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Autore: MaryFangirl    12/07/2021    3 recensioni
Cosa succede quando Ryo incontra di nuovo alcune donne che hanno segnato il suo cammino?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Camminando lungo il corridoio, Ryo condusse Saeko in una stanza e bussò alla porta prima di entrare. Avanzò e lei lo seguì, chiudendo la porta dietro di sé silenziosamente. Quando vide l'occupante della camera, rimase senza parole. Kaori era di fronte a lei, visibilmente stanca ma con un'espressione serena e felice come non aveva mai visto prima...anzi, la stessa espressione la mostrava Ryo, che nel frattempo si era avvicinato al letto della sua partner.
 
“Come ti senti?” le chiese, accarezzandole la guancia.
 
“Stanca ma bene” rispose lei, baciandogli il palmo della mano.
 
“Quindi era Kaori...” sussurrò Saeko, che aveva compreso il gesto tenero del suo amico.
 
La coppia si voltò verso la poliziotta con aria leggermente colpevole prima di sorridere.
 
“Sì, era Kaori. Non c'è un'altra donna, Saeko. Non poteva esserci nessun'altra” rispose con calma.
 
“Quando sei ritornata? Cosa ci fai qui?” si preoccupò l'amica.
 
“Sono rientrata da quattro mesi, credo” disse Kaori, consultando Ryo per ricevere conferma. Lui annuì e si girò verso Saeko.
 
“I clan hanno iniziato a cercarla quando è partita. Inizialmente si sono concentrati a Tokyo, poi in Giappone, ma Mary ha sentito che la cercavano sulla costa orientale americana, è andata a prenderla e l'ha portata qui” spiegò Ryo.
 
“Vuoi dire che per tutto questo tempo tu sei stata in clinica?” chiese Saeko.
 
“Sì, con Sayuri. Era la cosa migliore per lei che aveva ancora bisogno di cura ed è un posto sicuro” si giustificò Kaori.
 
“Sei stata aggredita? Perché sei qui?” si inquietò Saeko.
 
La coppia si guardò per un breve momento e Ryo si voltò brevemente prima di tornare da loro, con un fagotto tra le mani.
 
“Ti ho spiegato che avevo una missione. Ti presento la mia nuova cliente, l'altra donna della mia vita” disse avvicinandosi a Saeko.
 
Si fermò davanti alla donna e scostò leggermente la copertina per scoprire il viso di una neonata.
 
“Saeko, ti presento nostra figlia, Kimi. È nata stamattina presto e, per ragioni che comprenderai, almeno spero, è la mia missione per la giornata, insieme a sua madre. Mi rifiuto di prendere dei rischi oggi e far coincidere il giorno della sua nascita con un altro giorno di lutto. So quanto sia doloroso” spiegò rivolgendo uno sguardo amorevole alla sua compagna, che lo ricambiò.
 
La poliziotta osservò il visino addormentato e l'accarezzò con la punta delle dita, le lacrime agli occhi.
 
“È stupenda” sussurrò, commossa.
 
“Tutto il ritratto di sua madre” concordò Ryo, rivolgendo uno sguardo caloroso alla compagna che arrossì sorridendo.
 
“Congratulazioni a entrambi. È sorprendente” disse Saeko.
 
“Grazie”
 
Riprendendosi leggermente, Saeko si avvicinò a Kaori e, dopo un breve momento di esitazione, si chinò e l'abbracciò.
 
“Sono contenta che sia tu. Puoi stare serena e non preoccuparti di nulla. È tuo, Kaori, tutto tuo. Siate felici tutti e tre” augurò.
 
“Grazie Saeko” mormorò Kaori, emozionata.
 
“Ok, ho una missione da svolgere. Vado a vedere se Umi può aiutarmi. Non avrò molto tempo per persuaderlo” disse la poliziotta, riacquistando la sua superbia.
 
“Saeko, non voglio correre rischi oggi...” iniziò Ryo.
 
“Non preoccuparti. Non dirò niente. Tu...voi potrete annunciarlo quando vorrete”
 
“Stasera o al massimo domani. Oggi voglio solo godermi le mie due donne senza preoccuparmi della loro sicurezza. Dovrà farlo abbastanza in futuro”
 
“Capisco. Puoi contare sul mio silenzio”

“Lo so”
 
Saeko li salutò e se ne andò a cuor leggero. La porta si richiuse, Ryo si sedette accanto a Kaori e le porse Kimi, che iniziava a piagnucolare. Senza una parola, preparò il biberon e glielo passò.
 
