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Autore: Altair13Sirio    16/07/2021    5 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Quando Yoshiki bussò alla porta dell'ufficio di Hachi si aspettò di essere ricevuto con la formalità che si addiceva a quell'uomo, eppure il modo in cui lo salutò il suo coordinatore lo lasciò spiazzato; quasi come se non fosse più lui, Hachi sorrideva e lo invitava a sedersi offrendogli delle caramelle. Il ragazzo non aveva alcuna idea di perché quell'uomo tenesse delle caramelle nella sua stanza, ma accettò gentilmente il gesto e ne intascò una.
Lo studio aveva un arredamento molto simile all'edificio dove lui e gli altri Parasite alloggiavano, essendo stati costruiti assieme non sarebbe stata una sorpresa, ma nella stanza erano presenti lo stesso degli indizi che mostravano come Hachi avesse fatto alcune modifiche recenti, come il grande tappeto blu che avvolgeva i piedi della scrivania dove di solito stava seduto. Era sicuro di non aver visto nulla di simile a Mistilteinn, e non capiva perché qualcosa del genere si dovesse trovare nell'edificio dove si svolgevano le lezioni. Ma non erano quelle le differenze che si aspettava di trovare: essendo l'ufficio di Hachi, Yoshiki pensava che ci sarebbero stati apparecchi tecnologici più moderni e invece sembrava che sulla sua scrivania avesse solo un vecchio modello di telefono fisso, assieme ad una cornice la cui foto non riuscì a vedere. Non c'erano computer o proiettori di ologrammi.
<< Di che volevi parlarmi, Ojizaki? >> Gli chiese sedendosi nuovamente sulla sua sedia dall'altro lato della scrivania. Yoshiki esitò un poco; non si sarebbe certo tirato indietro, ma avrebbe voluto poter dire quella cosa a più persone possibile in una volta.
<< Se per lei va bene, vorrei che anche la signorina Nana sentisse quello che ho da dire. >> Mormorò. << Sarebbe possibile chiamare anche lei? >>
Hachi sorrise e si alzò nuovamente. << Come no! Aspetta un attimo qui, io vado a chiamarla. >> E senza neanche dare il tempo al ragazzo di offrirsi per andare al suo posto, lasciò Yoshiki da solo ad attendere nel suo ufficio.
Senza pensarci, Yoshiki si alzò e cominciò a girare attorno alla scrivania. Il mobile non era antico, però ricordava molto l'arredamento di un tempo ed era in linea con lo stile di quel posto; tuttavia non si trattava neanche di un prodotto nuovo, perché sui cassetti e ai piedi poté notare degli strani segni che non riuscì a comprendere; non erano dati dall'usura perché non sembravano essere casuali e si concentravano in alcuni punti specifici. Guardando meglio, notò delle piccole imperfezioni nel legno, segni di spanatura nelle viti, e arrivò alla conclusione che quei segni fossero stati lasciati da qualcuno che aveva tentato di riparare quel mobile.
Distolse l'attenzione dai segni sulla scrivania e si concentrò sulla foto che rimaneva a riposo su di essa, ora visibile a Yoshiki: era una foto di Nana e Hachi vestiti da festa, conservata bene, ma dall'aria quasi antica. La donna indossava un abito viola che lasciava scoperte le gambe sotto le ginocchia e aveva un taglio molto diverso da quello che mostrava nel presente, poco più lungo delle spalle e con i capelli lisci e lucidi, in netto contrasto con la sua acconciatura dall'aria soffice e semplice che doveva essere l'aspetto naturale dei suoi capelli. L'uomo era molto più simile a come si presentava ai ragazzi, anche se in un certo senso sembrava avere vissuto molti cambiamenti; i suoi capelli erano molto più corti, ricordavano molto la pelata di Matsumoto e indossava una benda diversa dal solito. La giacca che aveva addosso somigliava a quelle che portava tutti i giorni, ma il modo in cui la mostrava era decisamente più rilassato e informale.
