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Autore: KurryKaira    08/07/2021    1 recensioni
Questa storia sarà suddivisa in più atti e racconterà di quell'amicizia particolarmente profonda che è nata tra i due compagni di squadra Ren Tao e Horokeu Usui durante il torneo. Nel primo atto vediamo concludersi lo Shaman Fight, gli sciamani sono costretti a salutarsi e fare ognuno ritorno alla propria vita, ma lo sciamano del fulmine e quello del ghiaccio leggono nelle stelle che non basterà un semplice "ciao" per potersi dire addio, e in compagnia di Chocolove trascorrono un ultima giornata a Nezumiland.
Negli atti successivi il tempo passerà e scopriremo l'evoluzione del loro rapporto.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Horo Horo, Ren Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La notte era ancora lunga ma dentro quelle Terme si erano ormai addormentati tutti. C'era chi dormiva sul pavimento, chi sul tavolo con in mano una bottiglia di saké, e chi poggiato al muro sonnecchiava composto abbracciando il proprio figlio di pochi mesi. L'unico rimasto sveglio era un bambino sui cinque anni che nervoso cercava di svegliare il cuoco col regent che sbavava addormentato su quello che era il padre del bambino.
La madre biologica insieme alla madre che lo aveva cresciuto dormivano comodamente nei letti delle camere, ignorando il disordine generale. Alla fine si addormentò anche il piccolo Asakura dopo che il ragazzo che dormiva in mutande sul tavolo, svegliandosi appena a causa del rumore provocato da quest'ultimo, porse lui un po' di saké; il bambino bevve cadendo di colpo a terra continuando a mordicchiare la bottiglia nel sonno e "l'adulto" tornò a dormire soddisfatto.
Si era svegliato appena, però, anche il cinese dai lunghi capelli viola che assistì alla scena. D'istinto strinse il figlio ancora più forte, che russò piano. Poi quasi rise richiudendo gli occhi, ma prima di riaddormentarsi pensò qualcosa che avrebbe preferito non pensare: trovava quell'imbarazzante ragazzo ubriaco e in mutande ancora così interessante e carino, dannazione!
Crollò piano lungo il muro finendo steso sul pavimento sempre abbracciato al neonato, che russò di nuovo infastidito. La testa sfiorava il braccio destro dell'ex compagno americano che russava beatamente accanto a lui, quasi involontariamente approfittò di quel braccio trasformandolo nel suo cuscino.
"Dannazione!" Ripensò tra il sonno e la veglia aprendo e chiudendo gli occhi.
"Speravo di non dovermi più preoccupare di te! Ho fatto anche di tutto per tenerti distante oggi... ma tu niente, dovevi infastidirmi per forza!" Sorrise appena "come sempre d'altronde". Accarezzò i capelli del figlio e continuò a pensare "quanto ti odio, Horokeu Usui", poi i pensieri divennero sempre più confusi e senza un senso logico finché non cadde completamente addormentato sul braccio di Chocolove.
La mattina arrivò, si svegliarono piano piano tutti con un mal di testa a chi più a chi meno forte.
Per l'esattezza vennero svegliati in malomodo da Anna e Tamao che nervose erano pronte a sbatterli fuori.
Manta:- Io vi ho riempiti di regali e non ho nemmeno fatto macello, non prendetevela anche con me!- Urlò.
Anna:- Ce la prendiamo soprattutto con te, tappetto- rispose.
Manta:- Ma perché?!- Replicò sconfitto quasi in lacrime.
Yoh chiese perdono a nome della moglie, poi spigendo con sé il suo migliore amico cercò di svegliare suo figlio attaccato a una bottiglia di alcool.
Quello che era il Team Flower e Ryu, aiutato da Lyserg, cercavano di mettere un po' d'ordine.
Chocolove svegliandosi ma rimanendo steso sfiorò i capelli della testa attaccata al suo braccio, speranzoso disse:- Sono in compagnia di una bella ragazza?-
Il cinese si svegliò strattonandolo:- Sono io, cretino.-
Chocolove:- Perché dormivi con me?!-
Ren:- Non lo so nemmeno io...- si era svegliato anche il piccolo Men, molto prima del padre, ma non aveva pianto neanche un po'.
Quello con il mal di testa più forte fu anche l'ultimo a svegliarsi e scivolare violentemente giù dal tavolo spinto dalla donna di casa coi capelli lunghi e rosa.
