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Autore: cin75    18/07/2021    4 recensioni
E se Sam e Dean di ritorno dal loro incontro con la Dea Fortuna avessero davvero fatto una deviazione prima di tornare al Bunker? E se quella deviazione li avesse portati a conoscere chi compie la loro stessa missione ma con modi e alleati ben diversi? Ho amato il crossover con Scooby. Avrei adorato questo di crossover.
Spero piaccia anche a voi.
Ambientazione: per chi ha seguito SPN si va tra la 15x11 e la 15x12 e riconoscerà alcune riferimenti e battute. Per chi ha seguito la serie Shadowhunters si va qualche anno dopo il finale di serie e naturalmente riconoscerete battute e riferimenti.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Tu non sai un cazzo di me e Magnus..” ringhiò.
Dean cercò di riprendere l’equilibrio, ma un secondo pugno lo investì ancora in pieno.
“Non credo di perdermi molto!!” provocò ancora, dolorante al viso,.
“Tu non hai idea di quanto sia potente quello che ci lega!” e colpì di nuovo e di nuovo il cacciatore indietreggiò barcollando.
“Non deve esserlo tanto… dato che non merita nemmeno che tu….che tu provi a salvarlo!!” provocò ancora, affannato. E a quel punto Alec lo afferrò per il bavero del giacchetto e lo schiacciò contro il parapetto in un chiaro gesto di volerlo buttare di sotto.
“Andiamo...” ringhiò Dean. “Incazzati...reagisci...continua pure a colpirmi...” e così fece Alec. Colpì di nuovo. “...butta fuori la rabbia così, ...così ti resterà solo la lucidità di quello che provi adesso!!”
“Tu non hai idea di che cosa si prova alla sola idea di perdere chi ami più della tua stessa vita!?” gridò ancora, nel panico, dimentico del racconto che Dean gli aveva appena fatto. E colpì di nuovo il viso del cacciatore che si lasciò colpire.