“Dovresti chiamare Umi e convincerlo ad aiutare Saeko” gli consigliò Kaori, nutrendo la neonata. “So che sei felice di essere qui e lo sono anch'io. Ma so anche che ti preoccupa aver dato forfait” disse, notando la sua espressione accigliata.
 
“No, io...”

“Ryo, ti conosco. So che sei sincero quando dici che vuoi passare la giornata con noi, ma so anche che avresti voluto andare a prendere a calci quei criminali. Allora, facilita il compito per Saeko, telefona a Umi e approfittane per dire loro di passare stasera, ma brevemente perché ammetto che la nottata è stata lunga” propose.
 
Lui la guardò per un lungo momento, sentendo il cuore battere forte. Aveva fatto la scelta giusta nonostante i dubbi e le paure che avevano segnato il suo cammino. Non si era sbagliato. Si chinò e la baciò a lungo, teneramente, prima di accarezzare la testolina della figlia e uscire dalla stanza, dirigendosi verso la sala break delle infermiere.
 
“Cat's Eye, buongiorno” disse una voce grossa.
 
“Umi, sono Ryo. Ho un favore da chiederti. Saeko sta venendo da te...” iniziò.
 
“È appena arrivata” rispose Umi, vedendo la Porsche rossa accostare davanti all'insegna.
 
“Le serve aiuto per una missione e io non posso esserci. Puoi darle una mano, per favore?” chiese Ryo.
 
“È la prima volta che me lo chiedi così educatamente” notò il gigante.
 
“Le cose cambiano...” disse lo sweeper.
 
“Lo so. Ne parlerai quando sarai pronto”
 
“Dì a tutti di venire tutti in clinica alle sei. La visita dovrà essere breve ma sarà un bene per tutti” lo informò.
 
“Molto bene” concluse Umibozu prima di riagganciare, mentre Saeko entrava nel caffè.
 
La poliziotta fece un profondo respiro, pronta a doversi battere per ottenere aiuto.
 
“Seguimi e spiegami la situazione” le disse il gigante, girando il cartello su 'Chiuso' prima di dirigersi verso il seminterrato per attrezzarsi.
 
Saeko impiegò due secondi per riprendersi dalla sorpresa, poi lo raggiunse rapidamente, informandolo lungo il tragitto.
 
Quando lasciò la sala break, Ryo tornò nella stanza di Kaori, ma la superò e bussò a quella successiva.
 
“Avanti” sentì.
 
“Buongiorno Sayuri. Come stai?” le chiese chiudendo la porta.
 
“Sto bene. Come sta Kaori? Ha partorito?”

“Sì, alle cinque del mattino” rispose, massaggiandosi leggermente il collo per allentare la tensione dovuta alla stanchezza.
 
“Femmina o maschio?” domandò lei con gli occhi lucidi.
 
“Femmina, una piccola Kimi. Tre chili e cento per cinquantadue centimetri” annunciò fieramente. “Sembra un grosso gambero” scherzò. “Kaori è stanca. Il travaglio è iniziato ieri pomeriggio. Se puoi, dalle un po' di tempo per riposare e godersi la bambina. Penso che in tarda mattinata o nel primo pomeriggio tu possa andare a fare loro visita” suggerì.
 
“Aspetterò, non preoccuparti. Dopo quello che ha fatto per me, posso pazientare un po'” gli promise. “Sono felice per entrambi, Ryo. Ho sempre avuto i miei dubbi sull'aver fatto la scelta giusta lasciandola qui. Sono sollevata di non essermi sbagliata, anche se ci è voluto un po'”
 
“Ci ho messo un po' ma non è stato spontaneo per me. Anche dopo aver fatto il grande passo, è stata dura, soprattutto quando se n'è andata. Quello che sembrava chiaro a un certo punto si è ingarbugliato e mi sono quasi arreso. Avrei commesso un errore monumentale” ammise lui.
 
“Sì, ma hai trovato la tua strada”
 
“Quando è tornata. Non so se ci sarei riuscito senza rivederla”
 
“Tutto questo è passato, Ryo. Ora dovete guardare al futuro e costruire una vita felice tutti e tre” lo esortò la cognata.
 
“E tu come ti senti, Sayuri?”

Lei si alzò, fece qualche passo per la stanza, osservandola attentamente, poi si voltò verso di lui.
 