Horohoro con le mani intorno alla testa:- Ahiii. Perché Tamao? Perché?!-
Tamao, furiosa:- Intanto vestiti, sei l'ospite peggiore di tutti. E poi spiegami perché Hana dormiva abbracciato alla tua bottiglia di saké?-
Il nordico, ancora molto confuso, guardò il bambino ora sveglio che litigava con il padre che cercava di amarlo spassionatamente, e l'unica risposta che seppe dare fu un'alzata di spalle. Poi, riflettendoci:- Me l'avrà rubata dalle mani mentre dormivo!-
Ren:- Veramente gliel'hai gentilemente offerta tu sta notte- Men nel frattempo era libero di gattonare intorno al padre.
Horohoro e Tamao guardarono Ren.
Horohoro:- Non è vero! Io non divido il mio saké, soprattuto non con un bambino, non sono così fuori di testa!-
Ren:- Ti ho visto benissimo, lo hai fatto per farlo dormire.-
Horohoro sbatté le palpebre ricordando appena la scena, poi:- E ha funzionato?-
Ren:- E' crollato all'istante.-
Horohoro all'improvviso soddisfatto:- Bene.-
Tamao:- Bene cosa?!- e ancora più furiosa a Ren:- E tu perché non gliel'hai impedito?! Che padre sei?!-
Ren riprese il figlio, lo strinse a sé e cercando di fuggire dal discorso uscì fuori a prendere una boccata d'aria; Yoh, Hana e Manta erano già lì. Alla fine si calmarono un po' tutti, già quel giorno molti sarebbero dovuti tornare alle proprie vite, non era il caso di rovinare quella bella giornata di reunion.
Hana parlava a raffica ai suoi due veri genitori, sempre nervoso, ma suo padre sorrideva sempre, sempre. Sua madre non sempre.
Lyserg andò via per primo, salutandoli educatamente, sfiorò i capelli del piccolo Men sorridendo dolcemente e uscì fuori dalle Terme Funbari.
Chocolove dovette andare subito dopo di lui (la sua pena non era ancora terminata), sfiorò i capelli di Ren sorridendo dolcemente e uscì fuori dalle Terme Funbari.
- Ma sei scemo?!- Gli urlò però il cinese.
- Intanto sei tu che sta notte hai dormito attaccato al mio braccio!- Si chiuse il portone alle spalle.
Nel frattempo il piccolo Tao punzecchiava con il dito il giapponese dell'Hokkaido che sedeva accanto a suo padre.
Horohoro:- Che vuoi, moccioso?-
Men punzecchiò più forte con sguardo nervoso, Ren lo prese:- Tu fai bere alcool ai bambini, fa bene a non fidarsi di te.-
Horohoro:- Ah ah.-
Yoh poi si intromise sedendosi tra di loro costringendoli a dividersi. Chiacchierò con la sua solita allegria e loro si rasserenarono, Yoh era sempre capace di farli sentire meglio. Alla fine alle Terme rimasero unicamente chi ci lavorava e i proprietari Anna e Yoh. Manta andò via per ultimo ancora una volta non pronto a chiudere questo libro che parlava di Yoh.
Prima di tornare ognuno nella propria nazione però i due ex compagni e amanti si ritrovarono a percorrere in estremo silenzio la stessa strada non troppo lontani dalla casa degli Asakura. Il sole stava per tramontare ma il cielo era ancora chiaro.
Men era avvinghiato al collo del padre ma continuava a guardare in malomodo lo sciamano di ghiaccio, che a sua volta ricambiava quello sguardo di disappunto.
- Potevi almeno farmelo sapere- non riuscì a trattenere l'Ainu che con le mani in tasca e la schiena un po' curva camminava accanto, ma non troppo vicino, al cinese.
Ren si voltò appena a guardarlo:- Non capisco a cosa ti riferisci.-
Horohoro si fermò, lo stesso di conseguenza fece l'altro, e lo guardò come a dire "mi prendi per il culo?"
Ren sorrise appena e poi tornò serio riprendendo a camminare:- Perché avrei dovuto dirtelo?-
Horohoro:- Lo sai il perché. O hai perso la memoria?- Spostò nervoso lo sguardo al cielo.
