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Autore: Feisty Pants    20/07/2021    1 recensioni
La banda è ormai fuori dalla banca di Spagna e cerca di ricominciare a vivere in piena tranquillità spostandosi da un luogo a un altro. Alicia Sierra, Cesar Gandia e la polizia segreta, però, cercheranno in tutti i modi di trovare i Dalì per porre fine a una guerra che ormai stava durando troppo tempo. I veri protagonisti, questa volta, saranno i sentimenti, le emozioni e le storie personali di ogni membro della banda obbligato a fare i conti con i fantasmi e tesori della propria vita.
(Alcuni elementi della trama originali sono stati modificati. Nairobi, infatti, è ancora viva e il professore è riuscito a portare fuori la banda dalla banca di Spagna senza aver incontrato Alicia Sierra)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, FemSlash | Personaggi: Il professore, Nairobi, Rio, Tokyo
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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CAPITOLO 13

FALSA TRANQUILLITÀ

 
Nella nuova base a Bor…

La squadra era riuscita a muoversi con facilità, stranita dalla reazione della polizia che aveva indirizzato le ricerche su Alicia Sierra e non più su di loro. La questione riguardante il Palazzo Reale era già caduta nel dimenticatoio, o così i media la facevano apparire, visto che i reali spagnoli avevano richiesto il silenzio stampa. La vera preoccupazione riguardava quindi la ex ispettrice che, come un topo capace di non lasciare tracce mentre attraversa le tubature, si spostava in vari luoghi seguendo i movimenti dei Dalì senza il minimo rumore e a loro insaputa.

“Buongiorno a tutti” saluta il professore, rivolto alla classe seduta in soggiorno e non più su alcuni banchi.

“Come sapete il piano è andato bene. Abbiamo avuto alcuni disguidi ed imprevisti, ma due criminali ce li siamo tolti dai piedi. La cosa più importante, inoltre, riguarda la tregua della polizia che ha voluto ascoltare le mie argomentazioni indagando sul vero responsabile di qualsiasi squilibrio. Alicia Sierra… esatto. Quella donna acida e meschina ha cancellato le sue tracce. Non abbiamo sue notizie, pare che si sia ritirata” spiega il prof davanti alla classe, per poi fermare lo sguardo su Nairobi, consapevole di doverle dare una notizia importante.

“Sappiamo solo che ha rilasciato Axel” dice lui in modo conciso, mentre attorno a sé si crea un silenzio assordante. Nairobi solleva il volto emozionata e, in quegli occhi scuri truccati con mascara, matita ed eyeliner, compaiono alcune lacrime che non si vergogna di mostrare.

Bogotà le pone subito una mano dietro alla nuca, accarezzandole il capo con dolcezza, mentre Tokyo le afferra una mano ricca di anelli intrecciandola alla propria. Nairobi guarda le due persone più importanti della sua vita e, grata del loro supporto, dona un dolce sorriso di sollievo.

“Rimane ora da capire il perché abbia fatto questa scelta. Le opzioni sono due: o fa marcia indietro ritrovandosi sola e accerchiata da tutta la polizia del mondo, oppure lei ora decide di stare in silenzio per spostarsi esattamente come noi e stanarci prima o poi” presuppone il professore, portandosi le mani nelle tasche dei pantaloni grigi.

“Noi ora continueremo il piano Rinascita, con il triplo della scorta. Ci muoveremo da una tappa all’altra fino a giungere in un luogo dove sarà impossibile rintracciarci. I vostri sosia sono già sparsi per il mondo, pronti ad entrare in azione e mostrarsi anche in strada in modo da confondere la Sierra. Inoltre vi comunico che ogni nuova base in cui ci sposteremo sarà dotata di ben due panic-room, già attrezzate anche per l’arrivo del figlio di Tokyo e Rio” comunica ancora il prof, guardando la coppietta che, imbarazzata, cerca di nascondere il volto tinto di rosso.

“Wow, quindi partorirà con noi presenti in sostanza…” dice Denver sorridendo, ricevendosi un’occhiataccia da Tokyo.

“Col cazzo che apro le gambe davanti a te!” sbotta subito lei, trattenuta da Nairobi che cerca di smorzare la tensione.

“Calmi, calmi!” si intromette Stoccolma sospirando di fronte ai due membri più cocciuti della banda.

“Ovviamente Tokyo non potrà permettersi un ospedale, motivo per cui studieremo il parto, varie operazioni e comportamenti che si devono attuare” aggiunge ancora Sergio, sistemandosi gli occhiali.

“Bello! Io propongo gara di papà!” si aggiunge Helsinki indicando Denver e Rio, i due genitori più giovani della banda.

