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Autore: lmpaoli94    05/07/2021    3 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Scoccate le quattro del pomeriggio, il sole era ancora molto alto in quel giorno di primavera.
Oltre che all’aria gradevole, la stanchezza non si faceva sentire sul corpo esile e magro di Theodore.
Il piccoletto avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non saltare la sua lezione di scherma, anche venir meno agli ordini imposto dei suoi superiori.
< Vedo che scalpiti come un cavallo imbizzarrito, piccolo Theodore. >
< Andrea! >
Nel vedere il suo insegnante di scherma, Theodore non poteva che essere contento.
< Theodore, cosa sono queste mancanze di rispetto? > gli domandò Gwen appena lo vide abbracciare l’uomo < Non si accoglie così un ospite qui a Limerick. >
< Scusate, Gwen. È che mi fa molto piacere rivederlo ogni volta. >
< E a me fa piacere insegnarti l’arte della spada. Adesso sono curioso di vedere i tuoi sviluppi. Sei riuscito ad allenarti durante le tue pause dal lavoro? >
< Qui non esistono paese, Signor Andrea > rispose piccata la donna < Il bambino non gode di vantaggi solo perché è il più piccolo servo del castello. >
< LO immagino. Però non dovrebbe sforzarsi tanto. >
< E perché no? anche se è molto piccolo, ha più energie di tutti noi messi assieme. >
Nel sentire quelle parole puntigliose e piene di cattiveria, Andrea prese in disparte la donna per ricordargli quale sarebbe il posto del bambino.
< Volete andare contro gli ordini della Contessa Madre? Se sapesse quello che avete detto, vi farebbe frustare. >
< Voi e i vostri stupidi insegnamenti hanno inculcato in quel bambino storie e sogni che non si possono paragonare alla sua persona. Lui crede che un giorno diventerà cavaliere, addirittura Re di una nazione che non ne ha mai avuto bisogno. Non voglio che si illuda in questo modo. >
< Gwen, vi voglio ricordare che il bambino ha solo dieci anni. È normale che abbia questi pensieri. >
< Gli unici suoi pensieri sono di servire la sua casata che l’ha accolto dopo che i suoi genitori lo hanno abbandonato. Fine del discorso. >
< Il bambino non farà altro che fare domande sul suo passato ogni anno che crescerà > fece Andre con tono serio < Ci avete mai pensato a questo? >
Squadrando malamente il suo insegnante di scherma, Gwen non rispose alla sua domanda, tornando alla svelta ai suoi compiti.
< Riportatemi il ragazzo alle cinque in punto. Ha ancora molto lavoro arretrato e la Contessa Madre non ammette ritardi. >
< Sarò puntuale come sempre, Signora Gwen. >
< LO spero per voi. >
 
 
Mentre la piccola Phoebe era impegnata a leggere un libro sotto quella giornata assolata e tranquilla, la voglia di fare una passeggiata divenne sempre più forte.
< Nonna, mi piacerebbe sgranchirmi un po’ le gambe, se non vi dispiace. >
< Certo che no. Puoi fare una passeggiata nei dintorni, ma sarai accompagnata da Gwen. >
< Nonna, ormai conosco i perimetri del castello. Non mi succederà niente. >
< Phoebe, non insistere. Non ti puoi muovere da sola come una donnetta qualunque. Hai bisogno che qualcuno ti tenga compagnia > mormorò la Contessa Madre per un motivo senza importanza.
< Ma se volesse essere una passeggiata in solitaria? >
< La potresti fare… ma solo all’interno del castello. >
Non riuscendo a convincere sua nonna, alla fine Phoebe si alzò scocciata prima di salutarla.
< Non metterci troppo, capito? Mi fa sempre piacere la tua compagnia. >
< Contessa Madre, con tutto il dovuto rispetto, sarebbe meglio attendere dopo che le ore calde saranno passate > fece Gwen cercando di trattenere il suo imbarazzo.
< Ma così dopo calerà il sole. E tu sai quanto non sopporti il buoi, Gwen. >
< Lo co principessina, ma potremmo fare la camminata dopo le cinque. Il sole sarà ancora alto. >
< Se non vuoi accompagnarmi, posso benissimo andare da sola. Anzi, mi faresti un grande favore, Gwen. >
< Gwen, come osate disubbidire ad un ordine della principessina? > domandò furente la Contessa Madre.
< Ma io non volevo… >
< Vai a fare questa dannata passeggiata senza fiatare minimamente. Sono stata abbastanza chiara? >
Non potendo dire quello che temeva, alla fine Gwen seguì la bambina a testa bassa per i giardini del Castello.
Vergognandosi come aveva risposto, ci volle la curiosità di Phoebe per farla parlare.
