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Autore: 20maggio2013    10/07/2021    0 recensioni
Perdere il passato significa perdere il futuro.
mini storia su Zayn
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"È normale sentire la mancanza di qualcosa che non si ha mai avuto?" domandò Jane quel girono allusa psicologa. Erano ormai un paio di settimane che Jane aveva una vita il più simile ad una vita normale. Eppure sentiva un grande vuoto, come se mancasse qualcosa. Eppure la sua vita era sempre stata così, cosa era cambiato ora?
"Cosa ti manca?" domandò Violet, una parte della donna era fiera di Jane, perché nelle ultime due settimane aveva fatto notevoli miglioramenti dopo un mese in cui ogni giorno doveva iniziare di nuovo da capo. 
"Non so, è come se in passato avessi avuto questa cosa e una volta svegliata non c'era più.." Jane cercò di spiegare quella sensazione che sentiva, ma non riusciva a trovare le parole giuste.
"Come quando perdi un arto?" provò a domandare la dottoressa, ma Jane scosse la testa.
"No, un po' più come la coda. Non abbiamo mai avuto la coda, ma deriviamo dalle scimmie e loro avevano la coda. É come se sentissi la mancanza di una coda." Jane sentiva la mancanza di qualcosa che sapeva di non aver mai avuto, eppure quella sensazione era reale, quella sensazione di sentire la mancanza di quel qualcosa era vera e Jane non riusciva a spiegarselo.
"Forse senti la mancanza di qualcosa che hai avuto in passato e che ora non hai più, qualcosa che non ricordi di aver avuto." Jane osservava la donna confusa, cosa intendeva dire?
"Jane, negli ultimi mesi hai fatto notevoli miglioramenti. Potrai non avere i ricordi, ma si sono anche altri tipi di memoria, e quel tipo di memoria non si azzera, rimane intatta."
"Quindi mi sta dicendo che questa mancanza che sento è dovuto a qualcosa che ho avuto in passato e di cui ora non ricordo nulla?" 

Jane sospirò, aveva lo sguardo basso, gli occhi pieni di lacrime. Violet la spronava a continuare a parlare, ma ricordare, ricordare quello che la sua mente aveva rimosso faceva più male di quanto immaginasse.
"Cosa è successo quella sera?" le domandò ancora Violet. Jane tirò su con il naso e si asciugò velocemente una lacrima sfuggita dai suoi occhi. Quell'immagine che per tanti anni aveva cancellato dalla sua memoria, ora era ben vivida nella sua mente. Da un lato era felice, felice perché aveva fatto notevoli miglioramenti con la terapia, aveva ricordato cose che prima di allora non aveva mai ricordato. Ma dall'altro, avrebbe preferito non ricordare mai quella scena. Ma ora non poteva tornare indietro, non ora che era arrivata alla radice del problema, non ora che era così vicina.
"MI ero svegliata a causa d un forte rumore proveniente dal salotto." racconto Jane inumidendosi le labbra.
"Così mi sono alzata per cercare mia madre, avevo paura che qualcuno fosse entrato in casa." deglutì Jane continuando a raccontare.
"E chi era entrato Jane?" Jane scosse la testa alla domanda della dottoressa.
"Nessuno, era stato mio padre a provocare quel rumore. Credo che fosse ubriaco quella sera." 
"E cosa è successo?" chiese ancora Violet.
"Li ho sentiti litigare, non era la prima volta che litigavano. Accadeva spesso. Mio padre tornava sempre ubriaco e litigavano." 
"Cosa c'era di diverso quella volta?" continuò a domandarle Violet cercando di spronarla a parlare.
"Mio padre era violento, più del solito. Così mi nascosi. Lo vidi picchiare mia madre e io ero ferma, nascosta dietro la porta ad osservare tutto. È stata colpa mia." Ormai le lacrime scendevano copiose lungo le guance di Jane, era solo una bambina allora, aveva appena cinque anni e aveva assistito a tutto quello.
"Cosa? Di cosa ti incolpi?"
"Della morte di mia madre. Mia madre provava a liberarsi, provava a reagire. Ma lui era più forte di lei, era violento e arrabbiato. Aveva una pistola, la uccise con un colpo alla testa e poi si sparò.. è solo colpa mia." Jane ricordava di come il copro ormai morto della madre fosse caduto a terra privo di vita dopo il colpo. Ricordava che poi si era puntato la pistola alla tempia e si era sparato. Solo in quel momento Jane era corsa dalla madre, aveva provato a chiamarla ma lei era morta ormai. Era rimasta a piangere sul cadavere della donna finché non era arrivatala polizia. Probabilmente erano stati i vicini a chiamarla, avevano dovuto sentire gli spari.
"Perché dici che è colpa tua, Jane?"
"Non ho fatto nulla, sarei potuta intervenire.. avrei potuto fare qualcosa." 
"Jane, eri solo una bambina. Non avresti potuto fare nulla per aiutare tua madre." E infondo Jane sapeva che non era colpa sua se sua madre fosse morta, non era colpa sua se suo padre quella sera era tornato a casa con una pistola. Jane lo sapeva, aveva solo bisogno di tempo.
 

