Anime & Manga > Lupin III
Segui la storia  |       
Autore: Hana S    09/07/2021    2 recensioni
Jigen nasconde da otto anni un segreto a Lupin e Goemon, ogni volta che un colpo viene messo a segno sparisce e torna sempre nella stessa città, dove nasconde e protegge il suo tesoro più prezioso. Ma per quanti sforzi fatti, il passato e le sue minacce possono sempre tornare.
Estratto dal primo capitolo:
Quei meravigliosi occhi smeraldo lo guardavano pieni di lacrime, si era portata le mani davanti alla bocca e tremava per l’emozione, lui si alzò e si avvicinò a lei che allungò una mano sfiorandogli il viso, Jigen afferrò delicatamente quella mano aggraziata e la tenne stretta contro la sua guancia. «Sei tornato …»
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 8 – Ladri alla villa
 
«Da dove diavolo è scattata l’allarme?» gridava Josh dal suo telefono alle guardie nella sala controllo, mentre teneva stretta la sua pistola nell’altra mano. «Josh, non ne abbiamo idea, sembra tutto regolare …» ma l’uomo si interruppe bruscamente «Cosa succede?» a Josh non piaceva quell’improvviso silenzio. «I monitor dei sotterranei si sono spenti!» disse preoccupato l’uomo all’altro capo del telefono.

«A tutti gli uomini del piano terra! Riversatevi nel corridoio sotterraneo e chiunque non sia dei nostri, che venga riempito di pallottole!» ordinò Morimura all’interfono della villa «Snake, va con loro!» disse girandosi verso il suo uomo «Ma capo, lo sa benissimo che è solo un diversivo!» protestò Snake. «Lo so, ma potrebbe esserci uno di loro ancora la sotto, se sono Goemon o Lupin falli fuori, se trovi Jigen, portamelo qui!» la serpe, con un ghigno sul volto lasciò la stanza e corse a guidare gli uomini nei sotterranei. Morimura ora aveva anche un’altra preoccupazione: se quella banda di ladri volesse anche impossessarsi di un atro suo tesoro?

Le guardie davanti alla porta del santuario di Morimura erano state stese, ma una riuscì ad avvisarli che c’era ancora qualcuno dentro, indicando con l’indice e pronunciando poche parole quasi inudibili, prima di accasciarsi nuovamente. Snake con alcuni dei suoi si precipitò all’interno, ma la flebile luce non gli permetteva di vedere «Usate le torce, maledizione!» urlò e gli uomini illuminarono davanti a loro e dietro la statua qualcosa si mosse, Snake si avvicinò quatto «Siete in trappola, topolini!» girando dietro il leone dorato puntò la pistola, ma abbassò la canna e strabuzzò gli occhi: erano le guardie che dovevano essere all’ingresso, spogliate della loro divisa, legati e imbavagliati.
Snake capì al volo e corse fuori superando tutti gli uomini riversatisi nella stanza, due bombe a mano gli passarono vicino esplodendo all’interno, riuscì a superare le porte prima che queste si richiudessero dietro di lui, gli uomini rimasti fuori erano stati stesi e quelli all’interno della stanza a breve sarebbero caduti nel sonno generato dall’aver respirato il gas soporifero rilasciato dalle bombe. Le guardie che avevano trovato prima riverse al suolo non c’erano più, corse verso l’uscita, attraversò il lungo corridoio e voltato l’angolo trovò alcuni uomini di Morimura schierati con i fucili puntati.

«Eccolo è lui! È Lupin, sparate!» gridò un uomo. Snake era impietrito, quell’uomo era la sua copia esatta e dava ordini ai suoi sottoposti, dovette nascondersi e tornare indietro, degli uomini lo inseguirono e una volta immobilizzatolo cercarono di levargli la maschera «Ti abbiamo preso ladro da strapazzo!» ma la maschera non veniva via «Brutti idioti, sono io quello vero!» tutti tornarono indietro; quei pochi rimasti all’entrata dei sotterranei erano immobilizzati, Jigen e Lupin erano all’ingresso e stavano chiudendo l’enorme porta, apribile solo dall’esterno oppure con i badge delle guardie che sorvegliavano la statua, naturalmente rubati da Lupin. Erano in trappola o almeno non tutti. Un suono metallico riecheggiò nell’oscurità e con una torcia venne illuminata un’altra bomba soporifera, Snake rubò la torcia e corse verso un passaggio segreto che solo lui, Morimura e Josh conoscevano, lasciando i suoi uomini a sonnecchiare tranquillamente. Nello stretto corridoio polveroso, meditava su come farla pagare a Lupin una volta tornato in superficie.


