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Autore: cin75    15/07/2021    5 recensioni
E se Sam e Dean di ritorno dal loro incontro con la Dea Fortuna avessero davvero fatto una deviazione prima di tornare al Bunker? E se quella deviazione li avesse portati a conoscere chi compie la loro stessa missione ma con modi e alleati ben diversi? Ho amato il crossover con Scooby. Avrei adorato questo di crossover.
Spero piaccia anche a voi.
Ambientazione: per chi ha seguito SPN si va tra la 15x11 e la 15x12 e riconoscerà alcune riferimenti e battute. Per chi ha seguito la serie Shadowhunters si va qualche anno dopo il finale di serie e naturalmente riconoscerete battute e riferimenti.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo un po’ la squadra di cacciatori giunse all’istituto.
Guardarono per un attimo quello che stava accadendo. I demoni ormai erano stati quasi del tutto richiamati dall’incantesimo di Rowena. Alcuni di loro erano stati fermati nel tragitto o nel loro vano tentativo di restare aggrappati a qualche pilastro dell’antico edificio o dalle frecce di Alec , o dalla lama angelica di Dean, o la spada serafica di Jace o proprio dalla frusta di adamas di Isabel.
“Credo che ce l’abbiamo fatta!” asserì Jace.
“Lo penso anche io!” convenne l’inquisitore.
“D’accordo. Io devo accertarmi di come sta Sam!” si fece avanti Dean.
“Naturalmente. Vieni ti accompagno!” si offrì Isabel
“Io faccio un giro all’interno!” comunicò Jace.
“Ok. Allora io controllo il perimetro esterno!” fece Alec. “Assicuriamoci che l’area sia completamente bonificata!”

Dean e Isabel scesero nell’area del nucleo e lì trovarono Clary, Sam, Simon e poco distante dai tre, Magnus che sembrava ancora rapito dal bagliore della sfera angelica.
“Sammy!!” lo richiamò sollevato di rivederlo in piedi e decisamente in forma.
“Ehi...” e avanzò per raggiungere le braccia del fratello. “Magnus mi ha salvato.” disse indicando la pelle scevra da ogni ferita.
Dean si sciolse da quell’abbraccio ma per qualche secondo non smise di osservarlo, come a volersi assicurare che stesse davvero bene e quando anche lo sguardo confortante del minore lo rassicurò,  guardò lo stregone che ancora dava loro le spalle. “Mi sa che devo a quel damerino magico un enorme grazie!”
“Sì, lo credo anche io. Io l’ho già fatto. Ma per favore...evita di chiamarlo damerino magico!”
“Ok..ok..” e così dicendo si affiancò al mago.
Anche se solo di profilo, Dean si rese conto che Magnus aveva il volto madido di sudore, il torace affannato, gli occhi lucidi e decisamente...spaesati.
Evidentemente l’energia usata e ricevuta lo avevano profondamente provato. Anche fisicamente. Il suo respiro era decisamente affannato.
“A quanto pare ti devo un grazie.” fece il cacciatore.
“Mmmmhh!” fu la risposta a labbra strette da parte dello stregone.
“Per Sam, intendo!” disse ancora , vedendo che l’altro rimase con sul viso un sorriso stentato.  Ma a Dean bastò.
Fece per andarsene e dargli il tempo e lo spazio di cui evidentemente lo stregone aveva bisogno per recuperare, quando…
“Alexander..”
“Come?”
“Dov’è….Alexander  ?!” chiese con la voce stanca. Quasi un sussurro.
“Ha detto che avrebbe fatto il giro per controllare il perimetro esterno dell’istituto. Ma tranquillo ..lui sta benissimo.” ci tenne a dirgli, pensando che Magnus fosse preoccupato dato che il compagno mancava. “Il tuo arciere del cuore ha una mira micidiale!!”
“Chiamalo...” e la voce era decisamente rotta dall’affanno. Era quasi un rantolo.
“Ehi...stai bene?” si preoccupò, a quel punto, il cacciatore.
“Chiama Alexander...per favore!” solo allora Magnus si voltò verso di lui e Dean spalancò gli occhi poiché il viso dello stregone era rigato da del sangue che gli usciva dal naso, dall’angolo di un occhio.
“Cazzo!!” esclamò, e fece appena in tempo ad allungare le braccia verso l’altro che Magnus gli si afflosciò letteralmente addosso. “Ehi...ehi...no..no..no..” sorreggendolo nella caduta. “Aiutatemi. Chiamate aiuto!!” richiamò per allertare gli altri che nel frattempo si stavano raccontando ciò che era successo.
“Per l’angelo!!” si allarmò Isabel accorrendo per prima, seguita da tutti gli altri.
“Portiamolo nel reparto medico!” fece Jace. “Simon avvisa Alec. Stava controllando il perimetro esterno dell’istituto.” ordinò e il vampiro corse immediatamente.
“Il portale è chiuso e il nucleo è in equilibrio. Possiamo richiamare Catarina dal labirinto a Spirale.” fece Clary.
“Lo faccio immediatamente. Userò i canali ufficiali come capo dell’istituto. Non potranno trovare scuse.” convenne la ragazza, mentre Dean aiutava Jace a trasportare a braccio , lo stregone.
Lo poggiarono sul primo letto disponibile.
“Andiamo..andiamo stregone da strapazzi... non fare scherzi….” lo provocava Dean sperando in un’altrettanta scherzosa reazione da parte dello stregone.
“Quando ci vuole? dov’è Catarina???!” si infuriava invece Jace.
“Sono qui!!” fece una voce decisa alle sue spalle. “Tutti fuori, ora!!...Izzy, tu dammi una mano!!”
“Dimmi cosa fare!”
“Collegalo ai macchinari e applicagli le rune celebrali. Dobbiamo capire che gli sta succedendo.” disse indicando i vari oggetti da utilizzare, mentre lei “caricava” la magia tra le sue mani per eseguire quello che sembrava una sorta di check-up medico.

