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Autore: Tabhita_Sakamaki_Taby    11/07/2021    1 recensioni
Anni dopo la sconfitta di Naraku tutto sembra tranquillo per Inuyasha e i suoi amici, ma un giorno si presenta Sesshomaru con una misteriosa pergamena e il ricordo di un passato sconvolgerà le loro vite, malgrado non sia l'unico problema della squadra di Inuyasha, anche il cuore vuole la sua parte. Chi è il misterioso demone ritratto? Che segreto nasconde? Quali sono i suoi obbiettivi? Riusciranno i nostri eroi a venirne a capo?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le ore di buio passarono col canto della natura, composto dal frinire delle cavallette, il bubulo del gufo, l'ululato del vento, lo scrosciare della cascata, il sussurro degli spettri che accompagnavano le anime al loro destino, il silenzio da parte dell'uomo dava un senso di vuoto a tutto quel mondo abbracciato dalla notte illuminato solo dalla luce della luna calante. Quel canto continuò fino alle prime luci dell'alba giunte insieme al cinguettio degli uccelli, mentre altre creature del bosco animavano la vegetazione intorno allo Yamashiro, le lucciole si nascosero, il gufo si ritirò nella sua tana, gli animali notturni portarono i risultati della loro caccia ai piccoli. Il sole scalò le montagne iniziando il suo ciclo di luce, scaldando coi propri raggi il viso dell' hanyo che aprì gli occhi, si mise seduta passandosi una mano tra i capelli prendendo un respiro profondo sentendo presenti le aure di Inuyasha e Sesshomaru.

"Allora non è stato un sogno" non le fu possibile ignorare come sentisse Inuyasha più debole rispetto al giorno prima. Si concentrò un attimo sulla propria energia demoniaca, era sempre stata un po' altalenante ma quel giorno presentava i sintomi distintivi dell'avvicinarsi della notte di luna nuova!

Si lasciò scappare un sorriso.

Quella notizia le diede un'ondata di serenità, senza i propri poteri demoniaci non rischiava di far male ai suoi ospiti. Alla luce di questa consapevolezza si alzò mettendo via il futon, con un pettine decorato si lisciò i lunghi capelli corvini liberandoli dall' arruffamento mattutino e dai nodi, notando che erano molto più fragili, prova aggiunta del suo imminente debolimento. In casa regnava ancora un silenzio profondo, ciò significava che stavano ancora tutti dormendo.Una volta soddisfatta del proprio operato, si mise il suo yukata e i geta, si diresse alla cascata immergendosi in acqua, lasciandosi avvolgere da quell'abbraccio liquido, rilassandosi per diversi minuti prima di sentire alle spalle una voce maschile che urlò:

"Ah ecco dov'eri!"

Inuchoi saltò in aria dallo spavento e si voltò trovandosi suo fratello Inuyasha accucciato sulla riva mentre guardava la sorella con un sorriso spensierato.

"Era facile pensare che fossi qui, hai sempre amato stare in mezzo all'acqua" disse avvicinandosi.

"Vedo che la memoria non è stata intaccata dallo scioglimento del sigillo"

"No anzi, oserei dire che mi sento molto più completo" rispose Inuyasha

"In che senso?"

"Certi vuoti che avevo sulla mia infanzia si sono riempiti, a tratti mi sento anche più forte"

"Vuol dire che hai motivi ulteriori per sentirti più sicuro di te stesso" disse Inuchoi passandosi le mani artigliate tra i capelli.

"Sì hai proprio ragione, anche se servono diverse esperienze per poter diventare un combattente degno di tale nome" ribatté l'hanyo sedendosi sul bordo del laghetto, immergendo i piedi in acqua. Inuchoi lo fissò stupita per poi abbozzare un sorriso malinconico.

"Sei proprio cresciuto, non avrei mai creduto che potessi essere così serio"

"Ehi! Che vorresti dire Choi?" Alla giovane saltò un battito, Choi... la chiamava ancora così dopo tanti anni, malgrado il vuoto provocatogli, malgrado le menzogne e i sotterfugi fatti per allontanarsi da lui e dagli altri. Sorrise a dir poco emozionata per quel gesto e rispose:

"Che nei miei ricordi tu sei ancora un cucciolo immaturo"

"Ehi come ti permetti!" disse il fratello ridacchiando prima di schizzare la sorella che si parò con le braccia.

"Inuyasha smettila!" lo rimbeccò lievemente infastidita.

