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Autore: Francyzago77    21/07/2021    6 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ormai era trascorso quasi un anno dalla partenza di Eric, il ragazzo aveva superato i primi esami con buoni voti e sarebbe tornato dalla famiglia per le vacanze.
Alla fattoria c’era aria di festa, Maria stava preparando la stanza del suo figliolo assieme a Georgie che aveva ricamato delle lenzuola appositamente per quell’avvenimento.
-Domani staremo alla stazione per le dieci – ripeteva Maria sistemando il cuscino – mi ha scritto che arriverà con il treno delle dieci e trenta.
-Mi sembra di rivedere le stesse scene di quando Abel tornò dopo essersi imbarcato come marinaio – sospirò Georgie – in questa casa c’era lo stesso fermento di oggi.
-È normale – disse Maria con occhi sognanti –il ritorno di un figlio è sempre una grande gioia!
-Infatti – continuò Georgie – spero che Abel ed io riusciremo ad andare ad Adelaide dal nostro ragazzo, prossimamente.
-Te lo auguro con tutto il cuore – esclamò Maria con sincerità.
Si sentì un trambusto provenire dalla cucina, era Sophie che rientrava con la cesta piena di uova.
-Queste basteranno per la torta? – domandò alla madre posando il tutto sulla tavola. 
-Sì – rispose Georgie sorridendo – più tardi faremo il dolce preferito di Eric. Ora vai a prendere un po’ di latte nella stalla, per favore.
Sophie uscì di nuovo, era contenta anche lei di rivedere Eric, preparare la torta era un lavoro che faceva volentieri.
Vide una carrozza fermarsi davanti al cancello, pensò fosse il nonno e si avvicinò curiosa quando, con grande meraviglia, dalla vettura scese Eric sorridente.
-Sophie! – gridò lui – Bentrovata.
-Santo cielo! – esclamò lei allibita – Ma ti aspettavamo domani!
Gli corse incontro per abbracciarlo.
-Volevo farvi una sorpresa – disse lui baciandola – così ho prenotato il primo treno per Sydney di questa mattina, l’abbiamo preso, poi da lì abbiamo trovato una carrozza che ci ha condotto fin qua.
-Abbiamo? – domandò Sophie stupita mentre si accorse che dalla vettura era scesa una ragazza con un piccolo bagaglio in mano.
-Non sono venuto da solo – iniziò Eric con un po’ d’imbarazzo – vieni Sophie, ti presento Daisy, la mia fidanzata.
-La tua cosa? – esclamò lei ancora più incredula – Questa sì che è una sorpresa!
-Molto piacere – esordì la giovane timidamente – Eric mi ha parlato tanto di te.
Le due si strinsero la mano, Sophie era sbigottita e pensava alla faccia di sua madre e soprattutto di sua zia quando avrebbero visto quella ragazza. 
Era veramente bella e raffinata, proprio come le signorine di città, pensò Sophie.
Indossava un vestito di una stoffa elegante, un cappellino all’ultima moda ed aveva dei lineamenti dolci e delicati.
La carnagione chiara si contrapponeva ai capelli e agli occhi neri che erano però un po’ tristi e sfuggenti.
Doveva sentirsi tanto in imbarazzo, immaginò Sophie, ritenendo che Eric l’aveva combinata grossa conducendola lì senza un minimo di accenno nelle lettere di questa sua storia d’amore.
Quando scriveva raccontava loro dell’Università, degli studi, dei suoi compagni, dei professori, della città ma mai aveva menzionato questa ragazza, a nessuno, neppure a Peter.
La carrozza ripartì in fretta, Georgie e Maria uscirono da casa avendo sentito il rumore dei cavalli e quando videro Eric nel cortile che le salutava non capirono più nulla.
-Mammina! – urlò lui correndo ad abbracciarla.
Maria aveva sognato da sempre quel momento e non gli domandò nulla, se lo strinse forte come quando era un bambino e lo aveva sempre con sé. Georgie lo baciò subito dopo, con le lacrime agli occhi.
Passati quei primi attimi, si accorsero che nel cortile, accanto a Sophie, c’era una ragazza. Eric allora prese per mano sua madre e le disse:
-Ho voluto farvi la sorpresa di arrivare un giorno prima e di non venire da solo. Mamma, zia Georgie vorrei presentarvi Daisy, è una ragazza cui voglio molto bene, stiamo insieme da un po’ e ci tenevo a farvela conoscere.
Le due donne rimasero a bocca aperta, Maria abbozzò un sorriso e strinse la mano alla ragazza, Georgie si presentò poi disse subito: 
-Entriamo in casa, ci mettiamo seduti così chiacchieriamo un po’!
Si diressero tutti verso la porta, Georgie si avvicinò a sua figlia sussurrandole piano:
-Ne sapevi qualcosa?
-Giuro di no! – rispose Sophie – Né io né Peter sapevamo nulla.
Entrati in casa si sedettero attorno al tavolo e Georgie, tolta la cesta con le uova, iniziò a preparare un tè.
-La tua camera è pronta – disse Maria al figlio – e ora Georgie voleva cucinare il tuo dolce preferito.
-Grazie – rispose Eric – dopo aver bevuto il tè, sistemerò le mie cose poi andrò con Daisy in paese a cercarle un alloggio.
-Ma può stare da noi – esclamò prontamente Georgie – abbiamo una stanza libera, in poco tempo la pulirò e prenderò delle lenzuola nuove, non è un problema!
-Non vorrei disturbare – esordì Daisy timidamente e spaventata.
-Nessun disturbo – disse Georgie con un largo sorriso – così ci conosciamo!