Poi, Dean, però, quando si accorse che un ennesimo colpo stava per raggiungerlo, lo bloccò a mezz’aria. Fissò lo sguardo negli occhi disperati del suo avversario.
“Ho perso mio padre, morto al posto mio...” iniziò il cacciatore, recuperando l’attenzione di Alec e il suo respiro. “Ho riavuto mia madre solo per tenere il suo corpo senza vita tra le braccia, per non so quanto tempo. Un mostro sadico ha sparato in testa all’uomo che ha cresciuto me e Sam come un padre. Sono rimasto in ginocchio nel fango a pregare un Dio che non mi ha mai ascoltato e i tuoi tanto adorati angeli affinché mi restituissero il mio migliore amico ucciso davanti ai miei occhi. Giovani amici che ormai erano come fratelli e sorelle sono stati massacrati solo perché tenevano a me...” confessò mentre nella sua mente scoppiavano le immagini di Kevin, di Charlie, di Jo ed Ellen. Di tutti coloro che avevano perso. “Ho perso un ragazzo che era come un figlio, e ogni volta che credevo di aver perso per sempre Sam...la mia mente perdeva un po’ della sua ragione e il mio cuore si sbriciolava fino a diventare polvere. La mia anima bruciava fino a diventare cenere! Credimi...lo so che cosa stai provando. Si chiama Inferno!” continuò e recuperò fiato così come anche Alec stava facendo. La mano che Dean teneva lontano dal suo viso , aveva perso forza. Il respiro dello Shadowhunter era tornato più lento, non sereno, ma lento.
Dean tacque e lasciò che il giovane riflettesse. Ritornasse lucido.
“Io ho paura!!” confessò contro all’improvviso il ragazzo. “Sono terrorizzato!!!” disse ancora stringendo la presa su un braccio di Dean, ma non per lotta ma come per aggrapparsi.
“Chi non ne ha quando la persona che ama è in pericolo!!” provò a riportarlo alla ragione , ora.
“Non posso perderlo!” iniziò con affanno l’altro. “Non voglio!”
“E allora non farlo!” sibilò affannato anche Dean dato che comunque i pugni presi erano andati a buon fine. “Non fartelo portare via.”
“Sembra così...impossibile... riuscire a salvarlo!” asserì frustrato, Alec. La frase spazzata dal respiro ansante.
Dean si rimise dritto, mise le mani sui polsi di quelle mani ancora strette al suo giacchetto, strinse ma non per spostarle ma solo per trasmettere forza.
“Impossibile significa solo...” iniziò Dean.
“...tentare ancora!” finirono insieme.
Alec se ne stupì. Dean sorrise compiaciuto.
“A quanto pare abbiamo qualcosa in comune.” disse Dean e quando si rese conto che Alec era relativamente più tranquillo, riprese a parlare.
“Ascolta….la vostra dottoressa magica ha detto che quello che sta passando Magnus è la versione peggiore di quello che hai passato tu. Cosa voleva dire? Può aiutarci?”
Alec scosse la testa al ricordo di quell’evento. “Tempo fa Jace venne rapito da un nostro nemico, Valentine. Grazie al legame della nostra runa Parabatai cercai di rintracciarlo, ma Valentine lo teneva ben protetto da incantesimi e barriere magiche oltre che a tenerlo su una barca...”
“Già...a quanto pare i vostri tatuaggi non vanno d’accordo con l’acqua.”
“Per niente!….comunque io usai una pietra runica per intensificare la ricerca, ma questo mi mandò in coma e quasi mi uccise. Il potere di quella runa mi bloccò tra la vita e la morte e solo quando riuscirono a trovare Jace, riuscirono a salvarmi.” raccontò.
“Come fecero a salvarti?!” chiese ancora.
“Ero ormai quasi morto ma Magnus non si arrese, non tralasciò niente, nessun incantesimo, non mi abbandonò mai. Di nascosto mi portò via perfino dall’Istituto portandomi al suo appartamento. Jace riuscì a raggiungerci lì e riuscì a riportarmi indietro solo recitando il nostro giuramento Parabatai. Fu un tentativo all’ultimo minuto ma andò a buon fine. Il nostro legame fu abbastanza forte da salvarmi.” disse concludendo il suo racconto e si indignò quando vide un sorriso derisorio sulle labbra del suo interlocutore. “La cosa ti fa ridere?!” chiese indignato.
“Non nel senso che pensi tu. E’ che voi shadow-cosi ...”
“Shadowhunter. Siamo shadowhunter!!” lo corresse seccato.
“Sì, come dici tu...sembrate così tosti e pronti all’attacco e poi non vedete le cose più ovvie. Non seguite la strada più ovvia.”
“Ma di che diamine stai parlando??!” domandò frustrato Alec.
“Hai detto che il giuramento che Jace ha pronunciato per te ti ha riportato indietro..”
“Sì, è così!”
“E non riesci a capire che un giuramento ben più potente, ben più forte potrebbe riportare Magnus da te?”
“Ma io e Magnus non abbiamo un...”
“Lo hai sposato? E’ tuo marito?” lo fermò il cacciatore.
“Sì , e con questo?”
“Stupido moccioso. Io e Sam, quello che ci lega, ci ha sempre riportati uno dall'altro. Tra voi , tra te e Magnus, c’è “IL” giuramento. Quello che lega te e lui è il più forte tra i legami.  E tu non ci hai nemmeno pensato?” asserì ironico.
Alec lo fissò. Per un attimo stranito. Poi strabuzzò gli occhi.
“Le nostre promesse nuziali!”
“Bingo, shadow-coso!!!” disse mentre Alec stava già correndo verso la stanza di Magnus.

Il ragazzo oltrepassò Jace e gli altri che erano di nuovo nel corridoio, davanti alla stanza dello stregone. Entrò di fretta e si diresse senza esitare al capezzale del marito.
“Ma che succede?!” fece un attimino allarmata Izzy.
“Tranquilli….” rispose Dean, appena giunto anche lui. Il resto del gruppo, Sam compreso, si voltò verso di lui. “Credo che abbia un’idea su come riprendersi il suo principe azzurro magico!!” riferì massaggiandosi la mascella arrossata e decisamente dolorante.
Sam gli andò incontro immediatamente.
“Ehi?? ma che cavolo ti è successo?!” chiese riferendosi al rossore palese sui punti del viso dove i pugni di Alec erano andati a buon fine.
“Tutto bene. Ma a quanto pare prendermi a pugni serve sempre a far rinsavire le persone!” scherzò per tranquillizzare il fratello che a quell’uscita non potè non pensare a quando, soggiogato alla possessione di Lucifero, aveva quasi ammazzato di botte Dean e che il non reagire del maggiore lo aveva fatto rinsavire.
Dopo di che, i due fratelli raggiunsero la grande vetrata e con gli altri, in silenzio, assistettero fiduciosi a quello che stava per accadere nella stanza.