Sorridevano entrambi in quella foto e si tenevano a braccetto. Non erano dei sorrisi che si potevano vedere tutti i giorni, quelli della foto mostravano un'emozione che normalmente non veniva espressa, benché meno da loro due; sui loro volti c'era una gioia incontenibile, come se stessero vivendo il momento migliore delle loro vite e in più, poco prima di scattare la foto, qualcuno gli avesse raccontato una barzelletta irresistibile.
Yoshiki fu contagiato da quei sorrisi e tornò al proprio posto, pensando che non fosse carino curiosare oltre tra le cose di Hachi, e quando fu di nuovo seduto sentì la porta alle sue spalle aprirsi.
Nello studio entrarono Nana e Hachi ed entrambi gli sorrisero accoglienti; non erano dei sorrisi come quelli della foto, anche se cercavano di esserlo. Il ragazzo si alzò di nuovo per salutare Nana, ma questa gli disse di non scomodarsi.
Senza tornare a sedersi, Yoshiki guardò i due adulti che si fermavano uno accanto all'altra e lo guardavano in attesa di sentire cosa avesse da dire.
<< Questa informazione potrebbe non essere una novità per voi… >> Cominciò con voce un po' tremante, ma assestando il proprio tono dopo un poco. << Ma mi è stato chiesto di venire a parlarvene per risolvere una questione che ha tormentato i miei compagni da quando sono arrivati qui. >>
Gli sguardi dei due adulti si fecero seri e Hachi gli chiese a che cosa si riferisse.
<< Sto parlando di Rin Kawakami e Aki Mizuru, signore. >> Rispose lui con tono grave. La sua non voleva suonare come una accusa, però dal modo in cui pronunciò quelle parole sembrò che fosse lì a loro insaputa. << I miei due compagni di squadra hanno voluto tenere un segreto riguardante le loro identità, pensando che ci fosse un'irregolarità nella loro iscrizione al programma Parasite, ma hanno rivelato gradualmente questo segreto a tutto il resto della squadra. Tuttavia, finché non sarà stato chiarito questo problema, Mizuru e Kawakami non saranno in grado di dedicarsi al meglio al loro compito di Parasite e saranno costantemente preoccupati dal pensiero di essere scoperti e mandati via per avervi mentito. >>
<< Di che stai parlando, Yoshiki? >> Mormorò preoccupata Nana. << Che cosa c'è di tanto terribile che avrebbe potuto farli espellere dalla squadra? >>
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei e rimase impassibile. << Prima devo chiedervi di non reagire in modo impulsivo quando ve lo avrò svelato, e poi vorrei che mi assicuraste che, qualunque cosa facciate, quei due non verranno mandati via. >> Disse con tono che non ammetteva repliche. << Normalmente non vi farei questa richiesta, ma visto che è stata una mia idea di raccontare la verità vorrei essere sicuro che non siano puniti in modo eccessivo. >>
Hachi avvertì un brivido quando lo sguardo di Yoshiki si posò su di lui. Come era possibile che un ragazzo della sua età riuscisse a farlo sentire così con un solo sguardo? Riuscì a intuire quanto fosse serio riguardo a quella cosa, non solo voleva aiutare i suoi compagni, ma voleva anche assicurarsi che rimanessero al sicuro.
<< Ma certo… >> Rispose esitando. << Non avremmo mai pensato di adottare misure tanto drastiche con i ragazzi della squadra, in ogni caso. Siamo sempre pronti a venirvi incontro, anche se, per come hai posto l'argomento, sembra che tu debba confessare un crimine orribile… >>
Hachi rise per sdrammatizzare sulla faccenda, ma lo sguardo di Yoshiki rimase intenso e questo non si mosse. Alla fine però il ragazzo sembrò rilassarsi e disse:<< In realtà non si tratta di niente di che… E' solo che Rin… La Kawakami mi è sembrata molto preoccupata all'idea di dover parlare, e volevo assicurarmi che non gli avreste fatto nulla. >>
<< Allora… Dicci pure di che si tratta. >> Disse Nana tesa. Per quale motivo quel ragazzo continuava ad adottare tutte quelle misure di precauzione nonostante lui stesso pensasse che il problema non fosse tanto serio da richiedere tutto quello?