“Viva. Cammino di nuovo quando non pensavo fosse possibile. Ho recuperato gran parte della mia memoria, la più importante comunque, anche se non si tratta di momenti sempre felici. Mi sento pronta a tornare alla mia vita e lo devo a voi due” gli disse con gratitudine.
 
“Lo devi a Kaori” rispose, modesto.
 
“Anche a te, Ryo. Quando ci siamo rivisti ero furiosa con te, ma quando sei venuto a trovare Kaori, ti sei preso del tempo anche per me, rispondendo alle mie domande con pazienza. Mi hai rassicurato su mia sorella e sul suo futuro, ho visto che ti prendevi cura di lei e che tenevi a lei e questo mi ha permesso di avanzare su altre cose” confessò. “Dovresti andare da lei, approfittare dei vostri momenti in tre. Oggi è un giorno speciale. Vieni da me quando sarete pronti. Ho tutto il tempo” gli assicurò.
 
Ryo annuì, sorridendo, poi la lasciò, andando nella stanza accanto. Quando entrò, trovò Kaori e Kimi addormentate, la culla attaccata al letto. Delicatamente, prese sua figlia tra le braccia e si sedette sulla poltrona accanto, osservando il suo viso esile. Ne tracciò dolcemente il contorno, facendola imbronciare leggermente, poi infilò un dito tra le sue, la piccola mano spuntava dalla coperta. Si sentì emozionato quando lei gli strinse il dito indice, quelle piccole di lei a malapena riuscivano ad avvolgerlo.
 
“Prometto di fare di tutto per farti vivere una bella vita, Kimi. Una vita bella e lunga. Ti proteggerò da chi vorranno farti del male, farò in modo che nulla disturbi il tuo ambiente affinché tu possa crescere serena e fiduciosa nel futuro, tua madre e io staremo con te il più a lungo possibile” disse a bassa voce per non svegliare Kaori.
 
La sua unica risposta fu un piccolo sospiro della bambina che scosse lievemente la testa. La guardò, di nuovo, con un leggero sorriso sulle labbra. Doveva ammettere che non se l'era aspettato anche se lo aveva sperato: tenere tra le braccia la sua prole addormentata. Pensava che la bambina si sarebbe agitata non appena si fosse avvicinato a lei, che avrebbe pianto, urlato, perché in fondo lui era cattivo, il suo cuore era sbagliato...ma Kimi dormiva pacificamente tra le sue braccia come se non temesse niente e poteva essere vero per i pericoli provenienti dall'esterno, ma lo era altrettanto se si trattava di lui? Era quello che gli era piaciuto credere, che Kaori lo avesse reso abbastanza buono e umano da poter amare e crescere quella bambina. Oggi, davanti a lei, sperava di non essersi sopravvalutato.
 
“Kimi, ti confesso una cosa. Ho paura. Non so cosa significhi essere padre. Non so cosa significhi avere una famiglia o essere un bambino. Probabilmente commetterò degli errori ma posso assicurarti due cose: farò sempre del mio meglio e ti amerò cercando di mostrartelo come posso, meglio di quanto abbia fatto con tua madre”
 
“Sua madre non si lamenta del modo in cui la ami. Lei sa da dove vieni. La ami a modo tuo, ma la ami, ed è tutto ciò che conta” gli assicurò Kaori, che si era svegliata pochi secondi prima. “Siamo cresciuti come coppia, Ryo. Cresceremo come famiglia. Tutto ciò che conta è che non te ne penti e che continui a fidarti di noi” aggiunse, sedendosi sul bordo del letto.
 
Lui si alzò e andò a sedersi accanto a lei, tenendo Kimi tra le braccia.
 
“Mi insegnerai?”

“Impareremo entrambi, insieme. Nemmeno la mia famiglia era molto convenzionale, sai”
 
“È vero, ma avevi Maki”

“Sì, ho un vantaggio rispetto a te” ammise Kaori. “Saremo in due per lei, due per amarla, due per proteggerla. Mi fido di te, Ryo. Tocca a te fidarti di te stesso”
 
“Sono terrorizzato, Kaori, ancora più di quando ho deciso di dare a noi una possibilità. Se sbaglio, è il suo futuro che metto in pericolo” confido.
 
“Ryo, sai cosa fare. Sai amare. Me l'hai dimostrato. So che l'aiuterai a crescere e sbocciare. Kimi è fortunata ad averti come padre e io come compagno. Ascolta il tuo cuore. Non chiederemo di più”

Lui la guardò e ne trasse la sicurezza di cui aveva bisogno prima di rilassarsi e sorriderle.
 
