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Autore: MaryFangirl    05/07/2021    3 recensioni
Cosa succede quando Ryo incontra di nuovo alcune donne che hanno segnato il suo cammino?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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La campanella tintinnò annunciando l'arrivo di un nuovo cliente e, contro ogni previsione, non fu un sorriso di benvenuto ad apparire sul volto dei proprietari ma uno sguardo deciso e pronto alla battaglia.
 
“Potete mettere via le armi” scherzò Ryo, tutto sorrisi.
 
Diffidenti, Umibozu e Miki lo osservarono avvicinarsi e sedersi al bancone, la donna aveva un vassoio in mano, l'uomo teneva la mano sotto il bancone, probabilmente pronto ad afferrare il bazooka.
 
“Posso avere un caffè, per favore?” chiese Ryo alzando un sopracciglio.
 
“Sì...certo” fece Miki, con uno sguardo sorpreso e sospettoso.
 
Lasciò il vassoio e preparò una tazza fumante che gli porse, rilassandosi completamente mentre suo marito si dirigeva verso il magazzino. Ne uscì un minuto dopo senza grembiule, la giacca tenuta dietro la schiena.
 
“Vado a fare la spesa” annunciò.
 
“Umi?” fece Miki.
 
Era raro vederlo uscire quando c'era Ryo, persino inedito, pensò lei. Di solito quando si trovava da sola con lo sweeper, accadeva quando lui se n'era già andato e Ryo arrivava dopo. Altrimenti, non la lasciava mai sola con lui o Mick.
 
“Non hai paura di lasciarmi con la tua metà, Testa di polpo? Potrei convincerla a lasciarti” ironizzò Ryo.
 
“Vuoi che ne discutiamo di persona?” ribatté Umibozu con tono calmo.
 
“Vai a sbrigare le tue faccende...” replicò lo sweeper, consapevole che stava giocando col fuoco anche se il suo amico era di una discrezione leggendaria.
 
Il gigante sorrise appena prima di uscire dal caffè. Ryo avvertì subito la tensione di Miki aumentare.
 
“Ti avverto, sono armata” lo minacciò.
 
“Perché tanto astio, mia cara Miki?” la stuzzicò. “Non hai niente da temere da me. Dovresti saperlo, no?”

“Mi fido del professionista, non necessariamente dell'uomo”

“In effetti non ho mostrato il mio lato migliore” ammise lui. Sentì di colpo il rumore di qualcuno che cadeva e si sporse oltre il bancone. Miki era stesa a terra, con una libellula accanto a lei.
 
“Stai bene, Miki?” chiese divertito.
 
“Non lo so. Kazue ti ha punto con una delle sue siringhe?” domandò lei preoccupata.
 
“No. Perché?”

“Non lo so. Tu...non sei tu” replicò Miki, scrutandolo attentamente.
 
“Ah davvero? E in cosa?”

“Per cominciare, non mi sei saltato addosso. Non approfitti dell'assenza di Falcon per innervosirmi. Ammetti di esserti comportato male” dichiarò, contando con le dita ogni affermazione.
 
“È vero. Vuoi che faccia la mia solita entrata? Se può rassicurarti, tra amici si può fare...” scherzò. “Posso proporti una bottarella se vuoi, per il resto cosa devo fare?” chiese, una luce ilare negli occhi.
 
Lei lo guardò, gli occhi ristretti, poi sorrise, rimettendosi a lavare le stoviglie dell'ora di pranzo che era terminata da poco.
 
“Sei cambiato, Ryo. Mi ci è voluto un po' per accorgermene perché è successo gradualmente, ma sei cambiato”

“Eppure non ho fatto niente ai capelli” disse lui, passandosi con disinvoltura la mano nella chioma.
 
“Vuoi negare, fa' pure, ma anche se è sorprendente e bisogna abituarsi, mi piace il nuovo te, più serio e sincero” dichiarò con un leggero sorriso. “Anche se immaginavo che ci fossero molte facciate prima di arrivare al vero te...” aggiunse.
 
Ryo sospirò e, sentendo il bisogno di tenersi occupato per non fuggire dalla conversazione, si alzò, fece il giro del bancone e afferrò uno strofinaccio, sostituendo Falcon per asciugare i piatti.
 
“L'ho scampata bella” fece Miki, schivando una libellula che cadeva dal cielo vedendo le azioni di Ryo.
 
“Perché?”

“Stai asciugando i piatti” gli fece notare.
 
“Sì, e allora?” disse lui senza capire.
 
“Non te l'ho mai visto fare”

“Sai, da quando Kaori è andata via, ho pur dovuto mangiare, badare alla casa, fare il bucato...” rispose, alzando le spalle.
 
Ryo saltò di lato, arma in mano, sentendo il rumore di spari. Si rilassò vedendo che non erano stati attaccati da criminali ma che Miki era solo sepolta sotto una tonnellata di libellule.
 
“Ce l'hanno con te oggi” constatò Ryo, stupito.
 
