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Autore: lmpaoli94    09/07/2021    2 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Mentre il cuore di Gwen batteva all’impazzata per la paura, ecco che doveva affrontare il suo destino contro la Contessa Madre che l’aveva chiamata al suo cospetto.
Capendo immediatamnte di cosa si trattava, Gwen cercava di aiutarsi facendo dei respiri profondi.
< Chiudi la porta, Gwen > gli ordinò la Contessa Madre con tono fermo e deciso.
Senza proferir parola, Gwen si limitò ad obbedire evitando di guardare negli occhi la sua Signora.
< Dimmi, adesso: che cos’è successo nel mentre Phoebe non era con me? >
< Ha passeggiato tra i giardini del castello per ammirare le fiorenti colture > mentì la donna cercando invano di nascondere la sua paura.
< Ho visto Andre lasciare il castello passando per i magnifici giardini. Era con Theodore? >
< Sì, mia Signora. Il bambino e il maestro si stavano allenando con le spade. Ma poi è successo quello che avevo temuto e… >
Non riuscendo ad andare avanti nel racconto, Gwen chiese subito perdono alla Contessa Madre.
< Si sono incontrati, vero? >
< Non ho potuto fare niente, Contessa. Mi dispiace. >
Chiudendo gli occhi per fare un repsiro profondo e concentrarsi, la donna pensò che era saggia non dover più mentire e tener nascosto l’impossibile, peraltro pensava che un possibile avvicinamento dei due bambini avrebbe fruttato molto alla loro crescita.
< Sono fratello e sorella di un sangue dei Grey mescolato con latre madri. La loro lonatanza non gioverebbe a nessuno e Phoebe comincerebbe a farmi una moltitudine di domande. >
< Quindi cosa pensate di fare, Contessa? >
< Chiamami subito il Conte Christian Grey. Dobbiamo parlare dei loro figli. In provato. >
 