Ren:- E' due giorni che sembri quasi geloso, sai?-
Il giapponese si fermò di nuovo, ancora più nervoso:- Sai benissimo che lo sono!- Poi guardò d'istinto il bambino tappandosi la bocca, aggiunse poi piano:- Capisce quando parliamo?-
Ren non riuscì a rimanere serio scoppiando a ridere (a modo suo chiaramente). Rimase un po' in silenzio, e poi tornando serio, anche troppo:
- Mi dispiace- disse con un tocco di cinismo, quasi come se il dolore dell'altro non fosse un suo problema.
Ren:- Dobbiamo tornare a casa. Vero Men?- Il bambino non rispose continuando a guardare male il giapponese.
Horohoro, quasi serio:- Guarda, mi odia anche tuo figlio- dirlo gli faceva un po' male, come se dire "tuo figlio" confermasse quella realtà.
Ren:- Mi dispiace, mi assomiglia- disse ancora, questa volta con un tocco del suo solito sarcasmo.
Erano uno di fronte all'altro mentre il cielo imbruniva, distanti quasi un paio di metri.
Lo sciamano dei fulmini guardò il cielo un'istante:- Io e Men andiamo davvero, prima che si vedano troppo le stelle- e guardò per un'istante anche gli occhi azzurri e penetranti dell'altro.
"Prima che si vedano troppo le stelle" ripensò, e ripensò a tutto.
"Mi dispiace" e ripensò anche questo voltandosi e dando lui le spalle, stringendo ancora più forte il figlio che voltandosi a sua volta tra la spalla e il collo del padre continuò a guardare l'Ainu.
Erano ormai vicini alle vie del centro quando l'uno di spalle all'altro imboccarono due strade diverse, ma la strada che imboccò Horohoro si interruppe subito. Sbatté su una bella straniera dai corti capelli neri che, pesando molto meno del ragazzo, caddé a terra urlando un po'. Ren, ormai leggermente distante, non si accorse di nulla, ma Men che continuava a guardare l'Ainu tirò un ciuffo dei capelli del padre, costringendolo ad assistere alla scena.
Horohoro allungò la mano verso la ragazza scusandosi, quando lei alzò lo sguardo lui la riconobbe:
- Diana?- Non ne era certo.
La ragazza si alzò accettando l'aiuto:- Ci conosciamo?-
Ren curioso si avvicinò.
Horohoro ridacchiò arrossendo:- Ho indovinato! Sei davvero tu?? Che fortuna, ho ricordato il tuo nome e il tuo viso!-
Arrossì leggermente anche lei, non riusciva a ricordare chi fosse, ma lo trovava molto carino.
Ren:- Chi sarebbe?-
Il giapponese sobbalzò voltandosi di scatto:- Ren! Non eri andato via dopo una frase a effetto?!- Nervoso.
Ren scontroso:- Mio figlio mi ha fatto notare che sei un pericolo pubblico.-
Horohoro:- Ci conosciamo da non so quanti anni ma ha dovuto fartelo notare questo pulcino?- Tirò un colpetto con l'indice alla fronte del bambino che infastidito tentò di mangiarlo.
Poi:- E' Diana! La ragazza che abbiamo conosciuto a Nezumiland 7 anni fa!-
Diana li guardò e riguardò e riguardò con sguardo sbalordito:- I ragazzi che facevano le magie!!- Esultò lasciandoli un po' spiazzati, gli sciamani non fanno magie, pensarono nervosi.
La ragazza ora arrossì ancora di più nascondendo il volto nei capelli a caschetto:- Incredibile... ti sei ricordato la mia faccia dopo tanto tempo?-
Horohoro:- Eh eh- fu la sua unica risposta che innervosì sia il koropokkuru che il cinese adulto.
Ren:- Beh, che ci fai qui?- Sempre poco gentile.
Diana:- Lavoro. Vivo qui ora, sai?- Guardò Horohoro, scherzando un po':- Mi piacciono i ragazzi giapponesi! Ahah!-
Horohoro:- Eh eh- fu la sua unica risposta che innervosì ancora di più il koropokkuru e il cinese adulto.