"Beh io non ti sembrerò serio,ma tu lo sei anche troppo, mi ricordi una vecchia che vive nel mio villaggio"

"Ah quindi io ti sembro una vecchia brontolona?" Inuchoi sollevò un spruzzo d'acqua verso suo fratello prendendolo alla sprovvista facendosi scappare una risatina che si spense appena una nuova ondata la travolse.

"Ah! Ben ti sta!" esclamò Inuyasha con un sorriso vittorioso.

I due fratelli iniziarono a schizzarsi entrando in acqua, divertendosi come da piccoli, Inuchoi si sentiva leggera e spensierata, cosa che non le accadeva da secoli, giocare con quel burlone la ributtò nel suo passato più lontano quando aveva ancora motivo di sorridere e non aveva conosciuto la parte più oscura del proprio essere. Inuyasha, dal canto suo, era felice di vedere la sua gemella sorridere quando il giorno prima l'aveva vista fredda e posata, anche troppo per i suoi gusti. Era contento di vedere che la bambina con cui aveva vissuto i primi anni della sua infanzia era ancora viva sia fisicamente che mentalmente. Giocarono come bambini troppo cresciuti per un periodo di tempo che non seppero calcolare, avrebbero continuato tutto il giorno se a causa di uno schizzo d'acqua dato con troppa foga Inuyasha non fosse scivolato su una roccia piena di muschio, sbattendo la schiena contro il fondale, rilasciando un verso di dolore. Inuchoi si pietrificò sul posto, le immagini di quel giorno, le gravarono nelle mente con tutto il loro peso, riportando a galla le sue paure, la paura di poter fare del male a suo fratello, la paura di fare del male a chiunque.

Si arrestò di colpo arretrando d'un passo, mentre suo fratello tentava di rialzarsi.

"S-stai bene Inuyasha?" Chiese titubante.

"Sì, sì tranquilla Choi è stata solo una botta" rispose prontamente Inuyasha alzandosi tutto zuppo appoggiando una mano contro la schiena.

"Dannazione si sente che sta arrivando la notte del novilunio" borbottò irritato.

Inuchoi aveva una mano sul petto cercando di rallentare i battiti, prima di abbassare lo sguardo, il presente si mischiò al passato, Inuchoi vide la figura del fratello dolorante mischiarsi alla nitida immagine di Inuyasha piegato dalla paura verso di lei e al dolore che quegli occhi da cucciolo trasmettevano. Non aveva senso, era solo un po' d'acqua, stavano solo giocando, non poteva fargli del male...eppure...come aveva potuto essere così incauta. Inuchoi strinse la vesta all'altezza del petto con un lieve spasmo della mano, possibile che Inuyasha soffrisse in continuazione in sua presenza? Possibile che fosse davvero una minaccia anche quando faceva le cose più innocenti? I respiri di Inuchoi divennero corti e affannati come se una stretta al petto le impedisse di respirare correttamente, malgrado questo cercò di mostrarsi calma e padrona della situazione domando la propria voce quanto bastava per un lieve "Scusami" e senza aggiungere altro si voltò allontanandosi, tornando verso il palazzo.

"Ehi Choi dove vai?" chiese Inuyasha, non ottenne risposta.

Infatti Inuchoi andò in camera, indossò la propria veste dopo essersi asciugata e si diresse nella sala del Buddha solo per un veloce saluto al padre prima di dirigersi all'armeria. Si guardò intorno e studiò le armi presenti, un arco con relative frecce, un pugnale umano, un sacco di trucchi tipici dei piccoli demoni, il bastone di Totosai, una spada che emanava una presenza simile a quella di Sesshomaru, ma più tranquilla e poi.... le spade del generale cane riunite, Tessaiga, Tenseiga e Toisinga adagiate sugli appositi piedistalli, erano secoli che Inuchoi non vedeva quelle spade riunite, il pensiero andò a suo padre. Prese un respiro profondo, si sentiva addosso una sensazione d'angoscia che non riusciva ad abbandonare. Recuperò Toisinga sempre col dovuto rispetto se la legò al fianco e uscì andando in giardino dove dopo aver mostrato rispetto alla spada iniziò il proprio allenamento quotidiano mettendo momentaneamente da parte l'ansia. Malgrado fosse un allenamento che normalmente l'avrebbe portata in un campo di battaglia, i movimenti calcolati, l'energia di Toisinga e gli insegnamenti dietro ogni attacco le davano un senso di controllo, il controllo che tanto agognava. Continuò la propria attività sentendo una presenza avvicinarsi alle sue spalle, con un movimento fluido si girò, i suoi occhi si spalancarono appena si rese conto che la punta della sua spada premeva contro il petto di Sesshomaru, il fratello più grande con in mano la sua spada, Bakusaiga. Inuchoi fece un salto indietro allontanandosi da Sesshomaru.

