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Autore: Ivy001    09/07/2021    1 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non voglio niente da te, hai capito?” – continua a gridare la bambina, preda di una rabbia ingestibile.

Il corpo, così esile e delicato, trema mentre gli occhi le si riempiono di lacrime.

“Voglio aiutarti” – insiste Axel, avvicinandosi a Ginevra.

Ma la minore indietreggia, minacciando di urlare e chiamare la sicurezza.

“Ascoltami, ti prego”
“NO”

“Mamma e Bogotá soffrono come cani”

“E allora?” – replica la gemella di Sebastìan, celando il dispiacere per quella situazione. Pronuncia poi parole che spiazzano Axel – “Loro non hanno mai capito il mio di dolore”

“Hai sette anni eppure sembri ragionare come un’adulta rancorosa…”

Ginevra si pone sulla difensiva, assumendo l’atteggiamento di chi, nel giro di mesi addietro, ha saputo per bene condizionare i suoi pensieri e dominare la sua testa.

“Cosa vuoi da me? Compari dal nulla, mi insegui, mi rimproveri… io a te non devo spiegare niente. E poi…dovresti essere contento. Adesso mamma è tutta tua. Tanto a me non vuole bene”

Un tono duro, di chi ha accumulato tanto, rischiando di implodere.
“Non è così. Lei sta vivendo davvero male la tua assenza. Sei sua figlia!”

Ignorando le parole del gitano, la piccola cerca di allontanarsi e trovare una via di fuga.

Potrebbe emettere un suono di terrore, e attirare l’attenzione sulla gente di passaggio, che non esiterebbe a salvarle la vita da quello che apparentemente potrebbe essere un maniaco. Ed è prossima a farlo, date le circostanze. Sarebbe disposta a tutto pur di liberarsi dell’accerchiamento e delle pressioni di un fratello che non è intenzionata a conoscere.

“Ti giuro che, se torni a casa, io sparirò per sempre” – dice il giovane Jimenez, mettendo da parte la propria felicità, pur di vedere sua madre sorridere ancora.

Sa benissimo che allontanarsi, non è la soluzione risolutiva, però evidentemente ha poche scelte.

“Non ti credo! Lo dici solo per portarmi via dalla mia maestra”

“La tua maestra è una donna senza scrupoli. Come ha fatto a convincerti che i tuoi genitori non ti amano? Come ha fatto, spiegami!!”

Ginevra si zittisce. Fissa gli occhi di Axel, così simili ai suoi, aggrottando le sopracciglia in uno sguardo cupo e cruccio - “Non ti permettere di offendere una persona tanto speciale per me!”

“Speciale? Ma ti ha fatto il lavaggio del cervello. Ti supplico, Ginny, cerca di capire…”
“Mi chiamo Ginevra!” – s’irrita la bambina, mettendolo a tacere.

Non accetta affatto che qualcuno che non conosce e che non ama, utilizzi quel nomignolo affettuoso nei suoi confronti.

Axel, a quel punto, si sente demoralizzato. Non vorrebbe appellarsi alla stessa tecnica adoperata da Caroline Jones, eppure è costretto a farlo.

Intuendo la sensibilità di sua sorella, la mette al corrente della crisi matrimoniale tra il saldatore e Agata.

“Se non tornerai a casa, nostra madre e Bogotá, si lasceranno per sempre”

Un fulmine a ciel sereno per la piccola Ginny che, spiazzata, mostra in volto la sua incredulità.

“Cosa stai dicendo? Loro si vogliono bene”

“La tua sparizione ha cambiato tutto. E ad oggi il loro matrimonio è incerto”
Forse non avrebbe dovuto agire sul senso di colpa, ma Axel si è visto di fronte ad una situazione ingestibile e quella è parsa l’unica carta vincente da giocare.

“Non ci credo” – ripete più volte la gemella di Sebastìan, scuotendo il capo come a volersi autoconvincere di una verità differente da quella appena udita.

“Abbiamo riunito i Dalì al completo. Siamo giunti noi figli da ogni parte del mondo, pur di riportarti a casa! Ti credevamo in pericolo, abbiamo temuto il peggio. Tutto questo, mentre la famiglia amorevole che ricordavi, si frantumasse sotto i nostri occhi!”

“Io però sto bene con la maestra Jones” – ribadisce lei, celando il dispiacere di fronte alla constatazione di un matrimonio in crisi di cui è pienamente responsabile.

