Non è destinato a essere un eroe.
Nessuna fiaba sarebbe mai stata scritta per lui.
Lo sa, eppure non può non guardare l'orizzonte, giorno dopo giorno, mentre lavora nell'orto, scrutare l'infinito davanti a lui. Tutto il mondo che non conosce è lì fuori, ma per lui solo quel campicello fino alla fine.
Questo è quello che pensa.
Almeno finché non si guarda allo specchio e vede un volto che non è il suo.
"S-salve?"
"Ciao! Sono il professor Ozpin!"
"Ma come hai fatto a cadere così?" Gli chiede la zietta dopo, mentre gli fascia la testa. "Devi fare più attenzione. Domani starai a riposo, mi occupo io del campo."
Oscar sbuffa. Non aveva certo voglia di avere ulteriori bende addosso.
Ozpin si scusa, nella sua testa, dice che non voleva spaventarlo a quel modo.
Oscar strizza gli occhi, cercando di ignorare quella voce. Forse ha davvero bisogno di riposare.
Sta uscendo di testa.