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Autore: KurryKaira    01/07/2021    1 recensioni
Questa storia sarà suddivisa in più atti e racconterà di quell'amicizia particolarmente profonda che è nata tra i due compagni di squadra Ren Tao e Horokeu Usui durante il torneo. Nel primo atto vediamo concludersi lo Shaman Fight, gli sciamani sono costretti a salutarsi e fare ognuno ritorno alla propria vita, ma lo sciamano del fulmine e quello del ghiaccio leggono nelle stelle che non basterà un semplice "ciao" per potersi dire addio, e in compagnia di Chocolove trascorrono un ultima giornata a Nezumiland.
Negli atti successivi il tempo passerà e scopriremo l'evoluzione del loro rapporto.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Horo Horo, Ren Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hokkaido, autunno, un'ora dopo il tramonto.
La neve scendeva piano, i fiocchi si scioglievano tra i campi coltivati che si preparavano all'inverno.
Gli Ainu faticavano ancora un po' tra quei campi, stanchi forse, ma era stata una giornata di lavoro tutto sommato piacevole.
Le nuvole, tra un fiocco e l'altro, si aprirono mostrando le stelle. Il cielo era di un cobalto intenso. Il giovane Usui alzò la schiena, le mani lasciarono cadere un po' di terra, guardò il cielo perdendosi in quelle stelle.
- Tutto ok, fratellone?- Le chiese poco dopo la ragazzina quasi inginocchiata tra i campi, i gomiti sulle ginocchia e le mani a pugni sal faccino un po' imbronciato.
Sotto la luce delle stelle i due Usui, vestiti con gli abiti del villaggio, erano davvero dei bei giovanotti, le signore che lavoravano con loro ridacchiarono dicendolo a voce alta e facendoli arrossire, parlando soprattutto del fatto che Lycan Usui fosse così burbero invece. Pirika ringraziò guardando altrove, il fratello alla fine non riuscì a trattenere una risata tornando a chinarsi sui campi.
Pirika:- Non credi possa bastare per oggi?- Si alzò da quella scomoda posizione pizzicando il braccio del fratello.
Horohoro:- Ahi. Sì, sì, ho finito. Hai visto che bello il cielo ora che si sono diradate le nuvole?- Lo guardò ancora, il vento non poi così freddo gli sfiorò i capelli mentre gli occhi e la mente si persero in un ricordo non poi così lontano.
Guardò il cielo anche Pirika:- Speri ancora di vedere una qualche particolare stella?- Anche i suoi capelli, ovviamente, si muovevano al vento, finendo in faccia al fratello che starnutì.
Lei si prese di fretta i capelli tra le mani:- Che schifo. Mi hai sputata!-
Horohoro:- E' colpa dei tuoi capelli- nervoso.
Lei indispettita prese un po' di terra come se fosse una palla di neve e gliela lanciò in petto. Lui si guardò il petto e poi guardò lei, rimanendo di sasso.
Horohoro:- Sei scema? Non è mica neve!- Disse poi.
Pirika indispettita:- Non è colpa mia se la neve si è già sciolta!-
Il ragazzo ricambiò il gesto lanciandole tre palle di terra, lei scappò via dicendo che aveva lavato i capelli.
Lui ridendo riguardò le stelle:- No, comunque. Ci pensi? Un'altra volta lo shaman fight?- Tremò leggermente:- Mi vengono i brividi!-
Pirika, riavvicinandosi piano, non fidandosi del tutto del fratello:- E' passato già quasi un anno da quando è finito. Da quanto non ti senti con i ragazzi?-
Horohoro:- Che domanda stupida. Li chiami sempre tu, e poi me li passi forzatamente...-
Pirika:- Lo faccio perché non li chiami tu.-
Horohoro:- Io li chiamerei, ma non alla frequenza con cui pensi debbano essere chiamati tu.-
Pirika lo minacciò:- Guarda che vado a fare un giro di chiamate proprio ora visto che dici così!-
Horohoro:- Non ci pensare! Voglio solo andare a letto e cadere in un sonno profondo adesso!- Si stiracchiò.
Pirika:- Sono appena le venti! Vai a farti un bagno caldo piuttosto, che bello sei bello giovanotto (imitando le signore di prima), ma puzzi comunque un po'.-
Horohoro le lanciò un'altro po' di terra che nascondeva ancora tra le mani, lei urlò, sapeva di non potersi fidare!
I minuti passavano e il cielo si scuriva, il lupo si riscaldava nell'acqua calda della loro vasca mentre Pirika sistemava la tavola per la cena. Lycan lavorava su un qualche oggetto in legno e si pizzicava la lunga barba ogni tanto, rimanendo in silenzio. Pirika lo guardò, sbuffò alzando gli occhi al cielo e mettendo i piatti a tavola. Il telefono squillò poi. Poggiò i piatti e corse a rispondere, tanto era risaputo che la socievole di quella famiglia fosse lei, se aspettava i due uomini non avrebbero probabilmente risposto mai.