"Buongiorno fratello"

"Non credi che sia meglio avere un avversario in carne ed ossa?" disse il daiyokai tirando fuori Bakusaiga dal suo fodero.


Inuchoi lo guardò per pochi secondi prima di rinfoderare Toisinga: "Scusa Sesshomaru, ma ai miei occhi...la fine di questo scontro è piuttosto scontata. Ora con permesso" si allontanò rientrando in casa. Combattere contro Sesshomaru? Sarebbe stato un suicidio per uno dei due, Sesshomaru aveva la potenza di suo padre, la sua mente fredda e adattabile ad ogni situazione era il suo degno erede. Lei aveva un grande legame con l'arma, era agile e leggera, ma non aveva mai affrontato veri avversari e per di più era spaventata per l'evento di qualche minuto prima, affrontare ora un duello era troppo rischioso, e lei non avrebbe mai accettato lo spargimento del suo stesso sangue. Adagiò Toisinga al suo posto e si chiuse in preghiera, malgrado si sentisse molto debole percepiva che le sue emozioni erano altamente instabili e la preoccupazione la stava assalendo, ma il solito silenzio che accompagnava le sue meditazioni fu interrotto da Rin e Kagome, che nel frattempo si erano svegliate e andavano assonnate verso la sala da pranzo chiacchierando del più e del meno, sentii anche il piccolo Shippo vivace e giocoso, come ogni cucciolo della sua età, correre per i corridoi chiedendo di aspettarlo perché non voleva perdersi e a un certo punto sentì Inuyasha chiedere:

"Kagome, hai visto Inuchoi?"

"No mi dispiace Inuyasha, E' forse accaduto qualcosa?" rispose l'umana

"Sinceramente non l'ho capito, eravamo alla cascata stava andando tutto bene e a un certo punto se n'è andata via"

"Alla cascata? Cosa stavate facendo?"

"Si stava lavando e ci siamo messi a parlare" spiegò Inuyasha

"CHE!? A CUCCIA!" Inuchoi sentì un forte rumore di un corpo che cadeva a terra, abbassò le orecchie per il fastidio.

"KAGOME MA CHE TI HO FATTO!?" chiese Inuyasha alzandosi

"E ME LO CHIEDI PURE? HAI SPIATO TUA SORELLA NUDA MENTRE SI LAVAVA! SEI UN PORCO!"

"Guarda che io e Inuchoi fin da piccoli ci siamo visti nudi e anche se ora siamo adulti non vuol dire che certe abitudini devono essere cambiate"

"È una ragazza potresti almeno non invadere la sua Privacy"

Inuchoi decise di ignorare il resto della discussione, non capiva perché suo fratello la cercasse così insistentemente. La conosceva solo in minima parte, l'aveva spaventato in passato, l'aveva abbandonato. Forse il comportamento di Inuyasha era dovuto allo scioglimento del sigillo, un paio di ore e tutto sarebbe passato e presto si sarebbero allontanati, almeno così pensò lei. Capendo che non sarebbe riuscita a concentrarsi salutò con rispetto la statua uscendo dalla stanza dopo aver sentito il silenzio calare sulla dimora. Guardò verso la direzione dove aveva udito la voce del fratello e in mente le tornarono le regole dell'etichetta:

"Ogni signora di casa che si rispetta quando ha ospiti resta in loro compagnia anche se sono soggetti poco graditi".

Sospirò passandosi una mano lungo la ciocca argentea, sapeva benissimo che era suo dovere, dopotutto suo padre le aveva lasciato quella parte della sua conoscenza in eredità, doveva averne cura. Si diresse verso le stanze che davano sul giardino e si guardò intorno trovando Rin e Kagome vicino al Marudai [1], il supporto in legno che utilizzava per esercitarsi nel Kumihimo. [2]

"Oh questo Kumihimo sembra così complesso" disse Rin guardando l'intreccio incompleto.

"Inuchoi si divertirà a intrecciare i fili nel tempo libero, non lo toccare mi raccomando" disse Kagome

" Buongiorno" si introdusse l'hanyo entrando nella stanza e attirando l'attenzione delle due umane

"Buongiorno Inuchoi, Inuyasha ti stava cercando" disse Kagome voltandosi verso di lei con un sorriso

"Oh...Ci parlerò più tardi non preoccuparti" ribatté sorridendo, non se la sentiva di rivedere Inuyasha ora, preferiva stare per un pò tranquilla insieme alle due ragazze che si erano mostrate subito disponibili con lei. Sedette di fronte il Muradai spostando un filo uscito dalla traiettoria tramite il Tama [3].