< Gwen, non credevo che non ti piacesse passeggiare. >
< Oh no, principessina. Io adoro molto muovermi… E’ soltanto che oggi mi sembra più caldo del solito. >
< Non dire sciocchezze, Gwen. Si sta moto bene all’aria aperta… So che non sei molto abituata visto che stai la maggior parte della giornata in cucina o in lavanderia. >
< Lo devo fare, principessina. Sono miei precisi compiti. >
< Lo capisco, infatti non te ne faccio una colpa… Ma parlatemi del bambino che lavora insieme a te. Vorrei conoscerlo meglio. >
< IL suo nome è Theodore e da molti anni si trova qui al castello. >
< Perché non ne ho mai sentito parlare? Eppure credevo di conoscervi tutti. >
< Perché la Contessa Madre non ha ritenuto necessario che una principessa del vostro rango e un servitore umile come lui non si dovessero conoscere come due persone qualunque. >
< Gwen, non sarebbe più saggio dire che se un giorno sarò la padrona di Limerick dovrò sapere chi lavora per me? >
< Certo, principessa. Ma questo giorno è ancora lontano se Dio vorrà. >
< Voglio avvantaggiarmi, Gwen… A cominciare da lui. Dove posso trovarlo? Spero che non stia facendo lavori molto pesanti che possano rovinare il suo corpo esile. >
Ma appena si trovarono al centro dei giardini, ecco che lo sguardo di Phoebe si andò ad incrociare proprio verso il bambino.
Theodore era impegnato a fronteggiare il suo maestro Andrea in un duello con spade di legno per evitare di farsi troppo male.
< Maestro Andrea, quando potremmo iniziare a duellare con spade vere? >
< Theodore, non essere impaziente. Sei ancora molto piccolo e le spade sono un’arma molto pericolosa. >
< Mi stai dicendo che non sono ancora pronto? Ma credevo di essere migliorato molto. >
< Sei ancora acerbo nei movimenti… So che vuoi bruciare le tappe, ma non è così che funziona. Devi avere ancora un po’ di pazienza. >
< D’accordo. >
Ma nei pochi istanti in cui Phoebe aveva visto Theodore duellare, era rimasta piacevolmente colpita che un bambino dei suoi anni si destreggiasse in quella maniera.
< Ascoltate il vostro maestro, Theodore. Lui vuole solo il bene per voi. >
< Principessina > fece Andrea con tono sorpreso inchinandosi < Non vi aspettavamo. >
< E’ stata una passeggiata dell’ultimo minuto. Rimanere ferma sotto il sole leggendo uno dei miei tanti libri stava diventando snervante. Ogni tanto devo muovermi se voglio essere forte e in salute. >
< Certo. Su questo avete ragione… Se per voi non è un problema, possiamo farvi vedere tutti i progressi che Theodore ha fatto con la spada in questi mesi. >
< Non credo che la principessina voglia perder tempo in duelli maschili > fece Gwen.
< Al contrario. Ne sarei assolutamente grata. >
< Allora è deciso… Theodore, vedi di non fare brutte figure, d’accordo? >
< Andrea, sapete il mio potenziale. Non lo farò. >
Ma appena il bambino cercava di colpire in tutti i modi il suo maestro per sorprendere ancora di più Phoebe, dovette arrendersi alla sua bravura mentre veniva disarmato in maniera facilitata.
< Mantieni la guardia e la stretta sulla spada > gli consigliò il maestro < Adesso continuiamo. >
Cercando di farsi forza, Theodore non riuscì in nessun modo a disarmare il maestro, perdendo in maniera affrettata il duello.
< Per oggi può bastare, Theodore. Devi tornare ai tuoi compiti. >
< Ma non sono ancora le cinque > protestò il bambino < Ancora qualche minuto con voi. Vi prego. >
< Magari un’altra volta, d’accordo? >
< Va bene. Grazie mille per il suo tempo. Spero di rivederla presto. >
< Nei prossimi giorni ci rivedremo sicuramente. Vedi di esercitarti nei momenti in cui ti è concesso. >
< Sicuramente. >
< Siete stato molto bravo, Theodore. Come un degno cavaliere > fece la bambina con sorriso sincero prima di abbracciarlo improvvisamente sotto gli occhi attoniti dei due servitori.
< Ecco, sono contento che il duello sia stato di vostro gradimento. La prossima volta sperò che andrà diversamente. >
< Succederà, Theodore. >
< Lo pensate davvero? >
< Sì. Io ho molta fiducia in voi… Adesso però andate o rischiate di fare tardi. >
< Grazie per le vostre belle parole, principessina. Non le dimenticherò mai > disse infine il ragazzo prima di salutarla con la mano come un volgare popolano.
< Avete visto quello che è successo, Andrea? Quello che temevo. Adesso come spiego alla Contessa Madre questo incontro? >
< Con parole giuste e malleabili. La Contessa Madre non se la prenderà con voi. >
< Peccato che vi sbagliate, Andrea. Ho molto a cuore la mia vita e quella donna può sottrarmela in ogni momento. >
< Voi vi spaventate troppo, Gwen. La Contessa Madre sa quanto siete legata alla bambina e la vostra incolumità è importante per tutte e due. >
< Gwen, credo che sarebbe meglio che torni da mia nonna, altrimenti chi la sente? Mi accompagni? >
< Certo, principessina. Venite con me > rispose Gwen con tono visibilmente terrorizzato prima che potesse incontrare da sola la Contessa Madre.
   
 
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