Pirika:- Pronto?-
- Ciao Pirika, sei tu vero? Scusa l'orario, state cenando?-
Pirika sorrise:- E' cortesia presentarsi, sai?- Ridacchiò.
- Speravo riconoscessi la mia voce- ammise puntigliosa con dolcezza.
Pirika rise:- Certo Jun, ti ho riconosciuta, visto??-
Jun:- Non esserne così sicura, non ho confermato di esserlo.-
Pirika quasi in imbarazzo:- Sei estramamente seria, se non fossi tu mi offenderei.-
Attimi di silenzio imbarazzante che spesso i Tao causavano.
Pirika:- Non disturbi comunque! Cioé sì, mio fratello fa un bagno, io apparecchiavo, mio padre (lo guardò ancora)... boh, fa qualcosa. Ma non importa, puoi disturbarci!-
Jun:- Sto disturbando solo te a quanto pare...- ignorò il discorso andando al dunque:- Volevo solo avvisarvi che ho costretto mio fratello a uscire un po' di "casa". Da quando è finito il torneo non ha più visto nessuno. Se non fosse che ogni tanto mi faccio viva io con voi ragazze e di conseguenza faccio parlare un po' anche lui con tuo fratello o Yoh... Se non fosse per me non si farebbe vivo...- Pirika la interuppe ridendo.
Jun:- Che c'è?-
Pirika:- Stavi dicendo di nuovo "farsi vivo, farsi viva"...-
Jun:- Beh?-
Nel frattempo Horohoro uscì dal bagno, un asciugamano intorno alla vita e uno buttato malamente sui capelli. La sorella al telefono era lì vicino la porta del bagno, si fermò vicino per capire chi fosse.
Pirika:- Sai? "Farsi vivi", per voi Tao sarebbe meglio dire "farsi morti viventi"- rise di gusto, il fratello spalancò gli occhi intuendo chi fosse al telefono, glielò strappò dalle mani spingendola.
Horohoro:- Jun. Scusala- imbarazzato.
Jun:- Oh, buonasera, sei uscito dal bagno?-
Horohoro:- Al momento più sbagliato possibile a quanto pare...-
Jun ridacchiò non offesa.
Pirika rivoleva la cornetta:- Ehi, non mi ha detto perché ha chiamato!-
Horohoro, tirandosi qualche spintone con la sorella:- Perché hai chiamato Jun?-
La ragazza cinese sbuffò sintetizzando:- Insomma, ho costretto mio fratello a farsi un giro in Giappone per vedere qualche amico, ho prenotato dei voli sia per le Terme Funbari che per l'Hokkaido. Così può vedere più amici possibili. Lui chiaramente non voleva, ma...- si interruppe in una risatina dolcissima ma al contempo terrificante.
Horohoro:-...ma comandi tu...-
Jun:- Che sciocchezza...- si ricompose:-...lui può fare quello che vuole.-
Horohoro:- Ma ha fatto quello che volevi tu.-
Jun:- E' un fratello molto carino. Comunque il volo e il treno per l'Hokkaido erano prima, cioè domani, in poche parole non voglio che vaghi solo per le montagne innevate, visto che sicuramente si vergognerà a presentarsi tutto solo a casa vostra, andate a recuperarlo, ok?- Dolcissima.
Horohoro:- Non ti sei nemmeno chiesta se avessimo degli impegni?-
Jun, dolcissima:- Recuperate mio fratello alla stazione domani. Buonaserata famiglia Usui- chiuse in quella che sembrava una dolcissima minaccia.
L'Ainu ammutolito guardò la cornetta per diversi secondi prima di avere il coraggio di chiuderla, poi guardò la sorella e alzò le spalle sconfitto.
Lycan rimase quasi immobile a completare il suo lavoro, Horohoro aiutò sua sorella a servire la cena.
Ogni piatto aveva il suo pesce e un po' d'insalata. Il ragazzo, versando del saké nei bicchieri:- Papà, è pronto.-
Lycan continuava il suo lavoro rimanendo di spalle.
Horohoro:- Papà- leggermente spazientito ma lui niente.
- Papàaaaaaaa!!- Urlò Pirika nervosa gettandosi di violenza fra le sue braccia. L'uomo, impassibile, posò il suo lavoro e si sedette a tavola.
Ringraziarono per il cibo e consumarono la cena.