La ragazza poi lanciò un piccolo urletto prendendo tra le sue le mani del ragazzo del nord:- Sei impegnato sta sera? Avrei un favore da chiederti!-
Ripensò a quello che fecero per lei e suo padre e dolcemente aggiunse:- Un altro favore, come se voi non aveste fatto già abbastanza!- Con occhi lucidi, bellissimi occhi lucidi in cui il giapponese continuava a perdersi. Ren decise che ne aveva abbastanza e si voltò per tornare a casa, Kororo decise di andare con lui.
Horohoro:- Ehi!!- Urlò poco dopo resosi conto della cosa:- Ok Ren, ma tu Kororo?!-
Kororo lo guardava arrabbiata con due grosse guanciotte.
Horohoro:- Sono libero, dimmi tutto!- Rispose poi alla ragazza, il folletto tornò sulla sua spalla controvoglia.
Diana:- Lavoro in un ristorante qua vicino! Doveva lavorare un nuovo ragazzo oggi, ma ci ha dato buca! Potresti coprirlo almeno per oggi??-
Horohoro:- Solo per oggi- specificò:- Non sono di Tokyo, sai?-
Diana:- Oh che peccato- sottolineò realmente dispiaciuta:- Ma per oggi lo faresti??- Speranzosa.
Horohoro:- Ma certo!- Strinse lei le mani ricevendo un colpo violento sulla testa.
Era chiaramente Ren, tornato ancora una volta indietro, Diana assistì alla scena leggermente scioccata rimanendo in silenzio.
Horohoro:- Ma sei impazzito?!- Urlò.
Ren:- Sei impazzito tu! Non sei mica capace di lavorare in un ristorante! Rifletti prima di dire le cose!!- Urlava anche lui.
Horohoro:- Perché siete ancora qui tu e il pulcino?! Non dovevate tornare a casa?!-
Ren:- Sì!! E ormai le stelle in cielo sono arrivate! Per fortuna le luci della città ne impediscono la visione!!- Continuava a urlare.
Horohoro:- Per fortuna?! Tu ami le stelle e odi che in città non si vedano!!- Continuava a urlare.
Ren:- Smettila di sapere quello che amo e quello che odio!!- Senza ritegno.
Diana:- Ragazzi, state dando spettacolo- decise infine di interromperli mentre anche Men si stava vergognando della scena, i due fecero finta di calmarsi, decisero di rimanere in silenzio ma dalle loro narici quasi continuava a uscire fumo.
Diana prese Horohoro sottobraccio e sorridendo disse a Ren:- Non è un problema che non abbia mai lavorato in un ristorante, sono sicura che sarà capace di aiutarci almeno un po'.-
Ren:- Dolce ragazzina illusa, quanto lo conosci poco.-
Horohoro:- Muori.-
Ren alzò il dito medio, Men diede un colpo al padre come a dire "che figura stai facendo fare a noi Tao" e lui si calmò.
Diana indicò lui il ristorante e aggiunse:- Si inizia tra due ore! Posso essere sicura che ci sarai?-
Horohoro annuì alzando il pollice. Ren notò che era un ristorante quasi di lusso e che lui era vestito quasi come un barbone.
Diana:- Vero.-
Horohoro:- Come vero?!-
Diana:- Non critico il tuo aspetto, sai che mi piace! (Il giapponese ridacchiò ancora) Però non è adatto a quell'ambiente. Ren!- Lo chiamò notando invece l'aspetto elegante del cinese:- Se non ti è di disturbo ci pensi tu a vestirlo come si deve?- Sorrise quasi accecandoli di dolcezza.
Diana cacciò il portafogli:- Se dovete comprare qualcosa... ecco, non ho molti soldi ma...-
Horohoro:- Ma che dici?!- La interruppe stringendo col braccio il collo del ex compagno:- Ci pensa lui a comprare quello che serve!-
Ren lo guardò malissimo rimanendo però zitto, e ormai si sa, chi tace acconsente.
E così mentre le stelle diventavano sempre più evidenti ma rimanevano offuscate dalle luci dei negozi e dei lampioni i due ragazzi insieme al bambino decisero di tornare a casa il giorno seguente e di fretta si buttarono nella prima bottega che vendeva abbigliamento di classe.
Il ragazzo dai lunghi capelli viola, prima di oltrepassare la porta in vetro, guardò un ultima volta il cielo, nonostante tutto qualche stella riusciva a vedersi in quel bel cielo; quanto lo amava "dannazione", e mordendosi un labbro entrò seguendo l'Ainu.
  
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