«Che succede? Dove sono Lupin e gli altri?» Josh gridò ancora la telefono «Josh, tutte le telecamere sono fuori uso! Non riesco a …» si udì un colpo e la comunicazione fu interrotta. Tutti gli uomini, compreso Morimura lasciarono l’ufficio e corsero in direzioni diverse: alcuni alla sala monitor, altri nei corridoi, Josh fu incaricato da Morimura di recuperare Rina, Kyoko ed i bambini e portarli in un posto sicuro e Morimura andò dritto verso il giardino centrale, aveva visto qualcuno dalle vetrate del suo ufficio, in piedi sull’engawa che fumava una sigaretta.


Goemon rinfoderò la katana, aveva rotto i monitor dopo aver stordito le due guardie; Fujiko aveva detto che poteva momentaneamente spegnere le telecamere da un qualsiasi computer della villa visto che si era impossessata dei codici di sicurezza, ma i tecnici della sala monitor erano uomini in gamba, le avrebbero riattivate in breve tempo, occorreva renderli innocui. Legati i due uomini e nascostili in un ripostiglio andò a cercare i bambini, atterrando nel frattempo coloro che intralciavano il suo percorso. Era già al primo piano e saltò sul tetto andando dritto dove Fujiko aveva indicato che si trovavano i bambini, Akemi non era in camera sua, ma era nella camera di Ryugi e il signor. Hirai faceva loro da guardia brandendo una katana vestito con hakama(1) bianca e uno yukata(2) nero.

Fu la bambina a vederlo da dietro la finestra e corse ad aprirla «Goemon-sama! Sei venuto a …» Hirai la prese portandola dietro di sé. «Hishikawa! Cosa ci fai qui?» puntava l’arma verso il samurai. «Sono venuto a portare via questi bambini» Goemon sfoderò la sua Zantetsuken, puntandola all’uomo. Si erano già scontrati anni fa, quando Goemon aveva rubato un antico monile che Morimura custodiva, ma che apparteneva ad un tempio shintoista e lui si era fatto carico di riportarlo dove doveva stare. L’uomo gli aveva dato del filo da torcere allora e guardando la luce nei suoi occhi, non sarebbe stato diverso nemmeno questa volta. Furono i bambini a fermarli, mettendosi in mezzo «Uomini!» disse Ryugi con gli occhi scintillanti e pieni di vivacità «Vorrei davvero assistere a questo epico scontro, ma non c’è tempo, dobbiamo andarcene» Akemi pizzicò la guancia del fratello tirandola forte, in un momento del genere pensava ad un combattimento. Hirai guardò il ladro «Li porterai al sicuro?» Goemon annuì alla domanda dell’uomo «Allora non posso impedirtelo» Hirai rinfoderò la katana «Bambini andate con lui, ma bada ladro! Che non accada nulla ai piccoli!» i due abbracciarono Hirai e si avvicinarono alla finestra, ma prima che Goemon potesse mettere piede fuori, un proiettile lo sfiorò, due uomini nel giardino puntavano le pistole verso di lui, si lanciò giù e li stese in pochi colpi. Altri uomini corsero verso di lui, attirati dagli spari, ma quando si voltò anche Hirai era saltato giù e li atterrò.

«Il giardino esterno ha delle porte di servizio, facciamo scendere i bambini e portiamoli via» udirono un tonfo e votandosi videro Ryu riemergere dai cespugli trionfante, si era buttato come loro ed ora si sentiva un samurai. «Akemi! Piccola non ti buttare veniamo noi a prenderti!» Hirai non fece in tempo a finire la frase che Akemi urlò trascinata via da qualcuno. «Hirai-san prendi Ryugi e portalo fuori, io cerco la bambina» Goemon gli disse dove dirigersi una volta fuori dalla villa e con un balzo arrivò alla finestra, la porta della stanza era spalancata e si gettò all’inseguimento. Ryu non ne voleva sapere di lasciare sola la sorella «Ryugi! Un bambino ed un vecchio saranno solo d’intralcio a quel samurai, ubbidiamo e lasciamo la villa!» il bambino guardò un’ultima volta la finestra e poi seguì il signor Hirai.


