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Autore: Vickk36_    13/07/2021    1 recensioni
Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Sotto il cielo stellato di Venezia, Gemma era ancora incollata alle labbra di Riccardo Esposito, inebriata dal suo profumo e circondata dalle sue braccia, che la tenevano stretta per non farla scappare via di nuovo. Il momento che entrambi bramavano da tempo fu interrotto proprio dalla studentessa, la quale sembrò rendersi conto solo in quel momento delle sue azioni e delle sue future conseguenze.

"L'ha rifatto...di nuovo. Perché?" Chiese, con imbarazzo.

"Lo volevo" Affermò deciso il professore. Gemma rise nervosamente: Era sempre più convinta che quell'uomo non faceva altro che confonderla ed era sicuro che da lì a poco sarebbe uscita pazza a causa sua. 

Riccardo dal canto suo la guardò mentre lei iniziava a mettere le distanze tra di loro, così notevoli che Gemma notò l'espressione del professore mutare in modo repentino: Egli infatti si incupì di colpo. 

"Lei non fa altro che confondermi! La smetta o sarò costretta a cambiare corso, sebbene non sia una cosa semplice!" Sbottò la ragazza in tono minaccioso, senza riuscire a controllare quelle parole. Del resto Gemma si trovava in qualcosa di più grande di lei, di proibito ed impossibile e prevedeva che tra di loro non sarebbe andata a finire bene. Insomma, non poteva improvvisamente cambiare i programmi e di conseguenza, la sua vita.

Pertanto s'era nuovamente scagliata contro l'uomo che fino a qualche minuto fa l'aveva baciata e lei, nonostante la sua testa le dicesse di non farlo e di porre fine a tutto, aveva ricambiato con un tale vigore che Riccardo non s'aspettava quella reazione una seconda volta. 

 

Quest'ultimo infatti alzò gli occhi al cielo.

"Non lo dica! Lo desideravamo entrambi" Affermò.

Riccardo aveva imparato a conoscere Gemma sebbene in silenzio, senza poterle parlare d'altro se non della tesi e di faccende riguardanti l'università.

Gemma allora deglutì dall'improvviso scatto d'ira del professore e per un attimo non perse l'equilibrio. Era nel panico come d'altronde le stava succedendo spesso nell'ultimo periodo, questo era chiaro, ma non poteva negargli un'altra volta che quel bacio lei non lo avesse desiderato. Continuare a litigare in quel modo era sinonimo di immaturità e pertanto Gemma scelse di prendere un respiro e parlargli con il cuore e non con ciò che la sua impulsività le spingeva a fare.

"Ha ragione, non posso darle torto di nuovo, ma non lo vede? non lo capisce? siamo troppo diversi, non potrà mai funzionare!" Gemma si toccò le tempie con le mani e chiuse gli occhi, sul punto di avere una crisi isterica poiché non c'era soluzione alle loro azioni, non si poteva più tornare indietro e men che meno dimenticare tutto.

"Io credo che noi siamo più simili di quanto lei non creda, basta lasciare da parte l'orgoglio ed essere se stessi per capirlo" Disse il professore. Gemma restò senza parole e benché cercasse di obiettare, di trovare l'ago nel pagliaio,  non ci riusciva perché aveva dannatamente ragione. Malgrado questo, i dubbi di Gemma erano tanti e aveva bisogno di risposte che era determinata ad ottenere quella sera, non ancora a conoscenza che da quella discussione non prevista, tutto sarebbe cambiato.

"Cosa vuole dire con questo?" Chiese titubante.

Ella scrutò Riccardo il quale sembrò pensare per un lasso di tempo indeterminato a quale risposta darle nonostante l'uomo avesse ben in mente le sue intenzioni ma al contempo era esitante poiché non c'erano soltanto differenze abissali tra di loro ma anche un passato che riscontrava delle similarità nel presente. Il professore chiuse gli occhi e serrò la mascella.

"Forse adesso è meglio andare" Disse infine, tagliando corto. 

Se Gemma dapprima restò con il respiro mozzato, in quel momento era priva di forze. Aveva notato che, da quando lei si era allontanata dalle braccia di Riccardo, lui era ritornato il solito professore giacca e cravatta, freddo, controllato e apatico di sempre.  Ella si chiese come poteva nascere qualcosa che era destinata a morire dopo poco e di certo, era sicura che la persona davanti a lei non se ne sarebbe prese le responsabilità, almeno questo pensava.

 

I due in silenzio si avvicinarono alla macchina e appena Riccardo aprì lo sportello Gemma fece lo stesso con ponderazione rispetto alle altre volte. 

Con sollievo e allo stesso tempo con scontento, la studentessa notò che si stavano sempre più indirizzando verso casa sua e nessuno, durante il tragitto, osò pronunciare una sola parola. Gemma si sentiva spaesata, non riuscendo più a dare un senso ai comportamenti del noto docente e anche dei suoi. Lei, che era sempre stata una ragazza indipendente, controllata e da precisi principi e valori, era così cambiata dopo l'incontro con Riccardo Esposito. Lui l'aveva resa diversa, più intraprendente e anticonformista. Era palese,  lei stessa s'era accorta che quando si trattava di quell'uomo l'autocontrollo andava letteralmente al diavolo e di certo, ella faticava ad accettare un cambiamento così radicale ma non riusciva comunque a metterci un punto. 