"Ti piace intrecciare Rin?" chiese guardando l'umana

"Non so non ho mai provato" rispose quest'ultima guardando lo schema del muradai.

"E tu Kagome?"

"Sì ho provato in passato, la mia famiglia possiede un tempio shintoista e ogni tanto mi dedicavo con loro a provare a comprendere l'importanza del legame" spiegò Kagome sedendosi con attenzione.

"Non vi annoia?" Chiese Rin voltandosi con quel fare bambinesco che si trascinava dalla tenera età

"No, perché ogni intreccio rappresenta una storia" spiegò Inuchoi iniziando a srotolare un pò di filo dai tama.

"Una storia?" Chiese Rin

"Sì...." prese due fili spostandoli seguendo l'ordine orario. "Tramite l'intreccio si riesce a comprendere meglio lo scorrere del tempo" Rin si prese un attimo per osservarla, da vicino la giovane mezzodemone appariva ancora più bella ma non era solo una questione di estetica, la ragazza si ritrovò ad osservare le sue mani spostare i fili con gesti delicati e gentili, non usava le unghie, era volgare, preferiva usare i polpastrelli e badava bene a non mostrare mai più del polso. Tutto in lei era così elegante, così femminile.

"Lo scorrere del tempo?" Chiese Rin incuriosita

"Parli del musubi" [4] chiese Kagome prima di appoggiare una mano sui reni.

"Sì, mia madre diceva sempre che i fili rappresentano perfettamente il passaggio del musubi, convergono e prendono forma..si intrecciano e si aggrovigliano..a volte si sciolgono..a volte si spezzano..per poi legarsi nuovamente..questo è Musubi" come per enfatizzare le sue parole un tama si sciolse, così l'hanyo iniziò ad arrotolarlo.

"Parli della principessa Izayoi, è una donna molto saggia" disse Kagome premendosi i reni, con lieve fastidio.

Inuchoi notò il gesto, ma la sua attenzione venne catturata dal nome pronunciato dalla sacerdotessa.

"Hai conosciuto mia madre?" chiese con una nota di stupore.

"Si l'ho conosciuta più di sei anni fa, io e Inuyasha ci eravamo appena conosciuti, e preoccupato che Sesshomaru le avesse fatto qualcosa ci siamo diretti alla sua dimora, da allora Io e Inuyasha le abbiamo fatto visita ogni qualvolta possibile"

"Capisco" disse Inuchoi, possibile che sua madre fosse veramente viva dopo tutti quegli anni? "E dimmi, come sta? Immagino che il tempo l'abbia scalfita" ipotizzò l' hanyo

"A dire il vero ha una bellezza fuori dal comune, occhi scuri ma pieni di emozioni, lunghi capelli neri paragonabili a un mare d'inchiostro e labbra rosse come le ciliegie, sempre elegante e posata ma non per questo distaccata"

Il viso di Inuchoi si dipinse di un sorriso amaro. La descrizione di Kagome coincideva coi pochi ricordi che la giovane conservava con ammirazione e rispetto. Le faceva strano che sua madre fosse ancora viva prima, prima di ricordarsi di un dettaglio che rendeva la sua spada molto interessante per gli esseri umani, ma non disse nulla, in fondo non ne aveva le prove, ma il suo sguardo ricadde sulle mani di Kagome che ancora premevano sul grembo e le venne spontaneo chiederle:
"È tutto apposto?"

"È? Sì, sì non preoccuparti" disse la sacerdotessa muovendo una mano come per sottolineare che non fosse niente di importante eppure un sesto senso colpì Inuchoi.

"Non bisogna sottovalutare i dolori, sono segnali di cambiamenti del nostro corpo." Disse l'hanyo alzandosi "Arrivo" tornando poco dopo con un cuscino di seta invitando Kagome a sedersi.

"Grazie" disse la sacerdotessa sedendosi su di esso ricevendo un sorriso da quella che era a tutti gli effetti sua cognata; la mezzodemone tornò a lavorare al Kumihimo mentre Rin guardava tutto affascinata e per la prima volta si ritrovò a pensare a quanto avrebbe voluto possedere anche solo un decimo della sua grazia.

"Vuoi provare?"

"Credo sia troppo complesso per me" ammise Rin.

"Aspetta" l'hanyo prese un altro Marudai preparando una base per un Kumihimo con otto tama dandole gli insegnamenti basilari per muoversi, la ragazza iniziò a lavorare con entusiasmo, e appena si fu ripresa anche Kagome si mise a intrecciare i fili.