Yoshiki prese un respiro profondo prima di parlare. Non se ne era reso conto, ma aveva accumulato un bel po' di tensione mentre si preparava a spiegare tutto ai due adulti; sarebbe stato meglio sbrigarsi a liberarsene.
<< In realtà, Aki e Rin sono fratelli. >> Disse. << Il loro vero cognome è Okagawa. La loro famiglia aveva bisogno dei sussidi dell'I.P.U. predisposti per le famiglie meno abbienti che avrebbero presentato un figlio all'arruolamento, ma poi sono stati accettati tutti e due e la loro famiglia ha cominciato a percepire i premi per entrambi i ragazzi. Aki e Rin hanno tentato di tenere nascosta la loro parentela per timore che potessero esserci ripercussioni. >>
Basita, Nana gli chiese:<< Perché pensavano che ci fosse qualcosa di sbagliato? >>
<< E' la stessa cosa che mi sono chiesto io, e anche dopo la loro spiegazione non me la sono sentita di contraddire le loro convinzioni. >> Rispose lui, avvertendo già come la tensione si fosse distesa e cominciando a parlare con più scioltezza. << Comunque loro pensano di aver fatto qualcosa di illegale, presentandosi entrambi all'arruolamento. Credono di aver truffato l'I.P.U. perché sul volantino di arruolamento c'era scritto di presentare un solo figlio a famiglia. >>
Inizialmente i due adulti non capirono quale fosse il problema, poi i loro sguardi cominciarono ad andare da una parte all'altra della stanza con perplessità e infine iniziarono a confabulare tra loro, ignorando per un attimo il ragazzo in piedi a pochi passi da loro.
<< Abbiamo veramente scritto una cosa del genere? >> Chiese Hachi nascondendo la bocca con la mano.
<< Ma va'! Pensi che avrei permesso una sciocchezza del genere? >> Gli rispose con veemenza la donna, che però dopo qualche istante sembrò avere dei ripensamenti. << Però non ricordo quale fosse il risultato finale dei volantini, forse potrebbe esserci sfuggito qualche errore… >>
<< Non li hai letti, prima che venissero distribuiti? >>
<< Non credevo di essere la tua segretaria! >>
<< No, ma… >> Hachi si ammutolì e si girò a guardare Yoshiki, che li osservava sorpreso. In effetti non ci aveva mai pensato, ma il rapporto dei suoi due coordinatori doveva essere molto più intimo di quanto dessero a vedere; in fondo si conoscevano da centinaia di anni ed erano rimasti sempre assieme. Davanti alle altre persone dovevano mantenere un atteggiamento professionale, ma quei due erano a tutti gli effetti come una vecchia coppietta sposata, e quello doveva essere uno di quei litigi per le piccole cose che scoppiavano di tanto in tanto.
Quando Hachi si girò nuovamente verso Nana, vide che anche lei lo stava squadrando con fare torvo. << Ehm… In ogni caso, vediamo di risolvere questo problema prima. >> Disse alla fine sorridendo come chi non voleva peggiorare le cose. << Non è mai stata nostra intenzione vietare alle famiglie meno abbienti di presentare più di un figlio. Il programma Parasite accoglie chiunque voglia provare ad entrarvi, e le persone che si sono offerte meritavano di ricevere quei fondi. Si tratta di un servizio alla comunità, e ora che loro non sono più sotto la tutela dei loro genitori è giusto che ricevano un risarcimento. >>
<< Quindi era veramente come pensavo io. >> Commentò Yoshiki annuendo. << Non c'era niente di cui preoccuparsi. >>
<< Già. E comunque lo sapevamo già. >> Esordì Nana voltandosi verso il ragazzo, facendolo ridere.