Alec prese la mano del marito tra le sue, carezzò piano l’anello nuziale e lo baciò dolcemente. Chiuse gli occhi come a cercare concentrazione, come se stesse visualizzando il momento esatto in cui le parole che stava per pronunciare lo avevano fatto tremare e sorridere la prima volta che le aveva sentite e ricambiate.
“L’amore che provo per te ..è un amore senza confini...in salute e in malattia..nella gioia come del dolore...ti amerò come mio pari..ti proteggerò da ogni male..aprirò a te il mio cuore senza vergogna..e quando parlerai, io ascolterò...ti sosterrò quando cadrai...e quando volerai, con te raggiungerò le vette più alte. Magnus, io sono e per sempre sarò il tuo marito devoto!” finì di recitare mentre mai aveva smesso di fissare il volto addormentato del compagno.
Il respiro dello stregone era quasi impercettibile. Nessun movimento. I suoi occhi non sembravano nemmeno muoversi al di sotto delle palpebre chiuse.
Alec strinse le sue mani tra le proprie, sperando che l’altro ricambiasse. Si sarebbe accontentato anche di un lieve spasmo. Ma niente!

“Forza damerino magico!!” sibilò Dean tra i denti. “Non rendere inutili i pugni che mi sono preso per te!!”
Sam lo sentì comunque e gli mise una mano sulla spalla.

“Non puoi lasciarmi...non te lo permetterò. Ero disposto a lasciare tutto e vivere ad Edom con te e tu ora...ora vuoi lasciarmi? Così?” fece visibilmente irato. “Magnus...tu tornerai da me, intesi??” parve ordinare Alec mentre infilava le braccia attorno al busto dello stregone per issarlo e poterlo stringere a sè.
Poi , di nuovo silenzio. Forse sconforto. Probabilmente rassegnazione.

“Perchè non dovrei? Guarda chi ho ad aspettarmi?”

La voce debole di Magnus arrivò comunque come un bellissimo tuono a chi stava aspettando trepidante un qualsiasi segno di ripresa.
“Dobbiamo cambiare battuta!!” esclamò Alec al colmo della felicità.
E mentre al di fuori della stanza un coro festoso riempiva i corridoi antistanti , nella camera, Alec, abbracciava il marito , ormai salvo e che, anche se ancora debole, ricambiava l’abbraccio.
“Speravo in qualcosa di meglio, ma diciamo... che per adesso mi accontenterò di un abbraccio!” riuscì perfino a scherzare.
“Giuro che ci rifaremo. Ti farò prima rimpiangere questo scherzo ma poi ci rifaremo!!” rispose senza sciogliere l’abbraccio , Alec.

“Ok, ragazzi...ricomponetevi!!” li riportò alla realtà, la voce di Catarina. “Alec, voglio che tu esca ora. Devo visitarlo!”
“No, io resto!” disse serio l’altro.
“No, tu esci o ti mando fuori io senza che nemmeno tu te ne renda conto!” replicò ancora più seria.
“Sono l’inquisitore di Alicante. Quindi tu...” si impose autoritario.
“Io sono il medico di tuo marito. Il tuo “quindi” per me non conta. Fuori di qui shadowhunter!” e ad una così sottile e diplomatica minaccia, l’inquisitore non potè che obbedire, non prima di aver lasciato un bacio leggero sulle labbra del compagno. “Torno dopo!”
“Ci conto!” rispose pacato Magnus, sempre più lucido.

Alec uscì dalla stanza e dopo aver ricevuto il saluto e il felice conforto di tutti, riferì che si allontanava per fare rapporto al Clave. Isabel, come capo dell’Istituto lo seguì mentre Clary e Simon invitarono Sam a fare un giro per l’edificio. Dean invece disse che sarebbe andato a recuperare la loro roba in albergo e naturalmente sarebbe tornato con l’Impala così da partire direttamente dall’Istituto.
“Ehi, Winchester , ti va un po’ di compagnia?” si offrì Jace.
“E a te, dopo, ti va di fare un giro su una macchina da sballo?” rispose Dean guadagnando l’uscita. “Dopo aver conosciuto la mia Piccola, non vorrai più portali magici per spostarti!”