"Scusa Inuchoi posso farti una domanda?" chiese Rin

"Dimmi" rispose quest'ultima guardandola

"Mi sono chiesta, ma se tu e Inuyasha avete più o meno 200 anni, quanti ne ha Sesshomaru-San?"

Inuchoi si interruppe nei suoi aggraziati movimenti "Dunque...io e Inuyasha abbiamo 287 anni e quando siamo nati Sesshomaru ne aveva...219, di conseguenza dovrebbe averne più o meno 506 anni"

506 ANNI! Per Rin fù un colpo al cuore, ora comprendeva perchè Sesshomaru in un modo o nell'altro la vedeva come una bambina, effettivamente per lui lo era. Rin rimase come impietrita per qualche secondo con una domanda in petto: La loro età avrebbe influito sulla loro relazione? Inuchoi percepì l'ansia della giovane umana a quella notizia e cercò di rincuorarla.

"Non preoccuparti, anche mio padre aveva svariati anni in più rispetto a mia madre ma questo non ostruì la loro relazione in nessun modo."

"Davvero?" Chiese Rin ricevendo un cenno col capo

"Quando si sono uniti la prima volta mia madre aveva sedici anni e mio padre 1500"

Quelle parole rincuorarono Rin, se il generale era molto più avanti con l'età quando si sposò per la seconda volta e la madre di Inuyasha era addirittura più piccola di lei, perchè non doveva avere una possibilità? Tornò a intrecciare con le altre due fanciulle finchè Inuchoi non si ritirò per andar a preparare la cena e le altre due le offrirono aiuto, con Rin che faceva sì di memorizzare i piatti che stavano cucinando, era conoscenza che poteva servirle un giorno, e ancora venne catturata dall' eleganza e raffinatezza di Inuchoi, si sentì a tratti imbranata rispetto a lei che sembrava così perfetta.

A cena pronta le ragazze vennero raggiunte dagli altri demoni sedendosi a mangiare tranquillamente con un clima molto simile a quella della sera precedente. L'unica eccezione fu Sesshomaru, che rimase al suo posto rifiutando di partecipare ai discorsi a tavola, semplicemente non voleva far star male Rin. La prima ad alzarsi fu Kagome che dopo uno sbadiglio disse:

"Inuchoi la cena era buonissima"

"Ti ringrazio, ma il merito è anche vostro oggi" disse l'Hanyo

"E' stato un piacere, ma sinceramente andrei a riposare" rispose la sacerdotessa

"Kagome sei sicura di star bene? Ultimamente ti stanchi facilmente" disse Inuyasha guardandola. Kagome avrebbe voluto mandarlo a terra, se l'avesse ascoltata avrebbe capito perchè era così facile per lei stancarsi. La sacerdotessa decise che avrebbero affrontato un altra volta quel discorso e rispose:

"E' tutto a posto Inuyasha, non preoccuparti, ora con permesso" si alzò andando nella sua stanza raggiunta da Shippo.

"Beh credo che anche io mi andrò a sdraiare....." disse Rin prima di stiracchiarsi sbadigliando "Sesshomaru vieni anche tu?" chiese sorridendo. Il demone annuì prima di alzarsi.

"Allora buonanotte" disse la giovane ricevendo risposta e allontanandosi seguita dal demone bianco scena a cui Inuchoi sovrappose il ricordo di sua madre e suo padre, quei due gli assomigliavano davvero molto, e l'hanyo sperava che la piccola umana potesse realizzare il desiderio del suo cuore. Totosai e Miyoga si guardarono scambiandosi un cenno.

"Beh sarà meglio pulire questi piatti prima che arrivino le mosche" sentenziò Totosai
 

"Sì è vero" disse Inuchoi facendo per alzarsi.

"Oh non preoccupatevi signorina Inuchoi, ci penso io" disse lo yokai

"Siete sicuro maestro Totosai?" chiese l'hanyo

"Ma sì certo, conosco la casa" rispose il fabbro

"Beh....allora grazie" rispose la mezzo demone

A quel punto l'anziano si allontanò con la pulce.

Inuchoi sorrise per poi spostare l'attenzione su suo fratello, poteva chiederglielo o no di fare una passeggiata assieme? era tutto il giorno che ci stava pensando, ora erano soli sembrava l'occasione perfetta, Inuchoi si ritrovò a chiedersi se per caso non fosse stata un'idea di Totosai. Inspirò prima di parlare.

Tanto finchè starà qui non posso evitarlo.