<< Chiedo scusa? >>
<< Avevamo i loro campioni di DNA… E poi non è che si siano preoccupati troppo di nascondere le proprie identità quando si sono arruolati; i loro codici di riconoscimento sono consequenziali, il che vuol dire che si sono presentati insieme, e molti dei dati che ci hanno fornito coincidono come il luogo di nascita o il nome dei genitori. Per non parlare della loro straordinaria somiglianza, dentro e fuori, che non lascia dubbi… >> Nana sorrise. Era incredibile come Yoshiki gli avesse fatto credere che il problema fosse di portata tale da rischiare l'espulsione per i due fratelli, quando le cose non avrebbero potuto essere più semplici di così.
Yoshiki attese un attimo per ricomporsi. Quando il sorrisetto ironico che gli era spuntato in volto fu sparito, chiese:<< Quindi non ci sarà nessuna azione disciplinare su di loro? >>
I due adulti scossero la testa. << Neanche un rimprovero. >> Disse Hachi con un sorriso rassicurante sul volto. Quel risultato era prevedibile, eppure Yoshiki si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo.
<< Scommetto che saranno estasiati di sapere che si sono preoccupati per niente tutto questo tempo. >> Commentò sarcastico, facendo ridere i due adulti. Però non pensava che fosse così semplice; sicuramente Nana e Hachi avrebbero dovuto fare alcune correzioni nei documenti dei due ragazzi, però il loro atteggiamento era stato decisamente accomodante.

Sorrise, contento di sapere che Nana e Hachi fossero delle persone così comprensive. << Bene, ora c'è un'altra cosa di cui vorrei parlarvi… >>
 
*
 
Rin e le ragazze erano introvabili; quando Yoshiki gli aveva detto di far distrarre la loro compagna, non intendeva di farla sparire da Mistilteinn. Sarebbe andato a cercarle volentieri, ma non aveva molta voglia di mettersi a girovagare per i boschi senza una meta e in casa non sembrava esserci nessuno che potesse sapere dove fossero andate, quindi se ne tornò in camera e dopo qualche minuto ne uscì con indosso una tuta da ginnastica.
Mentre scendeva le scale dell'edificio, incontrò Tetsuya in uscita dalla sala comune che gli chiese dove stesse andando.
<< Vado a fare una corsetta. >> Rispose lui fermandosi alla fine delle scale. << Hachi e Nana hanno detto che la fatica post connessione può dipendere anche da un fisico poco allenato, per questo voglio cominciare a fare un po' di moto così da poter sopportare meglio gli effetti della connessione. In questo modo anche la mia partner ne beneficerà. >>
<< Davvero? >> Chiese sorpreso Tetsuya. Non gli era sembrato che Fukuda avesse accusato effetti negativi dopo i loro test a bordo degli Stridiosauri, però se quello che diceva Yoshiki era vero, forse avrebbe dovuto seguire anche lui un allenamento del genere. L'effetto che la prima connessione aveva avuto su Suzuko lo aveva fatto preoccupare; non voleva vederla così affaticata ogni volta che eseguivano dei test o un allenamento.
<< Ehi, posso unirmi a te? >> Chiese senza pensare. Stava per correggersi e dire che forse avrebbe fatto meglio ad andare da solo, ma Yoshiki rispose ancora prima che potesse parlare.
<< Certo! Vai a cambiarti, così ci scateniamo un po'! >> E indicò il piano di sopra. Tetsuya seguì la traiettoria del suo pollice e rimase in silenzio per qualche istante prima di avviarsi su per le scale. Non ci mise molto, quando tornò aveva indosso una tuta dall'aspetto consunto e un po' troppo pesante per la stagione corrente, decisamente in contrasto con quella apparentemente nuova del suo compagno di stanza.