“Intendi dire la maestra Honey?” – precisa Axel.

La minore lo guarda, perplessa. Poi ricorda del diario segreto e precisa – “A quanto pare avete letto qualcosa di privato”

“Non potevamo non farlo, sapendoti chissà dove, con chissà chi”

Ginevra abbassa lo sguardo, pensierosa.

“Torna a casa, per favore” – Axel le porge la mano, in attesa di poterla stringere e poter gridare vittoria di fronte a un’insegnante che, nel frattempo, nervosa e furiosa, gira confusamente in aeroporto.

“Maledizione! Dove cazzo sarà finita!” – brontola Caroline. A quel punto i suoi piani cambiano. Afferra il cellulare e compone un numero.

“Ho bisogno di voi, dovete raggiungermi immediatamente”

Quello che accade in quei secondi è essenziale per la svolta della vicenda di Ginny.

Il gitano continua a pregarla di rincasare, inginocchiandosi addirittura di fronte alla bambina.

Ma la piccola è restia, fin troppo.

Pensa e ripensa ai suoi genitori in crisi, ad una fuga escogitata da mesi, ad un egoismo che l’ha condotta a livelli estremi, non tipici per la sua età.

Qualcuno le ha inculcato un sentimento che mai avrebbe potuto provare se non sollecitata dall’esterno: il rancore, la rabbia, l’odio… e il suo cuore innocente non avrebbe mai voluto provare emozioni tanto distruttive.

E’ allora che la mente vaga, mentre i ricordi si fanno strada con forza.

Flashback di giorni addietro, mentre canta e balla con sua madre, di quei giochi e degli scherzi con Alba e Sebastìan, delle coccole di suo padre…. e improvvisamente l’immagine di Caroline Jones e di Carmen e Jorge Gonzales sembrano schiacciare e prendere il sopravvento.

La loro presenza si fa sentire come un pugno nello stomaco, costringendola a non cedere alle pressioni di Axel.

“Non posso, mi dispiace” – con le lacrime agli occhi, Ginevra grida la parola “Honey” e attira su di sé l’attenzione dei passanti e di alcune guardie di sicurezza.

“Va tutto bene qui?”

“Ho perso la mia mamma” – spiega la minore, sotto lo sguardo esterrefatto di suo fratello maggiore.

“Vieni con noi, ti aiuteremo a cercarla” – spiega l’uomo di mezza età in divisa, prendendola per mano.

A passo rapido, la bambina si allontana, non prima di aver osservato per l’ultima volta quel parente che, ancora piegato a terra, nasconde il viso tra le mani e lascia che sia il pianto a dominarlo.

Ginevra è a pochi passi dalla Jones, quando si accorge di due figure familiari aggirarsi in aeroporto.

“Non può essere” – esclama ad alta voce, pietrificandosi.

“Che succede, piccola?” – le domanda il tizio della scorta.

Alba e Seba sono giunti sin lì e Ginny conosce bene le ragioni.

Quanto le sono mancati i suoi fratelli. Forse vederli e saperli in pena per lei è ciò di cui necessitava sin dal principio.

Senza controllo né manipolazioni, lascia libero il suo cuore e corre verso di loro.

Li chiama a gran voce, avvertendo la leggerezza invaderle il petto.

“Ginny” – urla per primo il gemello.

Alba è accanto a Drazen quando nota Seba lasciarle la mano.

Si voltano tutti nella direzione specifica e restano di sasso di fronte ad una scena straziante.

I gemelli si riabbracciano, uniti da un legame non semplice da spiegare, ma talmente forte da rendere la vita dell’uno semplice grazie alla sola presenza dell’altra.

“Mi sei mancata”

“Anche tu”

La primogenita di Nairobi e Bogotá, li raggiunge alcuni secondi dopo e, con il cuore a mille, e le guance bagnate dal pianto, accoglie sua sorella a sé e le sussurra – “Non lasciarci mai più, perché fa malissimo”

Anche Ivana ed Emilio riconoscendo i parenti, avanzano e tirano un sospiro di sollievo.

“Tutto è bene quel che finisce bene” – commenta Erik, giunto assieme a Drazen in aeroporto come accompagnatore dei fratellini minori.

“Adesso tornerai a casa con noi, vero?” – singhiozza Sebastìan, speranzoso.

Ginevra stavolta ha pochi dubbi. Nonostante il bene che nutre per la Miss Honey, si è accorta che non supererà mai quello che sente per i suoi fratelli.

