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Autore: Spensieratezza    20/07/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Riuscire a rintracciare Alan fu abbastanza semplice, quanto inaspettato. I ragazzi non riuscivano a capire infatti, come mai Alan e Mahone si fossero fermati in un motel. Speravano che Alan stesse bene e che Polinsky avesse ragione, che ci si poteva fidare di Mahone, che alla fine il legame fraterno potesse scavalcare anche le onde della consapevolezza.
 


*

Alan si svegliò, cercando suo fratello, ma niente avvertiva attorno. Né al suo fianco né stretto a lui e sentì una morsa dolorosa di inaspettata nostalgia.

Alzò la testa e all’improvviso la consapevolezza di cosa avesse significato quell’incredibile sogno psichedelico, lo frastornò come il big bang.

Aveva la febbre quando si trovavano alla banca e quando Mahone li aveva trovati, la sua testa non aveva retto alle troppe emozioni. Nell’esatto istante in cui finì contro Mahone, cominciò a delirare e a confondere la fantasia e la realtà.

Nella sua testa, aveva trasformato Cedric nel camaleonte, perché forse fin dall’inizio non sapeva se fidarsi di lui oppure no, fin dall’inizio non sapeva catalogarlo, fin dall’inizio era confuso nel capire da che parte stava  e per tutta la durata del suo viaggio onirico e psichedelico, non ha fatto altro la sua mente, che cercare di capirlo.

Ora capiva anche che, molto presumibilmente, Cedric lo aveva attirato apposta tra le braccia di Mahone, forse per avvicinarli. Non sapeva come aveva fatto, ma presumibilmente la sua stessa mente, lo aveva capito, forse era vero che durante gli stati alterati della coscienza, la nostra mente ci svela cosa che non possiamo conoscere. Durante il suo delirio, il camaleonte lo metteva in guardia dalla TIGRE, ma allo stesso tempo, lo portava da lui, come quando nel suo sogno, cadde nella neve.

Vergil non è mai stato cattivo, è solo un uomo pieno di ombre ma con un grande bisogno di essere AMATO..un grande bisogno di FAMIGLIA…e Cedric mi ha spinto tra le sue braccia perché aveva intuito che ritrovarci era un bisogno talmente viscerale da superare anche il nostro rifiuto razionale. Avevamo bisogno l’uno dell’altro e Cedric lo aveva capito. Di quante altre cose era a conoscenza?
 
Il gatto della coppia che si trovava nel transatlantico, era un’altra immagine allegorica delle fantasie di Vergil. Nella sua mente si era creato dei genitori alternativi a cui dare la colpa e su cui vendicarsi, ma anche allo stesso tempo da PROTEGGERE. Vergil sentiva il bisogno di odiarli e di UCCIDERLI, in un certo senso, ma li amava, anche se non lo accettava e quindi decise di costruirsi una fantasia in cui faceva quello che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare, si era creato un alter ego negativo, un killer pazzo e vendicativo, cercando di rifiutare a sé stesso che forse in realtà ancora li amava e oltre al desiderio di ucciderli virtualmente, in realtà voleva PROTEGGERLI.
In Vergil esistevano due dualità, come due facce della stessa medaglia, ora capiva anche perché Polinsky sosteneva che lui non si riteneva esattamente BUONO. Il suo lato oscuro lo spaventava e allo stesso tempo lo governava.

All’improvviso desiderò trovarselo davanti, abbracciarlo e supplicarlo di accogliere il suo lato oscuro, di farne la sua forza, di LIBERARE il drago che era dentro di lui, di far uscire tutto il suo potere , perché non poteva fargli del male, se lui lo accoglieva senza più rifiutarlo.

Poi si accorse che c’era una lettera nel suo comodino e il suo mondo crollò un’altra volta.
 
 
 

*

Alan, Alan, amore mio!!!”
Steve lo abbracciò, stringendolo forte, sentendo dentro di sé, che qualcosa di brutto e triste era appena accaduto, lo avvertiva nell’aria che respirava e desiderava solo stringere il suo amore e consolarlo e non lasciarlo più andare via da lui.

Alan cominciò a singhiozzare e tutti gli altri preoccupati si guardarono attorno.
“Vergil non c’è.” Disse Matt.
“Brutto segno.” Disse Bruce.

Dean prese la lettera, buttata sul letto, malamente e la lesse ad alta voce.
 
 
Mio caro Alan,

perdonami se me ne vado senza salutarti, non mi sono mai piaciuti gli addii

spero di rimediare in parte a questa lettera, a tutto quello che ho fatto a te e ai tuoi amici

mi dispiace, mi dispiace veramente tanto,
Voglio che tu sappia però, che mi hai cambiato la vita

Con la tua sfacciataggine, il tuo genio, la tua Storia, la tua fama, con quello che hai fatto,
per i tuoi amici, per il ragazzo che hai salvato da morte certa,

hai fatto riscoprire in me dei valori primi che pensavo di aver perduto per sempre,

Ti ho detto che non conti niente per me, ma non è così, non è proprio così,
una volta dissi: non esistono uomini per cui vale la pena morire,

ma mi sono sbagliato, Alan. Hai costruito un esercito, hai convinto molti uomini a seguirti, ti sono fedeli come i cavalieri della tavola rotonda e io so che morirebbero per te, proprio come i cavalieri con re Artù
sei un leader, Alan.

Quando mi sono preso cura di te, questa notte, ero preoccupato davvero per la tua salute, VOLEVO che vivessi, perché uomini come te, devono VIVERE.
Avrei dovuto sentirmi imbarazzato a stare abbracciato così a un uomo, mezzi nudi per dipiù, ma sentivo solo un grande affetto e riconoscenza

Mi sentivo solo puro come un bambino o uno di quei cavalieri e tutto questo grazie a te
Spero che tu possa capire perché non posso seguirvi, questa non è la mia battaglia, tu sei Luce, io sono buio e tenebre.
Ho bisogno di ritrovare le luci che sono sparite nelle mie tenebre, ho bisogno di scoprire chi sono, chi sono davvero, ma da solo, senza oscurare nessun altro durante il mio cammino.
Ma volevo che tu sapessi che tu e i tuoi amici, mi avete cambiato per sempre.,

forse se ci fossimo incontrati in un’altra circostanza, saremmo potuti diventare amici.

Dì a Polinsky che gli voglio bene e che finalmente

IO VEDO.
 
I ragazzi si guardarono intorno sconsolati, il silenzio interrotto solo dai singhiozzi disperati di Alan, ancora abbracciato a Steve.

“Perché?? Perché se n’è andato?? Io non posso vivere senza di lui.”
Polinsky andò da Alan e gli poggiò le mani sulle guance.
“Non preoccuparti, Alan, lo ritroveremo. “
   
 
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