Finita la cena, l'uomo robusto tornò in silenzio al suo lavoro, i due ragazzi sparecchiarono e lavarono i piatti, in realtà fece quasi tutto Pirika lamentandosi degli uomini che aveva in casa. Mentre era intenta a sistermarsi il letto per prepararsi alla nanna, vestita di un bel piagiamone azzurro coi pois bianchi, ricevette una cuscinata non delicata sulla testa, i capelli si spettinarono completamente. Si voltò indemoniata lanciandosi con il suo cuscino contro il fratello. Si picchiarono coi cuscini per un po' finché non si augurarono una buonanotte andando ognuno nel proprio letto.
Le luci si spensero, si ritirò a dormire anche Lycan che come Pirika prese sonno subito. Horokeu Usui invece guardò le stelle fuori la finestra per un bel po' prima di riuscire a prendere sonno.
"Lui chiaramente non voleva, ma... recuperate mio fratello alla stazione domani."
Il cuore gli balzò in gola, chiuse gli occhi, non vedeva Ren da quando si erano lasciati dopo lo Shaman Fight. Da quell'ultimo giorno a Nezumiland.
Grazie a Jun e Pirika erano riusciti a sentirsi, ma vedersi mai. Ormai era quasi un anno. Era quasi un anno da quella notte in quel castello di ghiaccio. "Lui chiaramente non voleva" figurarsi, c'era da aspettarselo che Ren volesse scappare da un momento imbarazzante come poteva essere rivedere un amico dopo tanto tempo. Sopratutto poi, rivedere lui doveva essere ancora più imbarazzante che rivedere Yoh, o Chocolove. Guardò di nuovo le stelle. Erano davvero belle quella notte, proprio come quella notte a Nezumiland. Chissà se gli sarebbe piaciuto stare lì con lui, in quel momento, a vedere quelle stelle. Chissà se tutto sommato, anche se pieno d'imbarazzo, non fosse contento di prendere quel volo e quel treno per andare da lui. Un sorriso appena accennato sfiorò il volto freddo dell'Ainu, che richiudendo gli occhi si addormentò.
Il sole picchiava sugli occhi dello sciamano di ghiaccio, ma lui fu svegliato da un'altra cuscinata della sorella.
D'istinto, spaventato, prese il cuscino sbattendolo contro il muro, con tutta Pirika attaccata.
Pirika dolorante:- Ma sei scemo?!-
Horohoro irritato:- Sei scema tu! Mi hai spaventato!-
Pirika ricomponendo sia se stessa che il cuscino e rimanendo seduta sul letto del fratello a gambe incrociate:- Ascolta, Jun ci ha detto di andare a prendere Ren oggi, ma non ci ha detto a che ora arriva...-
Secondi di silenzio e facce stranite, gli uccelli cantavano.
Horohoro:- Già- sbuffò.
Pirika:- E' colpa tua, l'hai distratta e fatta spazientire, non avrebbe dimenticato un dettaglio così importante! La richiamerei, ma costa chiamare in Cina sai?-
Horohoro nervoso:- E che facciamo? Ci presentiamo alla stazione e stiamo lì ore? Magari Ren è anche scappato da qualche altra parte pur di non venire qui!- Ridacchiò.
Pirika mugulò:- Controlliamo gli orari che ha potuto prendere!-
Annuì controvoglia e fecero una ricerca sui voli e i treni da Kishu al loro villaggio.
Pirika:- Se ha preso questo, un paio d'ore e dovrebbe essere qui! Prepariamoci!-
Horohoro:- Sì, ma se ha preso questo qui arriva praticamente sta sera...-
Pirika:- Andiamo, se non c'è torniamo sta sera Horohoro, quante storie!-
Horohoro:- Perché non vai tu sola?- Scontroso.
Pirika:- E' amico tuo, non mio- scontrosa.
Horohoro:- Più o meno- sputò sentenzioso, amici era una parola grossa. Si alzò dal tavolo dove erano seduti, sbuffò mettendo qualcosa sotto i denti prima di andare a prepararsi. Lycan era già seduto a lavorare, ignorando completamente quello che stavano facendo i figli.
I ragazzi entrarono in bagno insieme a lavarsi i denti, poi lui si infilò una maglietta al posto del pigiama.
Pirika:- Non ti lavi?-
Horohoro:- Mi sono lavato ieri sera, fuori quasi nevica- puntalizzò, poi alzò il braccio puntando l'ascella al naso della sorella:- Puzzo?-
Pirika lo spinse infastidita:- Cretino!-
Il fratello rise di gusto uscendo dal bagno e lasciandolo alla sorellina, quando chiuse la porta e guardò l'orologio il cuore gli tornò in gola.
Mancavano meno di due ore e forse l'avrebbe rivisto. Nonostante, come aveva detto lui, fuori quasi nevicava, le mani iniziarono a sudarli e ingoiò tutta la saliva che gli era salita in bocca. Come doveva salutarlo?
" E' amico tuo."