"Facciamo una passeggiata nei giardini?"

il fratello la guardò con un sorriso alzandosi "Certo!"

Inuchoi sorrise camminando verso il Kaiyu [5], con un gesto elegante aprì una delle porte scorrevoli, i fratelli uscirono trovandosi sul porticato, Inuchoi sorrise iniziando a seguire il percorso di pietre circondato dalla ghiaia, allontanandosi dal palazzo, mentre un dolce profumo di ciliegi e glicine li accolse in quel piccolo angolo di paradiso. Inuchoi sorrise guardando il fratello che camminava vicino a lei a piedi nudi con le mani congiunte coperte dalle maniche della veste del cane di fuoco. Le fu impossibile non notare che era comunque più alta di lui come da piccoli, piccoli... Come poteva parlare di infanzia dopo due secoli passati separati? Inuchoi voleva dire qualcosa ma non sapeva come iniziare il discorso e tra i due calò un silenzio imbarazzato.

La quiete della loro passeggiata venne riempita dallo scrosciare di una cascata che alimentava il grande lago pieno di ninfee e carpe; qualche lucciola volava poco sopra lo specchio dell'acqua, e ranocchie gracidavano accompagnate dal bubbolio dei gufi, mentre la vegetazione, dai piccoli cespugli agli enormi alberi secolari, li accoglieva con i meravigliosi colori tipici della stagione Primaverile. Inuchoi prese una ninfea che si era bloccata contro le rocce, che segnavano il confine del lago, e ne accarezzò attentamente i petali con i polpastrelli. Inuyasha si rese conto in quel momento di quanto sua sorella avesse ereditato la grazia e l'eleganza di sua madre, era cresciuta anche lei, da quel che ricordava, Inuchoi non era così posata da piccola, anzi era una canaglia tanto quanto lui, ricordava molto bene le giornate passate a giocare con la palla finendo puntualmente per sporcarsi dalla testa ai piedi, e altri ricordi molto simili invasero la mente di Inuyasha, improvvisamente susseguiti dai ricordi di come Inuchoi cambiò, per colpa di quella maledetta notte, che Inuyasha malediceva con tutto se stesso.

"Sei molto cambiata sai" disse Inuyasha spezzando il sacro silenzio di quel luogo. Inuchoi lasciò andare la ninfea attenta a non bagnare la veste e dopo essersi alzata disse:

"Che cosa intendi? Giusto stamattina hai detto il contrario"

"Infatti sei sempre quella piccola Choi a cui voglio un bene dell'anima, ma hai sviluppato l'eleganza e la bellezza di nostra madre" continuò Inuyasha.


"Inuyasha così mi lusinghi, io non sono neanche la metà di nostra madre"
 

"Perchè ti sminuisci?" chiese Inuyasha con tono seccato, mentre camminavano su un piccolo ponte in legno sorvegliato da delle statue richiamanti la forma animale degli Yokai, il cui sangue scorreva nelle loro vene.

"Sono oggettiva, nostra madre in grazia e bellezza superava ogni donna che tu possa trovare nel regno di nostro padre, anche per questo lui si innamorò di lei"

"Mah, se nostra madre era la più bella tra le umane tu sei sicuramente la più bella delle hanyo" puntualizzò Inuyasha ridacchiando mentre alzava lo sguardo al cielo ammirando la luna calante impensierito.

"Non tutti i figli dell'amore più irregolare, sono dotati dell'aspetto umanoide a noi concesso per volere degli avi" rispose la sorella.

"E basta parlare così Choi, mi sembri sempre di più la vecchia del mio villaggio"

"Dove vivi ora?" chiese la sorella cambiando abilmente discorso, non osava nemmeno pensarci di mettersi al confronto con i suoi genitori così perfetti e lontani da lei, che era un essere incompleto e bloccato dalla sua stessa natura.

"Abito in un piccolo villaggio nelle terre di Musashi [6]"

"Nelle terre di Musashi? Così lontano?" chiese Inuchoi

"Sì, quando nostro padre iniziò ad affrontare nemici sempre più potenti e si sparse la voce della mia esistenza, ci ha fatti sempre più allontanare dalle sue terre, così siamo rimasti nelle terre di Musashi, sono abbastanza tranquille negli ultimi anni soprattutto dopo la morte di un certo bastardo" disse il ragazzo.

"Comprendo..." Inuchoi era a tratti tesa per via di quanto successo quella mattina, tuttavia stare con suo fratello le era mancato e inoltre i suoi poteri erano molto deboli quindi non doveva preoccuparsi troppo. Aveva tante domande, tante incertezze, non capiva perché suo fratello volesse tanto avere a che fare con lei, dopo che si era nascosta per anni e gli aveva annebbiato la memoria, quel dubbio le creava un senso di tristezza e amarezza nel cuore. Inuchoi decise di lasciare che fosse lui a guidare la conversazione.