Yoshiki stava aspettando all'aperto, in cima agli scalini di ingresso dell'edificio, e stava facendo scaldare i muscoli. Quando vide Tetsuya lo salutò di nuovo. << Sei pronto? >>
Lui annuì e cominciò a stendere braccia e gambe. << Dove andiamo? >>
<< Non lontano. Visto che è il primo giorno, facciamo solo un giro lungo il sentiero che passa dalla serra botanica e dal lago. Ti va bene? >> Fu la risposta di Yoshiki, che cominciò a indicare il sentiero che si inoltrava negli alberi, e poi facendo girare il dito verso est.
<< Va benissimo! >> Rispose Tetsuya galvanizzato. << Allora partiamo? >>
Mentre il ragazzo si metteva in posizione di partenza, Yoshiki fece qualche saltello sul posto e diede il via. I due iniziarono a correre a velocità moderata in direzione del bosco, rimanendo uno a fianco all'altro per tutto il tragitto. Il percorso scelto da Yoshiki non era particolarmente lungo, la strada che facevano ogni giorno per andare a lezione era più lunga, quindi non ci avrebbero messo molto tempo a percorrerlo tutto; ciononostante, quando si furono addentrati nel bosco, Tetsuya cominciò a respirare con più difficoltà.
<< Sei grande e grosso, e ti stanchi già? >> Cercò di spronarlo il compagno di corsa, nonostante anche lui cominciasse a sentire un leggero fiatone; tuttavia sapeva che si trattava di dover regolare il respiro per non avere problemi a continuare.
Tetsuya sorrise imbarazzato mentre un'espressione affaticata gli compariva sul volto per un istante. << No, è solo che… >> Deglutì e nel frattempo cercò di trovare un modo per rispondere senza sprecare troppe energie. << Ho solo una costituzione robusta, non mi sono mai allenato seriamente. >>
Yoshiki sorrise divertito. << Vuoi che ci fermiamo un po'? >>
Mentre diceva questo, il sentiero curvò verso sinistra. Erano arrivati quasi a metà percorso, più avanti la strada si sarebbe diramata e loro avrebbero preso la direzione per tornare indietro. Sapendo di aver già percorso una buona parte della strada, Tetsuya si sentì rinvigorire e trovò la determinazione per spingere ancora un po'.
<< Posso farcela… >> Ansimò con sguardo deciso. << Tu cerca… Di distrarmi un po'… >>
Yoshiki lo guardò perplesso per un attimo prima di tornare a guardare davanti a sé. Distrarlo in che modo? Non era molto bravo a chiacchierare senza un motivo preciso e temeva di ottenere l'effetto opposto a quello desiderato da Tetsuya, ma visto che l'altro sembrava aver bisogno di una spinta cercò in fretta qualcosa da dire.