“Va bene, ascolterò il mio cuore, sweetheart” rispose.
 
Lei gli sorrise affettuosamente e appoggiò la testa sulla sua spalla. La giornata trascorse velocemente, Sayuri li raggiunse per un po' per conoscere sua nipote e tornò la sera poco prima dell'arrivo dell'intera banda. Nervoso, Ryo si diresse all'ingresso e aspettò che ci fossero tutti, facendo fremere d'impazienza i primi arrivati. Saeko era l'unica a sapere la verità e rimase serena, mostrando uno sguardo divertito alla fretta di alcuni. Quindi, quando finalmente Mick arrivò con Kazue, tutti li rimproverarono per essere in ritardo.
 
“Il signore qui non ha trovato niente di meglio da fare che provarci con la poliziotta che lo ha fermato per un controllo” spiegò la donna furiosa. “Di conseguenza, si è beccato una multa salata che ha cercato di annullare offrendole una cena, cosa che gli è valsa una seconda multa” aggiunse, lanciandogli uno sguardo omicida.
 
“Incorreggibile...” disse Miki. “Puoi spiegarci perché ci hai chiesto di venire, Ryo?” chiese la barista.
 
Lui li guardò tutti e un piccolo sorriso illuminò i suoi lineamenti.
 
“Immagino che tutti vogliate rivedere Kaori” iniziò, vedendo gli sguardi brillare e i sorrisi allargarsi.
 
“È qui, ma prima di portarvi da lei, detterò le regole perché è stanca. La visita sarà breve per oggi ed eviterete di farle trentamila domande. Le spiegazioni arriveranno più tardi”
 
Tutti annuirono e Ryo li condusse nella stanza della compagna. Quando entrò, Kaori lo guardò leggermente ansiosa. Si chiedeva come avrebbero reagito i loro amici alla nuova arrivata e soprattutto a tutto ciò che la sua nascita comportava. Ryo le fece un leggero cenno del capo e lasciò che tutti entrassero. Miki, Umibozu, Mick, Kazue, Eriko, Saeko, Reika e Kasumi avanzarono rapidamente, seguiti dal Professore. Tutti fissarono con stupore l'immagine di Kaori con un neonato tra le braccia.
 
“Tu...hai avuto un bambino?” sussurrò Miki, stupita.
 
“Sì. È nata stamattina” rispose Kaori, con la gola stretta dall'emozione di rivedere i suoi amici.
 
“È per questo che è rimasta via per tutto questo tempo?” chiese Eriko.
 
“Era per Sayuri, ma in seguito sì, è stato per lei” ammise la sweeper.
 
“E il padre dov'è?” chiese Mick, stringendo gli occhi.
 
Ryo si avvicinò a Kaori e si sedette sul letto accanto a lei.
 
“Per fortuna che avevo detto niente domande...” disse ironicamente.
 
“Ah no, hai detto di non fare trentamila domande” lo corresse Saeko. Lui sorrise beffardo, poi si rivolse all'amico.
 
“È nostra figlia” rispose, avvolgendo un braccio intorno alla vita della sua partner. “Per queste domande, aspetterete” interruppe in anticipo, avvertendo la bufera in arrivo.
 
“Perché non me l'hai detto, Kazue?” chiese Mick, sorpreso.
 
“Non lo sapevo” rispose lei incredula.
 
“Solo due persone lo sapevano oltre a Sayuri, Kaori e me: il Professore e Mary” intervenne Ryo, non volendo scatenare un'ondata di domande e rimproveri che avrebbero rovinato il momento. “Mary perché ha riportato qui Kaori e Sayuri dopo averle recuperate da New York e il Professore che ha accettato di ospitarle nell'ala in ristrutturazione durante questi mesi” spiegò.
 
Si alzò e si avvicinò agli amici, mettendosi tra loro e Kaori, bloccando inconsciamente qualsiasi critica potessero fare.
 
“Ho e avrò sempre fiducia in voi, ma Kaori era incinta e, come Sayuri, non nelle condizioni di difendersi. Si sono messe al sicuro tornando qui e ho considerato una buona soluzione far pensare a tutti che fossero ancora lontane. Era la migliore protezione per tutte e tre” disse, pronto ad affrontare la loro rabbia.
 
“Mentre quelli cercavano altrove, loro erano tranquille” riassunse Mick.
 
