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Autore: heliodor    04/07/2021    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Tanto ingenua quanto forte

 
La spada gli saltò via dalla mano e atterrò a tre o quattro passi di distanza. Gryf rimase immobile, la punta della lama che gli danzava davanti al petto.
“Sei morto” disse Ferg Abbylan divertito. “Per la quinta volta.”
“A quanti scontri persi siamo?” chiese chinandosi per raccogliere la spada.
“Diciannove giorni consecutivi che perdi” disse Ferg. “Dannazione, Gryf. Nemmeno Valya Keltel era una combattente pessima come te. Dopo mezza Luna aveva imparato i fondamentali e non riuscivo più a disarmarla.”
Gryf soppesò la spada nella mano. “Mi trovo più a mio agio con una mezza spada. O un pugnale.”
Ferg sputò a terra. “Quella è roba per assassini. Tu sei un assassino, Gryf?”
Scosse la testa.
“A proposito, qual è il tuo secondo nome, se ne hai mai avuto uno?”
“Ho solo questo” disse.
E non è nemmeno quello vero, pensò.
Ferg scrollò le spalle. “Inventalo.”
“Prego?” fece stupito.
“Inventa un secondo nome. Quando ti presenti a un avversario per un duello, non puoi farlo usando un solo nome. Non è corretto, né educato.”
“Se dovessi mai duellare con qualcuno, penserei a uccidere, non a essere educato.”
Ferg scrollò le spalle. “Puoi uccidere con educazione.” Guardò verso le tende. “Per oggi basta così. Ti sei allenato abbastanza. E io mi sto ancora riprendendo per la prigionia.”
Ferg gli diede le spalle.
“Devo continuare ad allenarmi da solo?” gli chiese.
“Per quello che può servire” rispose il guerriero.
Gryf sospirò e camminò a testa bassa verso la tenda che gli avevano assegnato. Dopo l’assalto a Ferrador e la riuscita del piano, Falgan lo aveva elevato a suo consigliere.
Col nuovo incarico erano arrivati alcuni privilegi, come un cavallo, una tenda tutta per lui e la possibilità di scegliersi un maestro d’armi per migliorare nell’uso della spada.
E un baule pieno di vestiti presi ai bravi cittadini di Ferrador.
Tolse la camicia sudata e indossò una tunica pulita scelta tra quelle chiuse nel baule. La chiuse in vita con una cintura color rosso acceso e infilò la spada nel fodero attaccato al fianco.
Quando uscì dalla tenda cercò con lo sguardo quella di Phelia e vi si diresse.
Il campo sorgeva a ridosso di una collina, protetta su di un lato da un fiume e da quello opposto dall’altura. Gli altri due lati avevano delle difese fatte di tronchi legati tra loro con le punte rivolte verso l’esterno.
La tenda di Phelia, come quelle di streghe e stregoni, sorgeva nella parte più interna e protetta del campo.
In caso di attacco a sorpresa dovevano avere il tempo di reagire e prepararsi mentre gli altri si fanno massacrare, pensò Gryf.
Quel pensiero gli metteva tristezza e lo sollevava allo stesso tempo.
Almeno Phelia sarebbe al sicuro, pensò. Se morisse per me sarebbe un bel guaio.
La maledizione era ancora attiva, la strega non gli aveva mai detto di averla rimossa. E se era vero che con la sua morte sarebbe morto anche lui, doveva proteggerla in qualsiasi modo. Aveva provato a tenerla lontana dai suoi propositi di vendetta, ma alla fine aveva alimentato senza volere quel sentimento.
Dannazione a te, Simm Keltel, si disse. Che potrai mai aver fatto al padre di Phelia da meritare tanto odio?
Phelia non ne aveva idea e la lettera piena di lettere incomprensibili che suo padre le aveva inviato non sembrava servire a svelare quel mistero. La loro visita all’accademia di Ferrador era stata un mezzo insuccesso. Gli eruditi avevano tradotto i simboli, ma il loro significato era rimasto oscuro.
“A me non importa” aveva detto Phelia.