<< A Mistilteinn non c'era nessuno. >> Disse atono, guardando avanti. << Stavo cercando le ragazze, ma sembrano essere sparite tutte quante. >>
<< In effetti era molto silenzioso… >> Commentò Tetsuya girandosi per un attimo. << Però anche tu non c'eri fino a qualche minuto prima. >>
<< E' perché ero andato a fare una cosa. >> Spiegò Yoshiki. << Okagawa mi ha chiesto di andare a parlare con i coordinatori… Per risolvere il problema di lei e suo fratello. >>
A quella notizia Tetsuya fu sorpreso. << Che cosa? Vuol dire che gli hai raccontato tutto? >>
La fatica scomparve per un attimo dal suo corpo, proprio mentre Yoshiki cominciava a sentirsi un po' più appesantito. << Già. Oh, e sai qual è la cosa divertente? >> Continuò ghignando. << Loro lo sapevano già. >>
<< Eh!? >>
<< Lo sapevano già! >> Ripeté ad alta voce Yoshiki, che per poco non si mise a ridere in modo sguaiato. << Sapevano già che Aki e Rin sono fratelli! Si sono fatti tutti quei problemi per niente! >>
Tetsuya voltò lo sguardo incredulo alla strada, che si avvicinava al bivio che li avrebbe condotti alla serra. << Assurdo! >>
<< Neanche troppo. >> Rispose Yoshiki svoltando a sinistra. Prese fiato un momento e ricominciò a parlare. << Pensandoci bene, questa sarebbe stata la risposta più logica al loro problema, ma entrambi si sono lasciati prendere dal panico e hanno immaginato cose ancora prima di esserne sicuri. Nana e Hachi mi hanno assicurato che non ci sarà nessuna ripercussione, ma vorranno parlare con i due fratelli per chiarire la questione una volta per tutte. >>
<< Quindi… Non è mai stato un problema per loro… >> Mormorò Tetsuya abbassando lo sguardo e rimanendo ipnotizzato dal movimento delle proprie gambe sul sentiero in terra battuta. << Come mai proprio tu? >>
Yoshiki gli rivolse uno sguardo interrogativo, non capendo la domanda.
<< Perché Okagawa ha chiesto a te di andare a parlare con gli adulti? >>
Il ragazzo alzò lo sguardo dopo aver capito cosa intendesse il suo compagno di stanza e aspettò qualche istante prima di rispondere. << In realtà… Sono stato io a offrirmi volontario. >>
Lo sguardo di Tetsuya chiedeva perché, ma non volle dare voce a quella sua domanda per non sembrare troppo fastidioso. Tuttavia, Yoshiki stava già continuando a spiegare.
<< Il fatto è che Rin è arrivata da noi in preda all'ansia, dicendo che non poteva più andare avanti con questa recita… Io le ho proposto due modi per risolvere la questione, e lei ha finito per scegliere il secondo… >>
<< Qual era… Il primo? >> Domandò curioso Tetsuya, ignorando il suo istinto di non chiedere troppo.
Yoshiki alzò un angolo della bocca con aria estremamente divertita e rispose con calma assoluta:<< Cancellare tutte le prove della loro parentela. >>
Tetsuya rise talmente forte che la sua voce rimbombò tra gli alberi del bosco e dovette rallentare la sua corsa un attimo per evitare di inciampare lungo il sentiero. Per qualche motivo si aspettava una proposta del genere da Yoshiki; il ragazzo era capace di essere estremamente razionale e ligio alle regole, ma anche ribelle e capace di pensare alle cose più assurde. Lui stesso riconobbe quanto fosse irrealizzabile quell'idea e per questo rise assieme al compagno di squadra di quella cosa.
Continuando a parlare per darsi forza a vicenda, i ragazzi raggiunsero la serra senza accorgersene. Al suo interno c'erano Momo e Aiko che si prendevano cura dei fiori e li videro uscire dalla boscaglia fianco a fianco; affacciandosi dalla serra li salutarono e i due ragazzi risposero agitando le mani, ma senza accennare a fermarsi.
<< Dove andate? >> Chiese a voce alta la ragazza più grande.
<< Facciamo ginnastica! >> Rispose Tetsuya tirando fuori le ultime forze che gli erano rimaste; ormai anche parlare richiedeva un grosso sforzo perché doveva concentrarsi a mantenere la respirazione costante. Così come erano arrivati nei pressi della serra, i due ragazzi svanirono di nuovo nella boscaglia seguendo il sentiero che li avrebbe riportati alla tenuta e Momo rimase a guardarli incuriosita mentre Aiko tornava a occuparsi delle piante.
<< Loro due erano qui, ma non vedo le altre. >> Disse Tetsuya quando lui e Yoshiki si furono inoltrati di nuovo nel bosco.
<< Quando abbiamo parlato con Rin, loro non c'erano… >> Ansimò l'altro rimanendo a guardare davanti a sé per non perdere la concentrazione.