Kyoko aveva udito degli spari, erano vicini, ma affacciandosi alla finestra non vide nulla; Hirai e Goemon erano nascosti alla sua vista dai grossi alberi del giardino, il gran trambusto proveniente da quel lato della villa non le piaceva. Corse alla porta pochi secondi prima che Hirai e Ryu passassero nel giardino sottostante; forzò la maniglia con tutta la forza che aveva e sbattendo forte i pugni contro la porta ordinava alla guardia di aprirle, ma nessuno rispose. In effetti non si udiva alcun rumore, appoggiando l’orecchio, sentì un forte tonfo e il suono di qualcosa che veniva trascinato via. Kyoko indietreggiò, qualcuno con in mano delle chiavi che tintinnavano stava aprendo la porta. Fujiko fece capolino nella stanza e Kyoko non sapeva cosa aspettarsi da lei «Kyoko! Stai bene per fortuna!» mentre si avvicinava, Kyoko indietreggiava e cercò qualcosa con cui difendersi, afferrò una forbice dalla scrivania e gliela puntò «Sapevo che Jigen non poteva sposarsi con una donna senza spina dorsale» disse sorridendo Fujiko e le forbici caddero dalle mani di Kyoko.

«Conosci Jigen?» Kyoko corse da Fujiko e le afferrò le braccia «Come sta? Dove si trova? È ferito?» chiedeva tremando per l’emozione. «Non preoccuparti Kyoko, sta bene ed è qui, ma ora devo portarti fuori dalla villa!» prese per mano Kyoko e corse fuori dalla stanza, nel salotto che faceva da anticamera si trovarono faccia a faccia con Rina e le due donne si fermarono non sapendo cosa fare. «Oh, meno male care, siete tutte e due qui!» corse ad abbracciarle «La situazione si è fatta pericolosa, dobbiamo andarcene! Una macchina ci sta aspettando, forza!» Fujiko annuì, forse l’aiuto di Rina si sarebbe rivelato utile, ma rimaneva sempre in guardia, la superò a grandi passi.

«Rina, i miei figli, sai dove sono?» chiese Kyoko stringendo la giacca della donna fra le mani «Ci stanno già aspettando in macchina, presto andiamo!» Fujiko si fermò alle parole della donna, i bambini dovevano già essere con Goemon, come avrebbe fatto Rina a trovarli? I dubbi della ladra furono fugati quando voltandosi, vide Rina puntarle una pistola «Non ti muovere! Fujiko» Rina l’aveva vista esitare e temendo che potesse essere coinvolta nel piano di Lupin più del dovuto, cambiò le carte in tavola; ma anche la ladra estrasse una pistola e la puntò alla donna «Ora come la mettiamo, Rina?»

«È facile!» Rina strattonò Kyoko e le circondò il collo con il braccio puntandole la pistola alla testa «Ora Fujiko, spostati!» Rina faceva sul serio e Fujiko abbassò l’arma, facendosi di lato. Rina e Kyoko camminarono verso l’uscita, Kyoko non osava muoversi, non temeva solo per la sua vita, ma anche per quella della sua salvatrice, ora era certa che Rina non aveva scrupoli anche se mai avrebbe pensato che potesse essere capace di puntare una pistola addosso a qualcuno. Rina prese Kyoko per un braccio e la lanciò per terra «Legala!» ordinò tenendo sempre Fujiko sotto tiro. Josh afferrò Kyoko e le legò le mani dietro la schiena, quando riuscì a voltarsi Kyoko aveva la rabbia dipinta sul volto. Josh prese quel viso delicato con una sola mano «Non preoccuparti dolcezza, non ti farò nient’altro!» poi Rina si fece consegnare chiavi e pistola da Fujiko.

«Così eri anche tu in combutta con quei ladri! Mi puzzava qualcosa di te, ma non riuscivo a capire cosa fosse, nascosto dietro la facciata della segretaria perfetta. Sapevo che lo zio malato era una balla, ma volevo conoscere talmente tanto la verità che non ho esitato a dirti di portarlo qui alla villa! Le maschere ed i costumi lasciati nella sua camera hanno dato conferma ai miei dubbi e il fatto che Lupin sarebbe arrivato questa notte, mi ha reso più semplice trarre le mie conclusioni. Fai la brava e rimani qui fino a che non ti troveranno gli uomini di mio marito! Dai la tua pistola a Josh!» l’uomo lasciò Kyoko e prese l’arma che Fujiko aveva lanciato lontano da sé e la tenne sotto tiro, poi Rina sparò a Kyoko sul braccio facendola sanguinare tra lo stupore di tutti «Un monito, Fujiko, se ci segui prenderò meglio la mira!» Poi i tre uscirono dalla stanza e chiusero a chiave la porta. Il proiettile non aveva procurato una ferita molto profonda, ma nonostante ciò le faceva un gran male, il sangue le scorreva fuori lungo tutto il braccio e sul vestito; Rina la medicò in modo da fermare il sanguinamento e poi se ne andarono.