Per lei esisteva solo la lista dei nomi in fondo alla missiva e avrebbe seguito solo quella.
E io dovrò correrle dietro, pensò. Finché non morirà. O morirò io. O moriranno tutti quelli della lista. In che guaio mi sono cacciato? Avrei dovuto scappare più veloce quando quel Lathias mi inseguiva.
Phelia stava uscendo dalla sua tenda, l’espressione accigliata. “Dov’è Abbylan? Avete già finito di allenarvi?”
“Dopo la quinta volta che mi ha umiliato ha deciso che ne avevo abbastanza.”
“Torna da lui e fatti umiliare ancora.”
“Sei ingenerosa” disse con tono accusatorio. “Mi sto sottoponendo a questa tortura per te.”
“Mi servono informazioni su Keltel” disse lei abbassando la voce. “Entra e dimmi che cosa hai scoperto.”
Gryf la seguì nella tenda. Era più spaziosa della tua e aveva un giaciglio migliore. E un cuscino.
Gryf sgranò gli occhi notandolo. “E quello che cos’è?”
Phelia sorrise imbarazzata. “Ti piace? Un regalo di Falgan.”
“Da quando accetti regali dal macellaio?”
“Da quando sono una delle sue migliori streghe. Ho ucciso Vaarna Darrul, lo hai scordato?”
Il duello con Vaarna gli era stato raccontato. Quando era avvenuto lui era svenuto ai piedi della torre dove Javi e gli altri soldati erano morti, bruciati o soffocati da una sfera infuocata lanciata tra le pareti di pietra.
La strega aveva già ucciso una dozzina di soldati quando Phelia l’aveva affrontata. Vaarna aveva evocato un serpente di fuoco cercando di avvolgerla tra le sue spire di fiamma, ma la ragazza aveva evitato l’incantesimo ed evocati i fulmini aveva afferrato l’avversaria e l’aveva scagliata contro un muro di pietra.
Vaarna era morta all’istante per le ferite e le fratture.
Gryf toccò il cuscino assaporandone la morbidezza e cedevolezza. “Sono piume?”
Phelia annuì. “E il tessuto è di seta.”
“Seta vera? Non lino?”
“Seta autentica.”
“Phelia, diffida di Falgan. Nessuno ha di lui una buona opinione.”
“Sto solo facendo finta, Gryf. Come fai tu.”
Si accigliò. “Su cosa starei fingendo?”
“Sulla nostra missione. La fedeltà alla causa. Quelle cose lì.”
“Ferg mi ha detto qualcosa” disse per cambiare discorso.
Phelia lo fissò con espressione interessata.
“Non ha mai conosciuto Simm Keltel di persona. Sa quello che si racconta in giro, che è un eroe di guerra e ha combattuto contro Vulkath. Ha partecipato all’assalto di Mashiba.”
“Anche mio padre” disse Phelia. “Erano entrambi alla fortezza, ma Keltel compì un massacro insieme ai suoi amici.”
“Dipende dalla persona a cui lo chiedi.”
Phelia si accigliò.
“Hai chiesto in giro di Keltel?”
“Ho domandato a qualcuno. Anche io sto cercando informazioni su di lui, non solo tu.”
“Phelia” disse cercando di restare calmo. “Non devi più farlo. Lascia a me questo compito. Sono più bravo di te.”
“Ma ho scoperto molto su di lui.”
“Sono cose che sapevamo già. Non ci hai guadagnato niente e ti sei esposta per nulla.”
“Esposta?” fece lei interdetta.
“Ora qualcuno sa che ti stai interessando a Simm Keltel.”
“E allora?”
Possibile che non capisca? Si chiese. È davvero ingenua quanto forte. E questo potrebbe essere un problema di cui dovrò occuparmi.
“Metà delle persone in questa armata pensa che Keltel sia un eroe di guerra.”
Phelia fece per dire qualcosa ma lui le fece cenno di tacere con un cenno della mano.
