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Autore: Deienira    21/07/2021    4 recensioni
È da tutta sera che non smette di piovere
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Vi lascio solo con la prima frase della storia (piuttosto corta per i miei standard), niente trama, non saprei che dire. Ci ho penato troppo nell'indecisione se pubblicare o meno.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“È da tutta sera che non smette di piovere! Poi sono quei goccioloni grossi che detesti da quando, da piccolo, hanno rovinato quel piccolo albero che avevi piantato nel giardino di casa. Sorpreso che mi ricordi di una cosa del genere, vero? Beh, ti sei proprio offeso quando mi sono messa a ridere e per farmi perdonare ho dovuto darti la mia fetta di torta per cena…ti amo ma sei sempre stato permaloso André, questo te lo devo dire!

Però, se vuoi sapere un segreto, anche io fino ai 7 anni ho odiato questo genere di pioggia. Ero sola a palazzo e il mio unico divertimento era giocare in giardino fingendomi Giulio Cesare…visto che siamo in vena di confidenze -e guai a te se ti metti a ridere- inscenavo anche le Idi di Marzo…mi sentivo un’attrice provetta quando fingevo di cadere a terra martoriata, anche se il più delle volte il mio Giulio Cesare sopravviveva e uccideva tutti i suoi nemici da solo…ti interrompo ancora prima che tu emetta parola: non fare domande. Chiusa in casa mi sentivo vuota e provavo una particolare tristezza che solo una volta cresciuta ho capito fosse solitudine. Quando sei arrivato tu, però, tutto è cambiato. Smisi di maledire il tempo perché, in un modo o nell’altro, qualcosa da fare insieme lo trovavamo sempre…anche se spesso causavamo grattacapi alla nonna che se la prendeva solo con te. I problemi sono iniziati a sorgere quando, con la scusa del brutto tempo, ci costringevano a fare lezioni supplementari fuori orario. Maledetto te Grandier che avevi una pessima mira! A causa di quella pallina di carta finita in testa a Monsieur Gauthier ancora oggi non riesco a prendere in mano mezza opera dei poeti provenzali senza provare un rigetto automatico!

Abbiamo talmente tanti ricordi assieme…solo ora me ne accorgo. È una di quelle cose a cui non pensi mai in fin dei conti. Se una persona la hai costantemente accanto ti soffermi raramente sul passato con lei; il pensiero va sempre al presente in quanto sei consapevole che questa persona c’è e non ‘c’era’. I ricordi spuntano come molle solo davanti a certe domande e a certi episodi, come la pioggia in questo momento.

Comunque, te lo dico da subito, se il giorno del nostro matrimonio non ci sarà bel tempo, io non mi sposerò! Te lo anticipo, attenderemo fino a quando non spunterà il sole! Voglio stare tutto il tempo fuori all’aperto! Arras è così bella e mi piacerebbe percorrere a cavallo tutti i luoghi della nostra infanzia e della nostra adolescenza. Accontentarmi sotto questo aspetto sarà il tuo regalo di nozze, la dote che sta tanto a cuore ai nobili.

Che ne pensi? Ci stai?

André, ci sei?

André?!”
 


Sbatto i pugni con violenza, ripetutamente, sulla povera cassa di legno.

“Rispondimi! Sai che detesto quando non mi ascolti! Rispondi! Rispondi!”

La voce, mano a mano, sempre più lieve.
Un lancinante -ma mai abbastanza- dolore alla gola provocato dalle lacrime, mi pervade.
Lacrime copiose che ho tentato di negare a me stessa.

Come se non stessi male.

Come se non stessi provando un dolore dilaniante.

Come se fosse successo niente.

Come se tu fossi ancora vivo.

“Ti prego, André…rispondimi…”

Continuo nella mia illusione e attendo una tua risposta invano.

“Hai sempre odiato vedermi piangere, me lo hai rivelato tu stesso. Venivi subito a consolarmi quando accadeva. Perché ora non lo fai? Perché non mi proteggi anche questa volta? Ti ho ferito in qualche modo, André? Ti chiedo perdono qualunque cosa io abbia fatto, perdono mille volte, ma ti scongiuro…torna da me…”

Può qualcuno sopravvivere a tanto dolore?

E allora se tu non mi rispondi -non puoi più rispondermi- implorerò chi ti ha reclamato a sé.

“Sono consapevole che questa sia una punizione, sono stata tanto cieca nella mia vita…ma lui era innocente! In quel proiettile erano racchiuse le mie colpe, non le sue! Sono ancora viva, ma è come se non lo fossi…quindi vi supplico, prendete anche me e ricongiungetemi a lui…vi scongiuro…portatemi da lui…non posso vivere più di un giorno senza André”

Una presa salda, anche se vagamente tremolante, mi stringe la spalla.
Anche Alain ha ormai ceduto alle lacrime.

“Basta, Comandante…basta…”

Ed è qui che capisco che l’invincibile Oscar François de Jarjayes è stata per la prima volta -e definitivamente- sconfitta.

La pioggia si è fatta ancor più pesante.

E l’idea di morir non mi è mai sembrata più dolce.



ANGOLO AUTRICE

Questa storia è nata la notte del 13 luglio quando, per l'occasione (sì, sono masochista in queste cose) mi sono rivista l'episodio della morte di André e riletta il capitolo dedicato (oltre a quello successivo dove si vede un'Oscar totalmente a pezzi ed è per questo che ho deciso di non mettere l'OOC).
Chiedo perdono per eventuali errori o frasi sconnesse, non ho avuto la forza di rileggerlo. Penso abbiate capito quanto sono sensibile nei confronti di questa coppia e, per scrivere 700 parole, mi sono dovuta interrompere 3 volte per le troppe lacrime. Motivo per cui la storia è così corta, non me la sentivo di andare avanti.
Proprio per questo ero indecisa se pubblicare la storia: io parlo sempre di vita, del dolore e dell'amore che puoi trovare in questa. Mi trovo sempre in difetto con la morte perché è un qualcosa di seriamente troppo grande e le parole giuste per descrivere una persona che sta vivendo un lutto io non le conosco.
Alla fine l'ho pubblicata per il mio classico "perché no?".

Sto lavorando al prequel dell'altra, tranquilli. L'ho promesso. Ma devo attendere l'ispirazione giusta!

Vi saluto e vi abbraccio,
Deienira

 
   
 
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