“No, tu dici? O loro o il cielo mi sta cadendo sulla testa, il mondo è sottosopra, la Terra ha cominciato a girare dall'altro lato...mi stai dicendo che, se ora andassi a casa tua, dopo otto mesi di assenza di Kaori, lo troverò perfetto, non ci saranno pasti precotti in una metà del tuo frigo e birre nell'altra, che non si respirerà nicotina e che nessuna ragazza è venuta a occupare il tuo letto” disse Miki, incredula.
 
“Perfetto, non come quando c'è Kaori, i pasti precotti e le birre le troverai accanto ad alimenti freschi e analcolici perché devo ammettere che non ho sempre tempo per cucinare. Per quanto riguarda la nicotina, non voglio essere ucciso quando tornerà ed è più piacevole e no, nessuna ragazza nel mio letto”

“E fuori?” gli chiese, sospettosa.
 
“Intendi nella sua camera da letto, in cucina o in salotto?” la prese in giro.
 
Miki gli lanciò uno sguardo cupo che lo fece indietreggiare di un passo.
 
“Sai benissimo cosa intendo. Devo aspettarmi di raccogliere la mia migliore amica con un cucchiaino quando tornerà?” ringhiò.
 
“Ti farei notare che è una faccenda privata...ma no, non dovrai farlo” replicò, distogliendo lo sguardo.
 
Miki lo fissò per un momento, poi sorrise e si mise a saltellare.
 
“Non ci credo! Hai intenzione di dichiararti? Le dirai che la ami e che la renderai la tua metà? È vero, Ryo? La renderai felice?” disse, estasiata.
 
“Uh, Miki...” cercò di intervenire.
 
L'esuberanza dell'amica l'aveva già fatta partire per terre lontane e si entusiasmava su quello che lui avrebbe fatto, secondo lui, il modo in cui si sarebbe dichiarato, come Kaori avrebbe reagito...impedendo a Ryo di informarla che non c'era bisogno di dichiararsi perché l'aveva già fatto.
 
“Sai che c'è? Chiuderemo il locale e andremo a pulire l'appartamento come se lo facesse lei. Sarà così orgogliosa di te. Non voglio che sia distratta da nulla e si concentri totalmente su di te. Andremo a fare la spesa e cucinerò io così lei non dovrà preoccuparsi di niente e potrete passare giorni a fare l'amore senza fermarvi. È quello che vi ci vuole per rimediare a sette anni di astinenza” programmò, senza disturbarsi a chiedere il suo parere.
 
Ryo quasi si sentì soffocare dalle affermazioni di Miki e capiva un po' meglio Kaori quando tornava color cremisi dopo essere scappata dal caffè e da una discussione scabrosa.
 
“Sai, sono sette anni per lei ma non per me...”

“Sì, beh, sarà meglio che tu non ne faccia menzione perché ha già sofferto abbastanza per colpa tua!” lo rimproverò. “Spero che tu non l'abbia tradita durante la sua assenza! Beh, mi dirai che non puoi tradirla se non state insieme...” pensò ad alta voce. “Comunque, spero che tu te ne sia stato buono in questo periodo”

“Ehm, Miki, non pensi di essere indiscreta?” azzardò Ryo, imbarazzato. Trasalì allo sguardo cupo e minaccioso che lei gli rivolse.
 
“Nessuna, neanche una ragazza, niente” confessò, alzando le mani e deglutendo.
 
“Meglio così. Mi congratulo con te, piccolo Ryo” si complimentò.
 
Ryo si girò di scatto sentendo un corvo che gracchiava beffardamente e si rotolava ridendo sul pavimento. Si trattenne dal tirare fuori la sua Magnum e farlo fuori.
Quando arrivarono all'appartamento, Miki lasciò un fischio ammirato, poi iniziò a ispezionare sotto i tappeti, gli angoli della stanza, gli scaffali.
 
“È pulito come se ci fosse Kaori. In effetti, sei molto bravo. Non facevi che prenderla in giro!” lo rimproverò, furiosa.
 
“Mi crederai se ti dico che mi rifacevo gli occhi?” disse, passandosi una mano tra i capelli.
 
“Mah” disse lei scettica.
 
Entrò in cucina e lui la seguì, guardandola aprire il frigo. Prese un cucchiaio da un cassetto e assaggiò gli avanzi di un piatto che aveva preparato la sera prima. Emise un piccolo grido di estasi.
 
“Ma è buonissimo! Da quando cucini?” chiese sorpresa.
 
“Da molto tempo. Quando vivi da solo e devi stare attento alla linea, impari a cucinare” spiegò.
 
“Tu fai attenzione alla linea?” ripeté, sbalordita.
 
Ricordava vividamente il modo in cui mangiava, inghiottendo il cibo, e non aveva mai considerato che prestasse attenzione alla linea.
 
“Come Umi, no?”
 
“Sì, è vero. Quando penso che ti lamentavi di continuo che lei non sapeva cucinare...avresti potuto farlo tu!”

“Mi crederai se ti dico che la sua cucina mi piace?” domandò, abbassando lo sguardo per evitare la sua espressione, maliziosa o arrabbiata.
 
“Se stai solo cercando di sfuggire alla punizione...” lo avvertì minacciosamente.
 