-È una buona idea – aggiunse Sophie - sei la benvenuta.
I ragazzi, vista l’insistenza di madre e figlia, accettarono la proposta.
Intanto Maria aveva condotto Georgie in camera con la scusa di prendere le tovagliette da tè.
-Oh Georgie – sussurrò Maria chiusa la porta – che strana situazione! Non capisco perché ha portato qui quella ragazza, poteva aspettare o comunque scrivercelo! Grazie per ospitarla in casa tua. 
-Figurati – rispose lei – era la soluzione più ovvia. È molto graziosa, sono sicura che Eric ha scelto bene.
-Speriamo – disse Maria pensierosa – queste novità così inaspettate mi rendono tesa e nervosa.
Si guardarono rimanendo in silenzio poi Maria domandò quello che entrambe avevano pensato da prima:
-Sarà incinta?
Georgie, seppur rimanendo nel dubbio, tentò di rassicurarla:
-Ascolta, ha una ragazza e l’ha portata con sé per le vacanze. Andiamo a conoscerla e non facciamoci troppe domande.
E così, davanti ad una tazza di tè, iniziarono a parlare.
Eric e Daisy si erano conosciuti in biblioteca, lei studiava da infermiera e viveva in un convitto femminile per studentesse. Era di Melbourne, i suoi genitori erano morti quando lei era una bambina ed era stata cresciuta da una zia che l’aveva mandata a scuola e l’aveva aiutata come una mamma. Poi, alla morte della zia, Daisy aveva fatto diversi lavori finché, grazie alle borse di studio, aveva potuto iscriversi al corso per infermiere.
Maria si stava piano piano tranquillizzando, quella ragazza era veramente a modo, gentile, educata e soprattutto seria, doveva aver sofferto molto per la perdita dei genitori e un po’ le ricordava il dolore per aver perso i suoi, in circostanze altrettanto tristi. 
Erano così intenti a chiacchierare che non sentirono il rumore del carro di Arthur che rientrava.
Fu Eric ad accorgersene, allora Georgie uscì velocemente e, vedendo Abel e Arthur che s’incamminavano verso l’entrata, li chiamò gridando a voce alta:
-C’è una grossa sorpresa, venite in casa!
I due si guardarono incuriositi quando sull’uscio videro Eric che li chiamava. Il ragazzo li raggiunse subito e li abbracciò entrambi.
-Sono tornato prima – disse – non vedevo l’ora di essere qui!
-Ti trovo bene – gli disse suo padre con orgoglio.
-E noi – aggiunse Abel – morivamo dalla voglia di ritrovarti.
-Però – iniziò Eric – devo dirvi una cosa e non fate come mamma e zia che sono rimaste allibite. Sono venuto con una ragazza, la mia fidanzata.
Abel sorrise subito dicendo:
-Era strano se non l’avessi avuta una ragazza!
-È in casa? – domandò Arthur.
-Sì, venite – disse Eric aprendo la porta socchiusa.
Daisy era in piedi accanto a Sophie e a Maria, si voltò verso i due uomini che stavano entrando.
-Papà, zio, lei è Daisy – esclamò Eric.
Appena la ragazza incrociò lo sguardo di Abel sbarrò gli occhi spaventata mentre lui si fermò sulla soglia come pietrificato.
Arthur intanto le stringeva la mano dicendole che era la benvenuta in casa sua.
Abel le si avvicinò e la salutò con un cenno, lei abbassò il volto, fece un mezzo sorriso e si mise seduta.
-Daisy sarà nostra ospite – annunciò Georgie a suo marito mettendo una mano sulla spalla della ragazza – appena terminato di sistemare qui ce ne andremo a casa così potrò prepararle la stanza!
Nessuno dei due rispose, l’allegria di Georgie era in netta contrapposizione con il volto di Abel e della bella fanciulla mora.
Si era creata una gran confusione in casa con Eric che aiutava sua madre con i bagagli, Sophie e Arthur che cercavano di iniziare una conversazione con una sempre più imbarazzata Daisy e Georgie che rassettava la cucina. Abel, solo in un angolo, aveva lo sguardo di chi ha appena ricevuto una notizia funesta.  
Quando si stava ormai facendo sera, Georgie propose di andare a casa e salì sul carro con Abel portando Sophie ed anche Daisy.
Le due ragazze parlarono volentieri durante il tragitto, Georgie era molto contenta ma Abel era teso e silenzioso.
Madre e figlia prepararono subito la camera alla loro giovane ospite poi Georgie avviò la cena.
-Perché – le disse Abel – quella ragazza deve stare qui da noi?
-Non volevo mandarla in albergo! – rispose meravigliata lei – E non poteva certo dormire con Eric!
Abel rimase in silenzio, sua moglie gli domandò:
-Che c’è? Non ti piace?
-Neppure la conosciamo! – rispose lui andandosene.
Cenarono poi ognuno andò a dormire.
Era notte e Abel non riusciva a prender sonno.
Si alzò, Georgie era nel mondo dei sogni, lui scese le scale e passò accanto alla stanza della ragazza.
Si fermò, poi andò avanti, poi tornò indietro ed infine bussò alla porta.
-Chi è? – domandò lei nervosamente.
-Sono Abel, ti prego, posso entrare?
C’era silenzio, si sentì Daisy dire:
-E va bene, entra pure.
Senza fare alcun rumore Abel entrò nella stanza, la ragazza era alla finestra che osservava la luna.
-Daisy – sussurrò lui – non avrei mai pensato di rivederti e in queste circostanze.
Lei lo fissava con gli occhi umidi dal pianto:
-Eric non sa nulla – disse – e non deve sapere nulla!
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
   
 
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