" Piu' o meno."
Già, più o meno, voleva essere sarcastivo visto che il loro rapporto non era così amichevole, ma in realtà quel più o meno indicava anche altro.
L'ultima volta che l'aveva visto il loro salutarsi era stato un tantino più intimo di una stretta di mano. E ora? Si sarebbero visti e cosa? Avrebbe alzato le spalle accennando un semplice "ciao", e poi come avrebbero trascorso la giornata?? Riusciva a sentire l'imbarazzo addosso già adesso che ancora dava le spalle alla porta del bagno di casa sua. Maledetta Jun.
Pirika aprì la porta del bagno facendolo cadere.
Pirika, ora dall'alto, guardò il fratello a terra:- Eri ancora qui?! Che stai facendo?!-
Horohoro:- Ahi- poi quella scena gli ricordò un altro momento vissuto con Ren durante il torneo. Quasi arrossì rimanendo lì a terra.
Pirika lo prese di peso tirandolo per il braccio:- Ma ti alzi?! Si può sapere che ti succede? Non sei contento di rivedere uno dei tuoi ex compagni?-
Horohoro:- Sì, sì, più o meno- ancora quel più o meno.
Pirika gli aggiustò i capelli scostandoglieli dal viso e fissandoli meglio nella fascia che aveva in fronte:- E allora stai su! Sembri un rammolito. Farebbe bene a prendersi gioco di te ora come ora. Finisci di prepararti e andiamo, ci vuole un po' per arrivare alla stazione! Potremmo prendere un taxi, ma costano. Potrebbe prenderlo lui- notò.
Horohoro:- Non gli piacciono le auto.-
Pirika:- Mm- tirò lui uno schiaffo quasi sul sedere per constringerlo a muoversi e sbrigarsi.
Il sole picchiava anche se l'aria era fredda, i due fratelli indossarono un giubottino e si misero in cammino verso la stazione. Guardarono i campi lavorati il giorno prima, il resto del villaggio era a lavoro, li salutarono scusandosi di non poterli aiutare.
Pirika:- Dobbiamo farci tutta questa strada e non sappiamo nemmeno se ha preso questo treno...-
Horohoro la guardò senza dire nulla, stizzito, come se non lo avesse detto lui prima.
La ragazzina chiacchierò per quasi tutto il percorso, lui invece disse poco e nulla giocando nervosamente con le mani in tasca.
Arrivarono alla stazione, erano leggermente in anticipo, per ora c'erano solo pochi anziani ad aspettare qualcuno.
Si sedettero su una delle panchine libere ad attendere quello che poteva essere il treno di Ren.
Pirika:- Sei così nervoso...- si accorse solo ora, lui non rispose.
Pirika:- Perché sei così nervoso?!- Ribadì spazientita.
Horohoro:- Lo sono e basta!- Quasi urlò senza pensarci e senza nemmeno guardarla:- Anzi, no. Non lo sono. Perché dovrei essere nervoso? E' solo Ren!- Corresse subito pentito di quell'istintiva sincerità iniziale. Non voleva che la sorella sospettasse qualcosa su di loro, lo trovava imbarazzante.
- Allora vado via- gli rispose qualcuno alle spalle e il cuore batté così forte che aveva paura si sarebbe fermato per sempre da un momento all'altro.
I due Usui si voltarono, il cinese, vestito di un cappotto pregiato, era lì. Attimi di silenzio e vento e poi i fratelli giapponesi risposero in un'estrema gioia:- E' l'orario giusto!-
Pirika battendo il cinque al fratello:- Non dobbiamo fare un'altra sfacchinata!-
Ren li guardò con un sorriso stranito appena accenato:- Mia sorella non vi ha chiamati per avvisarvi?-
Horohoro:- Sì, ma non ci ha detto l'orario...-
Pirika:- Colpa sua. L'ha distratta.-
Horohoro:- Non è vero!- Alzò le spalle innervosito tenenendo sempre le mani in tasca.
Pirika annuì, Ren la guardo e annuì anche lui:- Mia sorella non è sprovveduta. E' chiaramente colpa tua.-
Horohoro stizzito:- Lei ci ha praticamente minacciato di venirti a prendere e basta.-
Ren ridacchiò, probabile che la cosa fosse accaduta; guardò poi, per la prima volta quel giorno, gli occhi di ghiaccio dell'altro sciamano e rimanendo in silenzio sorrise appena, dolcemente, mentre il vento si alzava.
Il cuore dell'Ainu si calmò, le mani smisero di sudare rimanendo in quelle tasche, sorrise anche lui:- Andiamo, ci vorra un po' di strada, ma voglio mostarti i campi a cui stiamo lavorando!-
L'amico annuì curioso e seguì i due ragazzi lungo la strada fredda.
  
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