Al di là della grande vetrata che dava sulla camera medica, Jace con accanto Clary e Dean, Sam, guardavano in ansia quello che stava accadendo.
“Starà bene, Clary..vedrai che se la caverà. Lui è...è Magnus Bane, Sommo stregone di Alicante. Ci vuole ben altro per...” ma non riuscì a finire la frase. Clary si strinse a lui, in apprensione.
“Che possiamo fare? Non possiamo starcene qui a guardare e non fare niente!!” sbottò Dean.
“Stare calmi e aspettare per adesso è l’unica cosa che possiamo fare!” rispose Jace.
“Col cavolo. Lui ha salvato la vita di mio fratello e non me ne sto qui senza fare niente se c’è anche una se pur minima cosa che posso fare per aiutarlo!!” ringhiò furioso il cacciatore.

Nel frattempo Simon riuscì a raggiungere Alec nel giardino esterno nella parte est dell’istituto.
“Alec!!” lo chiamò.
“Ehi! Che ci fai qui? Dov’è Sam?!”
“Lui...lui sta bene. Ma...”
“Ma? Ma cosa?”
Simon deglutì. Alec anche. “Che è successo?!” quasi sussurrò.
“Magnus.” disse solo il giovane vampiro.

Non servì altro. Alec corse via, in direzione del reparto medico dell’edificio. Quando girò l’angolo dell’ennesimo corridoio, vide subito Dean e gli altri che guardavo con preoccupazione oltre il grande vetro.
“Dov’è?!” chiese istintivamente prima di avvicinarsi.
Jace indicò all’interno. “Catarina e Izzy si stanno prendendo cura di lui.”
Alec si avvicinò lentamente , quasi come se avesse paura di vedere al di la di quella vetrata. C’era già passato e quando ci pensava, faceva ancora male.
Quando, infatti, posò lo sguardo sul marito completamente inerme, nel letto, collegato a fili e rune, sentì lo stomaco tremargli.
“No...no..no...” sibilò terrorizzato precipitandosi subito dopo nella camera. “Catarina?” fece richiamando la strega medico.

