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Autore: IroccoPerSempre    03/07/2021    0 recensioni
Primo bacio Irocco
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva nemmeno come ci erano finiti in quell’angolo di magazzino, sapeva soltanto che la teneva in gabbia con le sue braccia, lei contro il muro, ed entrambi avevano il fiatone. Ecco, ora ricordava: la mano sinistra di lei nascondeva un mazzo di chiavi che lei non voleva cedergli.
“Dammelo Ire’” le intimò lui, fermo, ma già debole per quella vicinanza.
“Non ci penso nemmeno!” esclamò lei con la sua tipica smorfia di superiorità.
“DAMMELO” ripetè lui, evitando a tutti i costi di raddolcirsi.
“Dammelo tu, piuttosto” fece lei con un sorriso malizioso che le si delineava sul volto.
“Che cosa?!” chiese lui confuso; il mazzo di chiavi che si contendevano ce l’aveva lei.
“Un bacio...” disse lei ancora sorridendo, ma con fare di pretesa, come se le fosse dovuto.
Faceva così, lei, era spavalda quando voleva nascondere i propri sentimenti, graffiava quando avrebbe voluto accarezzare.
Lui conosceva tutti i suoi trucchi ormai.
Ma come darle torto stavolta. Non avrebbe baciato altre che lei.
“Davvero lo vuoi?” chiese lui, maledicendosi subito dopo. Esisteva domanda più stupida? Forse no.
Per una volta lei non lo derise però, ma si fece subito seria. “SÌ” rispose sincera.
Senza capire come ci era arrivato, sentì le labbra di lei, morbide, calde, contro le sue.
E quello che lo colse non fu l’ovvietà di un battito più accelerato, ma un silenzio ovattato, tutt’intorno.
Se lei era frastorno, caos, meravigliosa confusione, nel baciarla era calma quella che percepiva. Ora, calma non era l’assenza di tumulto, desiderio. Era la certezza di essere nel posto giusto. Allungò una mano per circondarle la schiena e avvicinarla dolcemente a sé.
Ora era lei che percepiva soggezione mentre lui la dominava con la sua statura. Un meraviglioso contrasto.
Era così il loro, un equilibrio apparentemente precario, ma perfetto, che solo loro comprendevano.
Lei inclinò la testa e d’improvviso lui sentì l’umido della sua lingua contro la sua e il calore della sua mano che si insinuava dietro la sua nuca. Non aveva mai baciato così.
Ecco, ora sì che le ginocchia lo tradivano.
Strinse lievemente la stoffa della divisa da Venere nel suo pugno, nel disperato tentativo di sfogare quella sensazione.

“Rocco!” gridò Armando. Quel richiamo lo riportò alla realtà, facendolo cadere bruscamente a terra, dopo ore, giorni o solo... minuti senza gravità. Le loro labbra si staccarono, ma le sue palpebre faticavano a rimanere aperte. Incontrò gli occhi di lei, nella nebbia che era tutto ciò che vedeva, quel verde acqua che lo travolgeva.
Di nuovo frastorno, caos, meravigliosa confusione... Lei.
Rossa in volto come mai l’aveva vista, ma con tutta la volontà di ricomporsi, abbassò lo sguardo sui loro corpi e gli sussurrò “Esco prima io, tu aspetta un po’” con un guizzo degli occhi e una risata sommessa.
Prima che lui potesse aprire bocca per vendicarsi di quelle parole, lei sgattaiolò via e lui si ritrovò con una mano contro il muro, con il capo chino come a voler riprendere fiato dopo una corsa. Stordito, ma felice.
 
   
 
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