«Sospettavo tu fossi perfida, ma ora ne ho la conferma!» Kyoko sentiva un gran dolore al braccio, ma era attenuato da tutta l’adrenalina che aveva in corpo in quel momento. «Mia cara, scoprirai che posso essere molto peggio!» Rina indicò il corridoio e un uomo si avvicinò tenendo Akemi fra le braccia «Mamma!» gridò la bambina appena la vide, Kyoko sentì tutta la rabbia sparire in un momento «Non siamo più così agguerrite, vero Kyoko? … Andiamo!» disse Rina trascinandola via, ma l’uomo che teneva Akemi fu colpito alle spalle e lasciò andare la bambina prima di cadere su sé stesso, Goemon apparve dietro di lui. Akemi stava per correre dalla madre quando lei le urlò «Akemi no!» aveva visto Rina alzare la pistola in direzione della bambina, le si gettò addosso e il proiettile colpi una lampada facendola scoppiare. «Goemon prendi la bambina e portala via ti prego!» urlò tra le lacrime Kyoko e il samurai obbedì, sapendo che la piccola era in pericolo, ma la portò semplicemente in una stanza laterale dicendole di nascondersi, poi puntò l’arma verso i suoi avversari.
«Josh, fallo fuori e poi prendi la bambina. Ti aspetto dove sai!» Rina afferrò Kyoko e la trascinò via, e lei la seguì, sapendo di portarla il più lontano possibile dalla figlia. Goemon si lanciò su Josh che gli scaricava addosso tutti i colpi che aveva, ma quando il samurai pensò di riuscire a colpirlo, la sua katana incrociò un’altra spada. «Credevi di essere l’unico a poter impugnare un’arma del genere?» Goemon si accorse solo allora della fodera legata al fianco dell’uomo «Ti devo ringraziare, quando sei arrivato qui anni fa ero solo un ragazzo inesperto, vedendo la tua maestria decisi di imparare l’arte della spada e ora … fatti sotto!»


Lupin era fermo davanti ad un muro, indossò la maschera antigas e tirò la leva accanto a lui, la parete tremò e una piccola porzione si mosse, una nuvola di polvere si diffuse intorno al ladro non appena la parete iniziò a girare su sé stessa, Lupin intravide nella stanza oltre il muro gli uomini ancora stesi dal gas soporifero, mentre la statua dorata compariva davanti ai suoi occhi. Fece non poca fatica a coprirla, metterla nella cassa, legarla, e trascinarla nel cassone del camioncino, pensò a quanto fosse stato stupido a dire che ce l’avrebbe fatta da solo, ma alla fine salì in cabina e partì. Pochi minuti dopo uscì da una grotta nella campagna circostante e nascose la refurtiva, poi tornò alla villa; secondo il piano Kyoko, Fujiko e i bambini dovevano essere già arrivati o per lo meno dovevano trovarsi già in vista. Goemon avrebbe incontrato le due donne e affidatogli i bambini, sarebbe andato ad aiutare Jigen che intanto doveva distrarre Morimura. Gli uomini di Sakashi sarebbero arrivati presto e ci sarebbe stato un gran casino nella villa.


Tsubasa e Zenigata, con le pistole in mano erano già davanti al portone della villa al suono del primo allarme, sentirono tutto il trambusto al suo interno e la voce di Morimura dare ordini ai suoi uomini. «Dannazione!» Lupin era sicuramente dentro la villa e Zaza non poteva andare a prenderlo. Tsubasa era al telefono con la centrale di polizia locale «Com’è possibile che contro Morimura non possiate fare nulla?!» ma la linea cadde, riprovò con il telefono di Zenigata e poi con quello di altri poliziotti, ma era come se qualcuno li avesse isolati. Passarono interminabili minuti durante i quali i due si chiedevano cosa fare. «Ehi voi! Qui non si può stare!» un poliziotto nelle retrovie si rivolgeva a degli sconosciuti giunti dal nulla su auto nere senza targa, che crearono una barriera dietro i poliziotti. Riparati dietro le auto blindate, aprirono il fuoco ed alcuni agenti rimasero feriti prima di potersi rifugiare dietro le volanti, Zaza e Tsubasa raggiunsero i loro uomini per dar man forte nello scontro a fuoco.