Tutti gli altri non appena videro che Catarina si avvicinò ad Alec per riferire della situazione di Magnus , non resistettero ed entrarono.
“Come sta?!” chiese l’inquisitore.
Catarina sistemò una runa sulla tempia dello stregone e poi si fece vicina al ragazzo in apprensione che come al solito quando era in ansia curvava le spalle e incrociava le braccia al petto.
“Questa volta non è come quando si ammalò a causa della magia di Lorenzo. Questa volta l’energia, il potere e la magia che ha dovuto incanalare e controllare è stata talmente forte e invasiva che lo ha sopraffatto completamente. E quando a fine incantesimo l’ha dovuta lasciare andare, il suo fisico ne ha risentito profondamente, a tal punto che la sua stessa magia non riesce a riportarlo indietro. A guarirlo.” cercò di spiegare. “La sua situazione , ora come ora, è la versione più tragica di quella in cui ti trovasti tu quando provasti a rintracciare Jace quando era nelle mani di Valentine!” gli ricordò amaramente.
“Contatta Lorenzo!” asserì Jace.
“Ascoltatemi, l’unica cosa di cui non ha bisogno Magnus è altra magia. Ne ha incanalata talmente tanta che se ne usassimo ancora per guarirlo, avremmo l’effetto contrario.” spiegò decisa  ma triste la donna.
“Quindi non possiamo fare niente?!” azzardò Clary.
“Al momento. Niente!” affermò con amarezza.
“Mi stai dicendo che lui ...Catarina, dimmi che ne verrà fuori!” azzardò Alec spaventato da una simile possibilità.
Catarina non rispose. Abbassò solo tristemente lo sguardo verso terra e prima di allontanarsi, poggiò la mano sul petto dello Shadowhunter : 
"Magnus è immortale non invincibile!" e poi andò via, per fare altri controlli. 

“Scusate….” si intromise Dean. “ ..per chi non  ha studiato medicina magica?”
“In pratica ..” fece Isabel mentre Alec si avvicinava al letto del marito. “..quello che ha fatto lo ha talmente indebolito e sfinito che nemmeno la sua magia riesce a guarirlo. L’aver utilizzato a lungo l’energia del nucleo, l’aver tenuto aperto il portale per Rowena e l’aver salvato Sam...è stato troppo.” disse tristemente.
“Ok..cosa possiamo fare? Non possiamo stare qui senza fare niente!” disse Sam. “Ho visto una biblioteca immensa in questo posto...ci sarà sicuramente un qualche libro in cui ci sia qualcosa che possa esserci utile per aiutarlo!”
Clary si affiancò al giovane cacciatore. “Sam ha ragione. Stare qui non aiuterà Magnus. Cerchiamo qualsiasi cosa possa servire.” e insieme a Simon e Isabel , si mossero verso la biblioteca.
Jace e Dean rimasero per un attimo in silenzio, in disparte. Per motivi diversi, incapaci di allontanarsi dagli altri due. Il primo , a causa del suo legame Parabatai. Il secondo, dal suo immancabile senso di colpa.

Alec nel frattempo si era seduto sul bordo del letto, accanto al corpo del marito. Gli aveva preso la mano, stringendogliela. Baciò l’anello che si erano scambiati come pegno del loro amore.
“Torna da me. Torna da me. Ti prego. Torna da me. Combatti e torna da me.” sussurrò con disperazione. “Non ce la faccio senza di te...non posso farcela. Non voglio farcela!!”
Dean, a quelle parole si ritrovò a fare un passo indietro. Come un flash , nella sua mente si riaccese il ricordo di sé stesso che diceva a Sam che non voleva affrontare la vita da cacciatore da solo. Che non voleva vivere se Sam  moriva.
Un legame diverso, un tipo amore diverso. Ma al tempo stesso, talmente forte da fare atrocemente male nel momento in cui lo si sentiva spezzarsi.