“Che gara?!” chiede Nairobi ridendo.

“Gare tra maschi papà! Gara di cambiare pannolino, far fare ruttino, aiutare a andare in bicicletta, cucinare e altro!” spiega Helsinki non capendo le facce stranite dei compagni di fronte a tale richiesta.

“Ma che stronzata è?!” chiede Tokyo ridendo davanti all’assurdità del gioco proposto.

“Dai, io ci sto!” prende l’iniziativa Denver, alzandosi in piedi e sfregandosi le mani.

“Un gioco. Vedila come un gioco” fa l’occhiolino Bogotà, rivolto al ragazzo che sapeva solo programmare computer.

Ed è così che, dopo un mese di stress e divisioni, la banda si riunisce di fronte a una gara divertente e bizzarra che riesce a far sorridere chiunque. In poco tempo Denver e Rio si trovano di fronte ad un tavolo con davanti due bambolotti e alcuni pannolini, pronti ad iniziare la sfida.

“Chi mette più pannolini giusti vince, state attenti a non fare loro male!” comunica Helsinki tenendo tra le mani un cronometro e dando così il via.

I due papà cominciano ad aprire i pannolini e farli indossare ai due bambolotti. Denver dimostra molta più manualità, vista l’esperienza con Cincinnati, mentre Rio va in panico sbagliando parecchie volte il lato del pannolino.

“Piano! Così gli spacchi la testa Rio!” urla Nairobi portandosi le mani sul volto, mentre osserva l’amico afferrare la bambola dalla gamba.

“Ma come cazzo si fa?!” grida allora Rio alterato, ridendo di sé stesso e rendendosi conto di essere molto più bravo a programmare computer.

“La testa! Occhio alla testa!” si aggiunge Stoccolma, per poi avvicinarsi al marito e correggere alcune posizioni strane.

La gara dura ancora pochi secondi e l’intera banda riesce a rilassarsi grazie all’atmosfera serena e comica che si era instaurata.

“STOP!” dichiara Helsinki osservando il metronomo.

“Vincitore è Denver! Rio, tu avere tanto da imparare ancora” scherza il grande uomo serbo, ridendo tra i baffi.

“Mi sta venendo ansia…” conclude allora Rio, massaggiandosi la guancia come a voler cancellare il rossore dovuto all’imbarazzo.

“Non preoccupatevi, imparerete insieme. Voi avete la fortuna di non essere soli” si intromette Nairobi, sorridendo a Rio e Tokyo, rassicurandoli sull’avvenire.

È così che inizia un periodo di tranquillità in cui i Dalì riescono a spostarsi con molta calma, riacquisendo forza e determinazione, senza sapere, però, di avere Sierra alle calcagna consapevole di ogni loro spostamento.

5 mesi dopo, in Norvegia…

I Dalì si trovavano ora in Norvegia, in un posto altamente isolato e impossibile da individuare. Durante quei mesi si erano spostati con cautela, riuscendo ad utilizzare e convalidare le varie false identità create dal professore. Ormai la situazione con Alicia Sierra si era stabilizzata: il fatto di non avere sue notizie e vivere nella calma per ben 5 mesi aveva rasserenato tutti. La polizia, inoltre, non aveva smesso di indagare su di lei segretamente, motivo per cui lo stesso Sergio si sentiva al sicuro.

Un pomeriggio il professore si dirige nel seminterrato della grande abitazione per prendere dei cavi di alimentazione per i nuovi computer, quando avverte un rumore.

Il professore estrae la pistola spaventato camminando a passo felpato verso la fonte sonora. Giunto nella stanza incriminata, il prof punta l’arma alla testa dell’artefice del suono, per poi abbassarla immediatamente trovandosi di fronte a Bogotà.

“Ah sei tu!” constata il prof, tirando un sospiro di sollievo.

“Sì scusami, non volevo dire a nessuno di questa cosa” risponde Bogotà con indosso una maschera per proteggersi il volto.

“Che cosa stai facendo?” domanda il prof avvicinandosi all’amico intento a saldare qualcosa di estremamente piccolo.

Bogotà appoggia sul tavolo gli strumenti del mestiere, per poi aprire una mano e mostrare un anello con una piccola pietra scintillante. Di fronte a quella visione il professore intuisce al volo le intenzioni di quell’omone dal cuore buono e non può fare a meno di sorridere.

“Un anello di fidanzamento?” chiede allora, con un sorriso stampato sul volto.

Bogotà si limita ad annuire, rigirando il gioiello creato da lui tra le dita muscolose.

“Nairobi è una donna meravigliosa. Sono davvero contento di vederti così” comunica il prof emozionato, non riuscendo a togliersi il sorriso dalle labbra.