“No, è vero. Cosa vuoi, dovevo trovarle dei difetti per non cedere alla tentazione” sbottò ridendo.
 
Miki abbassò i pugni ai fianchi e lo guardò, stringendo gli occhi.
 
“Vuoi dire che la svalutavi per tenerla a distanza?”

“In effetti” ammise Ryo, senza vergogna.
 
“Hai uno strano modo di amare, Ryo Saeba. Nasconderti per non confessare...”

“Anche tu hai i tuoi piccoli segreti, Miki. Anche tu hai nascosto delle cose alla persona che ami” sottolineò.
 
La giovane donna apparve stupita e lo guardò.
 
“Di cosa parli?”

“Di Kimiko...o meglio, di te che sei venuta a chiedermi di proteggere Testa di polpo sotto copertura per via di una conversazione sentita casualmente. Ti ricordi, no?” le chiese, con uno sguardo intenso.
 
La donna era senza parole. Per un momento si era chiesto se lui non avesse capito l'inganno, ma alla fine aveva pensato di no, altrimenti gliene avrebbe parlato usandolo contro di lei. Non sapendo cosa dire, si diresse verso l'uscita.
 
“Non devi vergognarti, Miki” le disse lui raggiungendola.
 
“Ne hai parlato a Falcon?” lo interrogò a voce bassa.
 
“No mai. Avevi paura per lui dopo che aveva perso la vista. In qualche modo non ho fatto che rendergli il favore per tutte le volte in cui lui è stato accanto a Kaori”

“Falcon prova molto rispetto e affetto per lei” disse Miki. “Si sente investito di una missione verso di lei, deve esserci per proteggerla quando tu non puoi farlo, ma non lo ammetterà mai” aggiunse con un sorriso.
 
“Perché? Pensa che sia troppo debole per il nostro mondo?” chiese Ryo.
 
Nella spiegazione di Miki poteva percepire la forza di quell'impegno per Falcon. Sapeva che Umi apprezzava Kaori, ma non sapeva che fosse così preoccupato per il suo destino, anche se non c'era da essere molto sorpresi.
 
“No, anzi...dice che lei è la forza di tutti noi, che ci è essenziale e per questo dobbiamo proteggerla. Credo di non averlo capito finché lui non se n'è andato” ammise. “Io sono una donna forte, Ryo. Sono cresciuta in guerra, ho impugnato armi e ucciso persone. Potrei alzarmi e sfidare chiunque si opponga a noi”
 
“Kaori non è come te” osservò lo sweeper.
 
“Lo so. Lei non ha ucciso come ho fatto io. Brandisce le armi, ma sei sempre riuscito a tenere le sue mani pulite, ed è un bene per lei e per noi. Non l'avevo capito prima. D'altronde, solleverebbe montagne per lottare per qualcosa che ritiene giusto e per te, per ciascuno di noi, sarebbe pronta a dare la sua vita. Ha la capacità di sollevarci verso l'alto, si spingerci a dare il meglio di noi stessi, sia nel combattimento che nella vita, per portare alla luce la parte migliore della nostra anima” dichiarò con le lacrime agli occhi.
 
Asciugandole brevemente, aprì la porta del locale e si sedettero uno accanto all'altro al bancone.
 
“So che senza di lei non starei con Falcon perché forse non ci sarebbe stato quel duello. Penso che tu sospettassi che avrebbe fatto una cosa del genere, e aspettavi solo una piccola apertura”

“Se lo dici tu...” rispose Ryo con un sorrisetto.
 
“Saresti davvero venuto a letto con me se avessi vinto?”

“Vado a letto solo con donne libere. Cerco di evitare quelle che hanno il cuore impegnato”

Miki lo scrutò per un momento, poi annuì. Era la risposta che si aspettava e riconsiderò il suo giudizio: poteva fidarsi anche dell'uomo.
 
“Per tornare al tema iniziale, io sono forte ma lei lo è più di me e, quando siete insieme, siete invincibili. È strano, è la stessa impressione che ho vedendoti negli ultimi mesi, come se lei fosse al tuo fianco”
 
“Non è lontana, Miki. Per un momento ho pensato che fosse l'occasione giusta di restituirla a una vita normale, ma mi sono reso conto che era da più di sette anni che non potevo più farlo. Da lì in poi...”

La suoneria del telefono li interruppe e Miki si scusò andando a rispondere. Ascoltò l'interlocutore, lanciando un'occhiata a Ryo, poi riattaccò.
 
“Era il Professore. Ha delle informazioni per te. A quanto pare è piuttosto urgente” gli disse.
 
Rimanendo impassibile, Ryo controllò l'orologio prima di alzarsi.
 
“È meglio che vada”

“Ryo, Kaori tornerà presto?” gli chiese con un accenno di tristezza.
 
“Non credo che manchi molto. Ho sistemato le cose con i clan. C'è solo un'ultima cosa da fare”

“Quale?” domandò Miki curiosa.
 
“Devo andare”

Lasciò il bar e tornò di corsa al suo immobile per recuperare la Mini e andare in clinica dove il suo amico lo aspettava.
 
La nostra forza...
  
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