“Alec...” provò a destarlo dalla supplica rivolta al compagno incosciente.
Lo shadowhunter si voltò di scatto. Lo fissò con aria truce, severa, di rimprovero.
“Che cosa vuoi ancora?” disse rabbioso mentre posava delicatamente sulle lenzuola la mano che teneva stretta tra le sue, per poi alzarsi e imporsi al cacciatore. “Quello che potevate fare qui,  lo avete fatto. E come vedi ha comportato dolorose conseguenze. Se non avesse dovuto guarire anche tuo fratello, lui…”
“Ehi, questo non è giusto!!” ringhiò Dean, a quell’uscita.
“.... lui non sarebbe ridotto così. Ma questo non è un problema vostro. Prendete le vostre cose e andate via.” ordinò perentorio, indicando l’uscita della camera.
“Alec , no..” provò ad intervenire anche Jace, che sapeva che quello che stava dicendo il fratello era del tutto dettato dallo stato di frustrazione in cui si trovava.
“Beh! Stammi a sentire tu adesso. Noi possiamo anche andarcene, ma credimi..se non fosse stato per me o per Sam, ora staresti piagnucolando sia per lui che per tua sorella e tuo fratello!!” gli fece presente con sarcasmo , Dean.
Alec accennò una sorta di attacco fisico, prontamente fermato da Jace.
“Andiamo...vediamo cosa sai fare senza il tuo arco!” lo provocò il cacciatore.
“Ok, basta così.” fece autoritario Jace  che senza lasciare la presa al braccio del fratello maggiore , lo costrinse ad uscire dalla stanza. “Va’ a prendere un po’ d’aria. Qui, sistemo io le cose.”
“Io non voglio andare...” asserì severo verso Jace.
“Ok! O ti fai un giro o, inquisitore o meno, ti chiudo nelle celle dell’istituto. In queste condizioni non servi a nessuno, tanto meno a Magnus!” lo ammonì. Alec lo guardò torvo , strattonò la presa con cui il minore lo teneva ancora e andò via.
“Non puoi allontanarmi da Magnus.” sibilò furente, cercando di rientrare nella stanza.
“Scommettiamo?” lo sfidò Jace. “Con le armi potrai essere anche più abile, ma nel corpo a corpo non hai scampo contro di me, fratello!”
Alec sbuffò frustrazione e rabbia ma la diede vinta al minore e poi aveva bisogno di pensare a come aiutare il compagno.

Una volta che Jace lo vide svoltare verso il corridoio che portava alle scale del tetto, tornò nella stanza.
“Ma che problemi ha?!” esclamò Dean.
Jace sospirò e poi indicò Magnus. “Ti basta come risposta?!” fece retorico. Poi, con calma, affiancò il cacciatore. “Senti...perdonalo. Alec non è così. Affatto. Ma Magnus...” e il suo tono si fece amaramente pacato. “Magnus è stato il suo primo amore. Ed è stato l’unico. Credo che in modi e maniere diverse , quei due si siano salvati a vicenda. E ora per Alec...insomma ...vedere Magnus così, sentirsi dire che dovrebbe prepararsi a perderlo...non oso immaginare cosa possa provare. Io percepisco la sua disperazione ma so che è solo la punta di quello che sta provando.” cercò di giustificare il fratello. “Io persi Clary tempo fa eppure sapevo che era viva e stava bene e nonostante questo, soffrivo come mai avevo sofferto.”
“Ho notato qualcosa ma...” cercò di capire il cacciatore.
“In breve: usò il potere delle rune in una maniera che agli Angeli non piacque. Venne punita e venne privata di ogni ricordo del nostro mondo, di chi ne faceva parte, della sua identità e delle sue origini. Di me e del nostro amore.” ricordò.
“Ma ora lei...”
“Devo aver talmente sfiancato gli Angeli con le mie suppliche che devono essersi stancati di ascoltarmi. Qualche mese fa Clary mi ha riconosciuto e lentamente i suoi ricordi stanno tornando. Ma il punto è: che se io soffrivo l’Inferno e Clary era comunque viva, tu prova solo ad immaginare cosa sta provando Alec sapendo che la persona che più ama al mondo, la persona senza cui non riuscirebbe a vivere, potrebbe morire.” e questa ultima affermazione colpì Dean in pieno.
In maniera diversa lui era Alec, e Sam era Magnus. E Dean sapeva che le volte in cui si era ritrovato a vivere senza Sam, quelle volte in cui credeva di aver perso per sempre Sam, era stato solo caos e disperazione.
Sospirò riflettendo sulla situazione e uscì dalla stanza.