Tetsuya notò il suo fiatone e sorrise. << Allora… Anche tu ti stai stancando, eh? >>
<< Sta zitto! >> Rispose seccato Yoshiki. << Tu ti muovi per inerzia! Se… Se ci fermassimo ora, non riusciresti più a partire! >>
Tetsuya rise di nuovo e quella risata riuscì a dargli un altro po' di energie per continuare. Anche Yoshiki ghignò, ma evitò di lasciarsi trasportare come il suo compagno di corsa per non rimanere senza fiato; era rimasta poca strada da fare e loro due erano ormai esausti, per questo rimasero in silenzio lungo l'ultimo tratto di strada per risparmiare le forze, e quando furono arrivati sulle sponde del lago alle spalle della tenuta, si fermarono.
In realtà avrebbero dovuto arrivare fino a casa, e Yoshiki pensava che ci sarebbe riuscito senza problemi, ma poi nell'acqua vide delle sagome familiari e il suo passo rallentò rapidamente fino a farlo arrestare su una roccia che si affacciava sul lago.
Le ragazze stavano facendo il bagno, nuotavano beatamente nell'acqua cristallina del lago e facevano gare di apnea. Sembrava che Naho e le altre fossero riuscite a distrarre Rin, perché la ragazza sorrideva come se non avesse alcun pensiero per la testa; tuttavia il ragazzo sapeva che le avrebbe fatto piacere ricevere buone notizie il prima possibile, per questo le chiamò a gran voce.
<< Ehi, quello non è Ojizaki? >> Reagì Suzuko alzando un dito in direzione del ragazzo sulla sponda. << C'è anche Tetsuya! >>
Naho, che si stava lasciando cullare dalla corrente, si alzò improvvisamente e affondò subito dopo. << Yoshiki è qui?! >> Esclamò imbarazzata, voltandosi a guardare nella direzione indicata dalla compagna.
<< Ha già finito? >> Chiese incredula Rin, che cominciò ad avvicinarsi alla riva seguita dalle altre.
Yoshiki e Tetsuya salutarono le quattro ragazze e si videro arrivare addosso una montagna di domande.
<< Hai già parlato con Nana e Hachi? >>
<< Perché siete in tuta? >>
<< Non è carino spiare mentre facciamo il bagno… >>
<< Come è andata? Che hanno detto? >>
Tra tutte le domande, Yoshiki si concentrò su quelle di Rin, che era quella che più di tutte aveva bisogno di una risposta. Gli dispiaceva averla interrotta, dopo che gli era sembrata così spensierata mentre giocava con le sue amiche, ma era sicuro che quello che stava per dirle le avrebbe ridato il sorriso.
<< Hachi e Nana sono stati gentilissimi e hanno compreso tutto quello che gli ho riferito. >> Iniziò abbassandosi un poco, avvicinando il viso a Rin che si era aggrappata alla roccia e lo guardava speranzosa. << Non vi annoierò con i dettagli, l'importante è che sappiate che non hanno alcun problema con il fatto che tu e Aki siete fratelli! >>
Un urlo di gioia si levò dal gruppo di ragazze non appena ricevettero quella notizia e Rin fu sballottata dalle altre, ancora incredula che quell'incubo fosse finito.
<< Hanno detto che non gli importa che abbiate mentito su alcune cose, ma dovrete aiutarli a correggere le informazioni errate. >> Continuò Yoshiki, ma ormai nessuno stava prestando ascolto.