"Immagino che nostra madre abbia raggiunto il suo unico amore eterno" disse guardando due marmotte tipiche della zona scappare insieme, voleva capire se i suoi sospetti fossero fondati.

"No, nostra madre è ancora qui nel mondo dei vivi" disse Inuyasha

Inuchoi si voltò verso suo fratello non avrebbe mai potuto dirle una falsità del genere, soprattutto se ricordava quella notte. Inuchoi sorrise guardando una delle statue sparse per il giardino "Allora l'ha usato su di lei".

"Di che parli?" chiese Inuyasha

"Parlo di Chōju, il potere della quarta spada di nostro padre, ovvero Toisinga"

"Toisinga?" chiese Inuyasha

"Sì, la spada del regno dei demoni nata dalla fusione delle schegge della potente Tessaiga e la compassionevole Tenseiga"


"Non ne ho mai sentito parlare"


"Nostro padre me la consegnò molti anni fa, diceva che ero l'unica dei suoi eredi che sarebbe riuscita a curare Toisinga come si conviene, a creare un legame indissolubile con lei, ora a distanza di più di due secoli do ragione a quella promessa, è un arma molto complessa"

"Vuoi dire che è pretenziosa?" chiese sarcastico Inuyasha.

"Anche, Toisinga condivide con Tessaiga il potere di placare la nostra natura di demone, è un arma offensiva ma è anche capace di miracoli grazie a Chōju, ma se non gli si porta rispetto e non ci si parla durante la battaglia diventa tua nemica" disse mentre procedeva nella camminata e Inuyasha potè cogliere un lieve accenno di esaltazione nel parlare di quella spada.

"Quindi nostro padre ti ha donato la spada del regno che ti ha portato a questo esilio....in cosa consiste Chōju? Perché nostro padre avrebbe dovuto usare quella spada su nostra madre?"

"Mh....è difficile da spiegare....Ognuno di noi segue un ciclo che inizia e finisce prima o poi, ciò che noi chiamiamo vita non è altro che una concentrazione di energia datoci dagli spiriti e dall'universo...."

Inuyasha fece un cenno per far intendere che comprendeva il discorso.

"Negli Yokai questa concentrazione è più robusta e più duratura ciò gli dona una lunga vita e i poteri dei demoni"

Inuyasha era molto attento al discorso di sua sorella, sembrava complesso e non voleva perderne nemmeno una parola.

"Noi hanyo siamo nella stessa condizione ma meno robusta, questo ci rende a tratti un equilibrio tra umani e yokai....poi alla fine ci sono gli umani, in loro la concentrazione di energia è molto fragile, infatti basta una ferita per portarli alla morte."

"Già avvolte Kagome e i miei amici umani hanno rischiato di morire per cose che a me non facevano neanche il solletico" disse Inuyasha

"Chōju è capace di rafforzare questa concentrazione di energia, di conseguenza allungare la vita, motivo che la rendeva ambita da molti umani e molti hanyo, quest'ultimi sperando di rafforzare i poteri che possiedono"

"E non dona dei poteri anche agli umani?" chiese Inuyasha

"No, come avrai intuito Toisinga ha un'anima e un intelligenza fuori dal comune per una normale spada demoniaca, molto probabilmente secondaria solo a So'unga, la spada che nostro padre si portò nella tomba. La sua intelligenza permette a Toisinga di capire se un corpo può o meno sopportare un potenziamento dei propri poteri innati o solo un allungamento della vita. Questo ti spiega perché nostra madre è ancora viva." disse Inuchoi.

"Nostro padre aveva pensato a tutto"

"Nostro padre era un sovrano, uno stratega, un essere passionale, e un padre davvero rispettabile" disse Inuchoi "Viveva per la famiglia, lui avrebbe tanto voluto rivederci riuniti un giorno o l'altro" disse guardando il cielo.

"Non ho avuto l'opportunità di conoscerlo bene come te, ma ovunque sia adesso sono sicuro che sta vegliando su di noi" Disse Inuyasha mettendo una mano dietro la testa, ricevendo un sorriso dalla sorella che risposte:

"Si hai ragione"

Rimasero a guardare il cielo per un po' prima di rientrare e dirigersi verso le loro stanze.

"Allora buonanotte Inu" disse la ragazza e Inuyasha fece un sorriso a risentire quel nomignolo.