Quando raggiunse il tetto dove gli avevano detto di aver visto Alec, Dean avanzò con cautela alle spalle dello shadowhunter. Era lì con buone intenzioni ma voleva evitare comunque di prendersi, magari, una freccia dritta in fronte.
“Ehi..Freccia Verde!” lo richiamò vedendo che il ragazzo sospirò pesantemente a quel richiamo ironico.
“Senti...Winchester, mi dispiace per quello che ho detto prima. Non ce l’ho con te e soprattutto con Sam, anzi, gli sarò per sempre grato per aver salvato Izzy, ma vattene, ok?!!”
“Scuse accettate, ma no. Non me ne vado!” rispose semplicemente e affiancò lo shadowhunter che sbuffò fuori un respiro frustrato.
“Dean...”
Il cacciatore restò in silenzio alcuni momenti, fissando lo sguardo verso il panorama che sebbene notturno non oscurava le luci della baia newyorchese. Si poggiò al parapetto mentre istintivamente Alec si mise dritto e incrociò le braccia al petto.
“Quando avevo quattro anni...” iniziò Dean.”...salvai Sam dall’incendio in cui morì nostra madre. Da allora le nostre vite cambiarono completamente. La mia cambiò completamente. Sam divenne la mia missione. Proteggerlo, tenerlo al sicuro da tutto e tutti è sempre stata ed è ancora la mia ragione di vita. Niente è più importante di mio fratello, della sua vita. Nemmeno la mia stessa vita. Ho venduto la mia anima all’Inferno per lui. Ho sopportato maledizioni primordiali e ogni tipo di dolore affinché lui potesse avere la possibilità di vivere, lottare e vincere.” raccontò con nel tono della sua voce decisione e sicurezza.
Non vi era menzogna in quello che diceva e Alec questo potè capirlo facilmente.
“So che quello che c’è tra te e Magnus è forte e anche tanto. L’ho capito, non sono così...stronzo.. come può sembrare!” fece sorridendo appena senza però guardare ancora il ragazzo che invece fissava lui, concentrato su quel racconto che stava sentendo. “Quindi ora ti chiedo...” e così dicendo si mise dritto anche lui così da fronteggiare l’altro. “E’ questa l’unica cosa che sei in grado di fare per l’uomo che dici amare?, senza il quale, a quanto pare non potresti vivere?” tentò di provocarlo e riuscendoci dato che una sorta di scintilla di rabbia brillò negli occhi dello shadowhunter.
“Tu non...” fece ancora confuso, Alec e allora Dean decise di scuoterlo a modo suo.
“Cazzo!!!” sbottò con aria delusa. “Clary con tutti gli altri..perfino Sam...si sono catapultati nella biblioteca per cercare un modo per salvarlo e tu? Tu che fai? Te ne stai qui a fissare l’orizzonte, struggendoti, infuriandoti….invece di essere lì con loro e trovare una soluzione che ti riporti Magnus?!” e poi tentò ancora. “Non sei l’uomo che mi hanno descritto fin ora. Quello che vedo e che ho davanti a me è solo un poppante a cui stanno portando via il giocattolino prefer...” ma non riuscì a dire altro perché un diretto gli colpì in pieno il viso facendogli fare un paio di passi indietro.

   
 
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