 

 

Seppur non pensare al professor Esposito fosse praticamente un gioco da matti, Gemma optò nel scegliere cosa fare ponendo a se stessa due opzioni: Continuare ad intraprendere questa storia proibita o seguire lo schema rigido che fin dal primo anno dell'università aveva disegnato. Nel pensarlo, si girò per guardare l'uomo e dovette inghiottire una grande quantità di saliva per distogliere lo sguardo senza prima avergli fatto un analisi accurata: la sua mascella era ancora serrata, le sopracciglia leggermente aggrottate, le labbra dischiuse e le grandi mani stringevano saldamente il volante. 

Non c'era alcun ombra di dubbio che lui possedesse un fascino inestimabile, come se a partorirlo fossero stati due divinità di una certa importanza e per tale ragione Gemma si sentì comunque inferiore alle altre donne che lui poteva permettersi. Insomma, lei era una ragazza nella media: non esageratamente bassa,  con due grandi occhi castani e i capelli lunghi e luminosi del medesimo colore, con un seno prosperoso ma sopratutto con una considerevole forza d'animo. Ella difatti abbassò lo sguardo e voltò lo sguardo al finestrino,  riflettendo  a quanto lei potesse essere diversa dagli standard del professore. 

 

Quest'ultimo dall'altro canto sembrò accorgersene e infatti, guardò il viso della studentessa e di come questo s'era rabbuiato in malo modo, come una nuvola nera pronta a scagliare fulmini e tuoni da tutte le parti.

"La vedo un po' perplessa...va tutto bene?" 

Chiese il docente.  Chiaramente non andava tutto bene e quella insulsa domanda era soltanto di circostanza, un modo per rompere il ghiaccio da quel silenzio assordante. 

"È inutile chiedermelo se sa già la risposta" Rispose Gemma con non poco rammarico. 

Lui inarcò un sopracciglio,  aspettandosi comunque la risposta della studentessa, e la guardò con la coda dell'occhio. Riccardo fermò la macchina e Gemma, capendo di essere arrivata a destinazione si slacciò la cintura e sospirò pesantemente. Prima di aprire lo sportello però,  egli la fermò:

"Io non intendo ne dimenticare e men che meno resisterle. So che non è assolutamente professionale, che è sbagliato ma..." 

Gemma aveva il fiato corto e il suo battito cardiaco stava accelerando sempre di più, se lo sentiva in gola,  impaziente di sapere cos'altro avesse da dirle.

"Ma...?" Chiese dunque lei, incitandolo a continuare.

"Ma non voglio rimpiangere di non averci provato" 

Quando udì quelle parole, Gemma si sentì come se un masso fosse stato rimosso dalla sua pancia e sebbene l'ansia, l'esitazione e la paura di iniziare ad intraprendere qualcosa che mai avrebbe immaginato fosse possibile fare, la gioia era lo stesso presente in lei, ma doveva contenersi. 

"Lei...sta dicendo che vuole provarci?" Domandò,  ancora incredula Gemma. Il professore annuì in segno di accenso ed entrambi per un attimo restarono in silenzio. Un silenzio diverso da quello precedente poiché si avvertiva chiaramente tutto il timore di gettarsi in un campo minato ma allo stesso tempo tutto il desiderio represso che in quel preciso istante, stava uscendo fuori come palle di lava.

"E l'università? Lei ricopre un ruolo importante ed io sono solo una semplice studentessa per non parlare delle molteplici d-" Gemma iniziò a parlare a raffica, elencandogli tutti i suoi dubbi ma Riccardo la zittì dapprima trucidandola con lo sguardo e in seguito, le posò l'indice sulle labbra in modo delicato.

"Non saltiamo a conclusioni affrettate. Una cosa alla volta" 

Gemma guardò il dito che era ancora poggiato sulle sue labbra e che lentamente, dopo aver messo le cose in chiaro, l’uomo ritrasse. Ella dischiuse le labbra e lo guardò con gli occhi sgranati: Quali erano le sue intenzioni?

"Quindi? Non si prenda gioco della mia pazienza!" Esclamò Gemma, con l'ansia che le attanagliava lo stomaco e la testa che era diventata una bomba ad orologeria. 

"Non oserei mai!" Disse con sarcasmo Riccardo Esposito. Egli aveva ben capito che la studentessa era poco paziente e che odiava aspettare e di conseguenza, quando la risposta tardava ad arrivare, non c'era modo di fermare il flusso di parole acide che potevano uscire prepotentemente dalla sua bocca. 

Ella infatti, sbattè le palpebre e accennò un sorriso esasperato.