“Ho avuto tantissime donne e tantissimi figli. Li amo tutti, ma le loro madri non sono mai state nessuno per me. Con Nairobi è diverso… ho avuto il tempo e la calma di innamorarmi, senza correre, senza l’irruenza del sesso ma soffermandomi solo sui sentimenti. Nairobi si merita serenità, si merita una famiglia… e io voglio donargliela” spiega allora Bogotà, abbozzando un sorriso al capo della banda.

Di fronte a tale dichiarazione il professore non può che essere felice della novità, immaginando già un ipotetico regalo per le future nozze dei due.

La notte cala lentamente sulla casa norvegese dei Dalì e tutte le coppie sono ormai addormentate nei propri letti.

Rio e Tokyo, finalmente, riscoprono la bellezza di riassaporare la dolcezza del corpo, condividendo lo stesso letto con un pancione ormai evidente di cui Tokyo si lamentava spesso. Anche Bogotà e Nairobi trascorrevano ormai diverse notti insieme e, quella sera, sarebbe stata per loro indimenticabile.

Anche Sergio e Raquel quella notte non riuscivano a prendere sonno.

“A che cosa stai pensando?” domanda Lisbona, accarezzando il petto nudo dell’uomo della sua vita.

“Bogotà e Nairobi… si sposano” risponde lui, mentre lei sorride e si lascia andare a un’esclamazione di gioia.

“E non sei felice?” chiede la donna, arricciando la poca peluria presente sul petto di Sergio.

“Sì, per questo vorrei fare loro un regalo esemplare” dice Sergio in modo ambiguo, fissando il soffitto. Lisbona si solleva allora dal materasso, appoggiandosi al letto con il gomito, desiderosa di conoscere il fiume di idee mozzafiato che navigavano nella mente del marito.

“Voglio riuscire a trovare Axel… e portarlo qui, per le nozze” spiega allora Sergio, rivolgendo uno sguardo alla donna, consapevole di dover lavorare molto per attuare un piano di quel genere senza incorrere in distruzioni.

Nell’altra camera da letto…

Nairobi riposa nel grande letto matrimoniale della stanza. Da quando avverte la vicinanza di Bogotà gli incubi si sono attenuati e lei riesce finalmente a prendere sonno con facilità. Quella sera, però, la ragazza avverte una certa tensione nell’aria e si accorge del compagno ancora sveglio, intento a fissare il soffitto e a muoversi parecchie volte.

“Hey, tarantola…che cosa ti succede?” chiede allora lei prendendo coraggio, girandosi verso di lui.

L’uomo non riesce a rispondere all’istante e nemmeno a guardarla. Non sa perché ma il passo che stava per compiere lo intimoriva molto e la sua anima ne aveva paura. Lui non aveva mai creduto profondamente nell’amore. Aveva messo al mondo 7 figli da donne con cui aveva tagliato i rapporti. Sette volte in cui aveva creduto nell’amore e nella famiglia, per poi risultare il primo ad allontanarsi e non adempiere a quel destino. Ora, l’idea di trascorrere tutta la vita con Nairobi, lo rendeva pieno e soddisfatto, ma dentro di sé la paura lo divorava.

“Hey, allora?! Devo attirare la tua attenzione in qualche modo?” chiede lei, togliendosi immediatamente la maglietta e rimanendo davanti all’uomo con il seno scoperto.

Bogotà si distrae facilmente vedendo la sua dea della bellezza pronta a sedurlo, e cadere nella sua trappola risulta particolarmente facile. Bogotà abbandona l’idea di porgerle l’anello, per slanciarsi verso di lei e cominciare a baciarla con foga. Nairobi risponde al bacio con energia, sdraiandosi sotto di lui ed accogliendone il calore del corpo. In pochi secondi i due si ritrovano nudi, corpo contro corpo, trasmettendosi una passione e un affetto che vibrava nelle loro corde da mesi. Bogotà esplora il corpo della donna, mordendone il collo ed ascoltando i suoi sospiri di piacere, curandole il seno con delicatezza e rispetto per quella zona particolarmente delicata, per poi scendere vicino all’ombelico e baciare la cicatrice del taglio cesareo che le aveva donato una vita da custodire. Bogotà era l’unico che poteva toccarla così, che poteva toccarla lì, in una parte così sensibile e ricca di significato per lei. In poco tempo i due danno inizio al ballo dei loro corpi, che si uniscono con dolcezza, entrando in risonanza grazie a movimenti scanditi e ritmati.

