostro rapporto si era incrinato. >
< Voi e mia madre litigavate spesso, nonna? >
< Più cresceva, più i nostri pensieri discordanti ci tenevano lontano… Ma ti prego di non dire niente a tua madre. Non vuole assolutamente che si parli del suo passato. >
< Vi prometto che sarò muta come una tomba. >
< Benissimo… Quindi, che ne dici di andare a prendere il tuo violino e farmelo sentire mentre suoni? >
< Con grande piacere. >
Tornando dentro il castello, la bambina si diresse velocemente per i corridoi del castello, ma improvvisamente urtò un bambino della sua stessa altezza.
Mentre si toccavano il viso, Phoebe inveì contro il giovane ragazzo per non aver visto dove camminava.
< Scusate, mia signorina. Ero distratto nel posizionare queste cose nel salone grande. >
Capendo subito che era stata fuori luogo e troppo brutale con lui, Phoebe si scusò immediatamente domandandogli come si chiamava.
< MI chiamo Theodore, signorina Phoebe. >
< Piacere di conoscervi. >
< Il piacere è tutto mio. Spero di non aver rovinato il vostro vestito, altrimenti prenderò una sonora ramanzina. >
< Meno male. Anche stavolta l’ho scampata > mormorò Theodore tirando un sospiro di sollievo.
< Sapete Theodore, n0on pensavo che un bambino si trovasse tra le fila del Castello di Limerick. Lavori qui da molto? >
< Sinceramente sì. Da quello che mi hanno raccontato i camerieri e le domestiche del vostro castello, io sono sempre vissuto qui. Sono un orfano, signorina. Ma grazie alla bontà di vostra nonna, sono stato adottato qui da voi. Non potrò mai ringraziarla abbastanza. >
< E’ stata mia nonna a prendervi qui al castello? Forse sareste stato meglio in un orfanotrofio. Non fraintendetemi, ma almeno non avreste lavorato e sareste stato con tutti gli altri bambini. >
< Mi piace stare qui, anche se fatico molto. Cerco sempre di rendermi utile e anche se talvolta prendo qualche sgridata, sono felice della mia vita. >
Phoebe fu davvero molto lieta per aver conosciuto quel bambino così gentile e sorridente, visto che non aveva l’occasione di uscire dalle mura del suo castello.
< Sono contenta nel sentirvi dire ciò. >
< Theodore, cosa stai facendo? Quei libri non si sistemano da soli nella stanza del Conte > fece un cameriere mentre si trovava nelle vicinanze < Pensi di perder tutta la giornata nel rimanere qui senza fare niente? >
< Ma in verità stavo parlando con la signorina… >
< Non ci sono scuse > lo redarguì sempre l’uomo < Se oggi pomeriggio vuoi allenarti con il maestro di spade, sarà meglio che tu ti dia una mossa. Fila! >
Non avendo avuto la possibilità di salutare la principessina di Galway, Theodore si limitò a salutarla con la mano, cosa che ricambiò subito.
Preoccupata nel non vederla tornare, la Contessa Madre trovò sua nipote mentre era vicina alla parte del castello riservata ai servitori.
< Phoebe, che cosa ci fai qui? >
< Niente, nonna. Mi sono persa e non so come, sono andata verso le sale della servitù > mentì la bambina.
< Davvero? Non è da te, perderti. >
< Lo so. Credo di essere stata distratta da qualcosa, ma vi prometto che non accadrà più. Vado a prendere il violino > disse frettolosamente la bambina prima che sua nonna la potesse tempestare di domande.
   
 
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