“Quello che pensate tu o tuo padre non ha importanza” disse con tono paziente. “Keltel ha parecchie persone che lo ammirano. Lo considerano una sorta di eroe. Potrebbe avere degli amici o degli alleati. Se vai in giro a chiedere informazioni su di lui qualcuno potrebbe andare a riferirglielo. O parlarne con qualcuno dei suoi alleati.”
Phelia abbassò gli occhi. “Non ci avevo pensato.”
“Persino Falgan lo conosce di persona. Si è vantato di averlo portato lui stesso a Ferrador.”
“Quando?”
“In una riunione.”
Era una di quelle a cui Gryf era stato invitato. Avevano discusso dei rifornimenti necessari per l’armata. Era stata abbastanza noiosa finché Marden non aveva stappato una bottiglia di vino sequestrate a Ferrador e aveva riempito le coppe.
Gryf aveva appena sorseggiato la sua mentre Falgan era arrivato al terzo boccale quando aveva iniziato a parlare della guerra contro Vulkath e quella contro Malag.
“Stavolta è diversa” aveva detto. “Me lo sento. Nell’aria, nelle ossa. Il rinnegato è molto più pericoloso di Vulkath. Almeno lui combatteva seguendo certe regole, un codice. Questi dannati rinnegati fanno troppo di testa loro. E quella dannata governatrice ne è un esempio. Sono riusciti a convincerla a passare dalla loro parte e chissà quanti ne corromperanno fino alla fine.” Aveva scosso la testa. “E pensare che le ho anche dato un bell’aiuto.”
Gryf si era fatto attento.
“Parli di Keltel?” aveva chiesto Marden.
Falgan aveva annuito grave. “Gliel’ho portato io, quando avrei dovuto reclutarlo per me. Keltel era pieno di debiti lì a Cambolt. Doveva un sacco di monete a un idiota locale, un certo Chernin.”
“Lo conosco” aveva detto Marden. “Se da un sacco di arie quello lì. Quando tornerò ricco e pieno di mercenari gli darò una bella lezione. Gli farò capire che adesso comando io a Cambolt. Per troppo tempo ho dovuto subire la loro arroganza.”
Falgan aveva annuito di nuovo. “Quando la guerra sarà finita bisognerà fare giustizia e raddrizzare parecchi torti. La lista è lunga e io ho appena iniziato a scriverla.”
Marden aveva sorriso. “Parli di Occhi Blu?”
“Quello è un problema a parte. Ho mandato Ryde e i suoi cagnacci a dargli la caccia ma non hanno ancora fatto ritorno. Sogno il giorno in cui mi porteranno la sua testa e quando lo faranno, festeggerò col migliore vino che riuscirò a comprare.”
“Spero che mi inviterai a quella bevuta” aveva detto Marden.
“Inviterò tutti” aveva risposto Falgan.
“Devi proprio odiarlo.”
“Se il tuo cane preferito ti morde, devi essere pronto a tagliargli la gola. Non importa quanto affetto provi per lui. Una bestia infedele non merita un trattamento migliore.”
“Concordo.”
Gryf aveva pensato che Marden avrebbe concordato su qualsiasi punto pur di compiacere Falgan.
“Devi stare molto attenta, Phelia” disse tornando alla tenda.
La strega annuì con vigore. “Lo farò. Lascerò a te il compito di raccogliere informazioni su Keltel.”
È già un inizio, si disse. Almeno ora sembra ragionevole.
“C’è un’altra questione di cui devi sapere.”
Phelia si accigliò. “Riguarda me?”
“C’è stata una riunione, due giorni fa. Io non sono stato invitato, ma qualcun altro sì. Ho parlato con questa persona e mi ha detto che Falgan ha deciso dove portare la sua armata.”
“Dove?” chiese Phelia.
“A Talmist” rispose Gryf. Le lasciò il tempo di fissare nella mente quella nuova informazione, poi aggiunse: “Partiremo tra due giorni. Falgan pensa che la città sia priva di difese e vuole conquistarla per dare una lezione ai Talmist a causa del tradimento di Hylana.”

 
  
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