Entrambi non avevano rapporti da diverso tempo ma, per la prima volta, vivevano quel momento con intensità, godendosi ogni istante e cancellando i pensieri dalla mente, lasciandola libera di girare vertiginosamente. Bogotà spinge con più forza, desideroso di conoscere Nairobi in ogni angolo e donarle piacere dopo il tanto dolore patito, quando, di scatto, si ferma e si immobilizza.

“Che cosa succede?!” chiede Nairobi con il fiatone, sollevando il volto e guardandolo negli occhi.

È allora che Bogotà prende coraggio, interrompendo l’atto sessuale ed afferrando la scatoletta posizionata sul comodino. Senza ulteriori giri di parole, l’uomo apre la scatola davanti alla ragazza mostrandole quell’anello di fidanzamento che aveva fabbricato con le sue mani.

Nairobi rimane di stucco di fronte a quel gesto e a quel gioiello conosciuto per la sua fama e per la bramosia di tutte le donne. Lei aveva sempre temuto il matrimonio per paura di essere trattata come era avvenuto con Enrique ma, dentro di sé, sognava il giorno dell’arrivo del suo principe azzurro ma con il terrore di svegliarsi e trovarsi fregata nuovamente.

“Che cos’è? Bogotà io…” prova a dire lei, portandosi le mani sulla bocca.

“L’ho fatto io. Non avevo il coraggio di dartelo perché avevo paura… non sono stato un uomo esemplare nella mia vita, ma ora che ho te vedo tutto in modo differente. Sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto. Non hai mai mollato e sogni con tutta te stessa di ritrovare tuo figlio. Io ho capito di voler esserci sempre per te e, con questo anello, voglio chiederti se accetterai la mia presenza al tuo fianco” si dichiara allora lui, proponendo quelle nozze che entrambi desideravano.

“Quando dicevo che non ti avrei toccato neanche con un palo… è perché sapevo che mi avresti fottuto la vita. Ci ho messo tanto tempo lo so ma io ho bisogno di te come l’aria che respiro, quindi sposami Bogotà” conclude lei con le lacrime agli occhi, arricciando il naso per frenare quell’emozione che non voleva palesarsi con facilità. Bogotà dona quell’anello costruito con amore alla sua futura moglie, per poi baciarla con passione riprendendo quell’atto che avevano interrotto e che ora trovava compimento. Nairobi sorride ad ogni spinta d’amore, abbracciando la schiena dell’uomo che non smetteva di donarle dolci baci sul collo. Per la prima volta nella sua vita Nairobi aveva fatto l’amore, e l’aveva condiviso con l’uomo che avrebbe sposato.

Tra i Dalì i segreti durano veramente poco e la notizia delle nozze viene scoperta già la mattina seguente.

“Che anno ricco di avvenimenti!” esclama Stoccolma all’ingresso della casa, radunata insieme a tutti i compagni che si stanno dirigendo verso la sala da pranzo per la colazione.

“Sarà qualcosa di piccolo, solo con voi che siete la nostra famiglia” spiega Bogotà, per poi affermare di avere una gran fame e dirigersi verso la cucina per aiutare Lisbona a portare le pietanze in tavola.

“Jarana Hermana… sono felice per te” dice Tokyo rivolta a Nairobi, guardando la sorella profondamente negli occhi. Nairobi risponde all’affermazione con un abbraccio, seppur ostacolata dalla pancia di Tokyo che ingombra la scena.

“Ormai ci siamo Toky…” dice Nairobi sorridendo, mettendo una mano sul grembo dell’amica.

“Ne ho pieni i coglioni di sta pancia! Pesa un casino!” sbuffa Tokyo, sostenendosi il ventre salutando Rio con un sorriso, essendo appena giunto alle sue spalle. Nairobi si allontana per raggiungere i compagni pronti a far colazione, lasciando la coppia da sola davanti alla porta d’ingresso.

“Se vuoi posso sposarti anche io… la medaglietta con il mio nome non era molto bella come proposta di matrimonio non trovi?” dice lui posizionandosi davanti alla fidanzata, prendendo tra le mani il pancione ed accarezzandolo dolcemente.

“Mmmm…ci devo pensare. Vediamo se riuscirò a sopportarti in fase genitoriale ok?” ride lei sbeffeggiandolo, per poi sporgersi verso di lui per baciarlo. I due si abbandonano ai sentimenti, chiudendo gli occhi e avvicinando lentamente quelle labbra che, come calamite, volevano unirsi dolcemente.

Sono vicini di pochi millimetri quando, improvvisamente, una pallottola rompe il vetro della porta d’ingresso colpendo Tokyo e scaraventandola a terra.

È così che, sotto le urla di Rio che chiama i rinforzi, inizia la lotta con gli scagnozzi di Alicia Sierra: intenzionati a presentarsi ai propri nemici proprio durante quel mese di serenità.
  
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