Senso di colpa. È quello l’unico nome che Sasuke riesce a dare alla sensazione che gli attanaglia lo stomaco ogni volta che il suo sguardo cade sull’Hokage. Senso di colpa verso sua figlia, verso sua moglie, verso Naruto stesso. Senso di colpa perché sa che quello che fanno è sbagliato. Quando passa le sue dita tra quel casino di capelli biondi sulla testa di Naruto, quando lui lo tira per il mantello che si ostina a portare e Sasuke non protesta perché lo sa che in un attimo Naruto lo bacerà. E ancora quando sono pelle a pelle, quando nessuno dei due riesce a capire dove comincia uno e finisce l’altro, quando si guardano negli occhi e non c’è bisogno di parlare, perché dopo vent’anni passati ad inseguirsi, ad amarsi e ad odiarsi, le parole sono diventate superflue. Sasuke lo sa che è sbagliato, eppure non riesce ad immaginare niente di più giusto. 

 

Molte notti Naruto non riesce a tornare a casa dalla sua famiglia, e non è per via del suo lavoro, come invece dice sempre a Boruto. Naruto sa che suo figlio gli porta rancore: perché non è mai a casa, perché si è dimenticato del compleanno di Himawari, perché il villaggio viene prima di tutto. Naruto sa che il ragazzo ha ragione, e sa anche che se sapesse che la maggior parte delle notti non torna a casa perché non riuscirebbe a sostenere lo sguardo innamorato di Hinata suo figlio non glielo perdonerebbe mai. Boruto ha un rapporto così altalenante con lui, ed uno quasi reverenziale nei confronti di Sasuke, che sa che se gli dicessero la verità il ragazzo ne sarebbe devastato. A volte si chiede se Himawari, la sua bambina, sarebbe ancora in grado di volergli bene: ci spera, ma sa quanto sia improbabile. Parte di lui teme quasi che Hinata sarebbe in grado di perdonarlo: se le dicesse che ha sempre amato Sasuke, e che ha tentato di toglierselo dalla testa in tutti i modi ma non ci è proprio riuscito forse, forse lei sarebbe in grado di capirlo. Perchè Hinata è gentile, perchè lo ama in una maniera che Naruto non riuscirà mai a reciprocare: sa che le spezzerebbe il cuore, ma lei non glielo rinfaccerebbe. 

 

Sasuke sa che Sakura penserebbe di aver fatto qualcosa di sbagliato: penserebbe di non averlo amato nel modo giusto, di non averlo rincorso come Naruto ha fatto quando erano degli adolescenti. L’Uchiha riesce ad immaginare decine di modi in cui sua moglie cercherebbe di adossare su se stessa le colpe per quella situazione, e questo spezza il cuore di Sasuke. Non ci sono colpe, e se anche ci fossero non sarebbero di certo di Sakura, o di Hinata, o di chiunque altro. Non è colpa loro se ne lui, ne Naruto riescono a ricambiare il loro amore. Non hanno fatto nulla di sbagliato. Sasuke ama la sua famiglia, anche se dirlo ad alta voce lo farebbe sentire un ipocrita, ma è la verità: si farebbe uccidere su due piedi per il bene di Sakura e Sarada. Ma al tempo stesso si sente morire alla sola idea di non avere Naruto nella sua vita, non ci vuole nemmeno pensare. 

 

Naruto sa che le persone più vicine a loro devono aver capito qualcosa. Non è verosimile che Shikamaru non abbia capito cosa succede tra di loro quando Sasuke entra nel suo ufficio e lui gli ordina perentorio di non disturbarlo, di parlare con uno dei suoi cloni in caso di emergenza. Sa che sotto sotto anche Sakura ed Hinata sanno. Non nei dettagli, o forse fanno finta di non immaginare cosa c’è tra di loro. Finchè non lo diranno ad alta voce, guardandole dritte negli occhi, non sarà davvero vero. 

 

Spesso Sasuke si chiede se riusciranno mai a liberarsi da quel senso di colpa e dal doversi nascondere continuamente. Quando i ragazzi saranno più grandi, si dice, forse allora riusciranno a capire cosa provano i loro genitori. Forse non li odieranno. L’unico modo sarebbe sparire dalla circolazione, ma come potrebbero mai. Naruto è il cazzo di Hokage. Entrambi hanno delle famiglie a cui rendere conto. Sasuke sospira. 

 

Naruto guarda in basso: la testa di Sasuke è posata sul suo ventre nudo, e il biondo sa che stanno pensando alle stesse identiche cose. Sono sdraiati su un futon in un angolo remoto del palazzo dell’Hokage, manca ancora qualche ora al sorgere del sole e un genjutsu li protegge da chiunque possa disturbarli. È forse egoista da parte sua, ma per un paio di ore non vuole pensare a nulla se non al fatto che è li, con Sasuke, e quella è l’unica cosa che importa. 

« Hey » sussurra piano, e l’unico occhio scoperto si punta sui suoi. 

« Hey » risponde piano sasuke, la voce bassa e roca. 

« Non ti preoccupare » Naruto sorride dolcemente nel dire quelle parole, e le sue braccia si stringono attorno al corpo di Sasuke quel tanto che basta per avvicinare i loro visi. 

Sasuke ringrazia il cielo che durante quel brevissimo spostamento i suoi capelli gli abbiano coperto il viso, perchè vorrebbe piangere, perchè Naruto sa esattamente come si sente, perchè il biondo è veramente la sua anima gemella, perchè hanno trent’anni e si trovano in un casino più grande di loro, perchè gli fa male eppure è disposto a soffrire così per il resto dei suoi giorni, se questo significa potersi godere anche solo un secondo con Naruto. 

 

« Ti amo » dice, e spera che Naruto non si sia accorto del singhiozzo che gli ha quasi spezzato la voce. Gli bacia il petto e nasconde il suo viso contro la pelle calda dell’altro. 

 

« Ti amo » risponde Naruto, stringendo il braccio fasciato attorno alle spalle di Sasuke, e chiudendo finalmente gli occhi. 

 

Nel silenzio della notte, per un attimo solo, tutto va bene. 



 

Note
Ciao a tutti! Ne è passato di tempo. Ho scritto questa one-shot di getto dopo anni di silenzio. Mi è mancato scrivere di loro due, e spero che questo sia un nuovo inizio per me >w<
Grazie a chi ha voluto leggere, se vi va di lasciare una recensione mi fareste molto felice. A presto!!