“Le mie intenzioni sono queste…” Riccardo prese il volto di Gemma tra le mani e lo avvicinò al suo afferrandola anche per il collo in modo tale che ella non potesse nemmeno avere lo spazio per muoversi. Un secondo dopo,  per la seconda volta in quella serata, lui appoggiò le labbra a quelle della ragazza la quale non osò ad approfondire il bacio con più impeto. Anche lei, inaspettatamente, afferrò con forza i capelli del professore, costringendolo a dare il pieno controllo a Gemma, dimostrandogli di essere una forza della natura, quando voleva. Appena senza fiato si staccarono, Gemma aprì gli occhi e sorrise guardando il viso completamente in fiamme di Riccardo Esposito. Entrambi, non sapendo cosa dire, non fecero altro che scrutarsi con desiderio che allo stesso tempo, doveva essere controllato. Finalmente,  il professore e la studentessa si lasciarono andare, non curandosi dei rischi che poteva comportare il gusto del proibito, non preoccupandosi nemmeno di ciò che la gente avrebbe potuto pensare di loro se solo si fosse venuto a sapere. 

 

Ma purtroppo, la realtà non è come nei film e Gemma se ne rese conto malvolentieri quando vide due occhi che la stavano fissando con delusione e con rabbia dal pianerottolo di casa sua. Quegli occhi appartenevano proprio a Luca, il suo migliore amico, colui che fino a quel momento c’era sempre stato per Gemma. Quest’ultima vedendolo, dovette mettere ben a fuoco per rendersi conto che quella persona, quel ragazzo era proprio Luca, e la testa iniziò a girarle pericolosamente, così tanto che pensò di star per perdere conoscenza. Ed in effetti, sarebbe stato meglio perché non aveva parole per descrivere la faccia del suo migliore amico.

“Va tutto bene?” Riccardo la guardò preoccupato. Si avvicinò a lei per controllare che stesse bene, nonostante fosse tutto l’opposto. Il docente non capiva perché la ragazza era improvvisamente impallidita e aveva iniziato a balbettare parole incomprensibili: “i-io…d-devo andare” 

Gemma avevo lo sguardo fisso a Luca. Era come se l’espressione di quest’ultimo non le permettessero di fare altro. Soltanto allora ella credette che quello non era solo un guaio, era molto di più e non aveva la minima idea di come affrontarlo visto il modo spiacevole con cui Luca l’aveva scoperto. Di certo, non era quello che Gemma desiderava.

Riccardo la guardò andare via scossa e dopo pochi minuti decise di andare seppur tentennante. Sapeva che parlarle in quello stato non avrebbe aiutato nessuno dei due e pertanto decise di rimandare la discussione all’indomani mattina. D’altronde, lui non era a conoscenza dei migliori amici di Gemma e non si ricordava tutti i volti dei suoi studenti in quanto ne vedeva molti tutti i giorni. 

 

Gemma si avvicinò con cautela al suo migliore amico e con le lacrime agli occhi lo sfiorò con una mano. Lui, fece un passo indietro, indignato dalla presenza di quella che credeva una persona diversa rispetto a ciò che aveva visto pochi minuti prima nella macchina del rinomato professore. 

“Luca…t-ti prego, dammi modo di spiegare! non è come credi!” Sussurrò Gemma, con la voce spezzata dalle lacrime che iniziavano a scendere come un fiume in piena dai suoi occhi. Molteplici erano le emozioni di Luca: Stupore, disappunto ma soprattuto tanta amarezza poiché si sentì tradito da una delle poche che credeva amiche, forse l’unica.

“Non c’è niente da spiegare! Quello che ho visto mi basta e avanza”.

Sbottò Luca con asprezza, allontanandosi sempre di più da Gemma. Correva, facendo sì che la ragazza non potesse ne fermarlo ne inseguirlo poiché non aveva intenzione di sentire ciò che lei avesse da dirgli, i suoi tentativi erano vani e Luca era irreversibile come mai. Con le mani in testa e singhiozzando rumorosamente Gemma aprì tremante il portone di casa sua e camminò velocemente verso il piano di casa sua. Ciò che avvantaggiò la ragazza fu l’assenza dei suoi genitori: mancavano solo loro a completare quella serata che da splendida era diventata un vero e proprio inferno, come se qualcuno le avesse lanciato una maledizione. Ella appena chiuse la porta alle sue spalle si lasciò andare ad un pianto più che disperato e si accasciò al muro accanto ad essa. Aveva perso Luca, il suo unico amico oltre a Chiara, a causa del desiderio verso il suo professore. E l’unica domanda che non potè evitare di farsi fu: Ne vale davvero la pena di stare con Riccardo Esposito, Gemma? 

 

Spazio autrice

Ciao lettori! Mi scuso nuovamente per la mia assenza ma devo ammettere che ho avuto un piccolo blocco nell’ultimo periodo. Infatti, scrivere questo capitolo non è stato semplice perché non avevo le idee chiare ma ecco a voi! Spero sinceramente che vi piaccia e se avete qualcosa da dirmi non esitate a scrivermi oppure a lasciare un commento. Alla prossima❤️!

   
 
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