<< Oh, meno male! >> Esalò Rin fingendo uno svenimento e appoggiandosi a Suzuko, che la afferrò prontamente. << Non so come avrei fatto senza di voi! >>
La ragazza si mise a ridere mentre dalle spalle riceveva un abbraccio da parte di Kya, che sembrava volersi mettere in mezzo alle due compagne di stanza. Naho si sporse un po' fuori dall'acqua per farsi notare e domandò:<< E' stato difficile parlare con loro? >>
Yoshiki scosse la testa e si portò una mano al fianco. << Per niente! Sono stati veramente gentili, Hachi mi ha anche dato una caramella! >>
<< Caramella! >> Esclamò Kya, che lasciate andare Rin e Suzuko si spinse in su aggrappandosi alla roccia e mandò un sorrisone al ragazzo. << Ce l'hai ancora o l'hai mangiata? >>
Yoshiki indietreggiò un poco, sorpreso dall'impeto della ragazza, e si mise istintivamente la mano nella tasca. Prima di cambiarsi per uscire a correre, effettivamente aveva spostato la caramella e l'aveva portata con sé. << La vuoi? >> Chiese sforzandosi di non far cadere lo sguardo in mezzo alla scollatura del costume da bagno della ragazza, che continuava a sporgersi verso di lui.
Kya alzò entrambe le mani contemporaneamente e strappò la caramella ancora incartata dalle dita di Yoshiki. << Grazie Yoshi! >> Esclamò con voce acuta, mentre senza più un appoggio sulla roccia il suo corpo affondava nel lago poco profondo.
Riemerse dopo pochi secondi e scartò la caramella, ficcandosela in bocca senza esitare un istante. << E' al limone. >> Borbottò facendo andare lo sguardo da una parte all'altra, provocando delle risatine nel gruppo.
<< Dove stavate andando ora? >> Domandò Suzuko, tornando a rivolgersi ai due ragazzi.
Fu Tetsuya a rispondere. << Ah, Ojizaki stava andando a correre e io mi sono unito a lui. Adesso stavamo per tornare a casa… >>
<< Ehi, volete unirvi a noi? >> Propose Kya, scatenando l'imbarazzo esplosivo di Naho che andò subito a zittirla e quello più discreto delle altre due ragazze.
Yoshiki rise. << Grazie, ma preferisco fare una doccia per togliermi il sudore di dosso. >> Per fortuna c'era lui, pensò Tetsuya, perché da parte sua non sarebbe riuscito a rifiutare tanto casualmente quell'invito, e tuffarsi assieme alle ragazze lo imbarazzava troppo.
<< Uffa, nemmeno un tuffo? >> Ci riprovò Kya, che questa volta venne spinta con la testa sotto l'acqua dalla compagna di stanza.
<< Va bene così! >> Disse Naho girandosi verso i ragazzi. << Ci vediamo alla tenuta più tardi! >>
Kya uscì dall'acqua respirando a fondo e afferrò la ragazza dalla testa, iniziando a confabulare con lei qualcosa che gli altri non riuscirono a comprendere e isolandosi di fatto dalla discussione precedente.
Distratta da quel teatrino, Rin si ricordò alla fine di una cosa. << Puoi avvertire tu Aki della cosa, se lo vedi? >> Sorrise imbarazzata. << So che ti ho seccato anche troppo, però… >>
<< Non c'è problema. >> Rispose Yoshiki con un sorriso accomodante. << Appena lo vedo, gli spiego tutto! >>
Rin sorrise di nuovo. Questa volta il suo peso era svanito del tutto e finalmente poteva tornare ad essere pienamente sé stessa. Non avrebbe dovuto più temere ritorsioni per un errore ingenuo di lei e suo fratello, e si sarebbe potuta concentrare completamente sul suo dovere. << Grazie. >> Sussurrò, e Yoshiki le mostrò il pollice con sicurezza prima di voltarsi per riprendere la via di casa.
Le ragazze salutarono i loro compagni di squadra e Tetsuya seguì Yoshiki affrettando il passo. Dopo che si furono allontanati un po' e i gridolini delle Pistil furono tornati a riempire l'aria sopra il lago, il ragazzo iniziò a ridere tra sé e sé.
<< Lo so che ti sei fermato perché non ce la facevi più… >>
<< Oh, chiudi il becco! >>
   
 
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