Durante il tragitto, i due, ebbero modo di parlare.
“Sai...ti facevo tipo da “ammazza mostri e basta”?” disse Jace. “E invece , a quanto pare, hai anche un cuore tenero sotto la scorza da duro!”
Dean sorrise, senza sentirsi offeso, anche perché comprese che non c’era la volontà di offendere da parte di Jace.
“Tempo fa non avrei fatto differenza tra vampiri, demoni, lupi mannari...ero stato cresciuto così. Per me ogni tipo di mostro era tale e quindi meritava di morire. Niente se, niente ma.” fece con una punta di amarezza.
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?”
Il cacciatore si voltò a guardarlo. Strinse le labbra in un gesto di riflessione. Forse cercava di capire fino a che punto poteva fidarsi.
Scelse di usare la strada della franchezza e dalla reazione che avrebbe avuto, avrebbe deciso se continuare quella conversazione.
“Un anno in Purgatorio passato a combattere per salvarti la vita, può cambiare la visione su molte cose.”
Jace si fermò , restando per qualche passo dietro all’altro. La postura di quell’uomo durante quella risposta, il tono della sua voce mentre pronunciava quelle parole. Il modo in cui si era battuto quella notte, in cui fremeva per poter tornare dal fratello, in cui aveva spronato Alec a reagire alla sorte di Magnus….
“Sembra peggio del tempo che hai passato all’Inferno!” disse allora.
Dean annuì a quella constatazione.
“All’Inferno sapevo di non avere via di scampo e che la mia corsa era finita.”
“Come hai fatto ad uscirne?”
Dean di getto stava per dire che era stato salvato da un angelo , ma si limitò a sorridere flebilmente: “Un amico. Il migliore che potessi sperare di trovare!”
“E quindi il Purgatorio ti ha fatto cambiare idea sui nascosti?” e poi ricordando che Dean non li chiamava così: “Sì, insomma sugli esseri soprannaturali?”
“Ho capito che molti di loro fanno di tutto per non essere malvagi, lottano strenuamente contro quell’istinto oscuro. Ho visto un licantropo rischiare la vita pur di salvare la sorella e poi uccidere quella stessa sorella quando si è resa conto del male che lei aveva fatto e avrebbe fatto ancora. Un vampiro ha dato la sua vita perché io potessi riavere Sam. Un demone si è sacrificato , rivoltandosi contro Lucifero in persona perché degli innocenti potessero essere salvati e Rowena, beh!!, l’hai vista e credimi...credimi ne ha salvate di vite lei!!” raccontò senza entrare nei particolari di quei ricordi. “E credimi anche quando ti dico che al mondo ci sono esseri umani molto peggiori di quelli che noi chiamiamo mostri o..nascosti!”
Riferendosi notizie e informazioni sui diversi modi di cacciare, i due, arrivarono al motel dove Sam e Dean si erano alloggiati. Dean prese le loro cose, saldò il conto e con Jace si diresse verso il parcheggio per prendere l’Impala. Quando Jace la vide rimase a bocca aperta. Una possente Chevy Impala del '67. Quella macchina era qualcosa di grandioso.
Bellissima e inquietante al tempo stesso.
“Wow!! potrei metterci un Drevak stecchito qui dietro...” guardando lo spazio nell’abitacolo e poi entusiasta: “E in questo bagagliaio potrei infilarci mezza armeria dell’istituto!!” esclamò e restò senza parole quando il cacciatore aprì lo sportellone posteriore e mostrò la vera armeria che già c’era.
“E’ fatta!...sto tradendo Clary con questa macchina!” disse sorridendo mentre osservava le varie armi nel doppio fondo della preziosa Chevrolet.
“Calma Tigre. La piccola è già impegnata con me!” scherzò Dean. “Forza, monta. Torniamo all’istituto!” disse e poi si zittì perplesso quando vide che Jace lo stava fissando quasi supplichevole. “Cos..? no..no...non pensarci nemmeno. Tu questa non la guidi!”
“Ohw!! ma andiamo! Favore tra colleghi cacciatori!?! Fammela toccare con mano!!” ci provò il biondino.
“Se ti chiedessi di toccare con mano Clary?” lo provocò Dean.
“Non vivresti abbastanza!”
“Ok..vedi?, la pensiamo allo stesso modo sulle donne della nostra vita. Ora, monta!!” fece autoritario.

   
 
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