Zayn quel giorno d'estate era andato a fare colazione al bar con sua sorella che era andato a trovarlo quella settimana per passare un po' di tempo con lui. Waliyha era appena uscita per andare un attimo al negozio lì vicino, quando uno dei camerieri si avvicinò al ragazzo.
"Hanno lasciato questo per te." disse il ragazzo consegnando un giornalino a Zayn. Zayn lo prese confuso notando che non si trattava di un giornalino ma di un fumetto di Spiderman.
"Chi l'ha lasciato?" chiese al cameriere che era ancora lì.
"Quella ragazza laggiù." disse il ragazzo prima di andare via. Zayn rimase immobile in un primo istante. Era più di un anno che non la vedeva e ora lei era lì, nello stesso bar dove era andato a fare colazione con sua sorella e gli aveva lasciato quel fumetto. Tirò un sospiro, poi si alzò e la raggiunse, era intenta a leggere un libro e non si era accorto di lui.
"Posso?" domandò Zayn non sapeva bene come comportarsi. Non la vedeva da un anno e l'ultima volta che l'aveva vista, Jane non si ricordava di lui. La ragazza alzò lo sguardo dal libro e lo posò sul ragazzo, ed ecco che Il suo cuore aveva iniziato a battere più velocemente nel petto. Jane annuì, conservò il libro nella bora e fissò il ragazzo, non sapeva bene cosa dire. Neanche Zayn sapeva come comportarsi, così rimasero in silenzio per qualche secondo.
"Perché mi hai fatto avere questo?" Jane si morse il labbro, poi guardò il ragazzo negli occhi prima di rispondere.
"La prima volta che ci siamo parlati mi hai detto che eri appassionato di fumetti e Spiderman è stato il primo film che abbiamo visto insieme.." mormorò Jane lasciando stupito il ragazzo. Erano cose successe ormai più di un anno prima e sembra che Jane lo ricordasse.
"Te lo ricordi? Cioè..tu ricordi o hai.." mormorò cercando di trovare le parole giuste. Jane annuì soltanto mostrando un sorriso.
"Ti ricordi tutto?"
"Non proprio. Ricordo alcune cose, ogni giorno ne ricordo di nuove." mormorò Jane. Dopo essere riuscita ad affrontare il trauma vissuto da bambina, la situazione era migliorata. Era passato un mese da quando era successo ed erano più di quattro mesi che ormai non dimenticava più nulla. E dopo aver affrontato il suo trauma, trauma che con l'aiuto di Violet stava cercando di superare, le cose erano migliorate. Aveva iniziato a ricordare quanto fosse legata a sua madre, aveva iniziato a ricordare quando erano iniziati i problemi di memoria. Si era ricordata di lui, del loro primo incontro, di quando gli aveva parlato del suo disturbo e di come avesse insistito per rimanere al suo fianco. 
"Sto continuando ad andare in terapia per superare tutto, ma piano piano sto recuperando tutti i ricordi."
"Sono felice per te, Jane. Davvero." sorrise Zayn, veramente felice per la ragazza, felice che avesse un ricordo di lui, felice che avesse dei ricordi, felice che finalmente avrebbe potuto avere una vita normale.
"Ti ho cercato perché volevo ringraziarti." disse poi Jane, Zayn corrucciò la fronte.
"Per cosa?"
"Per essermi stato accanto. Da quando ti ho conosciuto ho iniziato a fare progressi. Per la prima volta nella mia vita c'era qualcuno che teneva a me, che credeva in me, che mi faceva sentire speciale. Questo mi ha aiutato molto." mormorò Jane prima di guardare l'ora sul suo telefonino.
"Devo andare, è stato bello rivederti." mormorò Jane alzandosi e prendendo le sue cose.
"Jane, ti va di prendere un caffè un giorno di questi?" Jane sorrise, quando quella mattina si era alzata con l'intenzione di andarlo a cercare, non sapeva cosa aspettarsi. Era passato più di un anno dall'ultima volta che si erano visti, per quanto ne sapeva poteva benissimo essere andato avanti con la sua vita.
"Mi piacerebbe." disse poi prima di andare via.

  
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