Così, davanti all’ennesima richiesta di rientro, Ginny annuisce.

Sa di aver abbandonato in quell’aeroporto una persona speciale, da cui è scappata minuti addietro, cosciente di ferirla. E per tale motivo, fa una richiesta particolare - “Vorrei prima salutare la maestra”

I giovani Dalì, invece, non credono sia una buona idea.

“E’ meglio farlo in un secondo momento” - puntualizza Yerevan, una volta prossimi a salire in auto.

“Fidati di loro, sono i nostri fratelloni” – aggiunge Alba, sorridendo al venezuelano.

“Promettetemi che domani andremo a salutarla, non voglio che soffra” - continua Ginevra.

Ivana interviene, conscia che in fondo Ginevra vuol bene alla rapinatrice. Così, con estrema dolcezza le risponde – “Sei una bambina dal cuore d’oro. Tranquilla, quando tutto sarà sistemato, ti porteremo da chi si è preso cura di te in questi giorni”

“Anche dai nonni?”

“Chi? Dai nonni?” – ripete, confuso, Seba.

“Si, sono dolcissimi. Dovete conoscerli” – solo pensare a loro, riempie il cuore di Ginevra di gioia. Mai avrebbe pensato che Carmen e Jorge sono stati, per mesi, pedine nelle mani di chi crede sia una persona speciale.

Pedine che, appena scoperta la sua assenza da casa, temendo il peggio, si sono presentate davanti la villa di Bogotá e Nairobi.

“E voi chi siete?” – domanda Tokyo, trovando sull’uscio due persone sconosciute.

“Salve, sappiamo chi è lei. Sappiamo che tutti i Dalì sono qui, abbiamo bisogno di parlare con Agata!”

“Ehm… non capisco cosa state dicendo….” – finge Silene, preoccupata che la copertura della Banda sia stata svelata.

“Non temere, sono Carmen Jimenez…la mamma di quella che voi chiamate Nairobi! Vengo fin qui per Ginevra. Vogliamo aiutarvi a salvarla”

“Da Caroline Jones? Sì, sappiamo di lei!” – domanda la Oliveira, facendo loro intuire di non essere impreparati sul da farsi.

“No” – risponde l’anziana, lanciando uno sguardo complice nel consorte.

L’uomo le dà l’ok… a malincuore, dà il consenso per rivelare dettagli rilevanti.

“Perché dite No? Inutile che coprite la sua identità, sappiamo chi è” – controbatte Tokyo.

“Vogliamo aiutarvi a salvare Ginny sì, ma non da Caroline Jones…”

“E da chi allora?” – chiede, sospettosa, la compagna di Rio.

“Da Teresa Perez”

*******************************

Tutti saliti in auto, attendono l’arrivo di Axel. Solo il giovane gitano è rimasto indietro e non si appresta a raggiungere il gruppo.

“Che fine avrà fatto? Inizio a preoccuparmi” – sostiene Varsavia.

“Io torno lì” – dice Emilio, agitato, lasciando il veicolo.

In quel preciso istante, un sms sul cellulare di Ivana pone tutti in allerta.

Il ragazzo è con me. Ho capito che c’eravate di mezzo voi, maledetti. Non la passerete liscia. O mi restituite la bambina, o non vedrete mai più il vostro amato fratello. Vi dò 2 ore di tempo…. Teresa Perez

L’ucraina legge il messaggio con voce tremante, mentre gli occhi le si inumidiscono.

“Porca puttana!” – impreca Drazen, con le mani tra i capelli.

“Chi cazzo è questa Teresa Perez?” – chiede, sconvolto, Erik.

“E se avessimo fatto un buco nell’acqua? Se dietro Caroline Jones ci fosse qualcun altro?”- ipotizza Emilio.

Al momento tanti dubbi e poche certezze… e un altro tragico problema in vista…

“Axel, che piacere rivederti!”

“Chi sei tu?” – il gitano, caricato con la forza su un auto, minacciato con una pistola da due tipi inquietanti, si accorge della persona seduta alla guida del veicolo.

Una donna.

La sconosciuta si libera di una parrucca bionda e degli occhiali da vista che indossò fino a pochi istanti prima.

“Tu non mi conosci, però io sì. Piacere, mio caro! Io sono Teresa Perez” – gli porge la mano, ridacchiando, come solo una persona instabile può pensare di fare di fronte ad un sequestro di persona.

Adesso sì che ha inizio il gioco vero e proprio!

   
 
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