Intanto, approfittando della confusione e del buio della notte, altri uomini arrivarono fino alla grotta da dove poco prima Lupin era uscito con la statua «Lupin ha detto che da qua si accede direttamente alla villa tramite un passaggio sotterraneo …» un altro vicino a lui replicò «Lupin e la sua banda faranno meglio a non imbrogliarci! Non avevano parlato dei poliziotti! ... Ora muoviamoci!» si introdussero nella villa e mentre alcuni di loro distraevano gli uomini di Morimura, altri si diressero nel suo ufficio.
«Veloce!» disse uno di loro rivolto ad un ragazzo seduto fuori dalla porta con un computer portatile. «Quanto sei impaziente! … Ho fatto, sistemi d’allarme disattivati» poi guardò il suo compagno più grande con un sorriso di trionfo «Prendiamoci tutto di questo bastardo!» fece per entrare, ma poi si spostò di lato e con un inchino si rivolse a qualcun’altro «Dopo di lei signor. Sakashi» appoggiato alla parete opposta c’era un uomo: vestito con un completo bianco, così come le scarpe, camicia azzurra e borsalino bianco posato sui capelli neri; con un sorriso di trionfo superò i suoi uomini e si sedette alla scrivania di Morimura, il computer era acceso ed inserì una chiavetta USB «Dimmi tutto ciò che sai!» copiò vari file e informazioni interessanti, alcune delle quali le inviò all’interpol di Tokyo tramite una linea non tracciabile.


Lupin vide due figure avanzare verso di lui e più si facevano vicino più distingueva un uomo con una katana e un bambino “Ma dov’è Akemi? E Goemon non dovrebbe essere qui!” pensò, ma poi si rese conto che l’uomo non era l’amico. Ryu si gettò fra le braccia del ladro «Lupin stai bene!» si guardò intorno «Dove sono Goemon e Akemi? E la mamma?» ma il ladro rispose che erano loro due i primi che incontrava. Ryu sgranò gli occhi e si voltò per tornare indietro «Ryu! Non puoi tornare alla villa!» il signor Hirai bloccò il bambino. «Hirai ha ragione piccolo, la mamma e Akemi presto arriveranno e quando avremo finito ce ne andremo tutti insieme!» cercò di convincerlo Lupin. «Voi non capite!» diceva piangendo Ryu «Ho promesso a papà che le avrei protette, invece sono stato io il primo a fuggire!».

«Ryu!» Lupin cercò di avere un tono autoritario, ma poi prese il bambino fra le braccia «Se ora rientri nella villa ogni tentativo di tuo padre di mettervi in salvo verrà compromesso!» poi lo guardò in faccia sorridendo ed accarezzandogli la testa «Rimani con Hirai, ci penso io alla mamma e ad Akemi per questa volta, se me lo permetti» tirando su con il naso Ryu annuì e Lupin corse di nuovo via. I due invece andarono verso il camioncino nascosto in una vecchia baracca giù dalla collina su cui la villa si trovava, passando vicino alla grotta Hirai vide parecchie impronte di gente che si era intrufolata, prese Ryu per mano ed accelerò il passo.


Jigen camminava lento per i corridoi della villa, sparando qualche volta agli uomini di Morimura che comparivano davanti a lui, ad ogni passo riviveva i suoi giorni lì al servizio di Morimura, fino alla fuga con Kyoko e adesso come allora era deciso a strapparla dalle mani del padre. Aveva eseguito le istruzioni: steso le guardie nel santuario sotto la villa e preparato il tranello con Lupin, procurato il camioncino e resi inabili quanti più uomini possibile; ora aveva un ultimo obbiettivo, forse il più importante. Uscì sull’engawa e fisso in alto l’ufficio di Morimura, lo vide disperarsi con i suoi uomini e sorrise, si accese una sigaretta e attese. Morimura si appoggiò alla vetrata, era visibilmente provato e si passava una mano nei capelli, poi come chiamato da una voce familiare alzò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono «Vieni bastardo, ti sto aspettando!» le parole di Jigen riecheggiarono nel buio.
 
Note di Hana:
Ciao a tutti, allora … Cosa ne pensate? È cominciata l’azione, yeah! Ma il piano non si sta svolgendo esattamente come pianificato, curiosi di scoprire come andrà a finire?
Il povero Zaza e Tsubasa sono impegnati a difendersi, anche se l’unica grande preoccupazione dell’ispettore è quella di raggiungere Lupin i prima possibile. Intanto nostri ladri si danno da fare, nonostante le difficoltà incontrate.
Alla prossima
 
(1) Indumento tradizionale giapponese simile ad una gonna-pantalone o a una gonna a pieghe, viene legata in vita ed è lunga fino alle caviglie.
(2) Indumento simile al kimono, ma meno formale. In genere di cotone.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: Hana S