 
Mentre il buio della notte diventava sempre più oscuro, la donna attendeva il suo arrivo con impazienza mentre non riusciva a pensare al futuro dei due bambini.
“Due piccoli fanciulli legati da un destino misero e alquanto diverso. Perché la vita deve essere così crudele?”
Riscuotendola dai suoi pensieri, Christian Grey oltrepassò la soglia delle stanze provate della Contessa Madre senza che potesse essere solo.
< Avevo detto a Gwen che avrei voluto vedervi da solo. Vostra moglie non è stata invitata. >
< Quello che dovete dire a me, può benissimo sentirlo anche mia moglie. >
< Volete continuare con i vostri sotterfugi, madre? > domandò Anastasia con tono furente < Ditemi adesso, da quanto tempo va avanti questa storia? Secondo me dovremmo finirla… >
< Lo deciderò io quando tutta questa farsa dovrà venire alla luce > la interruppe la donna < Sono ancora molto piccoli i bambini e un segreto tale sconvolgerebbe le loro vite, soprattutto quello del piccolo Theodore. >
< Theodore ha dovuto affrontare la perdita dei suoi genitori. Sapere che è un nobile come suo padre, lo potrebbe aiutare. >
< Anastasia, tua madre ha ragione. Il segreto deve ancora essere celato > mormorò Christian.
< Da quando in qua prendi le difese di mia madre? >
< Da quando mormora parole giuste, Ana. Lo sai che… >
< Sai la cosa che mi ha fatto soffrire in tutti questi anni? Sapere che avevi un figlio illegittimo sotto il nostro stesso tetto. Se avessi perso anche un pizzico di crudeltà di mia madre, non avrei mai fermato la mia collera uccidendo. >
< Anastasia, ma cosa stai dicendo? >
< Theodore non fa parte della nostra famiglia. Perché non riesci a rendertene conto? >
< Perché lui è mio figlio, Anastasia. Che ti piaccia o no! >
< Ebbene, adesso sta diventando davvero un brutale peso sulla nostra vita coniugale. E non tollero in nessun modo che si avvicini a Phoebe. >
< A proposito di questo, temo che sia già accaduto, figlia mia > la interruppe la Contessa Madre < Proprio oggi quando si trovavano in giardino. >
< No… voi state mentendo… >
< Gwen mi ha fatto supporre il contrario… E’ tempo che i bambini si riavvicinino per il loro bene, tenendo nascosto la vera identità del piccolo Theodore… Christian, ecco perché volevo parlarne solo con voi. Penso che sarete d’accordo sul prossimo passo. >
< Io veramente… non avrei mai pensato che potesse accadere > rispose l’uomo sbigottito < Siete assolutamente sicura di farlo? >
< Theodore non sarà un mai un nobile, questo è certo… Ma potrebbe essere un ottimo accompagnatore della piccola Phoebe. Il loro legame non si fermerà a visite nascoste o improvvise come oggi… E per evitare tutto ciò, dobbiamo riunirli. Con il passo giusto. >
< Voi pensate che unire due bambini dal sangue diverso potrebbe risolvere tutto? Non avrei mai creduto che foste diventata così bonaria, madre. >
< Gli anni potrebbero cambiarmi in meglio, Anastasia. >
< No. la verità + che amate tutte e due i bambini. Per questo li volete vicino l’uno con l’altra. >
< E sarebbe un errore da parte tua? Solo perché uno non è tuo figlio non vuol dire che non potrai amarlo. >
< Preferirei rimanere sola a vita piuttosto che avere intorno quel figlio bastardo. >
< Adesso basta Anastasia, stai esagerando. >
Capendo che la Contessina non poteva far niente contro sua madre e suo marito, parlare di tale argomento non poteva che fargli solo male.
< Se non vuoi il mio bene e quello della nostra famiglia, allora sarebbe meglio ad essere tu allontanata dai bambini. >
< Che cosa? mi allontaneresti da nostra figlia? Sangue del nostro sangue? >
< Se me ne dai motivo, sì. >
< Non posso crederci che tu lo stia dicendo davvero. >
Sconvolta dalle parole del marito, Anastasia lasciò la stanza della madre con le lacrime agli occhi e con la rabbia furente che stava cercando di reprimere.
< Anastasia… >
< Lasciatela andare… Gli passerà. Anche se ci volessero volere anni. >
< Contessa Madre… Non posso scegliere tra la felicità di mia moglie e quello dei miei figli. È un compito molto doloroso. >
< Non sarete sul punto di scegliere, Conte Grey. Amerete tutti e due incondizionatamente e dovrete fare in modo che vostra moglie accetti la vostra felicità. >
< Voi la fate facile… >
< Come ho detto, è solo questione di tempo… Coglieremo questo fatto a nostro favore quando vostro fratello arriverà con sua moglie e la sua bambina domani mattina qui al castello. Sono molti mesi che Phoebe non gioca con la bambina e un attimo di svago non può che fargli bene. >
< Spero solo che vada tutto bene > disse infine l’uomo prima di tornare a letto.
 
