E se un giorno ti svegliassi e ti rendessi conto che in realtà la vita non è altro che un susseguirsi di eventi casuali? Se la tua intera esistenza, così come quella di tutti gli altri, non avesse alcuno scopo prestabilito e fossimo tutti ignari protagonisti di una trama da quattro soldi governata dal caos, atta a darci l’illusione di poter raggiungere un qualcosa che, alla fine, non avremo mai? Se un giorno ti svegliassi con questa consapevolezza, cosa faresti? Continueresti a sperare e a sognare un futuro che probabilmente non avrai mai, lottando inutilmente con tutte le tue forze o ti abbandoneresti al caos, lasciandoti naufragare alla deriva, accettando il susseguirsi degli eventi con pura e semplice apatia? Sono interrogativi che mi pongo ormai da molti anni. Sinceramente non so cosa ho fatto e non so cosa attualmente io stia facendo, sarebbe pretenzioso cercare di capire cosa farei. Sto vivendo? Sto subendo la vita? Mi sto facendo trascinare dalla corrente alla deriva, aspettando una fine inevitabile? In tutta onestà non ne ho la più pallida idea.

A questo punto vi starete chiedendo: Marilia, qual è il punto? Il punto è che non c’è un punto! È questo l’aspetto esilarante di tutta questa situazione, così come della stessa esistenza. C’è un inizio e c’è una fine. Questo è tutto ciò che abbiamo. Ma non abbiamo un punto, non abbiamo una virgola, forse di tanto in tanto qualche punto esclamativo e decisamente troppi punti interrogativi. Come possiamo sperare di costruire delle solide certezze, avendo a disposizione solo miseri punti interrogativi e qualche punto esclamativo trovato per strada? È impossibile, direte! Ma è la vita ed è una sfida.

Probabilmente, arrivati fin quì, sarete un po' perplessi, così come lo siete stati in molti momenti della vostra esistenza fino ad oggi. È proprio questo ciò che voglio rappresentare con questo mucchio di parole buttate lì, quasi a caso, senza uno scopo. Questa non è una storia. Questa è la mia personale rappresentazione della vita. Una vita che inizia con le migliori aspettative, che ti convince che un giorno finalmente troverai il tuo posto, il tuo scopo. E allora, pieno di speranze, vai avanti e continui a leggere pensando davvero di trovare le risposte che stai cercando, ma non le trovi, perché non ti hanno mai realmente detto che nessuno le ha mai trovate. Così inizi a chiederti se ciò che stai leggendo, o facendo, abbia o meno un senso e, sempre più perplesso, ti illudi che alla fine di tutto le troverai ste maledette risposte! E invece niente, il nulla. Trovi solo un’accozzaglia di parole che non ha alcun senso. Preso dallo sconforto, provi a guardarti intorno alla ricerca di qualcuno che, al contrario tuo, abbia capito qualcosa e possa spiegarti cosa diamine stia accadendo. Ma intorno trovi solo altre persone perplesse e spaesate che, come te, non hanno la minima idea di cosa ci facciano lì. E mentre inizi a pensare che forse non troverai mai un posto o uno scopo che realmente ti soddisfi a pieno, cominci a capire che magari non avresti dovuto sprecare così il tuo tempo, angosciandoti su questioni irrisolte dall’alba dei tempi. Avresti potuto leggere questa storia senza aspettative, senza porti troppe domande, senza cercare per forza un senso che non esiste. Te la saresti goduta e non saresti arrivato alla fine perplesso e deluso, così come tutti gli altri. Perché la fine arriva sempre. È inevitabile. È una delle poche certezze che abbiamo. C’è un inizio e c’è una fine. E questa è la fine.