"Buonanotte Choi" salutò ritirandosi nella sua stanza dove la compagna già dormiva da un pezzo. Inuchoi entrò nella propria stanza e si cambiò aprendo il futon prima di ripensare al discorso con Inuyasha su Toisinga l'arma che era la sua migliore amica ma anche la sua maledizione. Effettivamente ora che aveva potuto studiare, anche se poco i suoi fratelli poteva capire benissimo che solo lei, che era vittima di quella spada, sarebbe stata in grado di crearci un legame così puro ed equilibrato come richiesto per poter padroneggiare la spada del regno dei demoni. Ma quel pensiero non le bastava, era nervosa, confusa e con tante domande a cui suo padre anche se fosse stato lì accanto a lei, non sarebbe riuscito a rispondere, e, ne era consapevole, aveva bisogno di un appoggio più simile alla sua mentalità. Si alzò e accese una candela prima di prendere una pergamena piuttosto antica rilegata con un nastro per capelli.

"Possiate voi farmi da luce nei meandri dell'oscurità che affliggono il mio cuore"

Con eleganza e attenzione aprì e srotolò la pergamena sul tavolo attenta a non danneggiarla. Era una lettera, una lettera rivolta a lei, anche se chi la scrisse secoli prima non sapeva che sarebbe finita nelle sue mani. Era scritta dalla regina Inu no kōgō una demone sangue puro la quale aveva avuto una storia molto simile alla sua, motivo per cui ne era rimasta colpita, l'aveva scoperta studiando il suo albero genealogico, scoprendo di questa figura rimasta sola e che regnò in solitudine, con saggezza e benevolenza, anche se alcune informazioni furono cancellate dai suoi successori, Inuchoi ritrovò delle pergamene scritte da Inu no kōgō in persona rivolte alla sua discendenza femminile. Conosceva quelle pergamene a memoria ma rileggerle ogni tanto le ricordavano quali grandi donne giacevano nel suo sangue, facendo nascere nell' hanyo il desiderio di essere anche solo un millesimo come loro, forti, determinate ma anche sagge e giuste, delle vere sovrane, che non avevano nulla da invidiare agli uomini. Inuchoi senza toccare la carta seguì l'orientamento della scrittura cercando le parole che più le potessero venir in contro alle sue esigenze.

[ ...Oggi mi rendo conto che se sono quella che sono, se ho la possibilità di guidare la mia dinastia e il mio regno lo devo al fatto che ho avuto il coraggio di uscire dai contorni del disegno che mi era stato preparato ancor prima della nascita. Non so chi tu sia, spero una mia erede che porta avanti il nome della famiglia senza rinunciare alla propria libertà, perché è di questo che è composta la nostra vita: un enorme disegno che predisposto, ma starà solo a te se seguirlo o meno. Spesso per noi donne questo vuol dire non seguirne i contorni, o meglio, mai del tutto. Rischia, vivi, amati e ascoltati, non annullarti mai, prendi in mano il tuo pennello e dipingi tu la tua strada perchè solo così sarai libera, facendo del mondo esterno materiale per decidere chi vuoi essere.

Inu no kōgō]

Quella donna sembrava così lontana a Inuchoi eppure viveva in lei, questo le provocò un lieve sorriso, si avrebbe sempre mantenuto la promessa a suo padre, di essere custode di Toisinga, ma quando avrebbe trovato il coraggio avrebbe preso il suo pennello per seguire le orme di Inu no kōgō e conquistarsi la serenità?

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Note

[1] Marudai: Telaio in legno a grana fitta ed è costituito da un disco rotondo con un foro al centro, sostenuto da quattro gambe incastrate in una base rettangolare.

[2] Kumihimo: E' una forma d'arte tradizionale giapponese di fare trecce e corde. Pensate al bracciale di Your Name.

[3] Tama: Bobine in legno contenente piombo che perme ai fili di restare tesi durante l'intreccio

[4] Musubi: Termine che indica i legami e lo scorrere del tempo

[5] Kaiyu: Abbreviazione di Kaiyu-shiki-teien ovvero un'area verde destinata alle passeggiate e alle escursioni. Il giardino Kaiyū-shiki-teien, attira l'attenzione del visitatore perché lo invita ad esplorarlo e a scoprire le sue bellezze, che non sono messe in mostra, ma bensì raccolte nella natura nascosta che lo costituisce.

[6] Musashi: Musashi fu la più estesa provincia della regione di Kantō. La sua capitale si trovava nel luogo dove sorge l'attuale Tokyo ed il suo tempio provinciale dove ora si trova Kokobunji.

 

   
 
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