“Sì. So che non avreste detto niente per tradirle, ma non potevo permettere che casualmente la loro posizione venisse scoperta” aggiunse. “Mi scuso se siete delusi o arrabbiati. È vostro diritto. Ho fatto ciò che ritenevo necessario per proteggere la mia famiglia”

“Hai fatto bene” dichiarò Umibozu.
 
Ryo lo guardò e annuì anche se era improbabile che lo vedesse. Mick gli diede una pacca sulla spalla mentre avanzava verso Kaori.
 
“Allora, come si chiama questa bellezza?” chiese, guardando la bambina.
 
“Kimi” rispose Kaori, girandola un po' di più verso di lui.
 
“È bellissima come sua madre. Così almeno avrà la possibilità di trovare la persona giusta un giorno” scherzò, lanciando uno sguardo ironico al suo amico che rispose con un'espressione falsamente oltraggiata.
 
“A che ora è nata?” chiese Kazue.
 
“Alle cinque di stamattina” disse Kaori.
 
“Proprio la figlia di sua madre” scherzò Miki.
 
“È il mio compleanno o cosa?” si lamentò Ryo. “Sono responsabile di metà dei suoi geni” esclamò.
 
La piccola iniziò a piangere e Kaori prese il biberon che Miki le porse.
 
“Si capisce quali...” disse Reika, divertita. “Potrei quasi avere dei rimpianti vedendo quanto è bella”
 
“Io avrei potuto averne un bel po'” sussurrò Ryo, non accorgendosi dello sguardo interrogativo della detective.
 
“A proposito, grazie Ryo” disse Saeko, posizionandosi sull'altro lato.
 
“Per cosa?”

“Per aver convinto Umi. La missione è stata un successo e la rete è stata sistemata”
 
“Una buona cosa”
 
La banda rimase ancora qualche minuto prima di sgomberare il campo e lasciare il medico con i giovani genitori.
 
“Kimi sta bene” li assicurò dopo averla visitata.
 
“Grazie Professore” disse Kaori sollevata.
 
“Vi lascio. Riposate un po'. Le prime settimane sono spesso faticose, quindi abbiate cura di voi” consigliò.
 
“Professore, grazie per averle accolte e per aver vegliato su di lei” disse Ryo con gratitudine.
 
“Sai, Babyface, da stamattina sento di essere diventato nonno. È un grande regalo per un uomo che non ha avuto figli. Tuttavia sono stato abbastanza fortunato da vederti crescere e diventare un uomo buono e responsabile, un uomo che sarei stato orgoglioso di chiamare mio figlio. Spero che le mie parole non ti sconvolgano” disse con occhi che brillavano.
 
Ryo non seppe cosa dire per un momento, poi sentì la mano di Kaori stringere la sua. La guardò per un momento e sorrise prima di rivolgersi al suo anziano amico.
 
“Non ci lega il sangue, ma il cuore sì, da molto tempo, Professore. Io credo...” iniziò prima di fermarsi e schiarirsi la gola. “Credo sinceramente che Kimi sia fortunata ad averti come nonno” concluse.
 
L'uomo sbatté le palpebre e chinò la testa prima di alzare il bastone verso la porta.
 
“Io...penso che mi stiano chiamando” balbettò prima di affrettarsi a uscire.
 
La coppia lo osservò andarsene ma nessuno dei due pensò di ridere di lui. Ognuno di loro aveva il proprio background ma, alla fine, ciascuno aveva trovato il proprio posto in quel gruppo.
 
“Ci hai resi tutti sentimentali, Kaori” la rimproverò falsamente Ryo.
 
I loro sguardi si incontrarono senza accuse né fastidi, come testimoniò il sorriso che si scambiarono.
 
“Mi dai troppo potere, Ryo. Al massimo potrò aver rivelato alcuni aspetti della vostra personalità sepolti nel profondo dopo anni trascorsi all'inferno” disse lei, appoggiandosi al cuscino con aria stanca.
 
“E oggi mi dai accesso al paradiso...beh, rimaniamo modesti, diciamo che posso passeggiare nell'anticamera del paradiso perché rimarrà sempre l'ombra del nostro ambiente sulle nostre teste” dichiarò. “Con voi due al mio fianco...forse questa è la strada verso il paradiso” concluse, lanciando un'occhiata a Kimi che dormiva.
 
“Non so dove andremo ma finché saremo noi tre circondati dai nostri amici, mi basta” sussurrò Kaori.
 
“Dormi, Sugar. Vieni qui” disse, sdraiandosi accanto a lei e stringendola.
 
La sentì addormentarsi in fretta e rimase lì, a vegliare il sonno delle sue due donne.
 
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