 
Alzandosi presto come faceva quasi tutte le mattine, le preoccupazioni di Christian Grey aumentarono sempre di più.
I suoi pensieri andarono dritti a quelli di sua moglie e la sua irascibilità e cattiveria poteva essere davvero un problema.
< Buongiorno, Ana. >
< Buongiorno. >
Mentre la donna si apprestava prendere posto lontano da lui, il suo sguardo evitò fin dall’inizio di incrociarlo con il suo amato.
< Perché questa notte non si tornata a dormire nel nostro letto? Ti ho aspettata tutta la notte. >
< Avevo bisogno di riflettere e dovevo farlo da sola. >
< Non capisco perché ti comporti in questo modo, Ana. Sei incorreggibile. >
< Davvero? Vorrei vedere te se io avessi un figlio che non ti appartenesse. Come la prenderesti? Da quello che posso conoscere di te, uccideresti subito il mio amante. E come biasimarti? Il frutto di quell’amore sarebbe il mio rinnegamento verso di te e verso il nostro amore. >
< Non siamo venuti qui per parlare di possibilità, Ana-. So che non mi tradiresti. >
< Hai ragione. Infatti credo di essermi comportata come una mogliettina perfetta > rispose la donna con tono canzonatoria.
< Ana, adesso smettila. La faccenda è sera. >
< Vuoi che nostra figlia conosca di più il tuo bastardo? Fai prue. Tanto da molto tempo non ho più voce in capitolo in questa famiglia. E sai di chi è la colpa principale? Di mia madre. >
Alzandosi di scatto per interrompere quella conversazione, Anastasia avvertì suo marito che non sarebbe stata presente all’arrivo di suo fratello e della sua famiglia.
< Spero che tu stia scherzando. Katherine vorrà vederti a tutti i costi. >
< Digli che non mi sento molto bene. Non ce la faccio a sopportare quello che succederà oggi. >
< Ana, ti prego… >
< Non toccarmi, Christian. E lasciami da sola > rispose infine la donna prima che le sue lacrime cominciassero a sgorgare sul suo viso dal nervosismo.
 
 
L’arrivo della famiglia Grey – Kavanagh fu accolto con grande piacere e sorriso da Christian e da sua figlia.
< Ava! >
Correndo verso la bambina, Phoebe fece la maleducata per non aver salutato i suoi genitori.
< Mi sei mancata moltissimo. >
< Anche tu mi sei mancata, Phoebe. Andiamo a giocare in giardino? >
< MI piacerebbe molto. Ma non so se mia nonna e mio padre… >
< Andate pure, bambine. Noi vi raggiungiamo presto. >
< Stupendo! A dopo. >
Mentre i gradi si salutavano cordialmente per non essersi potuti vedere in tutto questo tempo, Christian fu molto felice per suo fratello nel vedere sua moglie così attaccata a lui.
< Allora Elliot, com’è la vita nel Castello di Kilkenny? >
< Davvero meravigliosa, fratello. Non potevo sognare una vita così stupenda insieme alla mia famiglia. >
< Christian! Ma Ana? Non è qui con te? >
< Purtroppo non si sentiva molto bene e ha preferito rimanere in camera sua. Ti porta i suoi saluti. >
< Ah no. Non ho fatto tutti questi chilometri per non vedere la mia amica del cuore… Quindi dovrete scusarmi se non sarà dei vostri. >
< Vai pure. Pensiamo noi ai bambini. >
Ma se i due fratelli erano impegnati a parlare con loro, solo la Contessa Madre “spiava” da vi9cino i piccolini.
< Theodore, perché non vai a giocare con le due bambine? > gli domandò la donna con sorriso sincero.
< Ma stanno giocando con le bambole. Non credo che vogliano me con loro. >
< Sciocchezze! Guarda che anche un uomo può giocare con le bambole. Basta stare in compagnia. >
Anche se non era del tutto convinto, alla fine Theodore si avvicinò a Phoebe con sguardo timoroso e impaurito.
< Ciao, Theodore! Sono davvero felice di vedervi! > fece Phoebe al settimo cielo < Vi fermate qui con noi? oppure dovete tornare in cucina con la servitù? >
< Oggi vostra nonna mi ha detto che avrei avuto il giorno libero > rispose il bambino con tono flebile < Quindi posso rimanere a giocare con voi. Sempre che vogliate. >

Dopo essersi presentati, Ava non fece nessuna domanda al bambino, troppo vergognosa per dire qualcosa di sbagliato.
< Theodore, presumo che non hai mai giocato con le bambole… Quindi che ne dici di inventare una storia su questo bellissimo giorno? Sono sicura che le signorine Fletcher saranno contente di avere un uomo nella loro ora di thé. >
< Oh certo. Vedrò cosa posso impegnarmi > disse il bambino per niente concentrato sull’argomento. >
< D’accordo. Non ti preoccupare. So che sei molto emozionato nel trovarti qui. Inizierò io, va bene? >
< Sì. Ottima idea. >
   
 
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